a cura di Emilia Majorana della Libera Facoltà di Scienze Antiche
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Il cielo di
Novembre

Il cielo di Novembre

A fianco di Cassiopea, che ora ha una forma decisamente simile a una W, troviamo altre due costellazioni legate allo stesso suo mito: Andromeda e Perseo. Perseo ha una forma inconfondibile, formata da tre bracci quasi rettilinei che convergono nella stella più luminosa della costellazione, Mirfak (= il gomito). Se il bel tempo permette di condurre le osservazioni del cielo per più sere consecutive, possiamo notare che Algol, che è normalmente la seconda stella della costellazione per luminosità, diventa decisamente meno luminosa ogni tre giorni circa. Proprio questa caratteristica le ha guadagnato il suo nome, che significa press’a poco "la stella demone". In realtà anche Algol è una stella doppia, e la riduzione di luminosità, come per Sirio e le altre stelle, si verifica con le stesse modalità: quando la componente meno luminosa della coppia passa, rispetto al nostro punto di vista, davanti alla compagna più brillante. Una volta individuato Perseo, dovrebbe essere più facile riconoscere la costellazione di Andromeda. In questa costellazione troviamo un oggetto celeste del tutto eccezionale, essendo quello più lontano visibile ad occhio nudo: si tratta della galassia di Andromeda, a circa 2.250.000 anni-luce dalla Terra. Per vederlo, tuttavia, bisogna che esistano le condizioni ideali, oltre a necessitare di una mappa celeste piuttosto dettagliata, poiché non è possibile trovare un corpo così poco luminoso se non si sa dove andarlo a cercare. Si tratta di un debole oggetto ovale, come una nuvoletta o un batuffolo di cotone. In realtà è un insieme di stelle grande come la nostra Via Lattea. Altra costellazione molto interessante in questo periodo è quella delle Pleiadi. Il suo nome è di origine greca, ma non tutti sono d'accordo sulla sua etimologia: chi lo fa derivare da pleios (= molti), e chi dalla radice plei(n) o paein (= salpare, navigare), giacché in primavera la loro levata assai per tempo segnava l'inizio della stagione della navigazione. Ma la forma pindarica Peleiades (= stormo di colombe) era forse quella originaria, perché Yades (Iadi) sono i porcellini. Plinio, che descrive dettagliatamente il mitico nido dell'alcione (= lo zoofito chiamato "alcyoneum" da Linneo), dice che l'alcione si vede durante i due solstizi e al tramonto delle Pleiadi. Ciò prova che questo uccello era in origine una epifania della dea-Luna, la quale veniva rappresentata alternativamente come dea della Vita nella Morte al solstizio d'inverno, e della Morte nella Vita al solstizio d'estate; inoltre, nel corso di ogni Grande Anno (all'inizio di novembre), quando le Pleiadi tramontano, annunciava al re sacro l'approssimarsi della sua morte rituale.

Mira di Cetus, la meravigliosa. Nella parte del cielo definita “Acque celesti” o “il Mare” vi sono costellazioni acquatiche, come l’Acquario, i Pesci, il Pesce astrale, il Delfino, il fiume Eridano. Nella costellazione di Cetus (la Balena), brilla alfa Ceti, detta Mira ovvero “la meravigliosa, la stupefacente”, e così chiamata per via della sua luminosità, variabile in modo irregolare. A volte infatti può essere osservata a occhio nudo, mentre altre è invece così debole da richiedere l’uso del binocolo. Nell’arco di un anno la sua luce varia almeno 250 volte e la sua magnitudine passa da 3,5 a 9. Il 6 nov del 1779, fatto ancora più eccezionale, la sua magnitudine fu pari a 1,0, rivaleggiando con la vicina Aldebaran del Toro. Mira è situata nella parte inferiore del “collo” della costellazione di Cetus, ma questa Balena assomiglia più a un mostro marino che a un cetaceo. E infatti per i Greci era il mostro a cui sarebbe stata sacrificata Andromeda se Perseo non l’avesse salvata. Anche dagli ebrei Cetus venne identificato con un mostro, il Leviatano che, secondo una leggenda, vivrebbe ancora adesso e sarebbe così smisurato da aver bisogno di bere tutta l’acqua del Giordano per dissetarsi. Secondo il mito, il Leviatano vivrà sino alla fine del mondo perché lo scopo per cui è stato creato è quello di essere offerto in pasto ai giusti alla fine dei tempi, insieme alla femmina, la quale fu uccisa dal Signore dopo la creazione perché non generasse altri mostri. Comunque la stella più luminosa di Cetus è beta-Ceti, il cui nome arabo Deneb Kaitos significa “coda della Balena” perché è quello il punto della costellazione in cui si trova.

