Il Castello di Ivrea


 

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LA VISITA

Il castello ha 2 porte di accesso, la porte carraia e la pusterna. Su di esse sono ancora visibili due fessure nelle quali scorrevano le catene e i bolzoni del ponte levatoio. Sulla facciata si possono notare le caditoie attraverso le quali venivano buttati sul nemico liquido bollente e pietre. I merli, mancanti su questa facciata ma visibili sulle altre, sono a forma di coda di rondine:sono cioè "merli ghibellini" attestanti la fedeltà all'imperatore (quelli a forma di rettangolo detti "merli guelfi" significano invece fedeltà al Papa). Le mura sono spesse 1,85 mt. e alte 18 mt. al cammino di ronda. Attraverso un secondo cancello, si entra nel grande cortile sul quale si affacciano le numerose finestre delle celle, protette da fitte inferriate. Da questo punto si possono osservare anche le torri: quella mozza, che è la torre mastra; le due torri con i merli a coda di rondine, detti anche bifidi o ghibellini e la torre senza la merlatura. Al centro del cortile vi sono una grande cisterna di sei metri di diametro ed un pozzo. La prima veniva utilizzata come ghiacciaia, il secondo per l'approvvigionamento idrico del castello. L'interno del castello, costituito quasi interamente da celle, è visitabile solo in parte al piano terreno. Da documenti del 1814 risultavano esservi nel castello 28 camere: 5 sono celle per 4 persone, ognuna con servizio. Le porte delle celle avevano soltanto uno spioncino per il controllo dei prigionieri ma non lo sportello passavivande perciò non c'era possibilità alcuna per i prigionieri di comunicare con l'esterno. Tra il 1882 e il 1831 il Castello poteva ospitare un massimo di 150 detenuti. L'ospitalità era molto austera: minestra,pane e acqua e per giaciglio la paglia. Delle strutture originarie restano sulle facciate le finestre gotiche in pietra ed elementi decorativi che confermano l'utilizzo del castello come residenza signorile oltre che come fortezza. Alcune finestre presentano ai lati scudi con la croce Sabauda. Il castello era dotato di soffitti in legno a cassettoni. Travi di questi soffitti esistono tuttora nei solai e nella parte più danneggiata.