FERRARA 2004: NOI C'ERAVAMO!!!

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21 MARZO 2004: READING

 

 

 

 

FERRARA-21 marzo ore 18: il salone di Palazzo Schifanoia in cui ci fanno accomodare è stato finito di restaurare da meno di una settimana, ed è ancora possibile sentire l'odore acre della vernice.
mi piazzo nella seconda fila e aspetto, ma è un'attesa breve, dopo pochi minuti si apre una piccola porticina ed ecco che un pezzo di storia entra nella stanza...signore e signori ecco a voi Patti Smith!
è emozionata, si scusa più volte di non saper parlare italiano,"non sono mai stata brava con le lingue, ma in fondo anche se non capite qualche parola quello che spero vi arrivi sono le emozioni".
e le emozioni arrivano come un pugno nello stomaco. 
se ne sta lì in piedi davanti al microfono e comincia attraverso poesie, appunti e pagine di diario a raccontarci della sua vita; c'è tanto spazio per il passato, un dolce ricordo di robert mapplethorpe, dediche ai suoi genitori e a sua sorella Linda che è presente al reading, legge alcuni appunti scritti a Firenze nel 1979 dopo il concerto di Bologna che sembrava segnare il suo addio alle scene, e le pagine di diario scritte nel settembre del 2001; 
ma dedica molto spazio anche al presente ed al futuro, parla della manifestazione che si è tenuta il giorno prima contro la guerra e per la prima volta legge il testo di una nuova canzone RADIO BAGHDAD,
durante tutto il reading l'intensità delle parole è enfatizzata dal ritmo incalzante della sua voce e da una mano che sembra quasi voler dipingere nell'aria le parole.
prima di andare via dice di volerci dedicare un ultimo pezzo, si tratta sempre di una canzone nuova dal titolo PEACEBLE KINGDOM...................comincia a cantare..........l'emozione è altissima, e io sento di avere una pelle d'oca alta 10 centimetri!
esce dalla stanza, tornerà dopo 10 minuti di applausi incessanti per ringraziarci ancora, poi sparisce di nuovo dentro la porticina da cui era entrata! 

By Lela

 

Ecco la "set-list(x alcune poesie pubblichiamo testo e traduzione, cliccate sui titoli sottolineati):

  • Y

  • Wing

  • To an athlet dying young

  • Babelfield

  • Emily Dickinson' poem

  • Burning Roses

  • Florence

  • True Music

  • Twin Death

  • The Divine Image (by William Blake)

  • Radio Baghdad

  • Peaceable kingdom

 

 

22 MARZO 2004: ACOUSTIC CONCERT

Grazie a Lela e Saiph x le foto :-)

 20:40 Che strano questo 22 marzo a Ferrara: ci siamo svegliate con la pioggia, poi nel pomeriggio un bel sole primaverile ha riscaldato la nostra giornata e adesso che ci apprestiamo a raggiungere il Teatro Comunale, dove si svolgerà il concerto, soffia un vento gelido, ultimo retaggio dell’inverno che è finito. Eccoci qua, tutti vicini che attendiamo con ansia l’apertura delle porte, con il biglietto in mano, speranzosi, in attesa dell’evento conclusivo di questa splendida manifestazione ferrarese tutta dedicata a Patti Smith.

20:50 Entriamo! Il teatro è piccolo (come termine di paragone ho la Scala di Milano) ma molto bello. Meglio così. Sarà un concerto più “intimo”. Il palco è all’insegna del minimalismo: dietro agli strumenti vi è solamente un gigantesco telo nero che fa da scenografia. Come accompagnamento c’è, come di consueto una musica jazz che (fortunatamente!) è quasi impercettibile per via del vociare dei presenti.

