I 112: il fattore giuridico nel denaro

I 112-114: diritto, vita giuridica

I 112-114: ingerenza nel processo economico

[...] che cosa significa precisamente "rubare"? Rubare significa: togliere qualcosa a qualcuno, senza che egli sia in grado di opporsi, e senza che chi ruba ritenga opportuno offrire un compenso per la cosa tolta. Confrontiamo ora per esempio il concetto, diventato ignobile, di furto, con quello di requisizione [il grassetto è mio - ndc]. In determinate circostanze si requisisce, si toglie cioè qualcosa alla gente senza dare alcun compenso. Anche altrimenti avviene nel processo economico che si tolga qualcosa alla gente senza alcun compenso. Si tratta di fatti che occorre ricordare, senza con questo assumere atteggiamenti agitatori. Qui intendo parlare scientificamente e non agitare. Ora supponiamo che si istituisse in qualche luogo un ordinamento sociale, un territorio ristretto ordinato socialmente, in cui si abolisse il denaro e si organizzassero invece, con forze armate sufficienti, delle scorrerie in cui le persone che possiedono qualcosa venissero uccise e private dei loro averi. Che cosa mai impedirebbe che ciò avvenisse? Il fatto che forse gli altri si difenderebbero, e in tal caso dovrebbero avere i mezzi per difendersi; oppure che non si ritenesse utile l'aggressione per l'esiguità del territorio da invadere.


A questo punto si deve inserire nel processo economico qualcosa di diverso. Io non posso così senz'altro togliere a qualcuno quel che gli appartiene. E perché no? Perché il fatto che mi sia lecito tenere per me la cosa in questione, deve in qualche modo venir riconosciuto dal mio prossimo; e in nessun modo verrà riconosciuto che mi sia lecito tenere per me ciò che ho acquistato ammazzando la gente tutt'intorno. Che cosa entra qui in gioco? Entra in gioco il diritto. Non potremo mai studiare il processo economico senza riconoscere che vi è in gioco il diritto. Non si può né concepire, né realizzare economicamente ciò che va fatto, se nell'economia non si inserisce il diritto. Se poi, anziché il baratto, si considera il commercio a base di denaro, si vede subito come nell'economia entri in gioco il diritto. Infatti, come mai potrebbe essere possibile in genere che in cambio di un paio di scarpe io dessi, per esempio, invece di un cappello a cilindro, 20 monete, se esse (anche se d'oro) non fossero riconosciute da tutti come un valore, per il quale a sua volta si riceve qualcosa? Se le 20 monete non venissero immesse nel processo economico nella forma giusta, se ne potrebbero possedere dei mucchi, senza mai avere nulla in realtà. Dunque dal momento in cui nello scambio economico appare il denaro, vediamo con la massima evidenza apparire il fattore "diritto". È straordinariamente importante tenerlo presente, poiché qui si vede come in effetti il complesso organismo sociale si possa abbracciare soltanto trasmutando via via i processi solo economici in ciò che si svolge sotto l'influsso del diritto.
 

Ma ora supponiamo che io abbia acquistato dal calzolaio un paio di scarpe e gli abbia dato 20 monete. Quel calzolaio, dopo avermi venduto le sue scarpe, potrebbe benissimo ricordarsi che talora nel mondo i calzolai furono anche qualcos'altro che non semplici calzolai (per esempio Hans Sachs e Jakob Böhme!); dopo aver ricevuto le 20 monete, egli potrebbe ora pensare di non adoperarle per continuare a confezionare un nuovo paio di scarpe, bensì per fare tutt'altro. Potrebbe ad esempio far qualcosa in cui dovesse trasfondere il proprio ingegno; in tal caso, quelle 20 monete acquisterebbero per lui improvvisamente un ben altro valore che non quello di un nuovo paio di scarpe. Dal momento in cui abbiamo trasformato la merce in denaro, dunque in diritto, possiamo esercitare il diritto stesso acquistando con le 20 monete qualcosa d'equivalente al paio di scarpe, oppure col nostro ingegno creare mediante il denaro qualcosa che s'inserisca come un prodotto de1 tutto nuovo nel processo economico. Qui entrano in gioco le attitudini, le capacità umane, quelle che fioriscono appunto liberamente tra gli uomini, e che si inseriscono in ciò che abbiamo acquistato come diritto mediante il denaro, allo stesso modo come il denaro, quale realizzazione del diritto in questo senso, s'incorpora nella merce. Con questo, abbiamo introdotto il diritto e le attitudini, le capacità umane, in quel che finora, provvisoriamente, avevamo osservato nel processo organico dicendo "natura": natura elaborata, poi lavoro organizzato dallo spirito. Abbiamo dunque trovato in seno al processo economico stesso una ripartizione che è una triarticolazione. Si tratterà ora di pensare giustamente su di essa. Proprio perché i fatti or ora caratterizzati sono fatti reali, per questo appunto in seno all'economia si producono certi fenomeni che sono realmente impossibili. A un diritto si può infatti anche arrivare mediante conquiste e simili, avendo la forza e la potenza per impadronirsi del diritto. Non sempre si acquisisce un diritto mediante un semplice scambio, bensì anche mediante la forza di arrogarselo. In tal caso il diritto è qualcosa che non è affatto confrontabile con la merce. Non vi è punto di contatto tra merce e diritto. Eppure nel nostro processo economico vengono di continuo scambiate merci (ovvero il loro corrispettivo in denaro) con diritti. Quando per esempio paghiamo il terreno, anzi già quando, pagando un affitto, paghiamo insieme anche il valore attuale del terreno, noi paghiamo un diritto con una merce, per meglio dire col denaro che abbiamo ricavato dalla vendita di una merce; comunque paghiamo un valore-diritto con un valore-merce. Così, se assumiamo un insegnante al quale corrispondiamo uno stipendio, paghiamo facoltà spirituali con un valore-merce, col valore di una merce o col suo corrispettivo in denaro. Avvengono cioè di continuo nel processo economico scambi tra diritti e merci, tra capacità umane e merci, e anche tra capacità umane e diritti.
 

Vengono scambiate cose che non sono per nulla paragonabili tra loro. Si pensi ad esempio il caso di chi si fa pagare una scoperta, di chi prende un brevetto: egli si fa pagare con un valore-merce un valore puramente spirituale. Qui non c'è nulla che possa figurare come termine di confronto; qui tocchiamo un elemento nel quale la vita del diritto si inserisce nel processo economico [...]