a cura di Emilia Majorana della Libera Facoltà di Scienze Antiche
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Proverbi e
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degli alberi
Oggi avvenne La tradizione

Fiori e piante Ricette Di tutto, di più I santi
del giorno
Il cielo di
Maggio

Appuntamenti con la tradizione

In varie parti d'Italia in questo mese si celebrano le maggiolate. Famose sono quelle in Toscana: le maggiolate, cioè le canzoni che celebrano il ritorno di maggio, è cantato da ragazze adorne di fiori e di rami fioriti. In questa occasione, in diversi paesi i giovanotti vanno a piantare il "maio", o arboscello verde abbellito di festoni, davanti alla casa della loro futura sposa.

A Pergusa in questo mese si svolge la Sagra del Lago, manifestazione campestre e folcloristica con motivi rievocanti la leggenda del ratto di Proserpina che, secondo la tradizione, sarebbe avvenuto nelle vicinanze del lago, e con esibizioni di gruppi in costume.

Nel cuore della Provenza, fra i due rami del Rodano e il Mare Mediterraneo, si trova la Camargue, una delle oasi naturali più belle di Francia e d'Europa. Il panorama è reso particolarmente suggestivo dalle lagune e dagli stagni popolati da centinaia di fenicotteri rosa. In estate, poi, la Camargue, e la sua "capitale" Saintes Maries de la Mer, si trasformano in un susseguirsi di feste, che cominciano con il raduno europeo dei gitani nel mese di maggio, e proseguono in luglio e agosto con corride, rodei, sfilate folcloristiche.

Trieste - Tipiche del Carso sono le zavate, enormi paste di crema alternata a strati di pasta sfoglia. Ai dolci mitteleuropei (quali la torta Sacher, la Dobos o i krapfen) si aggiungono gli strüdel di mele e ricotta, e quelli di ciliege confezionati nei mesi di maggio-giugno. I dolci legati alle festività sono le cosiddette fave (bianche, rosa e marrone, a seconda che siano aromatizzate al liquore di rosa, al cioccolato o naturali) tipiche per la commemorazione dei defunti; le fritole e i crostoli dominano invece durante il carnevale; per Pasqua, poi, si preparano le titole (un pandolce intrecciato in cui è inserito un uovo sodo dipinto di rosso) e la pinza; ricordiamo anche il presnitz (un rotolo pieno di cedrini, uva sultanina, noci), e la putizza (ancora un rotolo ripieno di noci, cioccolato e altro), entrambi passati ora al Natale.

Una tradizione che ancora resiste in Provenza à la "Fête de la transhumance" (festa della transumanza) che un tempo si celebrava un po' ovunque per annunciare la partenza delle greggi verso gli alpeggi. Oggi questa tradizione resiste solo a St. Rémy, dove, in maggio, i pastori invadono con migliaia di pecore tutte le vie del paese, simulando una falsa partenza.

Da maggio a settembre in tutti i paesi di Terceira (un’isola delle Azzorre) viene commemorata la battaglia di Salga, coi Touradas a Corda. Si tratta di manifestazioni folclorisiche duranti le quali un toro, trattenuto semplicemente da una lunga corda stretta da uomini robusti, carica per le strade i coraggiosi che osano sfidarlo. Questa tradizione ricorda l'episodio storico che narra come nel 1581 gli abitanti di Terceira rifiutarono di sottomettersi a Filippo II di Spagna, allora appena insediato sul trono del Portogallo. In quella occasione, per contrastare i nemici, fu deciso di far correre più di mille mucche nelle strade. In parte si riuscì nell'intento e molti assalitori annegarono durante la fuga. Alla festa partecipano numerosi figuranti in costume che scandiscono i momenti salienti con canti e danze. Alla fine del rito, in segno di ringraziamento, si svolge nelle strade una frugale colazione, cui sono invitati i più poveri. Angra, la città principale di Terceira (chiamata anche “Angra do Heroismo” per il nobile comportamento della sua popolazione durante le guerre civili dinastiche portoghesi) è classificata dal 1983 dall'Unesco come patrimonio storico mondiale. Per i cortei, i costumi, le musiche, le feste dello Spirito Santo di Praia e di Angra sono le più spettacolari. Per informazioni sulle date, telefonare all’ufficio del turismo di Angra, 00351-95-2220.

Nel Veneto, durante il mese di maggio i bambini si applicavano al petto una specie di coroncina di una decina di grani per segnare e contare i fioretti (mortificazioni) fatti durante la giornata. A ogni fioretto fatto spostavano un grano. Altrove era uso mettere, per ogni fioretto, un grano di frumento dentro una scatola posta davanti all'immagine della Madonna.

A maggio in Australia inizia la stagione delle piogge.

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Il capriolo maschio ha corte corna che iniziano a crescere a maggio e cadono in autunno. Sembra che la caduta e la ricrescita stagionale delle corna del maschio siano legate a cicli ormonali e in particolare alla produzione di steroidi nei testicoli. La stagione degli accoppiamenti cade verso metà estate e la prole nasce l'estate successiva.

Le tartarughe marine sono tornate a nidificare nell'isola di Lampedusa, dove un nido, contenente circa un centinaio di uova, è stato individuato sulla "spiaggia dei conigli". Per riprodursi, questi animali hanno bisogno di spiagge di sabbia. Proprio per non disturbare la deposizione delle uova un'ordinanza vieta, nel periodo compreso da maggio a ottobre, l'accesso all'area nelle ore notturne. Le tartaruga della specie Caretta caretta, una volta molto diffuse nel Mediterraneo, sono oggi a rischio di estinzione. Si riproducono nelle zone più selvagge di Grecia, Turchia e Italia. La schiusa delle uova avviene due mesi dopo la deposizione e il sesso dei nascituri è determinato dalla temperatura: da quelle che si trovano sopra i 26°C nasceranno femmine, mentre dalle uova che si trovano in ambienti più freddi, nasceranno esemplari maschi.

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Primo sabato di maggio
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A Napoli, ha luogo la liquefazione del sangue di S. Gennaro (come pure nelle date del 19 settembre e del 16 dicembre)

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Prima domenica di maggio
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A Rapino (Chieti) nella prima settimana di maggio si svolge la festa delle Verginelle. In occasione dei festeggiamenti della Madonna della Libera, una processione che coinvolge tutti i bambini e le bambine del paese, si snoda per le vie del borgo: tutti sono vestiti da Angioletti o da Verginelle. E' così possibile ammirare le preziose catene d'oro e gli oggetti votivi prodotti dall'artigianato orafo, che le famiglie custodiscono gelosamente e sfoggiano solamente in questa occasione.

La festa dell’albero ad Alessandria del Carretto (provincia di Cosenza) - La festa ha inizio una settimana prima, quando un gruppo di abitanti si reca nel bosco vicino per prendere un grande albero alto circa venti metri. Dopo aver tagliato i rami, lo portano al paese, percorrendo un lungo e difficile tragitto. Prima che l'albero entri nel paese, le donne aspettano fuori con cibi e vino, per festeggiare l'arrivo del tronco. Il giorno della festa del patrono sant'Alessandro l'albero viene messo al centro della piazza e sulla cima vengono attaccati cibi, oggetti di valore, capretti e dolci. Una volta issato l’albero, la gente partecipa ad una processione. Nel pomeriggio si svolge la festa con la salita sull'albero da parte di volontari.

