Baratto amministrativo? No, grazie!
L'istituzione della corvée, che in epoca feudale era la prestazione
di lavoro gratuito, risale all'antico Egitto, dov'era una modalità
alternativa di tassazione in mano d'opera anziché in denaro o derrate alimentari:
anche le Piramidi, tra l'altro furono costruite ricorrendo in parte alla corvée.
Oggi abbiamo quindi da una parte il Bergoglione che fa il Faraone
e, dall'altra, il Movimento 5 Stelle che fa il coglione, facendo retrocedere la politica
al sistema di schiavitù dell'antico Egitto! Vedi il cosiddetto “baratto amministrativo”...
O analfabeti del cosiddetto “baratto amministrativo”, proposto dal Movimento Cinque Stelle come cosa buona e giusta, RAVVEDETEVI. Perché esso dovrebbe risultare invece qualcosa di aberrante se si fosse ancora in grado di capire che misure di questo tipo non possono che condurre (come se non ve fosse già abbastanza) ad una sempre maggiore sudditanza e schiavitù dell’individuo nei confronti dello Stato.
Uno Stato come quello italiano, che ogni giorno (come apprendiamo da Tv e
giornali) si dimostra sempre più corrotto ed iniquo nel trattare i cittadini
come sudditi, avrebbe - con questa nuova “pensata” - una ancor maggiore
possibilità di soggiogare l’individuo, facendolo
legalmente schiavo: lavoro
gratuito in cambio del saldo dei propri debiti. Debiti generati da imposizioni
inique come la tassa sulla casa, iniqua in quanto inficia il diritto di
proprietà; la tassa sui rifiuti, che diventa esorbitante a causa della
corruzione che orbita attorno a un vero e proprio affare (business) per gli
amministratori di turno; e tutte le altre tasse reddituali che, scaricandosi sui
prezzi e sui redditi, impoveriscono progressivamente i cittadini, e soprattutto
coloro che, essendo già poveri, non possono scaricare altro che il loro
portafoglio. Oltretutto in una piccola comunità in cui vigesse tale “baratto”,
tutti saprebbero che quello che si aggira con la tuta gialla a strisce
fosforescenti (sic!) raccogliendo gli escrementi dei cani o le carte per terra è
il reietto debitore che, essendo in povertà, ha il privilegio di riscattare i
suoi debiti attraverso una sorta di gogna del terzo millennio! Egli potrà quindi
grazie alla generosità dello Stato pareggiare il conto e vivere felice e
contento.
Chi arriva a pensare cose di questo genere probabilmente ha smarrito veramente
ogni fondamento logico, tanto da inventare opportunità artificiose di lavoro,
che sono solo un occulto sfruttamento dell’uomo, mascherato da “bene comune”
(ben descritto da George Orwell nel famoso romanzo “1984” in cui col
“bis-pensiero” si pensa una cosa per proporne un’altra). Per cui si chiama
“baratto amministrativo” ciò che in realtà è un baratto di dignità
dell’individuo a favore di una prona sottomissione allo Stato plenipotenziario,
generatore, esso sì, di debito pubblico, attraverso “idee” di “politici”
incapaci di tutto.
E questo debito pubblico, che esponenzialmente e incontrovertibilmente continua
ovviamente a crescere, costringe poi tutti a lavorare per esso senza mai
riuscire però ad estinguerlo (essendo esso inesigibile). Ma è un debito bimillenario: nell’anno 63 prima di Cristo, era già Cicerone a dire: “Le finanze
devono essere riequilibrate. Il debito pubblico dev’essere ridotto. L’arroganza
dei burocrati deve essere mitigata…”. E da quel tempo precristiano ad oggi cos'è
cambiato? Quello stesso debito fu, è,
e sempre sarà un debito inesistente, in quanto basa sulla notoria truffa,
tacitamente accettata da tutti i politici (M5S compresi) come nominalismo
valutario fatto passare per valore mediante monetaggio iniquo (detto
signoraggio): i soldi emessi dalle banche emittenti sono carta alla quale non
corrisponde alcun valore di garanzia (come, ad es., oro o preziosi), né
liquidazione (in oro o preziosi) al portatore, né il diritto-dovere di tale
liquidazione, dato che con la nuova moneta è stata fatta sparire dalle banconote
perfino la scritta “Pagabile a vista al portatore”, affinché nessuno comprenda
l’inciviltà di cui si tratta: “note” di “banco” che non sono più nemmeno da
lontano riferibili al valore “notato” in “banca”, secondo cui al valore nominale
(per esempio al nome “100 euro”, stampato sui soldi) dovevano corrispondere 100
euro di oro o di preziosi!!!
Dunque è il monetaggio iniquo a generare inflazione o recessione o deflazione, cioè crisi continuative da secoli e secoli. Non è il povero cristo impoverito che deve pagarne il fio!
L’auspicio è dunque quello che la politica cominci veramente ad occuparsi di diritti e doveri in modo equo, cioè uguale per tutti, dato che solo questo dovrebbe essere l’unico vero compito dello Stato di diritto. Tutto il resto è diritto di Stato, cioè mafia legale...