21:15/20 Eccoli!!! Patti, Lenny, J.D., Tony e Oliver salgono sul palco e si comincia con la bellissima Priviledge (Set me free) con un insolito Lenny al basso. L’uso di chitarre acustiche nulla toglie al pezzo, anzi! Anche la successiva Break it up trova giovamento da questo tipo di arrangiamento. In Redondo Beach, Patti si muove sinuosa e dal palco saluta una donna posta nei palchetti, potrebbe trattarsi di sua sorella Linda, a cui la canzone è dedicata. Prima di iniziare il nuovo pezzo Patti ci spiega che è dedicato a due storie, una di una macchina (dal pubblico si sente un ironico FIAT!), l’altra di una nazione (Chevrolet e Tibet n.d.r.): attaccano le note della stupenda 1959. Patti, Lenny e Oliver imbracciano chitarre acustiche per una Beneath the southern cross davvero potente.

E’ il momento di una canzone tratta dal nuovo album Trampin’: è con orgoglio e con un po’ di emozione che Patti ci presenta My Blakean year. Ma… sorpresa! Oggi è il compleanno del mitico batterista J.D.Daugherty: Patti invita il pubblico a cantare insieme a lei Happy Birthday J.D.! Quale momento più appropriato di questo per presentare Treaspasses,  nuovo pezzo che i due hanno composto insieme. Tornano i classici: We three e Paths that cross. Segue Grateful dal bistrattato Gung Ho, ma è con Ghost Dance che Patti ritrova tutta la sua sciamanica energia: quando urla “We shall live again”, con le braccia aperte e lo sguardo protesi verso il cielo, la sua esile figura sembra un punto di contatto tra la terra e il cielo. Ma le emozioni non sono finite: in Dancing barefoot (un’altra canzone che risplende in tutta la sua forza nella versione acustica) Patti danza fingendo di essere un’equilibrista sul filo, poi ci presenta un altro nuovo pezzo, il coinvolgente Peaceable Kingdom, che aveva già cantato a cappella nel corso del reading di ieri.

L’incipit di Pissing in a river spiazza i fans: Patti salta qua e là qualche verso… canta in tono svogliato, un po’ alla Dylan… poi riprende ritmo ed energia sul finale: rimarrà il dubbio “voluto o accidentale?”.

Partono le note di Because the night: qualcuno si alza e si avvicina al palco; è l’occasione che aspettavo: mi fiondo ed eccomi lì a pochi passi da Patti, cantando a squarciagola il suo cavallo di battaglia, in mezzo a tanti altri fans adoranti. Un piccolo incidente al microfono, ma Patti non si dispera: cantiamo noi al suo posto e lei ci dirige sorridente dal palco. Dal loggione piovono bandiere della pace (Patti ne aveva già un paio e una se l’era già posta sul capo nel corso della serata): Patti le raccoglie mentre attacca con People have the power: è il nostro inno e lo cantiamo con lei che ci incita e tocca le mani di qualche fortunato fans (anche la mia J!).

Al termine di questa trascinante canzone Patti e la sua band lasciano il palco, ma noi non ci arrendiamo e invochiamo il ritorno dei nostri eroi a gran voce. Eccoli di nuovo con la trascinante cover di Be my baby delle Ronettes: che buffa l’espressione di Lenny, che sembra divertirsi un mondo! Patti ci annuncia che farà solamente un’altra canzone e ci invita a protestare e a scendere nelle strade se il nostro governo fa qualcosa che va contro i nostri principi, perché le strade, dice, appartengono alla gente.

E per finire, come otto mesi fa a Gardone Riviera, Patti canta "Jesus died for somebody's sins but not mine..." Tripudio! "G L O R I A GLORIA!!! G L O R I A GLORIA!!!".

23:20 E’ finito. Anche questa volta uno spettacolo inimitabile. Aspettiamo sotto il palco che ci buttino il foglio con la scaletta della serata: qualche fortunato riesce a recuperarlo e lo studia con gli altri. Usciamo da teatro: alcuni acquistano il poster della manifestazione, altri, come noi, si fermano fuori a commentare, felici di aver partecipato ancora una volta a qualcosa di grande. Poi lentamente ci avviamo ognuno per la nostra strada, con un po’ di rammarico, pensando già alla prossima data italiana del tour.

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