Nostra Signora di Valverde ad Alghero (Sassari). In occasione di questa festa, molti algheresi e altri fedeli giunti dai paesi vicini rendono omaggio alla Vergine di Valverde. Un pellegrinaggio ha luogo lungo il percorso di sette chilometri che unisce la città al santuario. Questo è situato in una piccola borgata, dove fu costruito nell’XI secolo, ad opera dell'ordine dei Benedettini. La statuetta nera che si trova nel santuario si dice sia stata rinvenuta da un frate sotto una colonna di granito. L'immagine venne portata in chiesa, mentre la colonna rimase fuori nel piazzale. Negli anni passati la Madonna fu portata anche in processione ad Alghero, per chiedere alcune grazie contro le calamità.

Sagra delle "bugie" a Bruno (in provincia di Asti). La prima Domenica di maggio si svolge a Bruno la festa delle "bugie", squisite frittelle di pasta dolce e zucchero che hanno la forma di ali di farfalla.

Madonna della Rocca a Calimera (Lecce). La leggenda narra che un re turco, dopo aver distrutto la cittadina e devastato la chiesetta, di fronte all'immagine della Madonna raffigurata in un quadro rimase tanto ammirato che lo portò con sé. Al ritorno in patria il sovrano trovò la figlia gravemente ammalata e tanto per alleviarle il dolore le mostrò il quadro. La ragazza a quella vista si sentì subito bene, completamente guarita. Il re, stupito, decise di rispedire il quadro con una zattera. Dopo essere incorso in diverse burrasche e mareggiate, il quadro arrivò nella sua cittadina. Da allora si compie ogni anno un pellegrinaggio da Calimera a Rocca, che dista quindici chilometri. La festa è molto sentita in questa zona della Grecia salentina, dove ancora oggi si parla un dialetto che ha molte affinità con la lingua parlata nella vicina Grecia. Infatti a questo santuario fanno capo anche diverse feste promosse da altri paesi, come Vernole (l'ultima Domenica di aprile), Mededugno (seconda Domenica di maggio), Borgagne (terza Domenica di maggio).

A Campagnano (Roma) in questo periodo si tiene il “baccanale”. La sagra ha il suo momento centrale nella sfilata di carri folcloristici, nella gara dei poeti a braccio e dei bevitori alla "cupella". Il pomeriggio, infine, si svolge la "scarciofata alla campagnese" (carciofi cotti alla brace) e la "sarsicciata alla panonta (salsicce e pane). Un travolgente ballo in piazza chiude la serata.

Sagra degli asparagi a Cavallino (provincia di Venezia). I festeggiamenti prevedono, nella mattinata, una marcia popolare e la benedizione degli automezzi. Nel pomeriggio, un corteo folcloristico al campo sportivo e quindi le regate dei sandoli e dei mosconi. La sera è prevista la distribuzione gratuita di "sparasee e vovi lessi". I fuochi d'artificio e l'elezione della miss chiudono la sagra.

Festa di San Liberale a Marconi (Venezia). Alcune gare popolari in programma per la festa sono: corsa dei tricicli per bambini, gara della pastasciutta per le ragazze, corsa dei sacchi, la cuccagna e la rottura delle pignatte. La festa si chiude con la tipica tombolata in piazza e i fuochi d'artificio.

A Massafra (Taranto) si festeggia la Madonna della Scala. Il paese è diviso da un largo burrone attraversato da due ponti. Proprio nel fosso si trova la chiesa della Madonna della Scala. La storia narra che molti anni fa un pastore che stava pascolando il suo gregge vide un cervo bianco appoggiato su una pietra. L'uomo immediatamente alzò la pietra e iniziò a scavare. Fece una grande fossa finché non trovò un'immagine della Madonna. E proprio in quel punto fu costruita una chiesa. Il nome della Madonna della Scala deriva dal fatto che il santuario si trova giù nel burrone e per raggiungerla bisogna scendere tanti e tanti gradini. La leggenda afferma che tutti quelli che hanno voluto contarli non sono mai riusciti perché la Madonna non vuole che si sappia il loro numero.

Anche a Milazzo, l'antica Mylae dei Romani fondata dai Greci nel 716 a.C., grande è la devozione per san Francesco di Paola, il quale vi visse per circa tre anni. Si narra che, entrando in paese, attraversò una strada chiamata "pozzo degli impiccati" perché vi si impiccavano i briganti. Il santo, vedendo un impiccato morto da due giorni fece tagliare la corda alla quale era appeso e lo prese fra le braccia. L'uomo ricominciò a vivere e in segno di gratitudine si fece frate dell'ordine di san Francesco. I milazzesi lo onorano oggi quale compatrono. In vista della celebrazione. in suo onore, si osserva un periodo di preparazione spirituale che dura tredici Venerdì (dal mese di gennaio fino alla fine di marzo) in cui vengono esaltate le sue virtù.. Infine, la I Domenica di maggio la statua del santo viene portata in processione da circa duecento fedeli per le vie di Milazzo, fino al porto dove viene caricata su una motonave per farle fare un lungo giro nelle acque antistanti. Questa usanza si rinnova in ricordo del miracolo compiuto da san Francesco allorché attraversò lo stretto di Messina sul proprio mantello steso sull'acqua, essendosi un barcaiolo rifiutato di traghettarlo sull'altra sponda. La motonave con la statua si ferma al largo, e nel silenzio un uomo recita la cosiddetta “preghiera del marinaio”. In omaggio a un'antica tradizione si lancia quindi in mare una corona di fiori affinché il santo protegga tutti i marittimi d'Italia.

Sagra della "fett'unta" a Montecatini (Pistoia). A Montecatini Alto, un paesino che domina lo stupendo scenario della Valdinievole, si svolge ogni anno la sagra della "fett'unta". Nella piazza principale viene distribuita questa speciale bruschetta, accompagnata da vino toscano. A tutti i turisti vengono offerte olive al forno, pane arrostito sulla brace, secondo un'antica ricetta e intinto nel favoloso olio della zona. A servirlo sono belle ragazze, mentre un'orchestrina tipica suona musica locale.

"Anciuada der castalc" a Montechiaro d'Acqui (Alessandria). La festa è dedicata alle acciughe del castellano e prevede panini imbottiti di acciughe in salsa di prezzemolo, aglio ed olio. La sagra trae spunto da una festa religiosa chiamata delle "sante spine", su cui la manifestazione attuale si è innestata. Dice la leggenda che il castellano del luogo, essendosi recato alle crociate, riportò delle spine della corona di Cristo. Ma durante il viaggio incontrò dei pirati. Il nobile fece allora voto che se mai fosse riuscito a tornare a casa avrebbe donato le reliquie al primo paese del suo feudo in cui avesse messo piede. Il paese fu Montechiaro. Ma ora a ricordo dell’avvenimento è rimasta solo questa sagra gastronomica.

Nostra Signora delle Grazie a Nettuno (Roma). Un intero mese è dedicato, a Nettuno, alla Madonna delle Grazie, patrona del paese. La festa trae la sua origine da un episodio realmente accaduto intorno all'anno 1550, quando un'immagine sacra giunse - attraverso un difficile viaggio per mare - dall'Inghilterra a Nettuno. Narrano le cronache che alcuni inglesi durante le persecuzioni religiose che colpirono i cattolici, fuggirono dall'isola britannica portando con sé un prezioso dipinto. Giunti nel Mediterraneo, la goletta sulla quale si trovavano fu colpita da una violenta tempesta che la scaraventò presso la costa nettunense. Persa ormai ogni speranza, i fuggiaschi inglesi si affidarono alla Madonna, promettendo solennemente di costruire una chiesa se fossero scampati al naufragio. Fu allora che si ritrovarono adagiati su una spiaggetta, e qui costruirono il santuario dove ancora oggi è conservata l'immagine della Signora delle Grazie. Durante il mese di maggio si svolgono a Nettuno manifestazioni religiose, gare popolari, una processione e, per finire, i fuochi d’artificio.

