I 118 seg.: le associazioni sono formate dal processo economico
I 118 seg.: il dominio delle nostre condizioni economiche ci è sfuggito di mano
I 118 seg.: il processo economico è del tutto diverso da un sistema scientifico
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[...] Il pensare le cose che si svolgono nel processo economico connesse tra loro in un rapporto generale è tutt'altro che facile, semplicemente perché il processo economico è del tutto diverso da un sistema scientifico [il grassetto è mio - ndc]. Il sistema scientifico può esistere, nella sua totalità, nella testa del singolo individuo; forse solo come abbozzo, tuttavia può esistere nel singolo individuo; invece il processo economico non può mai compiersi nella sua totalità nel singolo individuo, ma può rispecchiarsi unicamente là, dove collaborano insieme i giudizi di molti uomini che svolgono la loro attività nei campi più diversi.
Non vi è assolutamente altra possibilità di arrivare a un giudizio reale su
quanto ho esposto ora, se non per via associativa; parlo di un giudizio
reale, non già di un giudizio teorico. In altre parole: considerando le tre
equazioni che abbiamo visto prima [vedi
le tre equazioni dei
prezzi, p. 111; a sostegno di quanto detto nel testo, da un quaderno
di appunti di Steiner, scritto tre giorni dopo questa conferenza, è annotato:
“il produttore offre merce, il consumatore offre denaro, il negoziante offre
merce denaro” (R. Steiner, "I capisaldi dell'economia", nota di pag. 111) -
ndc], chi
conosce a fondo gli usi del negoziante avrà sempre in mente la prima equazione,
agirà sotto l'influenza di questa [p=f(od) -
ndc],
e potrà quindi conoscere quanto è soggetto a tale influsso. Così il consumatore,
che segua con intelligenza le fasi del consumo, conoscerà tutto quel che è
soggetto all'influsso della terza equazione [o=f(pd) -
ndc],
mentre il produttore saprà tutto quel che cade sotto l'influsso della seconda
equazione [d=f(op) - ndc].
Si potrà dire: "Ma gli uomini non sono tanto sciocchi da non potersi spingere
col pensiero anche oltre il loro particolare orizzonte; anche chi sia solo
consumatore o solo commerciante potrà ben essere capace di oltrepassare col
pensiero il proprio orizzonte! In definitiva non siamo campanilisti, e non lo
sono i nostri uomini politici". Benissimo! Bisogna proprio comportarsi così,
quando si tratta d'una concezione del mondo. Ma nei riguardi di ciò che si
svolge ad esempio nel commercio, non vi è possibilità di sapere alcunché di
positivo, di sicuro, se non si è dentro il commercio stesso, se non vi si
lavora. Non vi è altra via;
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qui le teorie non valgono. Le teorie possono essere interessanti, ma qui non si
tratta di sapere come si commercia in generale: si tratta di sapere ad esempio
come il giro dei prodotti si svolga a Basilea e nei dintorni di Basilea. E
quando lo si sa, non si conosce ancora come avvenga il giro dei prodotti a
Lugano. Il problema non è dunque sapere qualcosa in generale, bensì
sapere qualcosa intorno ai singoli casi. Del pari, quand'anche ci si fosse
formato un giusto giudizio sui maggiori o minori prezzi a cui si possono
fabbricare falci o altri attrezzi agricoli, si sarà ancora lontani dal sapere a
quali prezzi si possano fabbricare, diciamo, delle viti o dei chiodi.
Il giudizio che dobbiamo formarci sulla vita economica deve risultare dai
fatti concreti, e ciò non può avvenire se non formando per determinati territori
(la vastità dei quali risulta, come abbiamo visto, dal processo economico)
associazioni, nelle quali si radunino
proporzionalmente, dai rami più disparati, le rappresentanze di tutte e tre le
sfere che concorrono alla vita economica: la produzione, il consumo e la
circolazione.
È molto doloroso [un esempio di tale dolore lo abbiamo
proprio dallo svuotamento delle tasche di tutti, dovuto ai pazzeschi risultati
dell'operato dell'odierno (2012-13) governo "tecnico", il quale impone il suo
DICTAT astratto e privo di alcun rapporto con le associazioni delle tre sfere
sopra citate - ndc]
che non si trovi comprensione, in questi nostri tempi
[un secolo fa esattamente come oggi -
ndc], per cose in
fondo tanto semplici e obiettive. Dal momento infatti in cui la cosa
venisse veramente compresa, potrebbe farsi, non dico dopodomani, ma già domani;
perché non si tratta di creare rivolgimenti radicali, ma di cercare per ogni
singolo caso la connessione associativa. Basterebbe risvegliare la volontà e
avviare la comprensione. Ecco perché la mancanza di comprensione colpisce tanto
dolorosamente; qui infatti il pensiero economico coincide realmente con quello
morale e in certo modo col pensiero religioso; a me riesce per esempio del tutto
incomprensibile come una siffatta considerazione economica sia potuta passare
inosservata a coloro che, diciamo, provvedono ufficialmente ai bisogni religiosi
del mondo. Eppure è fuori dubbio l'evidenza del fatto che, nel corso degli
ultimi tempi, il dominio delle nostre condizioni
economiche ci è sfuggito di mano,
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che gli avvenimenti hanno
trasceso il limite di ciò che gli uomini erano in grado di controllare; così ci
troviamo anzitutto di fronte al problema: come dominare le circostanze? E sono
gli uomini che devono dominarle, gli uomini riuniti in associazioni.
Non voglio certo concludere con uno scherzo una trattazione tanto seria, ma vorrei dire: la nostra scienza economica si è evoluta in modo da non seguire con le sue concezioni lo svolgimento effettuatosi nel passaggio dall'economia di baratto all'economia del denaro e delle capacità umane. Coi suoi concetti essa brancola tuttora nell'economia di baratto e considera pur sempre il denaro come se fosse soltanto una specie di sostituto del baratto. La gente non vuole ammetterlo, ma è proprio questo il contenuto di diverse teorie. Negli antichi sistemi economici, anche se ormai essi non possono più esserci simpatici, si esercitava il baratto; in seguito apparve il denaro, e allora (non vorrei davvero dire una spiritosaggine, ma è il genio della lingua tedesca che qui si manifesta) dallo "scambiare" (Tauschen) con un semplice raddolcimento della vocale (Täuschen = ingannare) tutto si è confuso: noi ci inganniamo oggi in tutti i processi economici possibili. Lo scambio (Tauschen) è diventato inganno (Täuschen) [e forse non è un caso il fenomeno di assonanza che risulta fra i termini tedeschi "Tauschen" e "Täuschen" e gli italiani "tasse", "tassa", "tassare"... - ndc]. Non un inganno premeditato [Steiner non era certo un complottista però, dopo un secolo di gattopardismo imperante, a me pare che oggi le cose siano furbescamente o "tecnicamente" premeditate anche troppo - ndc], ma una confusione di tutti i processi. Dobbiamo invece di nuovo scoprire come i processi economici si svolgano realmente nella loro vera intima essenza.