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Le piramidi
della Piana di Giza

[i collegamenti che seguono sono al sito di Sabrina: www.anticoegitto.net]

Alla sinistra del corso del Nilo, 11 km a sud-ovest della capitale, emerge dal Deserto Libico il complesso delle tre piramidi  risalenti alla IV dinastia (2700-2500 ca. a.C.), costituito dai tre imponenti monumenti funerari dei faraoni Cheope, Chefren e Micerino. Nei pressi sorgono la famosa Sfinge,alcune piramidi minori (le tombe delle regine) e diverse mastabe di funzionari. Le piramidi di Giza erano annoverate nell'antichità tra le sette meraviglie del mondo. Sono i modelli classici di questo tipo di costruzioni. La "strada delle Piramidi" che collega la piazza di Giza con la zona archeologica, è stata inaugurata nel 1869 in occasione della visita dell'imperatrice Eugenia e ampliata nel 1932 per la visita di Vittorio Emanuele III di Savoia.

Testi rituali e mitologici  scolpiti sulle pareti interne di varie piramidi  descrivono prevalentemente la morte l'aldilà. I testi delle piramidi descrivono la sorte del Faraone che, dopo la morte, saliva al cielo e diventava Osiride la cui celeste forma rispondeva alla costellazione di Sahu. Due esperti, Otto Neugebauer e R.A.Parker hanno scoperto che si tratta della costellazione di Orione; inoltre la porta che congiungeva cielo e terra era chiamata nei testi Rostau o Rosetjau, l'attuale piana di Giza. Robert Bauval (noto scrittore, autore di Il Mistero di Orione e Impronte degli Dei con G.Hancock), osservo', ancora, a proposito delle piramidi, che i cosiddetti pozzi di areazione che, nella Piramide di Cheope, portavano dalla Camera della Regina alla Camera del Re, erano orientati su certe stelle, in particolare uno di quelli della camera del Re puntava sulla stella più bassa di Orione

 

 