Processione dello Scanno a Roccaspide (Salerno). La festa si tiene in onore dei santi patroni del paese, cioè san Sinfrosa e san Getulio con i loro sette figli. Si dice che questi santi salvarono il paese da una invasione di cavallette e che le allontanarono dal paese conducendole in un luogo detto appunto "Scanno". Per riconoscenza gli abitanti recano in processione le loro immagini su baldacchini portati a spalla dal paese al luogo del miracolo, che dista circa due chilometri. Giunto allo Scanno, il sacerdote celebra la S. Messa ed infine benedice alcuni rami di ulivo che i fedeli hanno recato in processione.

Festa di S.Leone a Rometta (in provincia di Messina) - A Rometta il patrono san Leone si dovrebbe festeggiare a febbraio, ma gli abitanti hanno preferito spostare la festa alla prima Domenica di maggio. Secondo la tradizione, san Leone, nato a Vienna, si trasferì in Sicilia e terminò la sua vita in un eremo di collina, poco distante da Rometta. Su questa collina, che ormai si chiama "la collina di san Leone", si trova un piccolo convento che il santo costruì con le sue mani. Vicino c'è una grotta dove sgorga un'acqua ritenuta miracolosa. Accanto sorge anche una quercia sacra. La leggenda narra che due malvagi boscaioli che tentarono di tagliarla non vi riuscirono perché si ruppe loro la loro scure. La festa consiste in una processione dal paese al convento. Anche in questo caso c'è una leggenda alla base della festa. Molti anni fa, verso maggio, una grande siccità minacciava l'esito del raccolto. Si pensò allora di invocare il santo e si fece per la prima volta il pellegrinaggio fino in cima alla collina: la sera stessa venne giù un temporale. Anche oggi pare che verso la fine della festa il cielo minacci pioggia a conferma dell'antico miracolo.

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Seconda domenica di maggio
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San Piccolo, diacono, subì il martirio nel 304, insieme a san Gennaro, a Pozzuoli, città della quale è patrono.

Sagra del pesce a Camogli (Genova). Il secondo Sabato di aggio, verso le 20h i pescatori prendono il mare per andare a pescare. Durante la notte numerosi falò ardono sulla spiaggia, in attesa del ritorno delle barche. E la domenica ha luogo la famosa mangiata. Sulla piazza del porticciolo viene portata una padella di 4 metri di diametro dove vengono fritte 2 tonnellate di pesce che viene poi offerto ai turisti e ai pescatori di Camogli. All'origine della manifestazione c'è un voto fatto dai vecchi e dalle donne durante una terribile notte dell'ultima guerra quando un gruppo di giovani, che era uscito in mare per pescare, entrò in una zona minata. Le barche tornarono tutte senza danno e con le reti miracolosamente colme ed allora la popolazione decise di offrire ogni anno al patrono san Fortunato la pesca di una notte. Si dice che chiunque mangi pesce in questo giorno si assicuri pace e prosperità per tutto l'anno. La festa si chiude con una processione e i fuochi d'artificio.

Festa dei "pugnaloni" ad Allerona (Terni). La manifestazione è legata al giorno di Sant'Ansano, patrono del paese. La statua del santo viene portata in processione la Domenica. Durante questo rito, sfilano i famosi "pugnaloni", cioè alberelli o grossi rami che i contadini addobbano in modo particolare. Alcuni vi appendono, con nastri colorati, formaggi e fiaschi di vino; altri sugli alberi più grandi trasportati da carri, poggiano alcuni modellini fatti in legno che rappresentano le fasi e gli strumenti del lavoro agricolo. Questi "pugnaloni" attraversano il paese accompagnati dalla banda e dalla scoppio di mortaretti. Una apposita giuria elegge il più bello dell'anno. La premiazione del vincitore è seguita dalla distribuzione di biscotti tipici e vino del luogo.

Sagra dell'asparago a Cilavegna (provincia di Pavia). Ogni anno la Pro-loco organizza una manifestazione in cui ai presenti vengono offerti i famosi asparagi della zona (Cilavegna può essere considerata la capitale dell'asparago padano). Nel corso della manifestazione è previsto anche il famoso palio dei maiali da corsa. Ogni maiale rappresenta una contrada cilavegnese. Prima della corsa, però, sfila un corteo in costume del '700.

Carosello storico dei rioni a Cori (in provincia di Latina). Le origini della manifestazione risalgono al 1° maggio del lontano 1521, quando un gruppo di coresi, andando sul monte delle Ginestre, fu sorpreso da un forte temporale. Una bambina di nome Olivia si smarrì rimanendo sola nel bosco. Le apparve la Madonna che per proteggerla dal freddo, la tenne sette giorni con sé. All'ottavo giorno, tornato il sereno, si vide che la Madonna aveva lasciato la sua immagine impressa su una pietra, luogo dove ora sorge il santuario. Ogni anno la popolazione di Cori celebra l’anniversario di quell'avvenimento nella seconda Domenica di maggio e, stranamente, a ricordo del temporale, in questo giorno o nella settimana precedente, piove quasi sempre. La mattina si svolge la caratteristica processione per tutto il paese alla quale partecipano gli sbandieratori di Cori nei loro pittoreschi costumi medievali. Durante il percorso si esibiscono in giochi di acrobazia e di abilità con le bandiere sulle quali sono raffigurati gli stemmi delle tre contrade di Cori. Il pomeriggio, poi, ha luogo il carosello storico dei rioni, una rievocazione che si ricollega al voto fatto nel 1530 dalla magistratura civica di portare al santuario un'offerta di ceri per essere la cittadina sfuggita ad una pestilenza. Protagonisti del torneo sono gli abitanti dei rioni: porta Segnina, porta Ninfina e porta Romana. Dopo il corteo si svolge la corsa all'anello. I cavalieri cercano in questo gioco di conquistare quanti più anelli è possibile. Ogni anello, che viene appeso a una sbarra di ferro chiamata "staccia", deve essere centrato dal cavaliere al galoppo con una lunga asta di legno. Infine, durante la festa si può mangiare il prosciutto cotto nel vino: una specialità di Cori.

Festa di Santa Caterina a Cuglieri (Nuoro). La processione con la statua della santa parte la mattina presto da Cuglieri per arrivare dopo quindici chilometri nella frazione di santa Caterina di Pittinuri. La statua è posta su di un carro dipinto di bianco e addobbato di fiori e tirato da buoi. Il corteo dei devoti è preceduto dallo stendardo della santa ed accompagnato da un gruppo di cavalieri in costume. E' proprio un classico pellegrinaggio che si svolge sotto il sole con la partecipazione di fedeli e turisti. Dopo i festeggiamenti con gare di poesia e la presenza di gruppi folcloristici, il simulacro viene riportato a Cuglieri.

La "gnoccata" di Guastalla (Reggio Emilia). Un tempo, quando Guastalla si specchiava nelle acque del Po, sulle cui rive c'erano tanti mulini, i mugnai, al termine del lavoro stagionale, si riunivano per un pranzo il cui piatto principale era costituito dagli gnocchi. Chi ne mangiava di più diventava "re". Per ricordare questo avvenimento ogni anno si ripete nella piazza del paese la "gnoccata". Viene scelta una persona che pesi almeno un quintale e viene nominata re. Il sovrano appena eletto entra allora in Guastalla su una carrozza seguita da un carro pieno di farina e di belle mugnaie. Arrivato in piazza, legge il proclama dove si esalta il regno degli gnocchi. Alla fine, dopo il rituale assaggio del capo cuoco e di un paggio, inizia la distribuzione gratuita.

