II 40: autosufficienza in agricoltura

 

[...] Viene posta una domanda relativa all'esempio del sarto (cfr. "I capisaldi dell'economia, terza, quarta e settima conferenza).

Rudolf Steiner: L'errore deriva dalla circostanza che la perdita determinata da ogni singolo vestito è piccolissima; di conseguenza occorre anche molto tempo fino a che essa sia rilevabile nel bilancio del sarto, così che egli possa sentirla. Il fatto è comunque che a seguito della divisione del lavoro i prodotti sono in realtà più a buon mercato. Quando si lavora per la comunità applicando appieno la divisione del lavoro anche i propri prodotti risultano più convenienti di quanto non lo sarebbero lavorando per sé. In questo consiste appunto la vera convenienza della divisione del lavoro. Se la si rompe in un punto qualsiasi, diventa più caro quel determinato articolo che ci si è fatti da sé. Naturalmente una singola particella determinata da un singolo vestito non modificherà molto la situazione, ma il fenomeno diverrebbe rilevante se tutti i sarti si comportassero in quel modo.
 

In una divisione del lavoro avanzata nessuno più farà più nulla da sé, tranne forse in agricoltura [il grassetto è mio - ndc]. Se davvero un sarto si confeziona un abito e vuol formare il suo bilancio con molta precisione, egli dovrebbe semplicemente registrare il suo vestito a un prezzo maggiore di quello del mercato. Dovrà registrare le sue uscite a un prezzo maggiore di quello del mercato. Il problema non è comunque da decidere in base al singolo caso, se egli acquisti o meno davvero il suo vestito.


La premessa naturale non è che non vi siano altri sarti dai quali si comperano vestiti, ma che vi siano commercianti [...]