Venetulani, Vitellensi, Zuziensi.

Indi osserva, che a’ suoi giorni erano mancati nel Lazio 53  popoli, forse per esserne sopravvenuti degli altri a cagione delle colonie, che spesso si deduceano da’ Romani, conforme accenna il medesimo autore; <<colonis sape mutatis, tenuere alii aliis temporibus>>, oppure per la necessità, che frequentemente si avea da fare nuove divisioni della “Campagna” a i soldati emeriti; sembrandomi queste motivi più verisimili di quelli, che adduce il Padre Atanasio Kirchero (2)

Io non mi sarei preso ad annojare la S.V. con annoverare le suddette genti, e città quando non fosse stato mio pensiero d’inserirne che o piccole, o grandi, che esse fossero, certamente erano in gran numero, ed è forza confessare, che occupassero tutta quanta la “Campagna”, e che col mezzo della “coltivazione”, e dell’industria ne traessero tutto il necessario alla loro conservazione, e accrescimento.

 5- Tanto maggiore doveva essere l’industria degli abitanti del Lazio, quanto conteneva più nazioni; perché se ne annoverano dagli antichi scrittori diverse, cioè gli Ernici, i Latini, i Volsci, e gli Equi, co’ quali ebbe molte guerre il popolo Romano, (3) E perché ancora presso le prime genti niuna professione fù più stimata della Agricoltura; onde dicea Cicerone, (4) che : <<omnium rerum, ex quibus aliquid acquiritur , nibil est agricoltura melius, nibil uberius, nibil dulcius, nibil nomine libero dignus>>, perciò Romolo peritissimo di quello che si ricercava a fondare un perfetto governo, destinò il popolo, perte alla “milizia”, e parte all’agricoltura, la quale era stata già introdotta da Evandro, al riferire di Dionigi Alicarnasseo (5) : e la “Campagna” medesima fu poi divisa in parti da Numa, a ciascuna delle quali assegnò un prefetto, come racconta Plutarco (6). Per questo il gran poeta Virgilio, (7) informatissimo degl’interessi di Roma, attribuì alla sola “agricoltura” l’ingrandimento de’ Romani, dopo averla celebrata con somme lodi <<Hanc olim veteres vitam collere Sabili, hanc Remus, sic fortis Etruria creuit, Scilicet rerum facta est pulcherrima Romæ, Septum quæ una sibi muro circundedit arces>>.

In questo medesimo parere concorse anche Paolo Paruta gravissimo istorico e Senator Veneziano ne’ suoi discorsi politici (8), dicendo, che la Repubblica di Venezia s’ingrandì col mezzo della “Nautica”, laddove quella di Roma coll’Agricoltura: e molti chiarissimi di quei cittadini Romani furono singolarmente celebrati per essere stati non meno buoni “Agricoltori”: che gran “Capitani”, siccome furono Curio Dentato, Quinzio Cincinnato, Attilio Collatino, Marco Regolo, Scipione Africano, ed altri. Laonde Marco Catone (9) disse:<<Ex agricolis viri fortissimi, milites strenuissimi gignuntur>>, essendo stato questo esercizio conveniente, anzi necessario al sito di Roma.

 (2)  Latium parte 4° cap. 2° pag.123

(3)  Strabo Geograf lib.5

(4)   De Offic. Lib.5

(5) Antiquit. Roman. Lib.2

(6)  In Numa Tomo 1 Oper. Edit.Paris. pag.71

(7)  Lib. 2 Georgic. Vers.532

(8)  Libro 2 – discor. 1 –pag.367

(9)  De Re Rustica – lib.1 – cap.1