San Francesco a Lula (Nuoro). E' tradizione per i lulesi festeggiare san Francesco la seconda Domenica di maggio. Il santuario campestre, posto ai piedi del monte Albo, ospita nei giorni di festa i fedeli che usano recarsi a piedi alla chiesa. I devoti sono accolti dal priore che, con grande senso di ospitalità, offre la minestra di formaggio, la "filindeu" e della carne arrosto. L'ultimo giorno della novena c'è il ritorno a Nuoro. Nel viaggio di trasferimento si usa fermarsi per un pasto rustico a base di agnello e maialino arrosto. La leggenda vuole che sia stato un bandito sardo nuorese a costruire la chiesetta.

Festa patronale a San Cono (Catania). A San Cono si tiene per due domeniche consecutive la festa del santo patrono omonimo. La festa ha origini antiche: la storia dice che un giorno un monaco andò a comperare del grano dal marchese Trigona ma, ricevuto il grano, non lo pagò. Allora, il marchese andò a Naso per riscuotere il denaro e qui seppe che il monaco che era andato da lui non era altri che san Cono risuscitato. Il marchese allora fece costruire una chiesa in onore del santo e fondò il paese. La seconda Domenica di maggio si svolge una processione che porta la bara del santo per le vie del paese. Nel corso di questo corteo religioso gli abitanti offrono dei soldi al santo: la questua serve per pagare i festeggiamenti che avranno luogo la Domenica successiva.

San Cataldo a Taranto. Nel pomeriggio, nella cappella della basilica di S. Cataldo, ha luogo la cerimonia della consegna della statua del patrono al sindaco. Da questo luogo l'immagine viene portata al porto dove viene posta su una imbarcazione principale, seguita da quelle, più piccole, dei pescatori. Le barche fanno il giro della rada di Mar Grande per giungere poi alla rampa Leonardo da Vinci, e lì si fermano. Giunti a terra, la statua viene trasportata su un trattore per le vie principali di Taranto. Alla sera: concerti e fuochi d'artificio.

Palio delle contrade a Tarquinia (Viterbo). Si disputa a Tarquinia il palio delle contrade, una manifestazione abbastanza recente, ma ispirata, nei suoi costumi, alle antiche consuetudini medievali. Si svolge in due fasi principali: la prima fase si tiene la mattina fra le 9h e le 9h30m, ed è costituita da una sfilata di cavalieri, sbandieratori e arcieri che indossano i costumi delle varie contrade. Il corteo attraversa le strade del centro storico, a partire dalla chiesa di Santa Maria in Castello. La seconda fase ha inizio alle 3h del pomeriggio, al campo sportivo comunale: si tratta della "giostra del saracino", in cui si misurano i cavalieri di ciascun rione. Alla fine il vincitore viene festeggiato con un corteo che percorre nuovamente le strade della cittadina.

Festa dei santi martiri a Trecastagni (Catania). I tre santi: Alfio, Filadelfo e Cirino, vengono festeggiati a Trecastagni sulla base di una leggenda risalente al tempo in cui la Sicilia era sotto il dominio dei Romani. Narra questa leggenda che i tre giovani, convertitisi al cristianesimo, furono sottoposti a un crudele martirio. Il paese sembra che abbia preso il nome proprio dai tre santi i quali un giorno, passando in questo luogo, piantarono tre castagne offerte loro da una povera donna. Durante la notte, tra il sabato e la domenica, si assiste alla straordinaria corsa dei "nudi". Molti fedeli partono da Catania e da altre località recando dei grandi ceri. I devoti sono a piedi scalzi ed indossano una grande fascia rossa in vita. Per tutta la notte arrivano nel paese, stremati. Al pellegrinaggio partecipano anche i carretti siciliani trainati da muli. In questo giorno c'è l'usanza di portare a casa mazzi di agli nuovi che vengono venduti sulle bancarelle: servono per allontanare il malocchio e la iettatura.

Sagra del "risotto alla pilota" a Villimpenta (Mantova). Il nome "pilota" viene fatto risalire alla consuetudine dei pilatori del riso i quali, concluso il loro lavoro, festeggiavano la fine della fatica stagionale con un pantagruelico risotto di gruppo. Questo risotto è basato su antiche ricette e la sua popolarità consiste nella cottura, dove la parte preponderante è lasciata al vapore. Il condimento tipico è il "pisto" formato da un taglio particolare di carni suine, spezie ed erbe.

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Secondo fine settimana di maggio
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Fossombrone, antica cittadina marchigiana a due passi da Urbino e da Fano, è l'unico posto dove il Carnevale si festeggia a primavera piuttosto avanzata. Lo chiamano carnevale storico, perché in questi due giorni vengono ripetuti i giochi, le sfide, le follie volute dal cardinale Giulio della Rovere nel febbraio del 1159 quando giunse a Fossombrone in visita alla madre Eleonora Gonzaga. Per secoli i giorni dell'arrivo del cardinale furono ricordati così, poi la partecipazione popolare cominciò a diminuire a causa della spietata concorrenza del famoso Carnevale di Fano e di quelli di altri centri della zona. E così la data del carnevale venne spostata.

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Terza domenica di maggio
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Madonna di "bonacattu" a Bonacardo (Oristano). Un pellegrinaggio di fedeli provenienti da tutta l'isola si svolge la terza Domenica di maggio a Bonacardo, alla abbazia dedicata a Nostra Signora di "bonacattu", ovvero la Madonna del buon ritrovamento. Dice la leggenda infatti che la statua fu ritrovata da un cacciatore in circostanze miracolose. I festeggiamenti prevedono il rito della incoronazione, oltre a spettacoli folcloristici. A questa chiesa, consacrata alla Madonna nel 1147, con la presenza dell'arcivescovo di Pisa e dei quattro giudici sardi, è legata anche una leggenda popolare. Guardando la chiesa si vedono dei piatti attaccati al muro. Ebbene, si dice che durante una sagra, un mercante di terraglio, si rifiutò di regalare dei piatti alla chiesa. La sua avarizia fu subito punita: un grande vento fece schiacciare le ciotole addosso alla facciata, ed ancora sono lì.

Sagra dei "bandaresi" a Bucchianico (Chieti). Da più di 700 anni a Bucchianico, un paese a 10 chilometri da Chieti, si svolge la sagra dei "bandaresi" in occasione della festa del patrono sant'Ubaldo. La cerimonia, cui tutto il popolo partecipa con entusiasmo, ricorda un fatto storico. La tradizione narra che nel 1280, durante la guerra tra Svevi e Angioini, Chieti dichiarò guerra a Bucchianico. Contro questa invasione si sollevò il popolo e con uno stratagemma riuscì a risolvere in suo favore la guerra. Infatti un bucchianichese, ispirato in sogno da sant'Ubaldo (le cui reliquie sono conservate nella chiesa del paese), radunò tutti gli uomini idonei a combattere e li fece sfilare nove volte consecutivamente lungo il fianco della collina, visibile da Chieti. I teatini non si accorsero dell'inganno e, impauriti dalle ingenti forze del nemico, si ritirarono. Da allora questo evento viene ricordato la terza domenica del mese di maggio. La festa ha inizio con la sfilata di un grande corteo di ragazze. In questo giorno si rievoca la vigilia della battaglia, quando cioè le donne raggiunsero il paese assediato recando canestri e carri pieni di cibo e la castellana accoglie l'arrivo delle contadine. Il corteo è preceduto dal "bandarese", il contadino accorso a combattere che sul vestito civile indossa a bandoliera una striscia di panno. Il giorno dopo si svolge la rievocazione della battaglia. La mattina comincia la marcia dei "bandaresi" detta anche la "ciammaichella" (nome della collina dove sfilarono nel lontano 1380 i soldati di Bucchianico). Con passo marcato, per nove volte girano intorno alla piazza. Dopo la rappresentazione della battaglia, il giorno seguente, si festeggia la vittoria. Il "sargentiere", che impersona il capo degli armati e colui che fece il sogno ispirato, riceve la spada dal sindaco. Avvenuta la consegna, si snoda per il paese un corteo composto da carri. La festa si chiude con balli e sventolio di bandiere.

