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Ô FÔRESTO FÔRESTO, da forestiero, colui che viene da altro paese. "Straniero, vi fermate molto ?" – chiedeva lo Sceriffo a chi non conosceva, nel famoso e lontano West. Beh!
A
pensarci bene nei miei primi giorni a Camogli ho avuto questa impressione,
trovandomi a passeggio in compagnia di un dolce e carina signora, mia moglie,
dopo esserci trasferiti da un paese
vicino, nella nuova casa dei suoi genitori, quando lei, nativa di questa
cittadina, incontrava i suoi vecchi conoscenti tutti la salutavano e pure io
venivo compreso in quei saluti, ma dentro di me mi chiedevo, dato che per loro
ero uno sconosciuto, se pensavano: "chissà chi è quello, chissà se si
fermerà in paese". Nei
giorni successivi e con incontri sempre più frequenti, forse questo pensiero
era sparito dai loro saluti e piano piano dal
Buongiorno siamo arrivati al Ciao ! Ormai
sono diventato Camoglino, e questa cittadina sul mare con grandi e vere storie
di mare, con il suo Monte che
chiude il Golfo a levante, con l'aria che
lo circonda che, nei giorni di sole, assume
il colore del cielo riflesso dal mare, il
colle del Castellaro, probabile accampamento dei primi e primordiali camoglini,
che con il suo ciuffo di pini marittimi mi ha lasciato a bocca aperta la prima
sera di primavera, quando lo guardavo al tramonto dal nostro giardino, per
quell'immagine di tranquillità che mi trasmetteva immaginandolo come una parte
dell'Isola che Non C'E' e mi faceva pensare che,improvvisamente, da dietro
la Punta del Monte che si allunga sul mare, potesse emergere la sagoma del
galeone comandato dal famoso pirata. Ma
a Camogli esiste un'isola, con la chiesa e la torre che fu del vecchio castello
a difesa; l'isola è collegata a terra da un basso ponte sul mare, di
costruzione ottocentesca che con i suoi archi a sostegno poggiati a mare, dà
rifugio ai gozzi dei pescatori , ha
consentito, a suo tempo, la costruzione del Porto, ma anche della piazzetta,
punto di arrivo dei turisti e ritrovo dei camoglini che seduti sul muretto di
protezione discutono di politica e pallanuoto e dove nel mese di maggio viene
allestita la più grande festa a base di frittura di pesce. Tutta la zona del porto è spettacolare, un vero palcoscenico, tutte quelle case
strette ed alte, dai colori pastello, con la vista dall'imboccatura del porto
Genova sullo sfondo e le quinte formate dai monti che portano alla ''costa di
Ruta''. Di
recente, per merito di un' amico dell'Università di Sassari, è stata allestita
una mostra su Camogli a Stintino, curata dalla mia Signora Camoglina, per
ricordare i legami delle due Cittadine di mare, legami dati da coloro che là si
trasferirono per la pesca. In quei giorni ho conosciuto dei pescatori, che come
i nostri di Camogli, vivono tutti i giorni sul più irrequieto e grande elemento
della Terra e anche loro sono pacati nel dire e nel fare, la nostra premura
giornaliera per loro non ha senso. Come
tutte le cittadine di Mare Camogli ha il suo fascino, e sono molte le persone
che con diverse motivazioni producono eventi
per la cittadinanza, ma di più forse per il turista di oggi che con il
suo mordi e fuggi tutto al più a Camogli morde ''un tocco de fügassa e
ü scappa'' è solo questo che a loro rimane come ricordo di Camogli; questi per me
ora sono '' I
Foresti''. Qui i giorni sono tutti uguali, le signore che nella metà
mattina fanno paziente attesa nei pochi negozi alimentari, i comandanti che
verso le dodici escono dalla loro sede e si fermano in piazza Schiaffino per gli
ultimi saluti prima di pranzo, l'edicolante che ti passa il giornale
ripiegato a coprire la testata, le tante parole nei negozi tra clienti e
negozianti, il corniciaio sulla porta del negozio, e quella cartoleria che ha di
tutto, ma con le vetrine in legno che non ricordano l'ultima volta che si sono
incontrate con un pennello, chissà forse è una strategia. Al tramonto il
peschereccio della Coperativa Pescatori che rientra in porto dove ad attenderlo
è pronta la ''carretta'' che spinta a mano esibirà parte del pescato nel loro
negozio dove due care amiche, consigliano ai foresti come cucinare il nasello o
il polpo. C'è anche una costruzione che chiamano mercato, con la sua struttura
malconcia, fu il primo posteggio per auto negli anni 50, un banco di verdura al
suo interno, il resto a magazzino; lì mi piacerebbe il Museo Marinaro più
vicino all'arrivo dei Foresti che di ritorno da S. Fruttuoso, con pochi
"citti" , potrebbero portarsi a casa un ricordo in più. Tanti a Camogli sono come me, ex Foresti, e sarebbe curioso sapere se anche loro
si rendono conto, che dire ''Sono
di Camogli" vuol dire fare
invidia.
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