 

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cosa è di stagione
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barbabietole, bietole, broccoli, carciofi, cavoli cappuccio, cavoli verza, cavolini di Bruxelles, carote, cardi, cicorie, coste, cipolle, erbette, fagioli, finocchi, indivie, lattughe, patate, porri, radicchi, rape, sedano, sedano rapa, spinaci, scorzonera, topinambur, zucche; ananas arance, cotogne, cachi, cedri, kiwi, limoni, mandaranci, mandarini, melograni, mele, nocciole, pompelmi.

Il kiwi è una buona fonte di vitamina C (il contenuto è simile a quello delle arance). La cipolla è un potente diuretico, ed è consigliata a chi ha problemi di ritenzione idrica, obesità, azotemia elevata. E’ anche un antisettico naturale.

L'agricoltura biologica favorisce, accanto ai campi lavorati, la presenza di siepi, piante spontanee, alberi ad alto fusto e prati che permettono la sopravvivenza e lo sviluppo di molti organismi (piccoli mammiferi, insetti, uccelli, rettili, acari ecc.). Questi, nutrendosi dei più comuni infestanti, ne limitano e ne controllano lo sviluppo. Il tordo mangia le chiocciole dannose per le colture e la mosca delle olive.

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idee verdi
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Piante d’appartamento. Ritirare in casa le piante, sistemandole lontano dai termosifoni ed evitando le posizioni in cui vi sono correnti d'aria; riempire di acqua gli appositi umidificatori sopra i caloriferi. In questo mese e nei seguenti evitare alle piante d’appartamento sbalzi di temperatura che, insieme alle correnti d’aria, sono le cause più frequenti che le fanno deperire. Non esporle al clima rigido di questo periodo dell’anno neppure per poco tempo; anzi, è meglio allontanarle persino dalle finestre quando in inverno si vuole cambiare l’aria in casa. Se pure in casa fa freddo, evitare di esporre le piante verdi (ad eccezione dei gerani) direttamente ai raggi del sole delle vetrate, che potranno essere schermate con tendine che filtrino i raggi ultravioletti. Se l'apice delle foglie diventa bruno e secco, si è abbondato con l'acqua. Annaffiare solo quando tutta l'umidità è stata assorbita dalla pianta.

Prima di spargere terriccio nuovo sopra le radici della clivia (operazione autunnale che va fatta ogni anno) il terriccio vecchio va grattato e tolto per 5 cm; aggiungere al terriccio nuovo un po' di fertilizzante organico; a fine febbraio aumentare la quantità e la frequenza delle innaffiature; quando i fusti florali appariranno o saranno a metà sviluppo, somministrare alla pianta un fertilizzante liquido ogni 15 giorni.

I crisantemi vanno bagnati abbondantemente ed eliminare i fiori appena appassiscono. Quando la pianta avrà terminato la fioritura, accorciare i getti verdi e prepararla all'inverno, avvolgendo la base del vaso con carta di giornale.

L'elleboro è uno dei pochi fiori che si aprono anche in questa stagione. Di colore verdastro-bianco, con una forma tonda e piena, si trova spontaneo nei boschi di castagno, e in genere nelle regioni del centro-sud.

Per le piante (felci, azalee, rododendri) che soffrono per l'uso dell'acqua generalmente calcarea degli acquedotti urbani, si può usare dell'acqua decalcificata, ottenuta aggiungendo 1 cucchiaio di aceto ad ogni litro d'acqua usata per innaffiare, oppure un po' di solfato di ferro nelle quantità indicate sulle confezioni.

Sfoltire gli arbusti da fiore come il filadelfo, la spirea, l'ortensia, accorciando i rami prodotti durante l’anno ed eliminando alla base, invece quelli prodotti più di tre anni prima, riconoscibili perché completamente lignificati.

Per le piante meno resistenti al freddo durante l'inverno, come i gerani, è indispensabile costruire un riparo a mo' di serra, raccogliendo insieme le piante in un angolo caldo e riparato dal vento e ricoprendole poi con cellophane trasparente in cui sia stato praticato qualche foro. Per le piante più resistenti, invece (azalee, rododendri, rose), sarà sufficiente coprire la base della pianta intorno al fusto con uno strato di 5-10 cm di paglia o carta tritata (non però di giornale, perché contiene inchiostro) o anche avvolgere i vasi con tela di sacco. Sospendere le annaffiature e mettere al riparo dalle precipitazioni i vasi che sono all'aperto. Si dovranno bagnare solo quel tanto che basta a non farli seccare del tutto. In primavera si riprenderanno le annaffiature regolari.