La "discesa" a Calatabiano (provincia di Catania). La festa è in onore di san Filippo Siriaco, detto di Agira. La manifestazione comprende la famosa "discesa" che è datata intorno al 1766. La tradizione vuole che al tramonto della vigilia della festa il fercolo con il simulacro del santo, nonostante il peso di circa tredici quintali, venga portato dalla chiesetta del SS. Crocifisso, posta alla sommità di monte Castello (dove la leggenda narra che ebbe luogo la lotta fra il santo e il diavolo), per una ripida stradetta di origine saracena, sino alla chiesa del paese. Questa via, lunga oltre un chilometro, ha una pendenza del 60%, è composta da curve a gomito e costeggia numerosi dirupi. I portatori percorrono il tragitto a velocità pazzesca, impiegando circa 6 minuti. Al terzo sparo di mortaretti, si vede scendere dal monte come un grande millepiedi, sobbalzando giù per il ripido sentiero. Alla fine il santo giunge sano e salvo in chiesa. Durante la festa inoltre c'è l'usanza di cibarsi del piatto rituale di san Filippo, cioè il castrato al forno. Al termine, fuochi d'artificio e banda.

Giostra del "pitù" a Cerreto d’Asti. Da qualche anno in queste località, come in molte altre del Piemonte, è stata ripristinata questa antica usanza ottocentesca caduta in disuso da molto tempo. La giostra consiste in questo: si fa accedere a turno un cavallo con in groppa un cavaliere: questi, dopo aver preso un bastone, cerca di staccargli la testa. Ogni partecipante ha diritto ad effettuare quattro prove. Al vincitore viene assegnato il trofeo "giostra del pitù", oltre al tacchino vivo. Durante la manifestazione vengono fritti i tipici dolci astigiani, "le bugie", che verranno offerti agli intervenuti da ragazze in costume.

Sagra delle frittelle a Cessole (Asti). Narra la leggenda che nel lontano 1600 arrivarono in questo paese alcuni commercianti liguri venuti a vendere sale e olio. Sopraggiunse l'inverno e i mercanti rimasero bloccati da una grande nevicata. Rimasti senza viveri, il conte del luogo regalò loro farina, latte e uova. I commercianti fecero così un impasto cotto nell'olio bollente e nacquero le frittelle. Ogni anno a Cessole, in ricordo di questo avvenimento, si svolge la sagra di questi dolci, che dura due giorni. La domenica i cuochi preparano le frittelle che vengono distribuite gratis da belle ragazze in costume settecentesco. Il lunedì successivo: nuova mangiata e ballo liscio.

Maggiolata” a Lucignano Valdichiana (in provincia di Arezzo). Questa manifestazione cade, come è ormai consuetudine da alcuni anni, nelle ultime due domeniche del mese di maggio, proprio come era in origine, secondo gli antichi ludi romani (feste primaverili propiziatrici per un buon raccolto). La maggiolata che si svolge a Lucignano Valdichiana parte effettivamente nel mese di aprile, quando giovani e meno giovani si danno appuntamento tutte le sere in autorimesse o magazzini, adibiti per l'occasione a veri e propri laboratori e cantieri, per la costruzione dei carri che parteciperanno alla manifestazione. La mattina della festa, al suono del campanone civico, si muove dal palazzo comunale il corteo storico, composto dal capitano del popolo a cavallo e degli araldi muniti di trombe e tamburi. Il corteo gira per il paese annunciando la festa. Il pomeriggio, infatti, si dà il via alla sfilata dei carri allegorici ricoperti di fiori. Il corteo è preceduto dal carroccio che con la sua campana detta "martinella" è il simbolo del comune. La festa si chiude con un grande ballo popolare.

A Marta (Viterbo) si tiene la “Barabbata”, solenne processione dal lago di Bolsena al santuario della Madonna del Monte, cui partecipano le corporazioni con i loro strumenti da lavoro. Questa manifestazione che nel dialetto locale si chiama "festa delle passate", ha inizio con una processione verso il santuario della Madonna del Monte. Il corteo è formato da villani, bifolchi e pescatori del lago di Bolsena, che rappresentano le antiche corporazioni. Ogni mestiere reca, su carri allegorici, i prodotti del proprio lavoro (grano, verdura e pesce) e gli strumenti (vanghe, reti, aratri). Giunti davanti alla chiesa, ha inizio la "barabbata". Preceduti dal rullo dei tamburi, le varie schiere passano tre volte dalla porta della chiesa per la sacrestia e l'atrio del convento. Ad ogni passata, si beve vino. I sacerdoti offrono loro delle ciambelle che ricordano un serpe attorcigliato. Questo rito si ricollega alle feste di primavera dei pagani, cioè alle offerte in onore di Cerere. Sembra anche che anticamente a Marta, nei giorni di Pasqua, si svolgesse una festa dove un uomo si fingeva Barabba. Si nascondeva nelle vigne, nelle stradine e tutti i cittadini si mettevano alla sua ricerca fino alla sua cattura. Da questo prenderebbe il nome "barabbata". Infine, sempre la terza domenica di maggio, a Marta si svolge la sagra del lattarino, saporito pesciolino di lago. Fritto, viene offerto a tutti gratuitamente. Per informazioni, tel. 0761-87.15.31.

Festa di San Simplicio ad Olbia (Sassari). La festa che si tiene per cinque giorni ad Olbia in questo periodo è in onore di San Simplicio, primo vescovo della diocesi garrurese, che subì il martirio intorno all'anno 304, colpito dalla lancia di un soldato romano. I festeggiamenti iniziano la prima sera con i fuochi d'artificio ed i canti dialettali. Il secondo giorno ha invece luogo la sagra delle cozze nel vecchio porto di Olbia. La terza giornata è dedicata alla processione del santo patrono con i gruppi folcloristici, in costume sardo. Gli ultimi due giorni sono dedicati ad attrazioni e gare sportive.

Festa del mare a Orosei (Nuoro). Questa festa ha origini antichissime. Il culto per santa Maria del mare di Orosei risale al XII secolo, quando sorse in riva del mare una chiesetta per opera dei pisani. Nel corso dell'ultima guerra il santuario fu interdetto al culto a causa delle operazioni militari, ma da alcuni anni la popolazione ha ricostruito la chiesa e ogni anno la terza domenica di maggio una processione di barche infiorate scende lentamente lungo la foce del fiume Cedrino fino al mare. La migliore imbarcazione viene premiata dal comitato organizzatore.