La piramide di Cheope

Dovuta all'architetto Hemiunu, la piramide di Cheope aveva in origine il lato di base di 230,50 m e raggiungeva, con un'inclinazione  di 50°50' delle sue facce, i 146,60 m: attualmente il vertice è a 137,18 m e la piramide occupa una superficie di 53 000 mq, mentre il volume dello spazio interno supera i 2 600 000 mc. Le sue quattro facce sono orientate quasi perfettamente verso i quattro punti cardinali. Fu edificata nel XXVI secolo a.C. per volere del faraone omonimo. Sembra che i lavori siano durati una ventina d'anni e la manodopera impiegata sia stata di circa 100 000 persone. Se si considera che occorsero quasi 7 milioni di tonnellate di pietra (circa due milioni e mezzo di blocchi di pietra da più di due tonnellate l'uno, ricavati in loco, ad eccezione delle lastre di rivestimento trasportate dalle cave di Tura, poi innalzati e assemblati), apparirà una volta di più gigantesco l'impegno di lavoro necessario per simili opere. La piramide fu realizzata in tre progetti successivi che comportarono ogni volta delle modifiche. Nel primo la camera sepolcrale (8 x 14 m) è sotterranea, a circa 31 m di profondità nella roccia, raggiunta da un corridoio secondo un angolo di 26,5°; tale progetto fu abbandonato come dimostra l'incompiutezza di questa stanza del sarcofago. Del secondo progetto fa parte la costruzione nel corpo stesso della piramide, a una ventina di metri dal suolo, della camera sepolcrale per il re, detta "stanza della Regina" anch'essa incompiuta, collegata con un corridoio di circa 80 m, ascendente per un tratto e poi orizzontale e più largo, al punto d'ingresso. Al terzo stadio vanno ascritti la "Grande Galleria", la camera sepolcrale e quelle di scarico. Normalmente il turista può visitare le stanze e i corridoi del secondo e terzo progetto, in quanto è molto disagevole raggiungere la camera sotterranea e può compiere, accompagnato da una guida, l'ascensione dei monumento dall'angolo nordorientale della piramide. In un quarto d'ora si giunge sulla piattaforma ( 10 x 10 m) della sommità, dove la fatica della salita viene ricompensata dall'indimenticabile panorama offerto sui grandi complessi funerari regali, sulle numerose mastabe di principi, funzionari regi e dignitari e, più lontano, a nord sul Nilo e sulla parte meridionale del Delta, a nord-est e ad est sulle floride aree coltivate, sui palmizi e sui centri abitati di Giza e Dokki, poi oltre il Nilo, sui grandi caseggiati e i minareti del Cairo, sulla Cittadella e il Muqattam, a sud sui vari palmeti di Menfi e più oltre, nel deserto, sui complessi di Abusir, Saqqara, Dahshur e Meydum, e a ovest, infine, sull'immensa distesa del Deserto Libico. All'interno della piramide si entra mediante l' ingresso del lato nord (il primo fu aperto nel IX sec., poi richiuso con blocchi di pietra) e si sale un basso corridoio fino all'inizio della "Grande Galleria" dove un corridoio orizzontale porta alla camera sepolcrale del secondo progetto (vasta 5.2o x 5,70 m). Riprendendo la visita dall'inizio della "Grande Galleria" (alta 8.50 m), rimarchevole per la sua concezione e la precisione della sua esecuzione, la si  percorre per i suoi 47 m, per proseguire nel breve corridoio orizzontale (da questo punto il rivestimento è in granito) fino alla camera sepolcrale del re (5,20 x 10,40 m, alta 5,85 m), in granito di Assuan con un sarcofago vuoto e scoperchiato. Il soffitto della stanza è formato da nove blocchi di granito  dal peso di circa 400 t ed è protetto da un dispositivo costituito di cinque compartimenti disposti uno sopra l'altro (camere di scarico) e separati ognuno da blocchi piatti di granito, l'ultimo dei quali coperto da blocchi di calcare disposti "a contrasto" allo scopo di ripartire le forze di pressione della massa. L'aerazione della camera è assicurata da due prese d'aria. Tra le principali scoperte avvenute presso la piramide di Cheope si ricorda il ritrovamento (primi anni Cinquanta) di due imbarcazioni di legno, deposte in due cavità sagomate nella roccia lungo il lato meridionale della piramide, una delle imbarcazioni, ricostruita, è conservata in un museo situato sul luogo del reperimento. Questa "barca solare", forse usata insieme ad altre per il trasporto della mummia del re e del corteo funebre, forse destinata al faraone per accompagnare il sole nel suo viaggio nell'aldilà, era costruita in cedro importato dal Libano e in sicomoro locale: lunga 43,40 e alta 5.90 m, aveva una stazza di 40 tonnellate. Altro importante ritrovamento fu quello della tomba, forse secondaria, della regina Hetepheres (moglie di Snefru e madre (Cheope), l'unica tomba reale dell'Antico Regno trovata intatta, nel 1925, a 100 m dal lato orientale della piramide: essa ha restituito un ricco corredo, ora al Museo del Cairo.
 

Interno della piramide

Grande Piramide di Cheope

1: ingresso al corridoio discendente;
2: camera sotterranea incompiuta; 
3: corridoio cieco;
4: corridoio ascendente; 
5: corridoio orizzontale; 
6: camera della regina; 
7: Grande Galleria; 
8: cunicolo scavato dai ladri; 
9: camera del sarcofago; 
10: vani di scarico; 
11: condotti della camera del re; 
12 : condotti della camera della regina. 

