C’ERA UNA
VOLTA Era il 1993, la prima moto che
arrivò nelle mani di un Cordara neo tester era una Monster 900.
La prima, cattivissima, per molti inimitabile, Monster. Mi fa un po’
sorridere il fatto che a 10 anni di distanza io sia ancora qui a parlare
della stessa moto. Va be non proprio la stessa, per carità, i 10 anni non
sono mica passati invano e oggi il monsterone oltre ad avere enormemente
migliorato qualità costruttiva e di materiali, si è dotato di tutti gli
ammenicoli necessari a fare una moto moderna. Iniezione elettronica,
doppia
accensione, catalizzatore. Tutte cose che arricchiscono la scheda tecnica
del nuovo motore 1000 Dual Spark.
OGGI COME IERI
Sorrido, perché questa Monster 1000 è quella che più mi ha ricordato
da vicino la prepotenza della prima Monster, quella che in un certo
qual modo mi ha "svezzato". Mi ricordo una moto grezza, maschia.
Mi ricordo la brutalità della risposta del motore data dai due
carburatori Mikuni. La moto
"veniva su da sola" semplicemente dando il gas, roba incredibile
per
una non-sportiva, dieci
anni fa. Oggi che di naked ce ne sono una miriade, la Monster è ancora
li, al suo posto, forte di oltre 130.000 pezzi venduti in tutte le
cilindrate, forte della sua apparente immutabilità. In realtà da
allora è cambiato praticamente tutto, motori, telaio, sospensioni,
elettronica. Solo la linea è rimasta la stessa.
MOSTRO DI COPPIA
E la brutalità è tornata. Perché tra iniezione,
catalizzatore, norme antinquinamento il motore 900 aveva perso un bel
po’ della grinta iniziale. Il 1000 invece è un motore formidabile,
con una coppia davvero prepotente ai bassi, un’erogazione corposa,
piatta. Insomma proprio il motore
che vorresti su una naked. Se
non si è troppo teneri con il gas alla fine la ruota anteriore nelle
prime due marce sta più su che giù, uno spasso per i maniaci
dell’impennata che con il Monster potranno davvero fare i numeri.
IL MOTORE PERFETTO
Questo 1000 mi è già piaciuto
sulla Supersport prima e sulla Multistrada poi, e anche
sulla Monster si riconferma come uno dei motori meglio riusciti della
storia Ducati.
Il vero pompone, instancabile nel voler dimostrare che per creare una
naked appagante da guidare non è necessario andare a scomodare
cavallerie a tre cifre. I cavalli dichiarati sono solo 84,5, ma alla
fine sembrano molti di più e soprattutto sono sfruttabili dal primo
all’ultimo. La
stessa, potentissima Monster S4 R non è altrettanto equilibrata.
ASSISTO? NO GRAZIE
Tra le novità per il 2004 c’è anche l’avviamento assistito.
Solito check dell’elettronica poi premi il pulsante e fa tutto la
centralina azionando il motorino di avviamento finché il motore non va in
moto. Peccato che a volte la tecnologia "remi contro",
soprattutto in questi mesi invernali in cui il bicilindrico Ducati ci
mette una vita a raggiungere la corretta
temperatura di esercizio (spesso in città si va da un capo all’altro
senza che la scritta LO sul cruscotto si sia ancora spenta).
POLLICE FRENETICO
Così non è raro trovarsi nel traffico, con la moto che si spegne e tu
che pesti il pollice sul maledetto tasto per riavviare il più in
fretta possibile, mentre tutte le automobili ti sfrecciano accanto
strombazzandoti. Lui, nulla, nemmeno una piega, è
intelligente ma non fino al punto da capire che in quel momento deve
partire subito, deve rifare il check e a te viene il nervoso.
ALTRI TEMPI
Dove la Monster fa vedere i suoi
anni è nella posizione di guida. In un momento in cui le Naked sono
corte, compatte, con il manubrio sotto al pilota, la Monster invece è
lunga, ha una posizione di guida distesa con un manubrio largo (quasi
troppo). Ti da la sensazione di cavalcare un toro infuriato. Una
posizione probabilmente tra le più sportive tra le naked, che sembra
fatta apposta per farti
aggredire le curve.
SPORTIVA
In fondo quando si guida sportvamente la 1000 Ducati sa ancora essere
graffiante. Il traliccio è rigido le sospensioni rigorose, i freni
Brembo da 320 potenti (dietro però frena troppo poco). Insomma c’è
quanto basta per dare soddisfazione anche ai più infiammati, la luce
a terra è quella di sempre, i collettori sono bassi e arrivano presto a
toccare l’asfalto.
SENZA REGOLE
Certo su una moto di queste prestazioni (si passano agevolmente i 230
orari) non mi sarebbe proprio dispiaciuto avere una forcella regolabile.
Invece regolazioni pochine anzi quasi niente. Peccato. Va da se che
anche nella guida spedita la Monster offre sempre il gusto giusto. Su
tutto domina il motore, pronto, vivace, fluido come mai un bicilindrico
Ducati ha saputo essere, il 1000 Ds offre sempre la spinta
giusta al momento giusto.
LA SCALATA AGLI 8000
Scende anche a 2000 giri in sesta, da 3 a 8000 giri si gode di una
erogazione coi fiocchi poi c’è il calo, fisiologico per un motore
due valvole, ma quello che ha dato prima basta e avanza, e poi su una
naked (che si usa quasi sempre su strada) non si vorrebbe di più. Restano
ovviamente i punti deboli di ogni Monster, il comfort non è malaccio
ma le sospensioni sono tarate fin troppo rigidamente, Il nuovo
motore non ha portato miglioramenti a cambio
e frizione che restano
entrambi piuttosto duri e affaticanti,
soprattutto in città.
I SOLITI DIFETTI
Resta uno sterzo troppo limitato
che impaccia quando ci si muove nel traffico, restano specchietti da
cui si vede poco (anche se sono cambiati, vibrano molto), resta una posizione
di guida che crea da subito un "effetto spinnaker" in
velocità affaticando molto il pilota alle alte velocità (e causando
qualche oscillazione quando si superano i 150 km/h), restano i troppi
cavi a vista, l’aspetto un po’ disordinato nella zona del motore.
Ma la Monster è sempre stata così, e se ha venduto così tanto significa
che alla fine, ha ragione lei.
|