Il "ritorno degli esuli" a San Ginesio (Macerata). Ogni tre anni si svolge a San Ginesio una manifestazione molto suggestiva: la rievocazione storica del "ritorno degli esuli”. Per la festa dedicata al SS.Crocifisso, i cittadini di San Ginesio ricordano un avvenimento storico avvenuto nel lontano 1450. In seguito a rivalità e faide di comune, la popolazione ginesina si divise in due fazioni: l'una favorevole al pontefice, l'altra sostenitrice dei duchi da Varano, i signori di Camerino. Il senato, per scongiurare il pericolo di una restaurazione del dominio dei Varano, decretò nei riguardi di trecento cittadini la confisca dei beni e il loro esilio perpetuo. Gli esuli, direttisi in Toscana, si arruolarono nelle milizie del comune di Siena facendosi apprezzare per il loro valore. Alcuni ambasciatori senesi si recarono perciò a San Ginesio per perorare la causa degli esuli ed ottenere il loro rimpatrio. Il senato di San Ginesio ritirò l'editto e consentì il ritorno dei Trecento. Questi, in segno di pacificazione, riportarono nel paese il crocifisso che avevano con loro. Ogni tre anni dunque si celebra questo evento: l'incontro fra gli esuli ginesini (accompagnati da una delegazione di Siena) ed il popolo. Dopo l'abbraccio, il sindaco rinnova il giuramento di perpetua concordia sulla immagine del crocifisso che è rimasto a testimonianza dell'impegno di pace.

A Saturnia (Grosseto), sagra del pecorino. Nel quadro dei festeggiamenti del maggio a Saturnia si svolge la sagra del pecorino. La manifestazione ha inizio con un concerto della banda che apre la sagra con la degustazione dei formaggi e dei prodotti. locali. In piazza avviene la dimostrazione di come si trasforma il latte in pecorino. Il pomeriggio hanno luogo gare di "ruzzola" con forme di cacio stagionato, grandi bevute ed estrazione della lotteria, con premi gastronomici. Alla sera grande ballo nella piazza illuminata con torce e lampadine.

Festa di San Giuseppe a Serradifico (Caltanissetta). Si comincia con una fiaccolata per le vie del paese. Per l'occasione le strade vengono illuminate con luci multicolori. Poi, si svolge la fiera delle merci e del bestiame. Nelle serate sono previsti dei concerti sulla piazza principale con lancio di palloncini ad aria compressa. La festa vera e propria, però, si sviluppa nella giornata di domenica: al mattino arriva la Sacra Famiglia, cioè tre paesani in costume, dopo di che viene allestita la tavola di san Giuseppe, una raccolta di cibi per le persone meno abbienti del luogo. La sera, alle 20h, la statua lignea di San Giuseppe è portata in processione nelle vie, accompagnata dalla popolazione e dalle autorità.

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Ultima domenica di maggio
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Sagra del narciso ad Acceglio (Cuneo). L'ultima domenica di maggio, nell'alta valle Maira, si svolge la sagra del narciso. Nel pomeriggio avviene la distribuzione di narcisi e fiori di montagna. Ai turisti, inoltre, è offerta una merendina campagnola a base di pane, burro e miele.

A Borgo San Sepolcro l'ultima domenica di maggio e la seconda domenica di settembre si svolge, in due tempi, il Palio della balestra. Tiratori delle rispettive antichissime Societates balisteriorum si misurano in una gara con la balestra lunga, da postazione, capace di traiettorie straordinarie. Gubbio e la balistica sono uniti da un sentimento antico e da nobilissime imprese tra cui la gloriosa vittoria degli eugubini contro una lega di undici città guidate dalla potente Perugia. Inizialmente fatta con le corna di bue, la balestra divenne ancora più potente quando gli armaioli usarono il legno di frassino e infine l'acciaio. Nel 1139 fu addirittura vietata dal Concilio Vaticano, perché ritenuta troppo micidiale. Il palio consiste in un prezioso drappo che da circa dieci anni viene realizzato da artisti di fama.

Festa degli "Schutzen" a Bolzano. Una sfilata in costume tirolese, dedicata agli Schutzen ed alle bande musicali dell'Alto Adige ha luogo la quarta domenica di maggio a Bolzano. Gli Schutzen risalgono al Medioevo, quando i contadini si organizzarono per difendere le terre dai nemici. Dopo il corteo per le strade della città con tanto di bandiere e musica sotto un tendono posto in una piazza, vengono distribuiti i piatti tipici e caratteristici della regione e naturalmente si bevono fiumi di birra. Alla sera un grande ballo.

 

Sagra della frittata a Casale Monferrato (Alessandria). L'ultima domenica di maggio a Casale Monferrato si svolge la sagra della frittata. La città di Casale, dopo aver festeggiato il carnevale con la sagra degli agnolotti, prosegue il suo calendario popolare con questa manifestazione gastronomica di maggio. Musiche eseguite dalla banda del luogo, "la mounfrina".

Sagra dei "taratatà" a Casteltermini (Agrigento). Da oltre tre secoli, ogni anno viene celebrata la Casteltermini la festa di Santa Croce, oggi comunemente chiamata la sagra dei "taratatà”. In questa manifestazione è ancora vivo il ricordo della tradizione araba inserita nel folclore siciliano. La leggenda vuole che una vacca, mentre pascolava, si inginocchiasse sempre davanti a un determinato posto. I pastori, incuriositi, si misero a scavare e trovarono una croce di legno: e a questo ritrovamento, per l’appunto, è dedicata la festa. Alla processione partecipano uomini a cavallo vestiti con costumi del '600. Sfilano quattro ceti (i celibi, i pecorai, i borghesi ed i bordonari). Infine, chiude il corteo il gruppo dei "taratatà", una quarantina di giovani che, secondo una leggenda, rappresentano alcuni arabi che, convertitisi in seguito a un prodigio, parteciparono nei tempi antichi ad una processione. E da quell’evento nacque la sagra. I giovani, infatti, nel corso della processione, eseguono ancora oggi danze coreografiche, incrociando e battendo sciabole, mimando, al suono di tamburi, una danza guerresca che si riallaccia alle tradizioni arabe. I giovani sono vestiti con una tunica bianca, sorretta ai fianchi da un cordone colorato. Hanno dei mutandoni bianchi stretti alla caviglia con calze e portano un copricapo fatto a turbante con dei fiori.

Sagra dei "pici" a Celle sul Rigo di San Casciano Bagni (in provincia di Siena). I "pici" sono una specie di spaghetti fatti a mano e conditi con sugo di carne oppure con soffritto di aglio e un po' di zenzero.

La Madonna della Fonte a Conversano (in provincia di Bari). Ogni anno in questo periodo a Conversano si celebrano i festeggiamenti in onore della Vergine della Fonte. Si tratta del culto di un quadro che rappresenta una Madonna nera, forse risalente al 487, quando il vescovo di Conversano portò dall'Africa questa immagine. La mattina della domenica una solenne processione parte dalla cattedrale ed entra nella villa comunale per la rituale benedizione alla campagna ed al mare. I festeggiamenti continuano il lunedì con luminarie, fuochi d'artificio e banda musicale. In piazza Castello avviene lo spettacolare lancio di palloni aerostatici che portano l'effigie della Madonna. Ad ogni lancio, uno scoppio di mortaretti.

Il "pane di san Giorgio" a Decimoputzu (Cagliari). San Giorgio martire, che viene raffigurato nei dipinti nell'atto di uccidere un drago, è festeggiato a Decimoputzu (nome che in italiano significa "Pozzo posto a dieci miglia da Cagliari”). Una pittoresca sagra si svolge in questo paese agricolo: a tutti i partecipanti viene offerto il pane fiorito, campidanese "su coccoi a pizziccorrus". Si tratta di pani che raffigurano foglie, fiori, animali, uccelli: questo rito vuol essere un augurio di abbondanza. La parte centrale dei festeggiamenti è dedicata alla processione in costume. Il simulacro del santo viene scortato da cavalieri e da una banda musicale. La sera, la festa si conclude con balli folcloristici in piazza e fuochi d'artificio.

