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Il gommone, per le sue caratteristiche
di inaffondabilità e resistenza al mare duro è stato spesso utilizzato
per impegnativi raid nautici nel recente passato.
Già abbiamo parlato
di come il belga Michel De Hamptinne
abbia portato a termine con successo, negli anni '70, alcune traversate
apparentemente fuori dalla portata di una imbarcazione all'aspetto
tanto fragile e dalle dimensioni così ridotte.
Molti altri però, prima
e dopo di lui, utilizzarono il gommone come barca appoggio per le
loro esplorazioni in terre selvagge o semplicemente poco ospitali,
sfruttandone le doti peculiari, quali la leggerezza, la versatilità,
la stabilità e l'inaffondabilità, molte delle quali
irrimediabilmente perdute nella sua attuale accezione di "barca
col parabordo".
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I brani riportati
nelle pagine che seguono sono tratti da un articolo pubblicato
sul numero di Ottobre/novembre '68 del bimestrale "Outdoors",
edizione italiana.
Si trattava di una
rivista edita e distribuita gratuitamente ai possessori
di fuoribordo Mercury (bastava registrarsi gratuitamente)
dall'allora importatore Marine Motors Italia.
Inevitabilmente, lo
stile della narrazione risente degli anni e, soprattutto,
della necessità pubblicitaria di evidenziare ad ogni
pie sospinto i pregi del prodotto "di casa".
Nonostante ciò,
la lettura della rivista era tutt'altro che noiosa, offrendo
oltre ai racconti anche articoli di tecnica marinara e di
pesca, utili e ben fatti, nonchè prove comparative
( rigorosamente riprese da servizi di terzi, tra cui Consumer
Reports) mostrandosi, rispetto a quelli che sono gli standard
odierni, encomiabile per obbiettività
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