Preparare i giacinti per Natale: porre nelle apposite caraffe colme di acqua bulbi di giacinto e di altre specie adatte alla forzatura, per avere fioriture in occasione delle festività natalizie e di fine anno.

Le piante grasse esigono terra porosa (un terzo di sabbia, un terzo di terra di foglie e un terzo di argilla), prudenti annaffiature e temperature comprese fra i 6 e gli 8 °C.

Dopo la fioritura della stella di Natale, è bene ridurre l'acqua fino all'appassimento, accorciarla di circa 15 cm e custodirla fino al rinvaso in marzo-aprile.

La cocciniglia cotonosa è un piccolo insetto che attacca le piante d'appartamento. Provoca un indebolimento generale, poi l'ingiallimento, infine l'avvizzimento delle foglie. La cocciniglia è resistente ad ogni genere di trattamento, perché il suo corpo è rivestito di una secrezione biancastra che la rende impermeabile. Può infestare anche le radici, formando piccoli nidi lanuginosi resistenti all'acqua. E' visibile a occhio nudo, di forma ovale bianca e si nasconde nell'ascella delle foglie. Eliminarla appena la si avvista. Se l'attacco è grave, utilizzare un pennello inzuppato di alcool che scioglie il rivestimento ceroso che protegge il corpo dell'insetto, e successivamente spruzzare un insetticida. Come cura preventiva si può preparare un infuso di equiseto e ortica. Se sono state attaccate le radici, occorre eliminare la terra, lavare con acqua tiepida, tagliare le parti infestate, immergere ciò che resta in una soluzione contenente un insetticida e poi rinvasare.

Impiantare un orticello, anche sul terrazzo, non è difficile, e questo è il tempo di iniziare i lavori.

Nell'orto, in un luogo riparato o sotto un tunnel potete seminare cicoria, lattuga rossa da taglio, cime di rapa. In piena terra seminate piselli. Seminare le fave, gli agli e i piselli. Si rincalzano le carciofaie e i sedani, si possono seminare spinaci, ravanelli, aglio e cavolo primaticci; si imbiancano radicchi, verze, gobbi e finocchi. Prima dei geli, cogliere tutti i pomodori acerbi rimasti sulle piante. Metterli sopra un giornale in ambiente buio a una temperatura di circa 13°C: a poco a poco matureranno. Si seminano le fave e in luoghi molto riparati i piselli. Si possono fare le talee di piante aromatiche (salvia, rosmarino, origano, pepolino). Si fa l’ultimo trapianto delle insalate dure. Si riparano dal gelo con stuoie o paglia gli ortaggi invernali. Piantare l’aglio, il prezzemolo, i cavoli d’inverno e semina i piselli nani e le fave. Legare sedani, radicchi (rosso e variegato), cardi, lattughe e rincalzarli di terra per l’imbianchimento. Seminare gli spinaci, i ravanelli, l'aglio, rincalzare le carciofaie e i sedani. Si seminano le fave e, in luogo molto riparato, i piselli. Si possono fare le talee di piante aromatt. (salvia, rosmarino, origano). Si riparano con stuoie e paglia gli ortaggi invernali. Raccogliere le foglie per bruciarle o porle nei letami. Nei luoghi più caldi dell’orto si seminano adesso piselli, fave e carote; si piantano agli, cavoli primaticci e broccoli; si fa l'ultimo trapianto delle insalate dure; si imbiancano finocchi, sedani, verze e gobbi. E’ tempo di piantare la carota e la borrana, il cerfoglio ricciuto e comune, i carducci di carciofo e trapiantare le cipolle. Rincalzate anco. sedani e cardi, indivia e cicoria per l'imbianchimento. Diradare gli spinaci, seminare fave primaticcie, rincalzate sedani, cardi e indivie, riparate dal gelo tutte le piantagioni e semine per l'inverno. Si seminano in luogo riparato piselli, carote e fave; si piantano agli e cavoli primaticci, e si dissoda il terreno non utilizzato perché si riposi e si maturi a contatto con gli agenti atmosferici.

