Ma resta l'amore il fatto più importante nella vita di uno studente e ognuno di noi è impegnato in quella che si chiama conquista. Qualcuno spasima, qualcuno si atteggia a scanzonato, qualche altro, superando di forza ogni ritegno, porta serenate, personalmente o, se questo coraggio non ha, si trascina a un angolo di strada tre o quattro amici canori per dire con le parole della canzone in voga, le parole del suo attuale tormento.

                 A pensarci bene, sono poche le coppie e molto frequenti e lunghi i tempi della "marcia alla ragazza", che deve dire di sì e c'è gran lavorio di occhi per la ricerca di un segnale che tarda a venire. Si aspetta la domenica, anche, per andare in chiesa a contemplare l'oggetto misterioso rappresentato da una donna, tenuto conto del fatto che gli Italiani lì si innamorano.

                 Noi siamo fra questi, e la domenica, alle dieci, andiamo nella chiesa di S. Antonio per pregare con la mente e con gli occhi. Si chiama Gemma e il fatto mi ridicolizza di fronte a certi miei amici che sornionamente mi canticchiano l'omonima canzone napoletana. Ma l'amore è questo, fatto di attese, pazienza, sospiri (come ci hanno insegnato Petrarca e Aleardi a scuola) e poi è veramente tanto, o per dir meglio tutto, attendere il buio della sera per ridursi in un portone per la tradizionale mezz'ora.., gli occhi negli occhi e le mani nelle mani. Il portone del Largo Capocci, quello del Barone ("quando si vuol andare verso Roma"), quello del palazzo Notarmarco sono emblematici al riguardo. Comunque Gemma alla fine l' ho fermata. Mi sono fatto coraggio e le ho detto la rituale frase ("se voleva mettersi con me"). Mi ha detto che non poteva perché sentiva di voler bene a mio fratello Remo. In fondo, mi consolavo, è in pena come me. Mio fratello, infatti è impegnato con Tecla, quella di un'altra celebre canzonetta..

***

                    E fa bene Rabagliati a balbettare il suo "ba-ba-baciami piccina sulla bo-bo-bocca piccolina". Se ci vuole tanto tempo per trovare una "fiamma" e l'emozione e il balbettio sono come d'obbligo in un'età che non ha automobili, motociclette, autobus di linea e la donna, quella vera, si scopre solo nei libri di D'Annunzio.

                    C'è anche chi la conosce, ovviamente, ma è raro il caso di chi ne ha fatto esperienza oltre "Via Formelle", un'emblematica strada verso le Carceri, dove vegeta il prostibolo cittadino.

 

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