II 78 seg.: Anno del Giubileo del Debito
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Domanda in merito alla
perdita di valore della moneta: La moneta [il grassetto
è mio - ndc]
si svaluterà a poco a poco? Anche in quanto moneta di acquisto?
Rudolf Steiner: Come moneta d'acquisto conserverà il suo valore sino
alla fine. È un problema che riguarda più la tecnica del movimento di denaro, è
un problema del come.. Non è facile immaginare la lenta svalutazione della
moneta. Essa renderebbe necessario un dispositivo molto burocratico.
Sottolineo che non intendo procedere in modo programmatico, ma che intendo dire
soltanto come stanno le cose. La mia conoscenza mi dice infatti che non
potremo creare un paradiso in Terra attraverso le vie economiche. Non lo
si potrà realizzare, e si potranno solo instaurare le migliori condizioni
possibili. Ci si può ora chiedere da che cosa derivi il fatto che si sia
al di sotto delle migliori condizioni possibili. Deriva dal fatto che i
singoli fattori economici non possono esplicare il loro giusto valore in un
posto o nell'altro, che cioè oggi è possibile che chi lavora spiritualmente
[leggi: immaterialmente, ad esempio: insegnanti, artisti,
psicologi, sacerdoti, burocrati, ecc. - ndc]
non sia pagato nella misura che sarebbe necessaria per il complesso economico:
viene pagato o troppo, o troppo poco. Si danno i due casi. Di conseguenza - se è
pagato troppo poco, egli fa subito sì che i prezzi si modifichino in modo non
sano, a seguito della sua bassa rimunerazione. Lo stesso avviene se è pagato
troppo. Dovranno quindi venir apportate correzioni e, prescindendo dalle
teorie del Foerster (Friedrich Wilhelm Foerster, 1869-1966, pedagogo e
pacifista. Cfr. anche "I capisaldi dell'economia, decima conferenza". Fra i suoi
scritti filosofico-morali: "Politik, Ethik und politische pädagogik", 1909, e "Autorität
und Freiheit"), si tratterà di vedere quali fattori rendano possibile nella
vita economica queste incrostazioni, queste condizioni. Si tratterà di
stabilirne altre per cui si formino reciprocamente dei prezzi sopportabili, non
solo per le merci, ma anche per l'organizzazione spirituale e per la necessaria
libera vita spirituale.
Da questo deriva in modo diretto che il denaro deve
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invecchiare. Il problema è solo stabilire in che modo ciò sia tecnicamente realizzabile. Né si potrà attuare una svalutazione graduale del denaro in nessun altro modo se non aggiungendo alle banconote dei buoni che possano essere staccati in tempi determinati ad opera di un apposito ufficio [oggi mediante una banda magnetica applicabile alla cartamoneta o a una card, il modo sarebbe diverso, ma al tempo di questa conferenza - 5 agosto 1922 - il computer non esisteva ancora, e comunque neanche questo dispositivo sarebbe auspicabile, spiega Steiner subito dopo, dato che sarebbe ugualmente una complicazione anche oggi per esempio a causa dell'esistenza di virus elettronici e di una relativa insicurezza nell'ambito informatico - ndc]. In tal modo si creerebbe un apparato burocratico complicatissimo. Non si tratta comunque di attuare la svalutazione grazie a misure esteriori del genere, ma di tener presente che il corso reale delle cose determina da sé tale svalutazione [il maiuscolo è mio - ndc]. Questo avviene dando semplicemente al denaro, ad ogni forma di denaro, più o meno il carattere di mezzo di scambio, in quanto cioè il carattere di merce di scambio richiede un termine finale. Esso non può naturalmente venir calcolato in astratto, ma sarà stabilito all'inizio con una certa approssimazione, in previsione di un momento determinato. Poi lo si correggerà fino a quando l'equilibrio si stabilirà con un termine eventualmente possibile.
