Le poesie di Francesca

 

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A MIA MADRE

La vita di mia madre
non è stata una preghiera,
non è stata una favola rosea,
ma cocente coraggio
ed eroico dolore

Attendo sempre i tuoi colori,
il mite sorriso, la tua voce,
il grande eco della tua disponibilità

E così coloro il tuo cuore:
l'arcobaleno che si aprì
al tuo destino,
la tua esile mano
non mi accarezza più

Ma l'eterno fluire
delle nostre anime
si sollevano e sorridono
ancora all'inno della vita
confuso col prezzo
della morte

 

A MIO PADRE

Rude, forte, sembra mio padre,
ma io conosco il suo vero volto,
amaro, spezzato dal dolore umano

Ancora conserva il suo sguardo
di bambino orfano,
non per la morte,
ma per la grande emigrazione

Anche quando mi soffocavi,
capivo il mio nobile padre
vissuto senza poter mai dire:
papà

 

ILIC, GILBERTO, JEAN-JACQUES

Miei tre figlioletti,
velluto del mio cuore,
vene di sole
nel cosmo del mio destino

Le vostre voci
come dolci canti
tappano le ombre
sottili della malinconia

Noi tutti a sfidare l'impossibile
squarciando le onde
della violenza del destino

Io e voi, riuniti a sfidare
la notte e il giorno
con piccoli battiti immutati
d'amore, noi tutti respiro,
radici del nostro amore

 

A PUZ ANDIJELO (1978)

Il tuo sguardo marino,
or conciliante,
or confuso,
io guardo
Bontà, impulsività
mista a tenerezza
mai confessata.
Anche tu combatti
per una vita che non sai?

Anche tu, giorno per giorno,
vegli per non piegarti dentro?
Ora ti penso
Miriadi di sogni
volgono alla fine
La tua voce:
il rinnovo della speranza
senza confine

 

MASSIMO B.

Il tuo ricordo preme,
così affiora un lontano,
ma mai inviso 1973.

Era forse celere quel treno di Paestum
che mi donò la tua esistenza?

Quale fulmine,
e dolce amara intesa!
La solitaria armonia che spira
ha scolpito su terre nere
due cuori che s'infrangono
nel silenzio

 

VIA CASSANO, 80

La smania e la ricerca
di una sottile verità
mi riporta in quell'androne napoletano

Calcine dappertutto
e in silenzio arrivo
a quella soglia
davanti una vetrata sbilenca
coperta con cartone

Io respiro quelle stanze
che non conosco
io cammino per quella strada
che non ricordo

Io soffro per quell'uomo lontano
che non cede mai a compromessi

Via Cassano, 80
dolce malinconia di un addio!

 

A DORA F.

Da piccole c'era una sfida silente
tra noi:
tu la mente matematica,
io, forse, quella filosofica

Io ti ammiravo e
quando partisti mi arenai
nella massa amorfa

 

PER NATALE (1978)

Erano anni che aspettavo quel Natale
Nella fredda notte torinese,
alla stazione sopraggiungesti
con grandi doni
Sei stato grande nell'abbandonarmi
alla malinconia e al dubbio
fino a farmi impazzire
col tuo fascino slavo
di grosse bugie
E così giocatore slavo
mi hai bruciato le dita

 

ALLO ZINGARO

Nel tuo dolce respiro
tra spazi selvaggi
cerco te, Dusan
Queste sbarre
ci schiaffeggiano!
Vorrei celebrare
il tuo antico rito
nel tuo carro
dove ancora
la protettrice Sarah
non ha messo il suo velo
La freschezza della tua voce
cerco di strappare
al mio piccolo amore

 

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I lavori degli altri

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