ANTROPOSOFIA E CAMUFFAMENTO
L'Antroposofia trasformata in IDIOTO-CRAZIA
Prendo lo spunto dal video "MAFIA STEINERIANA" per mostrare come oggi l'Antroposofia di Rudolf Steiner è stata quasi del tutto trasformata in IDIOTO-CRAZIA da coloro che, dopo appena la lettura di una conferenza del suo fondatore Rudolf Steiner, si ritengono maestri e vogliono insegnare - con tanto di corsi a pagamento - materie che però nulla hanno a che fare con l'Antroposofia.
"Un piccolo errore iniziale conduce a grandi errori in fine" diceva Aristotele. Ciò è vero anche quando si tratta di sviste, anche e soprattutto perché le sviste non sono errori. Ogni svista è, più che un errore, una mancata percezione che comporta una mancata concettualizzazione dell'oggetto percepibile.
"Programmazione neurolinguistica" (PNL), "Strategie di PNL", "Scuole di Comunicazione", "Scuole di Persuasione", "Corsi per Farsi Capire", "Scuole di Autostima, "Tecnologia morale", "Corsi di pedagogia steineriana" ecc., e molte altre cianfrusaglie di questo tipo, determinano oggi il camuffamento dell'Antroposofia, operato da "maestri" che la ritengono "da aggiustare" o "da semplificare". L'esistenza di questi "maestri" improvvisati per business è crescente ed ha determinato l'avvento dell'homo oeconomicus che ha sostituito l'homo sapiens, generando l'homo stolidus.
Così abbiamo nella realtà moderna "maestri" ed allievi stolidi non solo in economia politica (che studia le decisioni individuali o aggregate degli operatori economici PRIVATI, cioè di famiglie, imprese, istituti bancari e finanziari, ecc., circa il consumo, il risparmio, la produzione, l’investimento, ecc.) e nella politica economica (che studia l’attività economica degli operatori PUBBLICI, per esempio il bisogno di essa, gli obiettivi che persegue, i mezzi di cui si serve, quali effetti produce, ecc) ma in ogni altra confessione religiosa o scientifica (dato che sempre di fede si tratta).
È il risultato subconscio del modo stolido di ragionare, dato che il numero di coloro che si ritengono liberi o addirittura antroposofi nel predicare il contrario della libertà o dell’antroposofia (basti vedere nel web i seguaci del "libero pensiero" di Archiati, o di Alvi, o in genere di tutti quegli improvvisati sapientoni dell'arte-terapia) è in continua crescita. Costoro sono dei galoppini, cioè degli attivisti politici o religiosi probabilmente convinti della propria missione di apostoli di dottrine provenienti da fuori del loro riflettere o addirittura da Dio. Si tratta in fondo di falsi profeti, cioè catechisti ideologizzati che avendo completamente rimosso e sostituito il proprio giudizio critico con quello di altri, lo predicano da "maestri". Mettendo in bocca a Steiner le proprie idiosincrasie, l'homo stolidus rappresenta la concreta odierna realtà antiumana o subumana in quanto nelle sue catechesi si auto-estromette come uomo, e manco se ne accorge, oltretutto predicando ciò che non conosce è facendosi super-esperto. Non è per niente vero che il tempo delle ideologie sia finito. Questa è una diceria dell’odierna predicazione new age della politica o del confessionalismo. Il cretino (homo stolidus) è infatti una creazione dei maghi neri della politica e del leccaculismo pratico dei mass media (Richard Stengel, "Manuale del leccaculo. Teoria e storia di un'arte sottile", Ed. Fazi). Perché il dominio dell’astratto sul concreto non ha risparmiato alcuna branca del sapere, dai neo-keynesiani agli anti-neo-keynesiani, dai neo-comunisti odianti la proprietà privata ai neo-nazisti sedicenti liberi che odiano invece tutto ciò che non è proprietà privata, con particolare disprezzo dell’idea del minimo vitale e/o della triarticolazione sociale di Steiner, trasformata in "tripartizione".
