47 seg.: la "decrescita" come fatto di equilibrio

47 seg.: ipotesi di divisione del lavoro anche in agricoltura

 

[...] Rudolf Steiner: In agricoltura [il grassetto è mio - ndc] si hanno anche altre correzioni. Se intervenisse la divisione del lavoro, il principio varrebbe anche qui. Ma non si avrà mai la possibilità di valorizzare ciò che viene prodotto in regime di divisione del lavoro, trattenendolo per sé, in modo che si riduca il valore.
 

Una forma di pane è ancora molto vicina all'agricoltura. Pure, proprio con la forma di pane abbiamo fatto esperienze pessime. Con le migliori buone intenzioni (era prima della guerra) abbiamo spinto un socio della nostra Società a produrre del pane genuino e buono. Il pane veniva poi venduto ai nostri soci perché altri non ne volevano. Il pane divenne tanto caro che l'iniziativa divenne impossibile.

Osservazione: Era appunto un pane di qualità.

Rudolf Steiner: Se la differenza di prezzo fosse stata dovuta solo alla qualità, la si sarebbe potuta giustificare; era invece molto maggiore e determinata dalla circostanza che in genere la produzione del pane era fatta in un regime di divisione del lavoro ben più grande di quella possibile al nostro socio. Inoltre egli produceva in modo da non poter distribuire il pane fra molta gente, come facevano gli altri; di conseguenza i suoi costi erano maggiori.


Domanda: Che cosa avviene per gli oggetti di moda?

Rudolf Steiner: In questo caso interviene un fattore estetico e non più economico. Non volevo toccare il problema se non sia forse straordinariamente bene che in certi settori la divisione del lavoro venga evitata. Io sono anzi contrario che la divisione del lavoro sia introdotta in tutti i settori; non per ragioni economiche, ma di buon gusto. Trovo persino orribile che la divisione del lavoro sia introdotta in tutti i campi, per esempio in quello dell'abbigliamento. Naturalmente dobbiamo lasciar agire la libera vita spirituale che certo ci costerà qualcosa. Alcuni articoli rincareranno, ma alla lunga si troverà un equilibrio, malgrado alcuni prodotti, non toccati dalla divisione del lavoro, finiscano per rincarare. Raccomando di non volermi considerare un fanatico...

Domanda: Come ci si deve comportare quando sono presenti più commercianti di quanti non siano economicamente giustificati?

Rudolf Steiner: In tutto quel che ho detto vi è la premessa che il numero dei commercianti sul mercato sia economicamente giustificato. Non abbiamo comunque a che fare con una progressione lineare, ma con una tendenza avente un massimo e un minimo. Con un numero determinato di commercianti si ottiene la miglior efficienza del commercio. Al di sopra e al di sotto il numero non è conveniente.

Domanda: Il numero è determinabile?

Rudolf Steiner; Governando l'economia con criterio, il numero dei commercianti viene stabilito come quello dei produttori. Oggi però in nessun posto si governa l'economia con criterio.
Non si pensa a quanto lavoro inutile venga svolto, per esempio nella stampa di libri. Risparmiando tutto questo lavoro inutile, ci si avvicina più o meno a dei numeri giusti. Il risparmio di lavoro inutile determina già una diminuzione del numero naturale di persone occupate in un determinato settore. Oggi avviene che in effetti i commercianti incidono più sui prezzi degli stessi produttori; almeno in Germania [qui Steiner parlava già della cosiddetta "decrescita", cioè dell'argomento basilare del concerto di Adriano Celentano del 9 e 10 ottobre 2012 all'Arena di Verona, con la differenza che per Steiner queste cose facevano parte di un pensare equilibrato in quanto universale, mentre oggi esse sono intese come un paradossale sistema di combattimento contro l'altro sistema, quello della cosiddetta "crescita" che non c'è (in quanto lo Stato centralista non può che saccheggiare giorno per giorno ogni cosa economica) ma che si vuol far credere ci sia.
Questo paradosso è in verità la misura dell’incapacità di ravvisare il giuoco delle forze immateriali in atto nell'economia, le quali non chiedono la redentrice sovrapposizione di una retorica etica o etico-religiosa alla Celentano et similia, bensì la conoscenza delle loro forze originarie. Accusare il progresso, o la civilità del benessere, o il cosiddetto consumismo e programmare la cosiddetta “decrescita” (oggi va di moda l’imbecillità spinta al massimo), è una scappatoia per evitare di vedere le cause interiori che rendono mezzi che di per sé sono neutri, come ad esempio il mercato, strumenti di degradazione piuttosto che di elevazione dell'uomo. È facile accusare un oggetto, o un metodo, o un sistema. Difficile, invece, perché radicalmente logico, è identificare l'idea dietro l'oggetto, o il metodo, o il sistema. Quello che voglio dire è che oggi siamo già in decrescita, e pure massimamente spinta. Non c'è quindi assolutamente bisogno di programmarla politicamente. La vera "decrescita", se vogliamo dirla tutta, è quella del potere d’acquisto dei soldi, ed è imputabile - oggi esattamente come ieri - soprattutto ai vertici delle banche centrali, che, col pretesto di difendere il potere di acquisto, continuano ad agire su di esso emettendo troppo, cioè inflazionando, o emettendo troppo poco, cioè deflazionando. Infatti, essendo S.p.A., e quindi con scopo di lucro, le banche centrali fanno quello che fanno, esclusivamente nel loro PROPRIO interesse. Ed emettendo soldi, fra virgolette "prestandoli", se ne fanno oltretutto proprietarie, appunto, fino dal momento della loro emissione. Da sempre la vera "decrescita" è causata dall'aumento dei prezzi, in quanto condizionato dal fatto che, per scongiurare il fallimento aziendale, sui prezzi devono essere forzosamente scaricate le tasse, cioè le mazzate che si danno agli imprenditori, commercianti e di datori di lavoro. Costoro che vengono bastonati e "suicidati", sono pertanto provocatori solo secondari e non colpevoli della decrescita reale! Provocatori primari e veri colpevoli di essa sono invece coloro che stanno ai vertici delle banche centrali. Essendo monopolisticamente e monopsonicamente in grado di prevedere e prevenire soldi in quanto legittimati dai legislatori a crearli dal nulla fanno il bello e il cattivo tempo da veri tiranni. Ed è ciò che sta accadendo in Italia con Mario Monti, causa reale assieme a funzionari della sua risma della crisi mondiale, e posto arbitrariamente a capo di un governo criminale nazifascista mascherato da “salvastato” o MES o ESM e supportato, oltretutto da nuovi chierici traditori sedicenti antroposofi - ndc].


Per ogni articolo vi deve essere un certo numero di commercianti. Si pensi però anche che a volte i commercianti stessi si mimetizzano e potrebbero essere sostituiti con qualcosa d'altro. Si rifletta per esempio a quanti commercianti potrebbero venir sostituiti introducendo dei grandi magazzini di vendita. In tal modo si creerebbe una categoria economica del tutto diversa
[non furono forse profetiche queste parole? - ndc].