In giardino, interrare i bulbi a fioritura precoce e primaverile-estiva, prima che il terreno rischi di gelare. Porre a dimora rose e arbusti decidui, proteggendo il punto d’innesto e l’apparato radicale con foglie secche o altro materiale con funzione di pacciamatura. Prima delle gelate, effettuare sulle rose interventi con poltiglia bordolese, per ostacolare lo sviluppo delle malattie fungine che colpiscono la corteccia dei tralci (trattamenti utili anche nel caso del lauroceraso e di diversi altri arbusti). Propaggini: è ancora possibile far radicare sotto vetro germogli laterali della specie Calluna vulgaris; suddividere i cespi delle erbacee perenni e dei gigli rizomatosi e ripiantare subito dopo le varie porzioni. Trattare il prato contro le malattie fungine che si sviluppano nel periodo invernale, responsabili della comparsa di chiazze di terreno prive di erba. Rastrellare le foglie, raccogliere i residui di vegetazione e porre il tutto nel cumulo di compostaggio. Preparare il terreno per le aiuole primaverili, interrando con la vangatura letame ben maturo o altro fertilizzante organico. Portare in serra o proteggere con paraventi di plastica le piante delicate: limoni, arance, bouganvillee, ficus, ecc. Una delle insidie del crisantemo è il mal bianco, che si può combattere solo preventivamente con prodotti a base di zolfo. Se si riesce a coltivare la pianta in modo naturale, i capolini asportati durante la sbocciolatura potranno essere utilizzati in cucina: lavarli bene ma con delicatezza, quindi lasciarli a macerare per un’ora in un po’ di succo di frutta. Intanto preparare una pastella con uovo, acqua e farina e immergervi i fiori. Infine, friggere con burro e olio; servire questo delicato dessert dorato e ben caldo, spolverizzato con poco zucchero.

Nel frutteto, porre a dimora le varie specie in terreno lavorato in profondità (con l’unica eccezione del mirtillo che va invece interrato ad aprile-maggio). Tenendo conto delle condizioni climatiche, mettere a dimora i fruttiferi in terreno preparato nei mesi precedenti (se necessario porre grigliati intorno al fusto delle pianticelle per proteggerle dai roditori). Alla caduta delle foglie, iniziare le operazioni di potatura dei fruttiferi, che proseguiranno nei mesi successivi, ad eccezione del periodo più freddo. Dopo la caduta delle foglie, effettuare un trattamento con ossicloruro di rame per difendere gli alberi da frutto dai parassiti fungini. Continuare la raccolta di cachi e kiwi. Lavorare il terreno intorno ai tronchi e concimare, apportando fertilizzanti a lenta cessione. Sostenere i rami più grossi e orizzontali con puntelli di legno: per non ferire la corteccia, porre un pezzo di gomma spessa fra il sostegno e la pianta. Gli arbusti più delicati possono essere protetti con cannicciati disposti tutto intorno e legati all’apice, tipo cappuccio. Lungo le coste, i venti salmastri possono essere molto dannosi per le palme, soprattutto per quelle di piccole dimensioni: conviene affastellare le foglie verso l’alto e quindi legarle. Gli alberi da frutto, grazie alla cosiddetta potatura di formazione sviluppano chiome dalla forma equilibrata, mentre con quella di produzione fruttificano di più e meglio. Prima di accingersi alla potatura, fermarsi ad osservare la pianta da tutte le angolazioni: sarà essa stessa a suggerire dove intervenire. Si individueranno con facilità le gemme appuntite che produrranno i nuovi getti; quelli tondeggianti che daranno fiori e poi frutti; il dardo, che in uno o due anni svilupperà una gemma a fiore. E poi il ramo che è meglio eliminare perché non ostacoli l’arieggiamento della chioma… La potatura va effettuata sempre in fase calante. Cornunghia = concime organico ottenuto dalla lavorazione di corna e unghie di bovini. L’azoto contenuto viene ceduto lentamente alle piante. Si può fare adesso, eliminando i rami deboli o mal distribuiti. Tagliare anche i monconi degli interventi precedenti, i rami che tendono a crescere parallelamente al fusto e quelli che si toccano.

Nei campi, è il momento adatto per seminare le fave e, in luogo molto riparato, i piselli. Si possono fare le talee di piante aromatiche (salvia, rosmarino, origano); gli ortaggi invernali devono essere opportunamente protetti attraverso stuoie e paglia. Per gli alberi da frutto, i terreni troppo argillosi e acidi devono essere cosparsi di calce; si possono già raccogliere le olive che, se non sono troppo mature, danno un olio migliore. Per chi ama i fiori, è tempo di piantare rosai, in un terreno dove l’acqua possa scorrere liberamente, e in modo che le rose abbiano poi aria, spazio e sole.

In cantina, proseguire le operazioni relative alla vinificazione e travasare il vino per allontanare le fecce depositate sul fondo dei recipienti. Smontare le attrezzature utilizzate e pulirle con la massima cura. Imbottigliare il vino novello.

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Per quanto possibile, si faceva in modo che il vitello nascesse a novembre, o poco dopo, nel periodo cioè in cui le vacche non venivano aggiogate al carro e per questo si cercava di "parare al toro" la vacca nei mesi primaverili.

Realizzazione grafica a cura di Dario Paganini
Grazie a
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