Il palio di Ferrara. Il gioco risale alla dominazione degli Estensi. Questo palio venne menzionato per la prima volta negli statuti precisando che si doveva tenere per la festa di san Giorgio, patrono della città. Ma la data nel 1471 venne spostata al mese di maggio. Il palio, sospeso nel 1860, venne ripreso nel 1933 e poi interrotto a causa della guerra. Da alcuni anni è stato riproposto. La gara prevede la suddivisione della città in quattro contrade e quattro borghi. Come vuole la tradizione, i giovani che in costume prerinascimentale rappresentano le otto zone, il giorno precedente il torneo si recano sulla piazzetta della Repubblica per giurare fedeltà al "gran massaro" che è il duca Borso. L'araldo chiama a raccolta i "massari" che presiedono ad ogni contrada per leggere la pergamena. Il giorno stabilito, patroni, massari, sbandieratori, trombettieri si recano alla chiesa di san Giorgio per avere la benedizione del parroco. A questo punto inizia il torneo. Dopo la corsa delle fanciulle, che anticamente veniva chiamata corsa delle "mingarde", ha luogo il palio di san Giorgio. Fantini abilissimi, a cavallo di sfrenati berberi, si gettano in una corsa mozzafiato verso il traguardo. Al vincitore viene dato in premio il vessillo del comune.

Palio della balestra a Gubbio (Perugia). L'uso della balestra si diffuse durante le crociate e quest’arma fu considerata tanto micidiale che durante il concilio del 1139 ne venne vietato l'uso. Tuttavia i comuni fecero largo uso di quest’arma specialmente per difendersi dagli eserciti imperiali. A Gubbio la quarta domenica di maggio si svolge una delle gare sportive più importanti: la gara tra Gubbio e San Sepolcro. La prima fase ha luogo a Gubbio; la seconda, a settembre, a San Sepolcro. La balestra è formata da una specie di “ T” con il lato superiore ricurvo che costituisce l'arco di acciaio. Il corpo è di legno e porta il meccanismo per caricare la balestra. Infatti, nessun uomo riuscirebbe a tender l'arco e quindi occorre servirsi di un'apposita macchinetta detta "martinetto". Il tiratore si siede sul cavalletto e con i gomiti appoggiati in modo da non muovere la balestra, fa tendere la corda. Appena premuto lo "scrocco", la freccia parte e si dirige verso il "corniolo" che rappresenta la parte più difficile del bersaglio. La vittoria spetta a colui che riesce a colpire il corniolo.

La "carrese" a Larino (Campobasso). Le origini di questa festa, che si tiene a Larino per celebrare il patrono san Pardo, sono molto antiche. Nell'anno 840 i larinesi avevano abbandonato il paese a causa delle invasioni turche. Quando vi ritornarono, scoprirono che le reliquie del patrono erano state trafugate. Si diedero quindi alla ricerca disperata, finché un giorno le trovarono in una cappella abbandonata. Allora, presero i resti e li portarono sopra un carro verso il paese. Arrivati alle porte di Larino il carro con i buoi si fermò. Gli abitanti di Larino interpretarono quel segno come volontà superiore che in quel luogo sorgesse una chiesa. Nell'ultima domenica di maggio viene ricordato, appunto, l'arrivo del santo. Partecipano alla processione più di cinquanta carri addobbati con coperte, drappi di seta, fiori: alcuni sono molto grandi e muniti di baldacchino. Il momento più suggestivo è la sera, quando una folla, al lume di torce, intona un antico canto chiamato "carrese". Le processioni con carri che si svolgono durante questi festeggiamenti sono tre.

A Legnano, con la Sagra del Carroccio si ricorda, nell’ultima domenica di maggio, una tappa fondamentale nella storia e nelle tradizioni della Lombardia. Il "Palio delle contrade" si svolge nella forma attuale dal 1935, rifacendosi alle commemorazioni indette fin dal tardo Medio Evo per ricordare la battaglia del 29 maggio 1176, nei pressi di Legnano, durante la quale la Lega Lombarda sconfisse l’imperatore Federico Barbarossa. Dopo il ricevimento a palazzo Malinverni, la S. Messa solenne celebrata sul Carroccio nella piazza principale e la benedizione dei cavalieri, alle 14h e 30m oltre mille personaggi in preziosi costumi, a piedi e a cavallo, danno vita a un corteo lungo le strade che giungerà allo stadio comunale, dove il cavaliere che impersona Alberto da Giussano guida i suoi uomini in una finta carica. Nello stesso stadio si correrà poi il palio fra le otto contrade; la contrada vincitrice avrà in premio il diritto di custodire per un anno, nella propria chiesa, la croce che secondo la tradizione fu sul carroccio nel corso della battaglia e che venne donata dall'arcivescovo milanese Ariberto da Intimiano all'esercito della Lega dei comuni lombardi. Riceverà anche, come trofeo, una scultura in argento del peso di 1176 grammi (per ricordare l'anno della battaglia). Collegata alla sagra è una cerimonia che si svolge per commemorare un episodio leggendario. Si racconta, infatti, che la battaglia scoppiò nel giorno della festa dei SS. Sisinio, Alessandro e Martirio, di cui si veneravano, come ancora oggi, alcune reliquie nella basilica milanese di San Simpliciano. Appena i due opposti schieramenti si scontrarono, le anime dei tre martiri si alzarono in volo dall'altare loro dedicato e, sorvolata la campagna, si posarono sul pennone del carroccio a Legnano. A quella vista l'imperatore, terrorizzato, si diede alla fuga seguito dal suo esercito. Fin dal Medioevo i magistrati e i rappresentanti delle corporazioni di arti e mestieri di tutto il Milanese si recavano, ciascuno preceduto dal proprio gonfalone, in processione solenne alla chiesa di san Simpliciano per commemorare l'episodio. Ancora oggi, prima della sagra, le otto contrade di Legnano e i rappresentanti delle sei porte milanesi sfilano da piazza Mercanti alla basilica, al suono dei tamburi: cavalieri e dame, capitani e priori, castellane e guerrieri, preceduti dai quattro giovani che portano sulle spalle la croce di Ariberto d'Intimiano, simbolo della vittoria della Lega Lombarda. A San Simpliciano si celebra la Messa e si veglia la croce mentre si liberano contemporaneamente a Legnano e Milano tre bianche colombe in ricordo di quella leggenda.

La Madonna della Consolazione a Leverano (Lecce). La leggenda narra che a due contadini apparve in sogno la Vergine Maria dicendo loro di andare ad un pozzo dove avrebbero trovato una sacra immagine. I due, arrivati sul posto, iniziarono a scavare ma, dopo ore di lavoro, non trovarono niente. Nel frattempo passava di lì il barone della Ratta. Il nobile, vedendo i due che lavoravano, domandò loro cosa facessero e si beffò di loro quando quelli gli raccontarono del sogno. Il barone riprese il viaggio ma ad un certo punto il suo cavallo si imbizzarrì e il nobile fu trascinato e condotto proprio davanti al pozzo. In quel momento i contadini trovarono l'immagine della Madonna. Il feudatario, vinto dalla fede, fece costruire in quel luogo una chiesa. A questa storia è legata la festa che si svolge l'ultima domenica di maggio a Leverano. In quel giorno l’effigie della Madonna della Consolazione viene portata in processione per le vie addobbate del paese. Oltre ai festeggiamenti religiosi, la tradizione vuole che per la ricorrenza abbia luogo anche la "fera di li cerase", ovvero la sagra delle ciliege. Tutte le famiglie, il giorno della festa, dopo una visita al santuario, fanno il pieno di ciliege offerte nella piazza principale del paese.

