Ma il fatto più importante della corporazione studentesca è l'arrivo della ragazza forestiera. Di solito è figlia di un ferroviere per la presenza massiccia dei ferrovieri nella piccola città, ma può essere anche figlia di un giudice, di un maresciallo, di uno statale di un certo livello. E ieri è arrivata Barbara che ha letteralmente distrutto l'equilibrio interno studentesco. Barbara è il classico tipo di "strage" dei cuori. E' bionda, ha un nome straniero, ha gli occhi azzurri e possiede quel tanto di mezzo cittadino che non può non sedurre il timido studente provinciale. Praticamente viene organizzata una specie di "Caccia alla donna". Qualche amico mio fa la levataccia per vederla uscire la mattina dal portone di casa e per seguirla fino a scuola, e qualche altro aspetta l'ultima campana del Liceo per seguirla fino a casa e sempre facendo finta di niente e sempre dando a dimostrare di stare là dietro per caso, perché per caso si trova a fare la stessa strada. I più fortunati sono quelli del primo liceo che l' hanno compagna di banco in classe. Almeno sentono la voce, l'annusano nella vicinanza, possono mettersi maggiormente in evidenza. Altri cambiano abito. Da trasandati diventano manichini ambulanti, viaggiano tutti i giorni con il vestito della festa, hanno scarpe lucide come nella "reclame" del Brill e cravatte lussureggianti su camicie che hanno il collo inamidato. Per poco non si selezionano i migliori "fusti" interessati alla ragazza e si tira a sorte il diritto alla possibile conquista. E' una storia che tira via fino al trenta giugno e non sappiamo di vincitori e vinti tenuto conto che la ragazza è seria e che la conquista è davvero difficile.

                         E' seria troppo, l'abbiamo vista nel pomeriggio del dieci settembre su un letto di morte dopo aver detto sì a un assurdo bombardiere americano. Può, mi domando, può un armistizio chiamare alle armi una povera ragazza di sedici anni?

                          Anche per questo siamo rimasti a domandarci se la guerra ci ha lasciati vivi o morti, se questa Cassino è stata davvero ricostruita, se questi che ho davanti agli occhi, in classe, sono alunni o antichi compagni di scuola.

                                                                  Gino Salveti

                                                           

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