La villetta

Il mattino seguente ci alzammo tutte di buon'ora e preparammo frettolosamente gli  zainetti cercando di non dimenticare niente. L'ultima ad essere pronta, fu come al solito Martina, che scese da casa con un abbigliamento casuals: jeans scarpe da ginnastica, camicia blu e maglia bianca allacciata in vita ed in spalla il suo capiente zaino blu pieno di vestiti.
Nonno  Enzo  al  volante  ci  apparve "stranamente"  vestito  in  modo  sportivo: pantaloni marroni e impermeabile grigio. Seduta accanto a lui c'era Ginevra che indossava pantaloni  marroni con tasconi, maglia “verde militare”, a mezze maniche e, legata alla vita, una felpa marrone con una scritta color militare. I capelli erano tenuti da un fermaglio e, appoggiato per terra, tra le sue gambe c'era uno zainetto beige. Dietro c'erano Giorgia, e Caterina. Giorgia indossava una maglietta blu e sopra, aperta, una camicia di flanella a quadrettoni ce!esti, jeans ed anfibi blu. Anche lei, come Ginevra, aveva appoggiato per terra il suo zaino blu. A fianco a Giorgia c'era Caterina che indossava una salopette nera in tinta con la maglia, e sopra una felpa verde acceso che richiamava le scarpe. Entrò in macchina Martina gettando lo zaino e con un sorriso disse "Buongiorno gente!!" e gli altri risposero  allegramente:  “Ciao  Martina”. Chiudemmo la portiera e …. Partenza!!!  Eravamo molto elettrizzate e non facevamo altro che chiedere al nonno: “Dov'è che andiamo?” ma egli, con aria furbetta, rispondeva; "E' una sorpresa !". Noi però continuavamo a fare domande "Quando arriviamo? Qual è la nostra meta ?". Mentre dietro si respirava aria da enigma, nonno Enzo continuava sempre ad essere più misterioso. Durante il tragitto scorreva un bellissimo panorama ricco d’alberi "ombreggianti" e di monti, il tutto costeggiava un bellissimo lago.  Guardavamo estasiate e scrutavamo ogni angolo. Si udiva il canto degli uccellini ed il sole splendeva alto nel cielo. La meta non era ormai lontana e non stavamo più nella pelle. Un piccolo incidente però ci fermò: la ruota destra anteriore aveva un piccolissimo foro. Eravamo tutte arrabbiatissime e nervose, però non ci scoraggiammo e, sostituita la ruota, in pochi minuti eravamo già pronti per ripartire. Era trascorsa appena qualche ora quando giungemmo in un posto alquanto isolato, lontano dal resto del paese e molto ricco di vegetazione. Il nonno si diresse per una stradina secondaria dove, appena dopo una curva, ci apparve una stupenda villetta di legno con balconcini e finestre ornati di rossi gerani, il tutto incorniciato in uno scenario roccioso. Restammo così estasiate ed attonite alla vista di tanta bellezza che ci sembrava di vedere uno di quei quadri di paesaggi che di solito ornano le pareti delle nostre camere. Fu il nonno a scuoterci invitandoci a prendere  i nostri bagagli e ad entrare. La chiave girò lentamente nella serratura e, non appena il portone si spalancò, ci trovammo in un salottino con un grande camino in pietra alla cui estremità superiore era collocata una mensola di legno con le nostre foto e quelle dei nostri genitori.
“Guardate come eravamo belle da piccole”, disse Giorgia, “Guardate! era il giorno del mio compleanno quando il nonno ci scattò questa foto”, replicò  Ginevra. Continuammo  a commentare le foto a lungo, poi ci guardammo intorno. Le poltroncine vecchio stile erano tappezzate con stoffa scozzese e sul tavolino c’era un grande centrino lavorato ad uncinetto. Continuammo ad esplorare la casa ed arrivammo in cucina. Era rustica, con mobili e pensili di legno. Le sedie antiche intorno al tavolo semplice ma signorile, rendevano la cucina molto accogliente. In un angolo c'era una vecchia radio di bambù ancora funzionante ed un telefono a parete. Si sentivano i rintocchi di un orologio a pendolo che provenivano da un'altra stanza. Entrando, scoprimmo che era la camera da letto. Il letto era di legno verde con il copriletto ricamato, e in un angolo c’era una sedia a dondolo marrone, un po’ malandata. Di fronte al letto un armadio sempre di legno verde e una specchiera dello stesso colore. Di fianco alla stanza, una camera con due letti a castello, che sembravano fatti apposta per noi.
Appena Mattina li vide esclamò “Dormo io sopra!".
E Ginevra urlò :"Perché proprio tu? Voglio dormirci io!"
Allora Martina: "Non c'è problema, io a sinistra e tu a destra".
Intanto Giorgia disse sottovoce a Caterina: "Non preoccuparti, faremo decidere al nonno e loro rimarranno a bocca asciutta". Caterina con un gesto approvò.
Tra i letti c'erano due comodini di un giallo accesso ed un armadio blu elettrico. La stanza era resa allegra da molte bambole, peluches e quadretti colorati e vivaci alle pareti che erano rivestite di carta da parati a righine gialle e blu.