Il problema sarebbe di trovare anche per l'economia mondiale quello che in
sostanza già esiste come economia locale molto evoluta. Più o meno
l'applicazione dell'anno del giubileo dell'Antico Testamento (secondo la
legge mosaica ogni sette anni si aveva un anno sabbatico nel quale la terra non
doveva venir coltivata. Dopo trascorsi 7 anni sabbatici, cioè dopo 49 anni, il
50° anno era annunciato dal suono di trombe - in ebraico jobel - Levitico: 25,8;
16,23;55; 27,16 segg.; Numeri 36,4. Nell'anno del giubileo tutti i debiti erano
rimessi, tutti i servi ebrei erano liberati, e tutti i terreni fuori delle città
erano restituiti ai proprietari originari. Diversamente dai settant'anni
indicati nel testo, in altre occasioni Rudolf Steiner richiama il ritmo dei
cinquant'anni del Vecchio Testamento, in connessione con altri nessi cosmici e
umani; si veda in proposito la seconda conferenza del volume "L'enigma dell'uomo
- I retroscena spirituali della storia umana", O.O n. 170 - Ed. Antroposofica,
Milano 1973). È qualcosa di molto simile all'invecchiare, allo svalutarsi del
denaro: la remissione cioè di tutti i debiti. Con una radicale remissione di
tutti i debiti cessano anche tutti i beni economici dannosi, e cioè i capitali.
Avviene però sempre ogni settant'anni, se ci si ricorda quale era l'intervallo
fra gli anni del giubileo. In confronto a quel che oggi sarebbe necessario per
l'economia, l'anno del giubileo era stabilito a priori avendo semplicemente
stabilito l'età dei patriarchi. Non ricordo al momento di preciso che cosa
dice la Bibbia, ma in ogni caso l'uso in origine era di stabilire l'età umana e
di calcolare molto giustamente il corso di una vita umana, disponendo vi tutto:
capitale di donazione in gioventù, e poi capitale di prestito e capitale
commerciale o circolante. Si presumeva che l'uomo avesse il diritto di
consumare in gioventù quel che più tardi avrebbe guadagnato da adulto, e che in
seguito
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dovesse guadagnare meno avvicinandosi alla sua fine. Allora si considerava il
tutto come una specie di prestito.
Allora tutto questo era stabilito in partenza, ma non
dovrebbe essere uguale nell'economia di oggi.
I tempi andrebbero allungati di parecchio. È comunque senz'altro chiaro che
poi, quando interviene a poco a poco la svalutazione del denaro, essa si
verifica nel reciproco movimento economico, perché sulle banconote vi sarebbe
l'anno di emissione. In un reale movimento economico il denaro non avrebbe una
minore capacità di acquisto, ma una minore possibilità di utilizzo per tutti gli
organismi. Con la diminuzione della sua forza di valutazione, il denaro si
trasformerebbe a poco a poco in denaro di donazione, ritornando quindi come
denaro nuovo che semplicemente potrebbe essere riemesso attraverso questo giro
indiretto. E dovrebbe essere attuato dalle
associazioni [l'emissione dei soldi dovrebbe essere
attuata dalle associazioni, non
dalle banche o dai banchieri di Stato come avviene oggi, ma da libere
associazioni, anche da associazioni di banchieri liberi dallo Stato anche se articolati con la sfera giuridica come ogni altra
associazione. Per esempio se un'associazione ha bisogno di una data legge, è
l'associazione che la propone alla sfera del diritto e non viceversa come
avviene oggi che è il diritto di Stato ad essere imposto alle associazioni; il
diritto di Stato è solo sopraffazione e schiavizzazione; ciò che invece dovrà
realizzarsi con la triarticolazione sociale sarà un vero Stato di diritto, o
sfera giuridica, a servizio di ogni socio dell'organismo sociale -
ndc]. Per prodotti
che siano il più possibile vicini alla natura il lavoro ha quindi il suo massimo
valore, sebbene il lavoratore non riceva più di altri, in base alla formula del
prezzo [cfr. "I capisaldi dell'economia", ottava conferenza]; il lavoro ha
comunque nel movimento economico il massimo valore. Solo una parte passa a chi
lavora, e il resto fluisce senz'altro nel processo economico. Al singolo si è
tolta la possibilità di arricchire.