 Erodoto scriveva che alla Grande Piramide lavorarono 100.000 persone per 20 anni alternandosi ogni tre mesi. Uno studio di L. e B. Pedrini e M. Actis Dato facendo propria e sviluppando un'ipotesti descritta da Jean-Philippe Lauer ha cercato di verificare questa affermazione cercando di scoprire quali evoluzioni tecniche, economiche e sociali abbiano consentito la realizzazione di opere come le piramidi quando le conoscenze tecniche egizie si limitavano all'uso della leva e del piano inclinato. Adottata l'ipotesi che i blocchi di calcare fossero messi in opera per mezzo di rampe di mattoni crudi a spirale poste parallelamente alle facce della piramide con una pendenza del 20%, gli autori dello studio hanno analizzato le fasi della costruzione. Queste rampe, larghe 4 metri per consentire il transito dei materiali e degli operai e con un dislivello di 5 m una dall'altra, sono in numero massimo alla base della piramide e, man mano che questa cresce, diminuisce lo spazio disponibile tanto che, per mantenere la distanza specificata, alcune rampe devono essere interrotte: dalle 32 rampe iniziali si passa così a 16, 8, 4 nelle fasi successive della costruzione. I massi di calcare provengono da cave in loco per cui è stato calcolato uno spostamento medio di 700-800 m, mentre il coefficiente di attrito tra le slitte da trasporto e il terreno è stato determinato in 0,5, coefficiente che impone l'impiego di 60 persone per trasportare in piano un blocco di 2500 kg e di 100 sulle rampe. La distanza fra due massi successivi sulle rampe è di 50 m e, quando la rampa viene interrotta per mancanza di spazio, è subita demolita e si provvede a rivestire la facciata rimasta libera. Per il taglio e la rifinitura dei blocchi da parte di scavatori e scalpellini è stata calcolata una velocità di 0,025 mq all'ora. Tali ipotesi permettono di calcolare la durata relativa di ogni fase della costruzione e il numero di operai presenti in ognuna di queste fasi, il quale oscilla fra 33000 e 52000. In una seconda ipotesi che considera il trasporto dei massi ad una velocità di 500 m al giorno e la durata della costruzione in 23 anni (290 giorni lavorativi per operaio all'anno considerando un'assenteismo del 10%) gli autori ottengono risultati che confermano il numero massimo degli operai "diretti", cioè oltre 51000. A fianco di questi è da considerare la presenza di operai "indiretti" (destinati alla manutenzione delle rampe e degli utensili e alla programmazione e controllo del lavoro), che, secondo fonti posteriori, erano indicati nel rapporto di 2 su 10 diretti, quindi presumibilmente 10.000 e, quella di addetti ai servizi di vettovagliamento e igienici (per il solo trasporto dell'acqua alcune fonti indicano un addetto ogni 7 operai) per cui si possono calcolare altre 10000 persone. Tenendo conto, infine, degli operai adibiti alla costruzione e alla successiva distruzione delle rampe e degli artigiani, commercianti e burocrati attivi intorno al complesso costruttivo, si può concludere che alla piramide di Cheope hanno lavorato per 23 anni più di 90000 persone confermando quanto riferito in questo caso da Erodoto.

La grande piramide di Cheope è sicuramente l'edificio più grande mai costruito dall'uomo, basti pensare che il suo volume è ben trenta volte superiore all'Empire State Building, e che al suo interno potrebbe contenere la Basilica di S.Pietro senza essere ancora piena; inoltre è stata l'edificio più alto del mondo fino al 1889, anno in cui fu costruita la torre Eiffel. 

Di seguito riporto le misure ed i "segnali" relativi ad essa:

 

SEZIONE DELLA PIRAMIDE DI CHEOPE
1 Corridoio discendente 2 Camera sepolcrale del primo progetto 3 Corridoio ascendente 4 Corridoio orizzontale 5 Camera della regina 6 Grande galleria 7 Camera del re 8 Camere per scaricare il peso 9 Condotti stellari

ALTEZZA:
146,75m (attualmente è un pò inferiore)
LARGHEZZA:
LATO NORD mt 230 e 25,05 cm
LATO SUD mt 230 e 45,35
LATO EST mt 230 e 39,05 cm
LATO OVEST mt 230 e 35,65 cm
PENDENZA:
51°50'
PESO:
5.273.000 Tonnellate
BLOCCHI DI PIETRA:
2.300.000
PESO MEDIO DI OGNI BLOCCO:
2,5 Tonnellate
LASTRE DI CALCARE:
140.000
SOMMA SPESA:
1600 Talenti d'argento (secondo Erodoto)

 

Curiosità

Il rapporto base/altezza della Grande Piramide di Cheope serve come modello.

Qualcuno sostiene che in realtà la Grande Piramide fu costruita per soddisfare un ideale di mezzo phi (0,809017) che, moltiplicato per la lunghezza della base, dà l'altezza dello spigolo. La Grande Piramide si discosta dello 0,15 per cento da questo ideale. Una piramide ideale che si servisse tanto del rapporto di pi-greco quanto di quello di phi è matematicamente impossibile.

Costanti fisse nel  rapporto tra le varie misure della piramide di Cheope sono due numeri molto singolari :

Pi greco=3,141592654

Phi (o sezione aurea)=1,618033989

Qualsiasi saranno le dimensioni l'importante è rispettare  le proporzioni:

r = h / (Fx F) (F= Phi)

(h - r)/r =F

(h - r) = (h/F)

h1(altezza del triangolo) = (L x F) / 2

S = radice quadrata ( (L/2)x(3,617) )ricordando che   3,617=1+(Fx F)

L= radice quadrata ( (4x (SxS))/3,617 ) =  (p x h) / 2

Perimetro di base = 2 x p x h

h = Perimetro di base / (2 x p)

p = 4 / radice quadrata (F)

F = h1 / (L/2)

    La grande piramide di Cheope è sicuramente l'edificio più grande mai costruito dall'uomo, basti pensare che il suo volume è ben trenta volte superiore all'Empire State Building, e che al suo interno potrebbe contenere la Basilica di S.Pietro senza essere ancora piena; inoltre è stata l'edificio più alto del mondo fino al 1889, anno in cui fu costruita la torre Eiffel.  