Vi è poi la folta schiera di coloro che si distinguono nell'insegnamento della veggenza circa la cosiddetta comunicazione non verbale. Ma la veggenza non può essere insegnata da nessuno ("Non puoi insegnare qualche cosa a un uomo. Puoi solo aiutarlo a scoprirla dentro di sé", diceva Galileo!), dato che basa su intuizione dello spirito umano, argomento anch'esso avverso a detti "maestri". Tutte queste cianfrusaglie o business-cianfrusaglie interessano d'altra parte un'altra folta schiera dell'homo stolidus. E questo spiega il grande successo di questo camuffamento della scienza dello spirito a carattere antroposofico. Oggi basta leggere una delle cinque conferenze del ciclo "Il mistero del doppio" di R. Steiner per improvvisarsi immediatamente psicologi, insegnanti dell'inconscio o del "doppio arimanico", o di come produrre intelligenza artificiale nel giusto modo, ecc.
Blaterare del concetto di doppio arimanico per non venirne mai a capo, o discriminare fra uso giusto o sbagliato di esoterismi senza minimamente avere il concetto di esoterismo è sostanzialmente il medesimo sbaglio, la medesima illusione.
Allo stesso modo si può affermare fin che si vuole che nulla è ciò che sembra. Quando però, con questa affermazione si fanno solo giochetti di prestigio (https://youtu.be/yNx_h22-Muo) o canzonette da guru (https://youtu.be/Lw_mvNxMDH0) senza minimamente CARATTERIZZARE INTIMAMENTE ciò che appunto sembra, attenendosi a morali eterodirette - per es. sul come usare l'esoterismo in modo corretto - si diventa solo pedine dello statu quo. Diventa perciò normale che dopo il politically e il physically correct ora arrivi l'ESOTERICALLY CORRECT, che non è altro che una forma di paranoia, cioè malattia mentale che prende il nome di PNL.
Pervenire alla caratterizzazione di ciò che
INTIMAMENTE è una cosa, è possibile a ogni essere vivente, dotato di un io. Non
è possibile attraverso leggi o regole eterodirette.
All'origine della parola "esoterismo" sta l'aggettivo greco "esoterikòs", che significa "interno".
Esoterica è dunque solo la connessione interna degli oggetti del mondo, connessione interna che fa concretamente sussistere i loro concetti a lato della loro percepibilità. E questi concetti riguardanti la connessione INTIMA delle cose sono concepiti mediante osservazioni mai esaustive perché sempre più perfettibili di ciò che sembra.
ESOTERICO È TUTTO QUANTO STA IN CORRELAZIONE CON FATTI REALI; ESSOTERICO O EXOTERICO È INVECE TUTTO QUANTO È ASTRATTO DAL REALE.
L'uso del termine "esoterico" per definire l'occulto, il cosiddetto "doppio", "doppio eterico", le cose misteriose e/o superstiziose, è un'ambigua degenerazione semantica, che nel terzo millennio non ha più senso, dato che TUTTI I FATTI DEL MONDO SONO COLLEGATI DALL'INTERNO e non sono riducibili a definizioni confessionali o partitocratiche, o ad assolutizzazioni, dogmi, dottrine di scuole esoteriche di "tecnologie morali", ecc.
L'idea di tecnologia morale poi è spuria in quanto impedisce l'autonomia immaginativa della tecnica morale. L'ostacolo è, appunto, il tecnologismo morale in cui il logismo (degenerazione della logica nel formalismo in cui il contenuto è solo un pretesto) diventa alterazione mentale.
Da decenni siamo governati da alterati mentali proprio perché non vogliamo capire la correlazione interiore dei fatti. Non ne vogliamo sapere. Vogliamo la superficie delle cose. Vogliamo verità di superficie, cioè pseudo-verità. Quindi vogliamo l'infermità, LA CIVILTÀ DELLA MENZOGNA, prediligendo un pensare che non necessita di intuizione, un pensare che è possibile anche ai criceti. E l'alterazione mentale si produce subito: senza possibilità di identificazione clinica.
