Le costellazioni
In
tutto il mondo, le diverse popolazioni hanno individuato delle figure stellari,
ovvero le costellazioni ma poche di queste sono state interpretare in maniera
simile. Laddove i Greci, per esempio, vedevano una regina seduta (Cassiopea), i
Cinesi riconoscevano un carro trainato dai cavalli e un sentiero scavato tra le
montagne. Oggi, invece, astronomi di tutto il mondo utilizzano le stesse
costellazioni. I primi a "Costruire" le costellazioni furono i
Babilonesi circa 5.000 anni fa; poi, fu la volta di Greci, Romani e Arabi. Molte
costellazioni portano nomi di animali; per esempio, l'Ariete o degli eroi
mitologici (come Perseo ed Ercole). Nel XVII secolo, gli esploratori europei
hanno dato i nomi ad altre costellazioni che si trovano nelle zone più
meridionali del cielo e che non erano visibili dal Medio Oriente e dal
Mediterraneo. Tra questi ci sono nomi bizzarri come il Bulino.
All'epoca il latino era la lingua internazionale della scienza e gli astronomi
continuano a utilizzare i nomi latini per identificare le costellazioni. Di
conseguenza, il nome corretto dell'Orsa Maggiore è Ursa Major, e la Croce del
Sud viene ufficialmente chiamata Crux. Ma la maggior parte dei nomi delle
singole stelle ci è stata tramandata dai paesi arabi che rappresentavano il
centro del mondo scientifico intorno all'anno 1000 d.C. Aldebaran (nella
costellazione del Toro), per esempio, è la parola araba che significa
"l'inseguitore", ed è stata scelta perché questa stella sembra quasi
dare la caccia alle Pleiadi, attraverso tutto il cielo. Mentre Deneb, che
significa "coda", si trova effettivamente nella parte posteriore del
Cigno. Sebbene le costellazioni siano fondamentali per orientarsi nel cielo, le
stelle che le compongono non sono realmente collegate tra loro. Si trovano,
infatti, a distanze diverse rispetto a noi. Alcune sono vicine ma sono molto
deboli, altri sono incredibilmente lontane ma eccezionalmente potenti. Delle due
stelle principali del Centauro, per esempio, una è molto vicina al Sole mentre
l'altra si trova a una distanza cento volte superiore ed è in realtà migliaia
di volte più luminosa.