SPIRALE AUREA


Se all’interno di un rettangolo aureo si disegna un quadrato con lato uguale al lato minore del rettangolo, il rettangolo differenza sarà anch’esso un rettangolo aureo. Si ripeta l’operazione per almeno cinque volte al fine di avere un effetto visivo adeguato. Si punti la punta del compasso sul vertice del quadrato che giace sul lato lungo del rettangolo e si tracci l’arco che unisce i gli estremi dei due lati che formano l'angolo scelto. Si ripete l'operazione per ogni quadrato disegnato in modo da creare una linea continua.

il mistero continua

 

La Sfinge

 

La Sfinge di Giza ha testa umana e corpo leonino. La fusione dei due elementi, zoomorfo e umano, in una scultura a tuttofondo di dimensioni colossali è ancora oscuro e non esiste neppure un documento sul suo significato religioso. Forse, nel suo aspetto di leone accucciato, doveva vegliare sul complesso  funerario delle piramidi, ma non sono mancate altre interpretazioni riguardo alla sua funzione e alcuni dubbi per quanto riguarda la sua datazione. Fu davvero un monumento voluto da Chefren, del quale tradizionalmente le vengono attribuiti i lineamenti del volto? E' un'interpretazione del dio Harakhty (Horo all'orizzonte) come decisero, mille anni dopo la sua costruzione gli "archeologi" di allora? Quando è stata fatta la Sfinge? Testa e corpo sono della stessa epoca? Basandosi sul deterioramento del corpo, alcuni studiosi hanno attribuito alla Sfinge ben 8000 anni in più di quelli "dichiarati": l'erosione della statua non sarebbe dipesa dal vento o dalle tempeste di sabbia, ma dall'acqua piovana che avrebbe investito il millenario colosso durante il periodo postglaciale, dal 10500 a.C. Chefren sarebbe allora solo il restauratore del monumento al quale, con l'occasione, avrebbe dato la sua faccia. Questa data 10500 a.C., che fa spostare decisamente indietro le lancette della storia e presupporre l'esistenza di una civiltà evoluta molti millenni prima di quella egiziana piace ad altri ricercatori che fin dal 1979 hanno aperto un'interminabile querelle con le autorità egiziane proprio sui misteri della Sfinge. Ammesso che veramente sia stata costruita in quella data lontana, perchè è stata voluta proprio li a Giza? La risposta è nel cielo. La Sfinge ha la stessa forma della costellazione del Leone: basta guardare un qualsiasi manuale di astrologia per accorgersene. Ora, nel 10500 a. C. il Sole sorgeva proprio nella costellazione del Leone così che la Sfinge - costruita con lo sguardo rivolto verso est - nel giorno dell'equinozio di primavera di quell'anno vedeva sorgere, dietro il Sole, la costellazione del Leone, cioè se stessa. Tutto ciò, naturalmente, non dimostra scientificamente che la Sfinge sia stata costruita 8000 anni prima di quanto stabilito dalla tradizione, ma per alcuni è un'ipotesi valida quanto quella che attribuisce l'opera a Chefren. Per quale ragione egli l'avrebbe posizionata a oriente, dandole inoltre la forma di una costellazione che la Sfinge non "vedeva" più da molti secoli? Vista con gli occhi delle stelle, la Sfinge ci appare come un orologio millenario le cui lancette indicano un'epoca misteriosa: quel 10500 a.C. che ritorna ossessivamente negli studi sulle piramidi.

