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-=Introduzione=- |
21 luglio 2008: questa è
una cosuccia che ho abbozzato sabato scorso, il 19 luglio mentre mi
recavo al lavoro. Assonnato forte… In mente e negli occhi avevo ancora
immagini della serata precedente, una festa di laurea presso una sorta
di disco-club in zona Padova, il Papessa per l'appunto. Tante ragazze,
tutte tiratissime e splendide. Analogamente i ragazzi. Tutti in cerca
di attirare partner, di farsi notare, di scacciare vuoti e distanze nel
tentativo di svagarsi. E che a me davano un'impressione di caducità e
impersonalità, di fredda tristezza. Di finzione, ecco. Buona lettura!
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-=Papessa=- |
Ti prego
guardami,
mordimi a
distanza,
leccami con gli
occhi.
Scoprimi!
Ti prego
aiutami,
osserva la mia
pelle nuda,
gioca con la mia
ombra
e dimmi
dimmi che son
vera
autentica.
Segnali,
carezze, tutto ciò che vuoi:
ti prego
dimmi che son
viva,
se esisto
veramente.
Giochiamo alla
seduzione finta
all'illusione di
volerci veramente:
non m'importa.
Non ho
nient'altro
nulla,
soltanto questo
per far sbocciare la vita,
soltanto questo
per nascondere
l' io mio più
vero
quello che
stasera
nessuno può
vedere.
E' solo mio,
egoistico
sussurro.
Fotografie di
me,
passerella da
cenerentola svestita
e l'ancheggiare
sensuale,
il sorriso
ammaliante, costruito.
Ti prego,
ti prego
guardami.
Dimmi che
stasera
esisto per
davvero.
Leonardo
Colombi
Opera proposta sotto una Licenza
Creative Commons.
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-=Commenti ricevuti=- |
Commenti ricevuti
su Poetika
da avalon (02
settembre 2008):
Mi piace moltissimo, la
parte finale, con quell'interrogativo- è molto malinconica!
da zingara (02 settembre 2008):
c'è molto di più di
quello che si legge in questa poesia, c'è l'arcano maggiore più lunare
e quindi più femminile dei tarocchi... con tutta la sua storia,una
storia di finzione per esaudire le pubbliche aspettative, c'è il vuoto
dell'apparenza, in pratica mi è piaciuta moltissimo quindi la
preferirò:)
da Alice2006 (02 settembre 2008):
Concordo pienamente con
zingara.In questo testo vive il rapporto tra autenticità e
ostentazione, tra coscio e incoscio e si manifesta, con aperte
richieste/suppliche quasi, una ricerca disperata del sè attraverso
l'altro, l'illusione/speranza di esistere, smarrita chissà dove, dando
alla mercè il proprio corpo che come un pazzo assassino si trascina
dietro anche quella fottuta fragilità dell'anima(invisibile alla
protagonista stessa per stupidità?forse sofferenza...?)Apre diverse
riflessioni.Il titolo non mi piace tanto diversamente dal testo...Alice
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