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46ª Brigata Aerea
 
MISSIONE RESTORE HOPE (SOMALIA)

3 Dicembre 1992 Risoluzione O.N.U. numero 794. Da questa risoluzione dell' ONU, che autorizzava l'impiego di forze militari internazionali, (per assicurare, un minimo di condizioni di sicurezza per soccorrere la popolazione somala, dilaniata da una guerra civile), trae origine l'Operazione RESTORE HOPE.  All' operazione aderirono circa 30 Paesi, ma i contingenti principali furono gli USA, con 25.000 uomini,  l' Italia e la Francia con 3.000 uomini ciascuno.
L' avvio dell'operazione avviene con lo sbarco dei Marines USA, il 9 dicembre dello stesso anno. Dopo una accesa discussione politica in Parlamento, con largo eco anche tra l' opinione pubblica, l'Italia partecipa attivamente all' operazione con propri militari dislocati nella ex- colonia italiana.  Partecipano forze di terra,  mare e aria. L' Esercito Italiano partecipa con il contingente IBIS, la Marina Militare,con il 24° Gruppo Navale e l' Aeronautica Militare, con velivoli da trasporto C130  e G222 della 46ª Brigata Aerea, oltre a DC9, B707 T/T, Gulfstream III, Falcon 50 e elicotteri HH3F.
Il 15 dicembre 1992, atterra sull' aeroporto di Mogadiscio, il primo C130H,  inaugurando il ponte aereo per il trasporto delle truppe, dei mezzi e di tutto l' occorrente logistico per il supporto all' operazione. Per consentire un flusso continuo, l' A.M. ha adottato per la prima volta, un sistema in uso presso le compagnie civili. Lo scalo "tecnico" a Luxor, in Egitto. La sosta consente il cambio degli equipaggi sui velivoli, per mantenere sempre vigile ed efficiente, lo stato psico-fisico degli equipaggi.  La Forza Armata, per le operazioni il Somalia, costituì il Reparto Volo Autonomo, formato dal Comandante (con dipendenza diretta  dal Comando 2ª Regione Aerea), da unUfficio Operazioni, da un Gruppo Volo Trasporti, un Gruppo Volo Combat SAR, una Sezione Servizi Generali e da un Nucleo Amministrativo. Al R.V.A., furono assegnate in sede permanente, circa 100 militari (piloti, specialisti, medici, addetti alla difesa ecc.), due G222 e tre elicotteri HH3F Combat SAR del 15° Stormo (gli HH3F Combat SAR, sono dotati di blindatura, contromisure elettroniche radar warning, GPS e da tre punti di fuoco per mitragliatrici Minimi calibro  5.56). I G222, venivano utilizzati nella tratta Mogadiscio-Gialalassi, per l' aviolancio di paracadutisti e più spesso lancio di viveri in zone non raggiungibili da altri mezzi, oppure molto pericolose per l'incolumità dei nostri militari. Durante il volo, ma specialmente durante la fase del lancio, che per forza di cose avveniva a bassa quota ed a velocità ridotta, i G222 erano scortati da una coppia di HH3F.Purtroppo, durante  la permanenza in Somalia, il contingente Italiano, ha subito una vittima ed alcuni feriti, tra i militari dell' Esercito. Tali "incidenti" sono avvenuti, non per inettitudine o negligenza dei nostri militari, ma per il semplice fatto che gli assalitori, si facevano scudo di donne e bambini nascondendosi tra la folla per poi assalire improvvisamente i nostri militari.  Non vi sono stati incidenti, tra il personale dell.' A.M.
 

Le altre Forze Armate Italiane

ESERCITO ITALIANO
Brigata paracadutisti composta dal Reparto Comando e supporto tattici, due battaglioni paracadutisti, dal Battaglione paracadutisti d'assalto "Col Moschin", un Battaglione logistico con Nucleo chirurgico, un reparto minore di mezzi corazzati (carri armati, blindo Ariete), un Nucleo Carabinieri. Ha partecipato all' operazione anche un Gruppo Squadroni Elicotteri, con quattro CH-47, sei AB205 e per la prima volta in zona di guerra,  i temibili  elicotteri A129 Mangusta (controcarro) di produzione Italiana.
 
 

MARINA MILITARE
La Marina Militare, ha partecipato con il 24° Gruppo Navale. Tale Gruppo, era composto dall' incrociatore porta elicotteri Vittorio Veneto, dalle navi da sbarco San Giorgio e San Marco e dalla nave rifornimenti Vesuvio.
La componente elicotteristica della Marina, era composta da tre SH-3D e da sette AB212. La componente anfibia era composta dal  leggendario Gruppo operativo del Battaglione San Marco e dal Gruppo operativo incursori.