 

La piramide di Chefren  

Questa piramide (XXVI sec. a.C.). che offre la particolarità di possedere ancora intorno al vertice (più a punta di quello della piramide di Cheope) buona parte dei suo rivestimento originario, è situata nel punto più alto del pianoro ed è di poco posteriore alla Grande Piramide. 136,40 m, con lati di 210,5 m alla base, presenta un'inclinazione delle sue facce di 53° e 8' e il suo volume è calcolato intorno ai due milioni di metri cubi. L'interno è meno interessante di quello della piramide di Cheope ed è il risultato di due progetti diversi successivi. Gli ingressi sono due, entrambi sulla faccia nord, uno a 15 m dalla base e l'altro a livello del terreno.  Questo conduce a una prima sala sepolcrale scavata nella roccia (10,42 x 3.14 m) e all'incontro con il corridoio superiore che da 11,53 m sopra il livello della base scende per 32 m con una pendenza di 25° e 55' fino a circa 3 m sotto il livello di base e si fa orizzontale portando alla sala sepolcrale (14,10 m per 4,95, alta 6,85) che è esattamente al centro della piramide. Scavata nella roccia, questa presenta rivestimenti soltanto nella volta e ospita un sarcofago reale in granito rosa, non decorato, trovato vuoto nel 1918 da Giovanni Belzoni, che, primo in epoca moderna, penetrò penetrò nell'interno della piramide (che era stata violata nel 1200). Quello che rende storicamente eccezionale la piramide di Chefren è il fatto che le strutture in cui era inserita sono sufficientemente conservate per offrire una valida documentazione sull'Egitto di questo periodo: essa infatti costituisce il primo esempio di insieme sepolcrale in cui è presente ogni elemento previsto dal "canone". Nel 1910 furono restituiti alla luce, ai piedi della piramide sul lato est, gli avanzi di un vasto tempio funerario, il tempio alto di Chefren, in cui sono riconoscibili le strutture essenziali distribuite in un settore accessibile ai fedeli un altro destinato esclusivamente al culto. Rettangolare, misura circa 110 m per 45  e il suo asse è orientato al centro della piramide: l'ingresso si trova est. Collegato a questo tempio, tramite la rampa processionale, è il tempio a valle di Chefren, l'esempio meglio conservato dell'architettura monumentale dell'antico Egitto. Esso fu scoperto nel 1852 da Mariette, che durante quegli scavi riportò alla luce anche la nota statua di Chefren, in diorite, oggi al Museo del Cairo. Gli scavi furono completati nel 1910 dalla spedizione Von Sieglin. Di pianta quadrata (circa 45 m per lato), presentava due entrate che portavano a un vestibolo e a una vasta sala ipostila costituita da un ambiente trasversale e uno longitudinale formanti una T rovesciata (i 16 pilastri monolitici in granito, gli architravi, il pavimento in calcare alabastrino e le pareti sono conservati); lungo le pareti erano probabilmente collocate 23 statue del sovrano. Il tempio era destinato alle cerimonie di purificazione e mummificazione della salma.


La piramide di Chefren

 


Spaccato della piramide: 1 ingresso superiore; 2 camera sepolcrale; 3 e 4 ingresso e camera sotterranea del primo progetto.

 

Planimetria dei templi di Chefren:

A tempio alto
1 sala a pilastri
2 seconda sala a pilastri
3 cortile
4 cappelle

B tempio a valle
1 ingressi
2 vestibolo
3 sala ipostila a T rovesciata
4 rampa d'accesso al tempio alto.

La sala ipostila del tempio a valle di Chefren, l'esempio meglio conservato dell'architettura monumentale dell'Antico Regno. Questa sala ha sedici pilastri monoliti in granito rosso e la pavimentazione in calcare alabastrino, mentre la copertura era costituita da lunghi blocchi di granito appoggiati ai pilastri.

  

