Casa Editrice - FELICE LE MONNIER
Egregi signori, Con distinti saluti.
CONGREGAZIONE DEI TESTIMONI DI GEOVA 19 ottobre 1988 Spett.le Ci riferiamo alla Vostra del 23 settembre 1988
con la quale deplorate presunte nostre incompletezze e scorrettezze nella
citazione tratta dalla voce «xylon» del Vostro Dizionario
greco Liddell-Scott.
La frase: «la nostra citazione, ai sensi dell'art... riporta con
precisione le parti citate dal Dizionario», si commenta da sola
in quanto abbiamo verificato che invece il CD non cita affatto con precisione
tutta la spiegazione del termine greco. E riportiamo la lettera dell'ulteriore risposta che Le Monnier invia ai sig. Valter Farneti, presidente dei TdG: Casa Editrice - FELICE LE MONNIER
Egregio Signor Farneti, Con distinti saluti. (Copie originali di tali lettere si possono trovare in: L. MINUTI, I testimoni di Geova non hanno la Bibbia, Coletti a San Pietro, Roma 1997, 185-189) Nell'edizione di Ragioniamo del 1990, pag. 85, dopo la tiratina di orecchie fatta dalla LE MONNIER, il Corpo Direttivo dei TdG ripara alla propria scorrettezza e riporta la citazione completa di xylon, senza però fare un commento di Errata Corrige come di solito fanno tutti i normali libri in questi casi, ne' tantomeno scusandosi con i lettori e soprattutto non si tiene conto di cio' che la Casa Editrice LE MONNIER, aveva richiesto, cioe' una non equivoca dichiarazione riparatoria. E gli altri vocabolari di greco? cosa dicono a proposito della voce xylon? Vediamo un altro autorevole dizionario, cioe' L. ROCCI, Vocabolario Greco-Italiano, Societa' ed. Dante Alighieri, Roma 1981. A pag. 1299 troviamo la voce «xylon», e dopo tanti significati tratti da autori greci, cosi' come per il Liddell-Scott visto prima, troviamo al punto 2b: «croce, NT.; Ec»; cioe' il termine greco nel Nuovo Testamento prende il significato di croce.
...curioso a dirsi, ma provengono da pubblicazioni geoviste! Proprio così, la prima foto riproduce il simbolo dei TdG dal 1891 fino al 1931 che veniva stampato sulle loro riviste ufficiali, e si vede chiaramente la croce dentro una corona. La seconda è una foto tratta dal libro L'arpa di Dio scritto nel 1921 dal 2° presidente dei TdG, J.F. Rutherford. Per il primo presidente dei TdG, ovvero il fondatore C.T. Russell, la croce era il centro della fede geovista (ma i suoi successori lo hanno dimenticato!). Vediamo qualche sua frase: "Io possa dare vita ad un nuovo giornale nel quale il segno della croce possa essere tenuto alto" (Torre di Guardia, 7.15.1906, reprints p. 3823) Fu il secondo presidente, Rutherford, a cambiare le carte in tavola, ma anch'egli, all'inizio del suo governo, dichiarava apertamente che Gesù fu crocifisso. Ecco, infatti, una sua famosa affermazione: "Il prezzo del riscatto fu provveduto alla croce. La croce di Cristo è la grande verità centrale del piano divino, dal quale s'irradiano le speranze degli uomini... Allora tutti canteranno veramente: Io mi glorio della croce di Cristo". (L'arpa di Dio, 1921, p. 143 - Libro scritto da Rutherford) Inoltre, fino al 1936, furono pubblicate molte riviste
geoviste con riferimenti alla croce e illustrazioni di Gesù crocifisso:
"..egli si umiliò e si mantenne così fino alla morte,
alla morte di croce. (Creazione, 1927, p. 158) Poi Rutherford cambio' piano piano questa verità, cominciando ad affermare: "Che quella dove fu appeso Gesù fosse una vera croce di legno od un semplice tronco d'albero, non ha importanza..." (Ricchezza, p. 25; 1936). E qualche pagina più avanti, sempre nello stesso libro, affermerà: Gesù fu crocifisso non su una croce... ma inchiodato a un albero". (Ricchezza, p. 27) Ma il presidente geovista doveva pur dare una spiegazione di questo cambiamento improvviso, e allora dirà in Nemici, a pag. 199, edizione del 1937: "La croce e le reliquie erano in uso nella pratica delle religioni pagane molto tempo prima della nascita... di Gesù". Ecco allora spiegato il motivo iniziale di questo rifiuto della croce: la croce è un simbolo pagano! Ma ci chiediamo noi: il palo, non era un simbolo in uso presso i pagani? Altro che! Lo dicono gli stessi Testimoni di Geova nella Torre di Guardia del 1.5.1978 e del 15.1.1975: Re Manasse mostra pentimento facendo abbattere gli idolatrici pali sacri. L'altro termine greco che nel Nuovo Testamento indica lo strumento di morte sul quale mori' Gesu' e' stauros. Vediamo cosa dice la bibbia geovista riguardo a questo termine nell'appendice sopra citata. A pag. 11579 della Traduzione del Nuovo Mondo leggiamo: Nel greco classico la parola "stauros" significava semplicemente un palo verticale, come quelli usati per le fondamenta. Il verbo "stauroo" significava recintare con pali o fare una palizzata. Gli ispirati