Nonno Enzo
Ecco a voi il nonno più
bravo, più buono e più bello del mondo! Nonno Enzo!
E’ il nonno di Ginevra ma ci considera tutte sue nipoti e ci vuole bene allo
stesso modo. Anche noi proviamo molto affetto per lui e per questo lo chiamiamo
nonno. E’ una persona molto distinta ed elegante, ha pochi capelli bianchi che
esprimono saggezza, profondi occhi
azzurri, ornati da occhiali, che si illuminano quando ci vede; due grandi mani
che incutono sicurezza e ci fanno sentire protette quando ci accarezza; ha un
aspetto dolce e nello stesso tempo allegro. E' un direttore didattico in
pensione ed è per questo che ha molto tempo libero durante il quale ama
passeggiare all'aria aperta e fare lunghe escursioni su per le montagne. Gli
piace molto vagare con la mente fra le pagine dei libri oppure cimentarsi in
complicati esercizi di matematica e tradurre quelle “noiose” versioni di
latino. Tiene molto al nostro andamento scolastico, ma non si arrabbia mai se
facciamo qualche gaffe. Adora farci sorprese e ci accontenta sempre. È
felice quando siamo felici e triste quando siamo tristi, ci aiuta nelle
difficoltà e ci consola nei momenti critici. Scherza e gioca con noi e, con
lui, il tempo scorre velocemente. Spesso con il suo aiuto organizziamo delle
recite e poi ci ricompensa "per il duro lavoro" con dolci e
“carte” da dieci.
Ah, abbiamo dimenticato la cosa più importante!! Il nostro nonno è il più
bravo a raccontare le favole. Da piccole, spesso, ci sedevamo intorno a lui ed
ascoltavamo la sua voce armoniosa, rapite tanto da non volere che smettesse.
Ormai siamo grandi e non abbiamo più tempo per ascoltare le favole del nonno.
Scuola, palestra, nuoto e corsi di inglese, ci impegnano molto; Ogni tanto però
abbiamo nostalgia delle serate passate
ad asco1tare il nonno e così un giorno ci siamo messe d'accordo per chiedergli
di raccontarcene una come ai vecchi tempi.
Fu per questo motivo che un giorno, con il pretesto di svolgere dei compiti,
convincemmo i nostri genitori ad accompagnarci a casa di Ginevra. C'era quindi
tutto il tempo necessario per convincere nonno Enzo a raccontarci qualche
storiella, e l'opportunità si presentò subito dopo cena quando, parlando del
più e dei meno, ci avvicinammo al nonno e in tono supplichevole gli chiedemmo
in coro “Ci racconti una storia?”, “Volete una storia!” fu la sua
risposta “Non siete troppo grandi?”. Ma viste le nostre insistenze proseguì:
“Vi voglio accontentare, questa volta però non racconterò una favola come
quando eravate bambine, bensì una storia vera che ha dell'incredibile e per
finire vi condurrò in un luogo pieno di ricordi dove potrete scoprire i veri
valori della vita”. Proprio quando il nonno stava per iniziare il racconto, il
suono di un clacson ci fece sobbalzare e capimmo che i nostri genitori erario
arrivati e questo pose fine alla favola del nonno che andò subito ad aprire la
porta. Per settimane aspettammo
che il
nonno ci chiamasse e quando
ormai avevamo pensato di abbandonare l'idea di un viaggio, Ginevra ci comunicò
“Ragazze preparatevi domani si parte!”. Non conoscevamo la destinazione ma
ci bastava sapere che si usciva dalla solita routine giornaliera. Avremmo fatto
un viaggio, non ci importava sapere dove, quello che volevamo era stare insieme
e conoscere quella storia che sembrava avvolta da un cupo mistero.