La classe arriva puntuale all'appuntamento in cascina. Subito ci avviamo
verso l'ingresso del bosco.
Qui cominciamo a riflettere sul fatto che siamo in inverno e che fa
freddo - la temperatura che potremmo misurare è bassa, vicino
ai 0°C.
Diciamo che all'interno del bosco è possibile individuare delle
zone più o meno "calde" - ovvero luoghi dove i piccoli
animali si possono riparare, soprattutto dal freddo notturno. Mettiamo
in evidenza inoltre il fatto che alcune parti del bosco hanno una temperatura
abbastanza costante nel tempo, mentre altre cambiano durante lo svolgersi
delle intere 24 ore.
Mentre parliamo sentiamo in lontananza il picchiettare del picchio
rosso - è la prima volta che lo sento quest'anno. Ne approfitto
per parlare di questo animale e delle sue esigenze alimentari (si nutre
di larve di insetti presenti all'interno dei tronchi di pioppo e salice).
Viene quindi alla luce il problema della presenza di cibo per gli animali
in inverno: se il cibo scarseggia l'animale può andare in crisi,
in maniera molto più grave rispetto al disagio provocato dal
freddo intenso.
Tra l'altro, per l'animale, ciò che è importante non è
tanto avere una temperatura ambientale maggiore quanto la sua costanza
nel tempo (soprattutto tra il giorno e la notte).
Cominciamo a misurare le temperature ambientali, utilizzando tre termometri
digitali: la prima, relativa all'aria circostante l'ingresso al bosco,
dà come valore - 4,1°C.
Dividiamo la classe in tre gruppi e, con un termometro per gruppo,
ci avviamo alla ricerca dei "punti caldi" del bosco.
Terminate le ricerche ci ritroviamo tutti insieme per commentare i
risultati ottenuti.
In genere le varie misure non hanno dato valori molto diversi da quello
iniziale, tranne alcuni punti particolari:
- in mezzo a cespugli - valori intorno a 4,8 - 5°C
- dentro alle piccole buche del terreno - 5°C
- nei buchi fatti dal picchio sui tronchi di pioppo - 4,6 - 4,8°C
Il valore massimo per tali misurazioni lo si è ottenuto in occasione
di una seconda misurazione, all'interno di una macchia di rovi - 5,5°C.
Vedi
il lavoro fatto a scuola dalla classe.
Prendiamo anche la misura della temperatura di contatto con la terra,
che risulta essere di 3,7°C.
Questi valori sono significativi in quanto mettono in evidenza la funzione
di riparo operata dalle piante cespugliose e dal terreno (non con il
diretto contatto). Spiego ai bambini che questa cosa è ancora
più importante durante la notte, quando, soprattutto dentro al
terreno viene mantenuta abbastanza bene la temperatura.
Ci spostiamo lungo il viale dei pioppi cipressini, dove osserviamo
i buchi fatti dal picchio, si per nutrirsi, sia per creare il proprio
nido.
Facciamo merenda.
Osserviamo ora il lavoro svolto a scuola, consistente in vari disegni
sugli animali nel bosco in inverno, oltre ad un'analisi su come dovrebbe
essere un ideale animale adattato al freddo - ovvero quali sono le condizioni
da soddisfare per poter sopravvivere durante la brutta stagione.
Ecco riportati alcuni disegni: (clicca sulle picole
immagini per vederne l'ingrandimento )
Le caratteristiche proprie di un animale che resiste al freddo - individuate
dalla classe - sono le seguenti:
- non va in letargo
- non migra nei paesi caldi
- ha tanto pelo o piume
- vive o sotto terra o sugli alberi (nei nidi o nei buchi) o nei cespugli
- mangia piccoli animali o frutti e bacche
- fa la scorta di cibo
- va a caccia di notte
- è piccolo per entrare nelle tane
- è veloce per cacciare o per scappare
Leggiamo quindi le loro considerazioni personali corredate dal disegno
dell'animale adatto al freddo.
Ecco riportati alcuni disegni:
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è un picchio, mangia insetti,
caccia con il becco, vive nel nido
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è un uccello, mangia la carne
(i topi); va a caccia di notte sugli alberi; le piume si chiudono
come una cerniera; si costruisce il nido con sotto la paglia e sopra
le foglie
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è un uccello che mangia i vermi
e si chiama passero
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è un mammifero; mangia l'erba;
vive nelle tane vicino ai cespugli e alle siepi; si ripara dal freddo
perchè è molto peloso; è veloce per scappare
ai predatori
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il mio animale è un mammifero;
mangia l'erba; va a cerca l'erba nelle tane; ha tanti peli e si
riscalda con i peli e si mimetizza con la neve
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il mio animale mangia i topi; è
una civetta e vive nell'albero; si ripara dal freddo con le ali;
è veloce per ccappare o prendere i topi
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Da questa analisi viene fuori che alcuni animali citati dai bambini
- picchio, coniglio, cornacchia, gufo, passero - sono effettivamente
adatti ad una vita "invernale" al Parco Nord, quindi rispettano
le caratteristiche riportate poco sopra (a parte la "scorta di
cibo").
La mattinata sta per finire, ma decidiamo comunque di iniziare a raccontare
la storia...
Dobbiamo partire dal fatto che siamo in inverno, fa freddo, ci sono
una serie di animali (quelli da loro disegnati): faccio quindi veder
ai bambini una serie di carte
di Propp - ne scegliamo alcune - le disponiamo quindi in terra e
cerchiamo di disporle in modo tale da raccontare effettivamente una
storia...
La storia si potrebbe chiamare "La coperta magica":
- c'era una volta il Parco Nord
- una persona trovò per terra un pezzo di ghiaccio un po' speciale,
con dei colori
- da questo venne fuori una specie di coperta colorata
- non dimentichiamoci che siamo in inverno, fa freddo, le piante sono
quasi tutte spoglie
- la persona decide di utilizzare la coperta magica per catturare
gli animali del bosco, cercando di imbrogliarli, facendo passare questa
coperta come uno strumento per scaldarsi
- gli animali cascano in questo trabocchetto
- un incantesimo sconosciuto però rompe la copertta e gli animali
possono uscire
- gli animali scappati inseguono e cacciano l'uomo fuori dal bosco
- l'uomo con la coperta magica rotta incontra un uccellino con un'altra
coperta magica: a cosa effettivamente servirà questo oggetto
colorato?
Lascio la storia a questo punto e chiedo alla classe di lavorarci su,
pensando soprattutto alle seguenti domande:
- quale sarà stato l'incantesimo che ha fatto rompere la coperta
magica?
- a che cosa servirà allora la coperta magica?
Ciao a tutti!
Nel mese di marzo mi giunge, da parte della classe una elaborazione
della storia poco sopra raccontata: leggetela!