II 84 seg.: lo Stato influisce ritardando l'economia mondiale
II 84 seg.: triarticolazione, non tripartizione
Domanda: Nella vita
economica si è formato prima il capitale commerciale o quello industriale?
Rudolf Steiner: Storicamente certo prima il capitale commerciale; in sostanza il
commercio è anche il primissimo lavoro di scambio che poté essere svolto. Ancora
oggi, osservando le condizioni primitive di un villaggio, si ha relativamente
poco capitale industriale Nel villaggio l'artigiano non guadagna in proporzione
più del contadino. Invece chi commercia risparmia qualcosa. Di conseguenza è in
grado di fare prestiti. E così il processo continua. Non si forma infatti
capitale se non è utilizzabile. Il capitale industriale si forma in sostanza
solo in un terzo stadio. Il fenomeno è legato alle abitudini, e non lo si può
ritrovare razionalmente.
Domanda: La Svizzera deve rimanere in un'economia nazionale o passare
all'economia mondiale? In molti Paesi non vi è la tendenza a ritornare a
un'economia nazionale?
Rudolf Steiner: Lei intende nel senso che la Svizzera sarebbe passata troppo
presto all'economia mondiale, perché si sarebbe visto che non le sarebbe stato
di vantaggio?
Non lo si può dire, perché la Svizzera non ha potuto fare per vie naturali la
prova in merito al passaggio da economia nazionale ad economia mondiale. Quel che
infatti ora si chiama "benevolenza" degli Stati confinanti è passato in modo
innaturale attraverso la guerra. Se avesse potuto svilupparsi come lo aveva
fatto fino al 1914, non ne avrebbe avuto svantaggio, ma avrebbe potuto evolversi
ulteriormente. Certo ne sarebbero ugualmente risultati gli stessi
danni che a poco a poco allora si mostravano e che avrebbero portato a poter arrivare in modo pacifico alle associazioni. Come oggi
stanno le cose, si deve dire che ben poco dipende dalla Svizzera. Ora nel mondo
abbiamo, sì, a che fare con la tendenza a un'economia mondiale, però di continuo
disturbata dalle intenzioni politiche delle economie nazionali che si identificano con le aspirazioni nazionali
[il grassetto è mio - ndc]. Quel che oggi
disturba l'economia mondiale sono le intenzioni politiche
[anche se queste cose furono detto nel 1922, oggi, dopo quasi un secolo, sono
ancora assolutamente attuali - ndc]. La politica ha
cominciato a voler far rientrare tutto entro le economie nazionali. Di
conseguenza non possiamo prendere la Svizzera come esempio, perché essa è
politicamente troppo impotente. Di tanto in tanto le si permette di parlare,
quando si sa che essa dirà quel che si vuole sentir dire (e la Svizzera dice poi
anche quel che appunto si vuole che dica).
La Svizzera non può dunque servire da esempio; piuttosto l'America punta con
decisione a una struttura economica nazionale e a creare ostacoli a una
struttura economica mondiale; date le circostanze potrebbe anche risultare
difficilissimo superare la tendenza americana a conservare una struttura
economica nazionale. Di, contro in questo campo potrebbe svilupparsi la tendenza
a un'economia mondiale da parte dell'Inghilterra (Cfr. "I capisaldi
dell'economia", prima, nona e undicesima conferenza) che in sostanza è solo in
apparenza un'economia nazionale, ma che in realtà ha già un'economia mondiale. Abbiamo infatti da un lato l'Inghilterra e dall'altro l'India, il Sudafrica,
l'Australia e tutto il resto. Ciò che sembra legato a un'economia nazionale, si
estende in sostanza a tutto il mondo. Vale a dire che l'Inghilterra, pur non
rappresentando l'economia di tutto il mondo, ha però in tutto il mondo un contatto
con le diverse economie, con le diverse necessità economiche, che deve poi
sinteticamente riassumere in qualcosa che assumerà qualitativamente lo spirito
dell'economia mondiale. È questo che nell'evoluzione dell'economia dovrà portare
con tutta necessità all'economia mondiale. A questa situazione dovrà adeguarsi
col tempo anche la politica degli Stati Uniti, perché l'economia imporrà
semplicemente la sue poderose esigenze anche alle teste dure della gente che
dovrà quindi adeguarsi all'economia mondiale. L'Inghilterra non potrebbe
progredire, se volesse continuare a lavorare nel senso di un'economia nazionale.
Si deve quindi seguire il reale antagonismo fra Inghilterra e America. La
Svizzera è del tutto irrilevante.