La piramide di Micerino  

Con la fine della IV dinastia si delinea una diversa organizzazione sociale: il potere del faraone tende a diminuire di fronte a una diversa distribuzione di ricchezza e autorità. La piramide di Micerino, figlio di Chefren, riflette questa tendenza per le minori dimensioni delle precedenti tombe reali, la minor cura costruttiva e il minor rispetto dei tempi di costruzione. I lati alla base misurano circa 108 m, l'altezza è di 65,50 m e il rivestimento in granito rosa di Assuan interessava 1/3 circa di questa altezza:  la parte superiore era rivestita invece di calcare bianco di Tura. La sua costruzione risale al XXVI sec. a.C. L'interno, il cui ingresso sulla faccia nord (a 4 m dalla base) fu ritrovato nel 1837, presenta un corridoio. scavato quasi interamente nella roccia secondo un primo progetto e oggi sbarrato, che sbocca nella parte superiore di una prima camera scavata nella roccia. Del secondo progetto fa parte il corridoio attualmente utilizzato, che dopo 31 m di pendenza diventa orizzontale e sbocca in un'anticamera (3.65 x 6 m) e termina, poco sotto al primo corridoio, in una vasta camera sotterranea (10,57 x 3,85 m, alta 4 m) che sì completa con un'altra più piccola con evidente il luogo dove era collocato il sarcofago, trasportato in un secondo tempo nella sala sepolcrale definitiva 4,50 m più in basso nella roccia, e rivestita di granito. Il sarcofago in basalto ivi ritrovato è andato perduto a causa del naufragio della nave che lo trasportava a Londra. Lungo il lato nord-est della piramide vi sono le rovine del tempio di Micerino, terminato dopo la prematura morte del re dal figlio Shepseskaf  non più in pietra, ma con un rivestimento in mattoni crudi intonacati. Nella pianta di questo tempio risulta chiara la distinzione di due aree con funzioni diverse: una parte accessibile per i servizi quotidiani al re defunto e una segreta direttamente connessa con la piramide. Poco a sud del tempio vi sono tre piccole piramidi con gli avanzi dei loro relativi templi. La più grande era la tomba della regina Khamerernebty.

La piramide di Micerino
La piramide di Micerino
 


Spaccato della piramide: 1 ingresso attuale; 2 camera sepolcrale


Esistono molti metodi per datare i reperti del passato.
A seconda del tipo di materiale e della precisione richiesta, ognuno di questi orologi della scienza trova la sua migliore applicazione.
La tabella riportata quì sotto illustra alcuni dei sistemi più utilizzati:

Tecniche basate sugli isotopi

da uranio a piombo

minerali

da 1 milione a 4.5 miliardi di anni

da rubidio a stronzio

minerali

da 60 milioni a 4.5 miliardi di anni

da potassio ad argo

minerali

da 10000 a 3 miliardi di anni

disequilibrio della famiglia dell'uranio

minerali, conchiglie, ossa, denti, corallo

da 0 a 400000 anni

carbonio 14

minerali, conchiglie, legno, ossa, denti, acqua

da 0 a 40000 anni

Tecniche di esposizione a radiazioni

tracce di fissione

minerali, vetro naturale

da 500000 a 1 miliardo di anni

termoluminescenza

minerali, vetro naturale

da 0 a 500000 anni

luminescenza a stimolazione ottica

minerali

da 0 a 500000 anni

risonanza elettronica di spin

minerali, smalto dei denti, conchiglie, corallo

da 1000 a 1 milione di anni

Altre tecniche

scala delle inversione magnetiche

minerali

da 780000 a 200 milioni di anni

recemizzazione degli amminoacidi

carbonati di origine biologica

da 500 a 300000 anni

idratazione dell'ossidiana

vetro naturale

da 500 a 200000 anni

dendrocronologia

anelli degli alberi

da 0 a 12000 anni

lichenometria

licheni

da 100 a 9000 anni

Spesso, per maggiore affidabilità, possono essere adottati più sistemi in modo da poterne confrontare i risultati.
Il sistema più utilizzato dagli esperti in campo egittologico è senza dubbio il carbonio 14.
Questo metodo si basa sul disequilibrio tra atomi di carbonio 12 e di carbonio 14 presenti in un organismo dopo la morte.
Ogni atomo possiede nel proprio nucleo un certo numero di protoni (cariche positive) e di neutroni (cariche neutre). Solitamente protoni e neutroni sono presenti nello stesso numero.
L'atomo di carbonio è formato da 6 protoni e 6 neutroni e da quì il nome di carbonio 12.
Alcuni atomi, diversamente, posseggono un numero diverso di neutroni.
In questo caso, tali atomi, vengono chiamati isotopi.
Così l'atomo di carbonio che ha 8 neutroni e 6 protoni è un isotopo di carbonio chiamato carbonio 14.
Esso è radioattivo e si forma in seguito alla collisione fra particelle che provengono dallo spazio e atomi di azoto presenti nell'atmosfera.
Da vivi piante e animali presentano quantità costanti di carbonio 12 e di carbonio 14, ma dopo la morte gli atomi di carbonio 14 iniziano a diminuire tramutandosi in atomi di azoto 14.
La velocità con cui essi decadono è nota e perciò, confrontando il livello di carbonio 14 con il numero totale di carbonio presenti nei resti, è possibile calcolare il tempo trascorso dal decesso.
Il numero di atomi di carbonio 14 si dimezza ogni 5730 anni.

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