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 C   Oua sun de Camuggi ma sun nasciuu in ten paise de mä, Boccadase.

Giorni fa,  passeggiando sul lungomare di Camogli, via Garibaldi, ho visto sulla spiaggia dei giovani che stavano preparando un F.D. per una uscita in mare, il vento era quello giusto, tramontanina, e curioso mi sono seduto sul molo per osservare quei gesti.   Mentre li osservavo mi ricordai della mia infanzia, su un'altra spiaggia quella del borgo di ''Boccadasse'' ,a Genova, piccolo borgo sul mare che con altri del levante Genovese, , hanno da sempre avuto una grande importanza, sopratutto nel dopoguerra, con la creazione o riattivazione di storici circoli velici o dei pescatori, ma   a Boccadasse in quegli anni (1950)  il mare, per molti era anche  fonte di primo sostentamento.

Ma non solo questo ricordo, quei ragazzi, mi riportarono ad un personaggio che creò per primo, ne sono sicuro, il prototipo dell'attuale classe di barche a vela ''OPTIMIST'' , questo  prototipo in origine non era a  vela, lo diventò in un  secondo momento.

Il prototipo nacque, nel mio borgo, in un magazzino adattato a falegnameria, fu l'idea del padre di un mio caro e indimenticato amico che oltre ad essere un  pescatore, era anche un valente '' Maestro d'ascia'',  costruiva e riparava ''gozzi''.  L'idea, gli  venne osservando lo scafo delle  barche chiamate ''barcelle'', scafi di circa 3 metri a carena piatta, tipo le barche da lago,  e quel giorno, nel mese di maggio del 1954, la disegnò su di una tavola del banco da lavoro, mentre io e suo figlio  prendevamo pezzi di legno per giocare sulla spiaggia, e in pochi giorni vedemmo l'idea realizzata; era una cosa strana per noi bambini, ma dopo aver seguito il padre insieme ad altri suoi amici sulla spiaggia la vedemmo galleggiare ed il padre, salito all'interno, prese due tavolette quadrate, una per mano,  si lanciò in mare e, usandole a mò di remo, scivolò veloce sull'acqua arrivando, con quei gesti veloci delle braccia , al centro del golfetto di Boccadasse e dopo una stretta virata, braccio sinistro fermo in acqua braccio destro a remare tornò a terra surfando sulle basse onde.  Quel giorno nacque il ''GIORMA'' ma non ricordo come nacque quel nome.

Dopo pochi mesi da quell' esaltante varo, comparirono sulla spiaggia una decina di ''Giorma'' tra cui il mio, costruito nell'officina di mio padre, ottimo meccanico, con una grande passione per il mare.    

Ricordo che nell'estate del 1955 sotto gl'occhi vigili di mio nonno, vecchio barcaiolo del porto,  io ed altri amici passammo i giorni di vacanza estiva a scorrazzare e a gareggiare nel golfo aspettando le onde per raggiungere la spiaggia.

Nello stesso anno, un altro ''Maestro d'ascia'' di Piaruggia, oggi forse l'ultimo ancora  in attività,  lo modificò e fissando una tavola di legno sul fondo come scassa per un albero ben calcolato a sostenere una piccola vela latina, un supporto adeguato per la deriva mobile, e con  il timone dalla sagoma adeguata allo specchio di poppa , trasformò il  ''GIORMA'' in una piccola imbarcazione a vela,  e furono molti quelli che lo  modificarano per poter partecipare ad accese regate estive, alle quali parteciparono molti ragazzi dei due Borghi marinari da sempre in competizione.

Io non potei  mai modificarlo, perche' il mio lo persi in quella mareggiata del febbraio 1956, rubatomi sulla spiaggia dal mare in tempesta che in quel giorno distrusse tanto altro.

L'anno scorso sono tornato a Priaruggia per curiosare sulla spiaggia e incontrai un amico d'infanzia, il quale, dopo un buon caffe' al Circolo Velico, mi portò a visitare il magazzino di rimessaggio del circolo e in un angolo da sotto un vecchio telo vidi spuntare la poppa di una cosa a me familiare, era un ''GIORMA''  nella versione originale ben conservato e unico esemplare rimasto.

Ma ormai i ragazzi sono già in mare e remando con il timone si preparano a tirare i loro bordi verso la Punta, e guardando con invidia quel gesto pensai a quei giorni passati a pitturare o in mare con il mio ''GIORMA' ''.

 

G

 

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