Domanda: Non riesco ad immaginare come il valore del diamante della corona
inglese possa venir spiegato soltanto col lavoro umano, e non anche grazie
alla sua rarità.
Rudolf Steiner: Tutto dipende dal fatto che i valori economici si formano
soltanto perché viene impiegato lavoro umano o spirito umano
[leggi: io umano - ndc]. Solo così si
formano i valori economici dopo l'introduzione della divisione del lavoro. Se
dunque si vuole comprendere il valore del diamante della corona inglese, si deve
dire: se dal continuo processo economico è possibile ricavare valori che il
singolo fa propri, il valore che così è stato creato può in effetti essere
trattenuto dal singolo stesso. Se dunque nelle condizioni attuali qualcuno vuol
trattenere per sé un milione, lo può fare e lo accumula. Può magari mettere la
somma nella calza, o invece di risparmiarla in quel modo può agire diversamente
e investirla in qualsiasi altro prodotto raro al quale egli attribuisce lo
stesso valore del suo denaro, e metterlo poi in circolazione. Per il fatto che
convenzionalmente e solo a seguito della sua decisione ha attribuito all'oggetto
quel determinato valore, grazie alla sua organizzazione spirituale trasferisce
appunto quel valore all'oggetto di sua scelta. È questo che avviene, sotto
l'influsso almeno della sua scelta spirituale, se non la si vuol chiamare azione
spirituale. Il concetto di rarità si dissolve economicamente in quello della
spiritualità economica.
Vengono citate obiezioni che si sollevano contro la triarticolazione:
è impossibile realizzare la separazione delle tre sfere; compito della
triarticolazione potrebbe essere non di costruire del nuovo, ma piuttosto quello
negativo di intervenire quando si verifichino effetti dannosi in qualcuna delle
tre sfere a causa delle altre, accontentandosi di separarle tra loro; non ci si
può immaginare nulla di preciso specialmente in merito ai limiti delle tre
sfere; la vita economica si limiterebbe a quella che si chiama tecnica.
Rudolf Steiner: Il pensiero di chi fa queste obiezioni non è educato a
sufficienza. In genere è un grave danno che le nostre attuali istituzioni
scolastiche educhino troppo poco il
pensare. La gente può solo formare concetti che può sistemare bene l'uno accanto
all'altro. Già per l'organismo umano tripartito si ha lo stesso fenomeno.
Prendendo per esempio il nervo ottico, esso fa parte del sistema dei nervi e dei
sensi. Naturalmente esso però non potrebbe esistere, se soprattutto durante il
sonno non venisse alimentato dal sistema del ricambio, appunto attraverso il
sistema dell'alimentazione, se cioè in esso non si svolgessero anche processi
dell'alimentazione, e se anche di continuo, attraverso il canale del midollo
spinale, l'aria inspirata non giungesse al nervo ottico e non si svolgesse anche
un processo circolatorio. Nell'organismo umano ogni cosa è quindi solo in via
principale parte o del sistema dei nervi e dei sensi, o del sistema
dell'alimentazione, o del sistema ritmico.
Così è anche nell'organismo sociale. È necessario che nell'organismo economico operino anche gli altri due sistemi. In tutto questo rimane comunque giusto che in sostanza il sistema dei nervi e dei sensi sia preponderante nella testa, e che l'alimentazione e la respirazione nella testa siano realizzate da un'altra istanza. Le tre sfere vengono create proprio per il fatto che esiste questa collaborazione nel giusto senso. Mi sono sempre opposto a che si parli di una tripartizione [questo è l'esatto contrario di ciò che affermano sedicenti studiosi secondo i quali non ci sarebbe alcuna differenza fra i termini tripartizione e triarticolazione, e che, anzi, in italiano sarebbe meglio usare "tripartizione" - vedi, ad es., la FAQ di tripartizione.it "Che differenza c'è fra tripartizione e triarticolazione dell'organismo sociale?", come se i due termini non indicassero in italiano rispettivamente da un lato un mero giustapporsi e, dall'altro, un mero articolarsi di arti! Costoro mentono sapendo di mentire cioè sapendo i motivi per cui "Rudolf Steiner ha deprecato esplicitamente il termine Tripartizione" (ibid.) e adottandone altri di letteralità di traduzione del testo. Qui però non è una questione di lettera, ma di sostanza che deve essere capita. Se così non fosse, perché mai Steiner avrebbe dovuto "deprecare" il termine "tripartizione"? La questione del testo più o meno letterale è quindi falsa! - ndc]. Il problema è: in che relazione devono essere fra di loro in modo naturale le tre sfere, che comunque esistono, affinché possano agire adeguatamente fra di loro? L'organismo spirituale [leggi: culturale - ndc] dovrà in sostanza basarsi sulla libertà, ma nell'organismo spirituale dovrà naturalmente agire anche la vita economica, altrimenti gli insegnanti non avrebbero nulla da mangiare. Il tutto potrà agire in modo giusto, se qualcosa avviene attraverso un'istanza diversa; sarà così necessario formare in una certa direzione un organismo economico, in un'altra direzione un organismo spirituale, e poi anche un organismo statuale giuridico (in genere Rudolf Steiner non riconosce alla vita giuridica e statale il carattere di un organismo. Essa avrebbe solo la struttura di un aggregato organizzato. Non vi è una precisa espressione per tale aggregato: lo si può chiamare uno pseudo-organismo, oppure anche chiamarlo organismo, ma in senso lato). Fa obiezioni solo chi si immagina una triarticolazione del genere come una "partizione", una "divisione". Ed è noto che questo è abbondantemente avvenuto. Ho incontrato una volta un tale che teneva conferenze sostenendo l'idea di tre parlamenti nell'organismo sociale. Chi pensa così, si immagina però qualcosa di impossibile, perché un parlamento può aversi solo per lo Stato, non per la vita spirituale. Qui [nel campo della vita spirituale - ndc] possono esservi soltanto singole individualità che creano una rete di naturale autorità. Nel campo dell'economia possono solo esservi le associazioni. Nel parlamento confluiranno poi le diverse funzioni, e vi si prenderanno le giuste misure per regolare i rapporti fra le diverse sfere dell'organismo sociale.
Domanda: La tendenza al guadagno fu paragonata nella decima conferenza con la
massa come è intesa in fisica. È possibile allargare l'analogia, considerando il
lavoro una funzione di scambio e tendenza al guadagno?
Rudolf Steiner: In fisica la formula dell'energia è:
m . v²
e
= -------
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In modo analogo l'energia economica si potrebbe anche considerare come il
possibile guadagno moltiplicato per una funzione della
velocità dei traffici:
e = g .
vt. La tendenza al guadagno va moltiplicata per la velocità del giro
d'affari, ottenendo così il valore del lavoro. Questo vale per il singolo
prodotto. Avendo poi un determinato utile per singolo prodotto e moltiplicandolo
per la velocità del giro d'affari, si ottiene il quantitativo di lavoro. Tale
quantitativo è poi nullo, quando è necessario moltiplicare il guadagno per zero,
vale a dire quando si vende subito: 0 = g
. 0 (l'equazione 0 = g . 0
rappresenta il caso limite di quando una merce non entra subito in
circolazione dopo la sua produzione, ma immediatamente dopo essere stata finita
viene consegnata ad un compratore. La vendita è il momento finale di un processo
di circolazione che si svolge con una determinata velocità che risulta dagli
impulsi per il profitto del produttore e del commerciante in base alla divisione
del lavoro. Se per una merce non si ha tale periodo di circolazione, non si ha
allora alcun guadagno, perché la merce viene fabbricata senza il suo normale
giro produttivo e senza l'intervento di un commerciante).
Domanda: Il valore del diamante della corona inglese corrisponde alla tensione
determinata fra il diamante stesso e un consumo di lusso?
Rudolf Steiner: Il valore del diamante si può spiegare solo attraverso il
decorso del fenomeno, perché la tensione che sorge a seguito del consumo è
sempre la tensione fra l'elaborazione di prodotti naturali e il valore che il
lavoro riceve dall'organizzazione spirituale. Nel caso del diamante
della corona inglese non bisogna partire unilateralmente dal suo valore.
Pensiamo bene: che cosa vale in realtà? Ha in sostanza un valore solo in un
ordine economico ben determinato, compenetrato anzi da una determinata
spiritualità, in base a un'opinione, vale a dire in base allo spirito. Non si
può dire che la pietra abbia "quel valore" in sé, ma solo che ha un valore
derivato dall'opinione che se ne ha. Se la si comperasse per il prezzo richiesto
dal venditore; si metterebbe il venditore stesso in condizione di far lavorare
tanto quanto è possibile con quello che riceve; ne nascerebbe una specie di
valanga, tutta un'organizzazione del lavoro. Come in fisica, quando si passa da
una piccola palla di neve a una valanga, non vanno presi in considerazione che i
relativi rapporti (e non è necessario modificare la formula), così in economia
non è necessario modificare la formula, se una volta si presentano condizioni
del tutto particolari per le quali, considerate solo esteriormente, si presenta
un prodotto raro, corrispondente a una prestazione di lavoro gigantesca. E solo
un fatto economico.