Questo fatto è semplicemente funzionale alla tirannia dominante, proprio perché è qualcosa di non riferibile a lesioni oggettive del cervello, pur se la sua manifestazione neuropsichica assume forme psichiatricamente riconoscibili in forme di paranoia, nevrosi, isteria, ecc., oppure di dialettismo, sistematico e ferreo perché l'alterazione mentale, in forza della sua base fisiologica, avendo il carattere della persistenza, si proietta come contenuto psichico nel tema dialettico, imprimendogli l'impulso della persistenza: l'ossessione.
Gli ossessionati, sono pertanto anch'essi funzionali, ovviamente, alla tirannia vigente. L'intelligenza artificiale è d'altronde un'altra idea spuria dello stesso genere di quella del tecnologismo morale (https://youtu.be/RELuWUmyvps)!
In ogni tipo di tirannia, il potere politico concentrato e la meccanizzazione
dell'uomo danno origine a istituzioni diaboliche nel senso di doppie, doppioni
(doppie tasse, anatocismi. ecc.),
doppio, dal termine greco di poneròs, tradotto nei vangeli con "diavolo", e che
significa appunto "doppiezza", "finzione", "inganno", "menzogna", "impostura",
"camuffamento" e così via. Lì davanti a me c'è quanto appare, cioè la parvenza,
ma c'è pure la realtà. Quando si parla di realtà questo concetto suscita subito
anche l'altra sua facciata di parvenza. Allo stesso modo, quando si parla di
apparenza, di parvenza, subito ci si dovrebbe occupare della sua realtà. Ma la
realtà è oggi come la verità di Pilato o dell'einsteinismo o del relativismo dei
valori, dove tutto è convenzionalismo.
La parola "realtà", se attribuita alla materia, deriva etimologicamente dal latino "res", che significa "la cosa"; se è invece attribuita anche alle persone, deriva da "rex", che significa "il Re": dove c'è un Re c'è sempre anche un suddito o più sudditi. Ma chi è il Re?
Vero Re è l'io umano, i cui sudditi sono le "pecorelle smarrite", cioè i nostri istinti animali o pulsioni.
Anche se la sudditanza del nostro gregge interno non è sempre considerata nel nostro agire da Re, essa c'è. C'è sempre. C'è per esempio quando si segue una dieta, un programma, un progetto… o quando si interpreta un brano musicale, quando si recita una poesia… quando si parla, quando si alza o si abbassa il tono della voce… Ognuno ha la propria realtà di immaginativa morale. Però c'è anche una realtà universale che vale per tutti. Per esempio, la caduta di un grave dal terzo piano può essere un esperimento gravitazionale se il grave è una matita o una piuma, o una piccola cosa. Però se il grave è una persona, tale caduta è una disgrazia o un omicidio, o un suicidio, ecc... Non è un esperimento gravitazionale, né può essere detto qualcosa di relativo. NON È RELATIVO!
L'istituzione diabolica è doppiezza - cioè fatta di apparenza e di realtà - nella
misura in cui apparenza e realtà generano consociativismo promotore dell'uomo automa, o
dell'ignorante o del mediocre, affinché egli riesca, come esecutore diretto, a
salire la scala sociale fino alla vetta, dopo di che diventa automatico
dirigente.
In questo clima patologico, chi sa, fa, ma è sempre rimproverato nella misura in cui, facendo meglio di altri, genera evoluzione, intuizione, pensare, quindi a volte è costretto a fare male ciò che di solito fa bene. Chi non sa fare, insegna. Chi non sa insegnare, dirige. Chi non sa neppure dirigere, coordina. Chi non riesce a coordinare, presiede… E dopo?!? Dopo ti frega ancora di più, sedendosi su una poltrona di MonteCITORIO, luogo di CITAZIONI astratte per, appunto, apparire bravi, come al tempo di don Abbondio.
