Erodoto
visitò l'Egitto fra 460 e il 455 a.C., partì dalla pianura del Delta per poi
viaggiare sul Nilo dal Mediterraneo fino ad Assuan con soste a Giza e Tebe.
Erodoto era uno storico greco che scrisse dei suoi viaggi nelle
"storie". Il viaggio in Egitto viene descritto nel II libro suddiviso
in 182 capitoli. I suoi racconti, sebbene frammentari, si basano, come lui
stesso ammette, su leggende raccontategli dai sacerdoti di quel tempo. Erodoto
fornisce una massa di notizie corrette ed errate e spesso risulta difficile
risalire alle fonti originarie, ma comunque si tratta dei racconti più prossimi
all'età dei faraoni giunti fino a noi e, quindi, possono essere il frutto di
colloqui avuti con i sacerdoti, custodi della cultura egiziana..
Nelle sue "storie", Erodoto descrive con cura i riti funerari e poi
passa a trattare dell'agricoltura, della pesca, della caccia ai coccodrilli e si
sofferma a descrivere i vari tipi di imbarcazioni.
Tra i suoi racconti vie è una precisa descrizione del complesso funerario di
Amenemhet II nel Fayyum: "Esso possiede dodici cortili coperti, i passaggi
attraverso le stanze e i rigiri attraverso i cortili, che sono intricatissim,
causavano infinito stupore in quelli che dal cortile passavano attraverso le
stanze e dalle stanze in porticati e dai porticati in altre stanze e dalle
stanze in altri cortili". Purtroppo del "Labirinto", così venne
chiamato da Erodoto che lo considerava addirittura più stupefacente delle
piramidi di Giza, non rimangono che resti insignificanti.
Dopo Erodoto, altri viaggiatori hanno attraversato l'Egitto. Tra questi va
ricordato Diodoro Siculo che visitò la valle del Nilo fra il 60 ed il 57 a.C.e
che fu tra i primi a segnalare le colossali statue sedute di Amenofi III e a
descrivere accuratamente i cortili e le statuedi Ramesse II. Su una di esse è
scolpita un'epigrafe che dice: "Sono Osimandia, re dei re. Se qualcuno
vuole sapere quanto grande io sia e dove io sia sepolto, sia superiore a me in
qualcuna delle mie opere".
Il geografo greco Strabone, che visitò l'Egitto nel 25 a.C., lasciò una
testimonianza utile all'egittologo Auguste Mariette quasi 2000 anni dopo, per
ritrovare il sito del Serapeo: "(A Menfi) si trova il tempio del
Serapide, in un sito molto sabbioso in cui la sabbia viene accumulata dal vento
in forma di dune sotto le quali potemmo scorgere molte sfingi, alcune
interamente, altre parzialmente sepolte". Descrisse anche, con grande
ammirazione, gli obelischi di Karnak e Luxor: "Sulle alture dietro il
Memnonio" - il tempio funerario di Ramesse II - "vi sono tombe
di re scavate nella viva roccia, una quarantina, costruita con una perfezione
degna di essere ammirata".