Domanda: Come può il denaro essere impiegato in modo diverso, se esso ha la
stessa forza di acquisto, sia se è vecchio, sia se è nuovo?
Rudolf Steiner: Iniziando un'azienda con denaro giovane, si sarà in grado di
investire il capitale per un periodo lungo, appunto perché si usa denaro
giovane; non si sarà invece nella medesima condizione usando denaro vecchio.
Viene posta una domanda di cui non è stato preso nota.
Rudolf Steiner: L'interrogante intende che quando abbia acquistato i miei mezzi
di produzione, io ho appunto i mezzi di produzione invece del denaro che ho
speso e che
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ora ha un altro. Il denaro che ora è entrato nel giro della produzione deve
naturalmente rimanervi. Ma in date circostanze quel denaro può trasformarsi, ma
non si trasformerebbe in quanto l'interessato lo può consumare; è comunque un
problema di circolazione che cosa vi sia nel giro del la produzione. Il problema
non sarà molto burocratico, perché attraverso le associazioni si potrebbe far in
modo che nelle imprese, che si trovano sulla stessa base, non venga impiegato
altro denaro che quello di una determinata età. Il denaro è dunque trasformato in mezzi di produzione.
A questo viene in aiuto
l'altra norma che i mezzi di produzione perdono il loro valore quando sono
appunto diventati mezzi di produzione. I due fenomeni si riuniscono in uno solo.
Oggi è infatti così, solo che la cosa è nascosta:
il denaro che è stato prestato per la
produzione non ritorna, rimane fissato nella produzione. Viene trattenuto solo
per il fatto che i mezzi di produzione possono di nuovo essere venduti;
di
conseguenza viene di continuo ringiovanito.
Se però si pensa che i mezzi di
produzione non possano essere venduti, il denaro rimane fissato fino a
invecchiare. Si deve pensare secondo realtà, e allora non può sorgere la
domanda: come si può fare in modo che il denaro invecchi quando è investito? Si
dovrà invece dire che così deve essere: che deve realizzarsi la regola
generale. È un problema tecnico.
Naturalmente si potrebbe obiettare che vi è una certa possibilità che le norme esposte possano venir aggirate dalla speculazione; certo che la speculazione sarebbe meno a suo agio nella comunità ipotizzata che non in quella attuale, nella quale il denaro ha un valore illimitato nel tempo [ancora purtroppo questa è la situazione oggi - ndc]. In realtà poi il denaro si svaluta ugualmente. Altrimenti ogni agricoltore della Pomerania avrebbe ragione di chiedersi quanto sia grande il debito dello Stato prussiano. Voglio investire un piccolo capitale a interesse composto, e dopo un determinato numero di anni il mio capitale coprirebbe tutto il debito pubblico. La cosa però non potrà mai verificarsi, perché tutti coloro che di volta in volta si impegnassero
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a garantire per quella somma, che pure richiede una copertura,
finirebbero per fallire. In qualche modo scomparirebbero i garanti, e lo Stato
non ne ricaverebbe un centesimo, neppure dopo secoli.
Vediamo dunque che il denaro di per se stesso si svaluta.
Il problema è
quindi di dominare con la ragione questi fenomeni così come esistono nella
realtà, evitando i danni che essi provocano quando non si siano compresi con la ragione.
Di conseguenza posso dire: considero solo i fatti reali e non quelli che
si vorrebbero. I fenomeni infatti esistono, e il problema è chiedersi: come
sanare l'economia?
Domanda: Quale è la relazione esistente fra Stato e denaro?