Sagra dell'asparago a Malalbergo (Bologna). Sulle bancarelle si preparano gli asparagi in tutti i modi e si offrono a turisti e gitanti. Nel campo sportivo si svolge la famosa "camminata dell'asparago d'oro". E in chiusura non può mancare un grande ballo popolare con polche, mazurche e valzer.

Il "Balestro del Grifalco" a Massa Marittima (Grosseto). A Massa Marittima, una delle quattro città dove esiste una tradizione balestriera, si svolge l’ultima Domenica di maggio un caratteristico gioco medievale in onore di San Bernardino da Siena: più di 250 tra cavalieri, dame, notabili, sbandieratori, tamburini e balestrieri in costume medievale faranno rivivere le emozioni di un'antichissima competizione, il Balestro del Grifalco. La festa risale all'epoca in cui il comune doveva difendere la propria indipendenza e quindi era necessario mantenere in esercizio fisico i giovani massetani. Protagonisti sono i maghi della balestra dei tre rioni cittadini, detti terzieri. La Città Vecchia che veste i suoi uomini di velluti bianchi, Cittanova (bianco, rosso e verde) e il Borgo, con i partecipanti in giallo, blu e rosso. Il gioco ha inizio la mattina con i preparativi e l'allenamento dei concorrenti. Il pomeriggio sfilano in corteo i trombettieri, i tamburini, il gonfalone con i paggi di scorta, l'araldo ed il capitano del popolo. Il sontuoso corteo discende le ripide viuzze della cittadina, quindi attraversano la città i concorrenti che appartengono ai terziari, cioè le ripartizioni del paese: i tiratori di Cittavecchia, Cittanova e Borgo. I partecipanti, poi, si raccolgono in piazza Garibaldi per l'esibizione degli sbandieratori. Alle 5h della sera si dà il via alla vera e propria sfida: da 36 metri di distanza i 24 balestrieri lanciano i dardi su un bersaglio di appena 12 cm di diametro, il Grifalco appunto, un rapace della campagna maremmana che in questo caso simboleggia il nemico. La distanza del tiratore dai bersagli è sempre di 36 metri e le balestre usate sono fedeli riproduzioni delle armi medievali. L'unica differenza è nel bersaglio, rappresentato appunto da un grande grifalco. Al vincitore viene consegnata la freccia d'oro ed alla contrada di appartenenza lo stendardo.

Festa del vino a Montespertoli (Firenze). La festa dura nove giorni a Montespertoli, terra del Chianti. La manifestazione si articola in due settori, uno tecnico, con la mostra dei vini della zona, e l'altro popolare, con gare e giochi. L'ultima Domenica di maggio viene lanciata la mongolfiera alta 20 metri. Chi la ritrova ha diritto a cinquanta fiaschi di vino. Nel pomeriggio ha luogo la sfilata di carri allegorici e il trofeo della porchetta: una gara alla quale partecipano cinque maiali guidati da altrettanti "scaccini" che debbono spingere le bestie con il solo aiuto delle mani. Il maiale che arriva per ultimo sarà cotto a mo' di porchetta e mangiato da tutti.

Festa dei "bisi" a Peseggia (Venezia). Tre sono i giorni sono dedicati ai "bisi" a Peseggia, centro noto per la coltivazione di una delle qualità più pregiate di piselli. In un capannone appositamente allestito nel paese è possibile mangiare "risi e bisi".

La "cavalcata dei turchi" a Potenza. San Gerardo, patrono di Potenza, viene festeggiato a Potenza l'ultima Domenica di maggio con una processione caratteristica che si chiama "la cavalcata dei turchi". La sfilata vuole ricordare l'intervento miracoloso in cui il santo salvò la città da un'incursione dei pirati saraceni. I barbari, avendo risalito il fiume di notte, avrebbero sorpreso le sentinelle addormentate, se san Gerardo non avesse mandato i suoi angeli con le spade fiammeggianti. La manifestazione inizia verso le 8h. Su muli e cavalli sfilano i guerrieri alati che rappresentano gli angeli. Poi il plotone dei cavalieri saraceni che precede il cocchio del Gran Moro, chiamato "giuvuddine pascià" che per tradizione fuma una lunga pipa. Poi sfila la "galea", una grande nave semovente completa di equipaggio. Su questa prende posto una ciurma che finge di remare e un giovane che impersona san Gerardo. Infine, in coda alla processione, viene un tempietto illuminato, detto "cirio", formato da tre piani e sormontato da una alta croce. Nel tempietto è collocato un quadro del santo. Mentre si snoda la processione, dalle finestre e dai balconi, vengono lanciati i tradizionali "pipli", cioè fiori di ginestra.

"Carri di narciso" a Rocca di Mezzo (Aquila). Per l'occasione tutte le vetrine dei negozi vengono addobbate con bellissimi narcisi. La festa prevede una sfilata di carri allegorici costruiti ed abbelliti con i narcisi. I soggetti e le figure di queste macchine floreali rappresentano le situazioni più varie e fantasiose come l'oroscopo, la primavera, il trullo. La sfilata ha inizio nel pomeriggio e termina la sera. Al carro migliore viene assegnato un premio.

Il "lancio del pane" a Roseto Valforte (Foggia). A Roseto Valforte ha luogo per la festa di San Filippo Neri una caratteristica processione con il lancio di generi alimentari e pane benedetto. La leggenda dice che intorno al 1600 i rosetani decisero di acquistare una statua di san Filippo e mandarono sedici robusti cittadini a prelevarla. Alle porte della città i trasportatori si rifocillarono ed una volta ripreso il cammino, si accorsero che la statua era diventata pesantissima, praticamente intrasportabile. Uno dei portatori fece voto, allora, di costruire la casa per il santo. Per miracolo la statua ritornò leggera ed entrò nel paese. Ad accoglierla c'erano tutti gli abitanti che offrirono latte, vino e pane, in onore del santo. Da allora, al momento dell'uscita della processione, dai balconi vengono gettati sulla folla pagnotte, formaggio ed ortaggi vari, in segno di auspicio per i futuri raccolti, affinché siano abbondanti.

Fiaccolata di San Oreste (Roma). Per questa festa tutto il paese viene addobbato con archi di fiori e verdura. La sera sul monte Sorratte si accendono numerosi falò formati da fasci di canne raccolte in parte durante l'anno. Le torce così ottenute illuminano tutto il versante della montagna adiacente al paese, creando uno spettacolare effetto, simile ad un incendio.

Sagra delle "cerase" a Sant'Angelo Romano (Roma). La manifestazione ha inizio con una processione religiosa in onore di santa Liberata. Il giorno dopo, invece, un altro corteo è dedicato a san Michele, patrono del paese. Conclusi questi riti, si apre la sagra delle "cerase" e una sfilata di carri carichi di ciliege attraversa l'abitato. Sbandieratori e majorettes si esibiscono in piazza, dove si possono assaggiare le famose ciliege. Una grande lotteria e la premiazione del miglior carro chiudono la sagra.

Festa del carretto siciliano a Taormina (Messina). L'ultima domenica di maggio si svolge a Taormina il raduno del costume e del carretto siciliano. Nei giorni di questa manifestazione si può assistere a una sfilata di stupendi carretti che testimoniano l'artigianato popolare dell'isola. In concomitanza con il corteo, si possono ammirare anche spettacoli di pupi siciliani e vedere gruppi in costume delle diverse zone dell'isola. Inoltre, nella splendida cornice del teatro greco, si può assistere a rappresentazioni musicali.

 

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