scrittori delle Scritture Greche Cristiane scrissero nel greco comune ("koine") e usarono la parola "stauros" con lo stesso significato del greco classico, quello cioe' di palo semplice, senza alcuna specie di braccio trasversale incrociato in alcun modo. Non c'è nessuna prova del contrario. Il difetto di questa affermazione e' che non tiene conto dell'evoluzione che il termine stauros ha avuto dall'epoca del greco classico all'epoca contemporanea alla scrittura del Nuovo Testamento. Infatti, sia vocabolario di Liddell-Scott, sia quello di Rocci (vedi sopra), danno, oltre ai significati di palo, palizzata, tronco, trave (usato da scrittori greci antichi come Omero - vissuto 600 anni prima di Cristo), anche quello di croce per il Nuovo Testamento. Quindi e' indubbio che questo termine nell'epoca neotestamentaria, indicando lo strumento di supplizio, volesse significare proprio la croce, e che quindi aveva subito un'evoluzione dal significato originario. Da sottolineare anche il fatto importantissimo che la condanna a morte di Cristo era stata eseguita dai romani, e presso di loro era in uso crocifiggere i malfattori che si erano macchiati di colpe gravissime. Quando facciamo questa obiezione ai TdG, essi dicono che non e' un motivo valido il fatto che erano stati i romani a crocifiggere Gesu', perche' ci si trovava in Palestina e non a Roma, e i romani erano solo la potenza occupante di questo territorio e quindi non potevano usare le croci. Questo ragionamento che fanno i TdG e' molto approssimativo, debole e, comunque, dimostrano poca preparazione storica. Quando, infatti, la Palestina era occupata dai Seleucidi, dei quali era re il crudele Antioco IV Epifane (II sec. a.C), nelle Antichita' giudaiche scritte da Giuseppe Flavio (storico giudeo del II sec. d. C.), si legge quanto segue a proposito dei giudei che si opponevano ad Antioco Epifane: [Alcuni giudei] erano percossi con flagelli, mutilati i loro corpi, mentre ancora erano arsi vivi e respiravano, venivano crocifissi mentre, le loro mogli... (Libro XII, cap. V, 4) Ecco dunque una testimonianza storica che la crocifissione era in uso in Palestina gia' 167 anni prima della crocifissione di Cristo. Ma sempre Giuseppe Flavio ci dice che anche ottanta anni prima di Cristo, in Palestina era stata eseguita un'altra esecuzione di massa ad opera di Alessandro Ianneo (103-76 a.C.) ...ordinò che fossero crocifissi circa 800 Giudei . (Libro XIII, cap. XIV, 2) Da precisare, inoltre, che Alessandro Ianneo non era un re pagano, ma era un re giudeo, discendente della gloriosa famiglia dei Maccabei. Nell'appendice 5c della bibbia geovista, e' da rilevare che essa, cita Giuseppe Flavio per quanto riguarda le esecuzioni di massa che avvenivano presso i Giudei, ma non cita Giuseppe Flavio quando parla di crocifissioni di massa dei Giudei, come invece noi abbiamo documentato. Tornando a "stauros" e sul modo di crocifiggere i condannati in epoca neotestamentaria, in realta' la croce veniva indicata con "stauros" non perche' veniva messo su un palo, ma perche' il condannato doveva portare sulle sue spalle un palo fino al luogo della crocifissione, e questo costituiva il palo orizzontale che veniva innestato sul palo verticale che era gia' fissato sul luogo della crocifissione. Vediamo cosa dice in proposito J. McKenzie, un autore molto caro agli stessi TdG (Ragioniamo, pag. 404), ma ovviamente non lo citano in questo caso: La croce sulla quale fu crocifisso Gesu' era o la crux commissa, a forma di T o la crux immissa o capitata, a forma di daga o pugnale. Il fatto che il titolo della condanna fu posto al di sopra della testa (mt. 27,37) fa pensare alla seconda forma di croce. Dato che l'esecuzione di Gesu' era stata affidata ai soldati romani è probabile che si seguisse la maniera di esecuzione romana. La croce portata da Gesu' fino al luogo di esecuzione non doveva essere, secondo la procedura comune, l'intera croce, ma soltanto il palo trasversale. Di regola il palo verticale veniva lasciato sul luogo dell'esecuzione, mentre quello trasversale veniva attaccato di volta in volta. Le braccia del condannato venivano prima attaccate al palo trasversale mentre egli era disteso al suolo; poi il condannato veniva innalzato, insieme con il palo trasversale su quello verticale, al quale venivano legati i suoi piedi. Lo si attaccava o con corde o con chiodi, che eventualmente erano quattro. Il criminale veniva sempre legato con corde intorno alle braccia, alle gambe, alla vita: i soli chiodi non avrebbero potuto reggere tutto il peso del corpo e le corde impedivano al condannato di scivolare giu' ("croce", in J. MCKENZIE, Dizionario Biblico, a cura di B. Maggioni, Cittadella Editrice, Assisi 1981). |