Da una parte c'è dunque l'apparenza. Dall'altra, la realtà.
L'apparenza è la soddisfazione del nostro bisogno umano di pace, di giustizia distributiva, di sviluppo delle disponibilità universali, di uguaglianza e di partecipazione libera e consapevole.
La realtà è l'uso di questi ideali per giustificare soluzioni di accumulo e di
omogeneizzazione, mostrate come espediente unico e incontrovertibile di
efficienza e di ordinata convivenza.
Lo strumento per ottenere questo doppio risultato (meccanizzazione sociale e
concentrazione politica) è dato dalla forza acquisita dai mezzi cosiddetti di
"comunicazione di massa" di rovesciare appunto il rapporto tra apparenza e
realtà.
L'apparenza, la parvenza, intesa come esibizione, viene rappresentata come
l'ambito vero della realtà; alla misura di ciò che si presenta vi corrisponde il
livello di realtà raggiunto da ciascuna cosa e da ciascuna persona; la realtà, a
sua volta, non è manifestata dall'apparenza, ma è da essa camuffata, ricoperta,
come un nulla, i cui processi non debbano essere conosciuti né giudicati,
appartenendo riservatamente a chi in realtà è stato capace di essere tanto
potente da dominarla anche nel senso di sostituirla con l'apparenza.
Per accorgersi di tutto questo, basterebbe osservare, anche solo semplicemente, il nome "Barabba", che in ebraico significa "Figlio del Padre" (bar-Abbà). Figlio del padre significa ovviamente figlio di Dio, perché non avrebbe alcun senso dire di un tizio che è figlio di suo padre. Dunque doveva apparire scritto nei secoli (e questa operazione potrebbe segnare l'inizio della burocrazia) che il popolo scelse di salvare Barabba, un ladro, chiamato figlio di Dio, anziché il figlio dell'uomo Gesù, detto il Cristo. Così da 2000 anni ci portiamo addosso la fama di popolo bue… Così funziona il mondo.
Il mondo così funzionante è tanto più falso quanto più funzionante, poiché la
sua massima efficienza significa la massima distanza tra apparenza e realtà.
Tutto il sistema è fondato perciò su di una beffa universale e strutturale: le caratteristiche dello spirito (libertà, consapevolezza, capacità progettuale e di intervento incisivo, ecc.) sono attribuite ad ogni uomo nella forma dell'apparenza, cioè come suo contributo interno alla costruzione di un mondo diviso in teoria e prassi, divisione che a conti fatti non esiste nemmeno (l'idea di una teoria separata dalla prassi è sbagliata, spiegava Massimo Scaligero, soltanto nella traduzione in realtà di contenuti fisici e meccanici, c'è rispondenza tra pensiero e azione pratica, ma è evidente che non si tratta di azione vera, perché l'uomo non è un automa. Per esempio: per poter realizzare praticamente il prelievo di una somma su un conto bancario, per versarla magari a favore di un gruppo di bisognosi è azione pratica soltanto in quanto si attua per il contenuto ideale che comporta, ma l'azione pratica non è il movimento meccanico dell'andare in banca, prendere la somma e portarla ad altri, bensì l'obbedire mediante consequenzialità pratica a una decisione interiore: attuarla è lo scorrere di quella decisione in un'azione, non il meccanismo dell'azione stessa; cfr. Massimo Scaligero, "Il pensiero come antimateria", Roma, 1978).
Ecco dunque perché studiare il concetto di doppio arimanico per non venirne mai a capo o
discriminare fra uso giusto o sbagliato di esoterismi senza minimamente avere il concetto di
esoterismo, è la stessa cosa, lo stesso errore, lo stesso camuffamento di ciò
che appare, per farlo sembrare ciò che non è.
Ciao belve della PNL & C.!