La draghessa
raffreddata sputa fuoco e...
Con
qualche preoccupazione Noè fece salire sull’arca anche una coppia di
draghi. Con tutta quella pioggia la draghessa si era presa un bel
raffreddore.
«Eeeccciù!
Eeeccciù!» Faceva, ma ogni due o tre Eeeccciù
dalla sua bocca partiva una lunga lingua di fuoco.
Così
finì che una malaugurata volta il tetto dell’arca cominciò a bruciare. |
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Tutti
gli animali scappavano da ogni parte gridando: «AIUTO! AIUTO!» e nessuno
pensava a spegnere il fuoco.
Quand’ecco
che si fecero avanti due lunghe orecchie bianche…
«Fate
largo!» si sentì dire. Era il coniglio che…
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…subito
appese un secchio al collo della giraffa e in quel modo prese l’acqua dal mare
e la rovesciò sul fuoco.
MA
NON BASTÒ!
E
il tetto di legno continuava a bruciare.
Allora
chiese aiuto agli uccelli che presero l’acqua con il loro becco e la
lasciavano cadere sul fuoco.
MA
NON BASTÒ!
E
il tetto di legno continuava a bruciare.
Anche
la balena con il suo spruzzo ci provò.
MA
NON BASTÒ!
E
il tetto continuava a bruciare.
Il
drago ci soffiò e la situazione peggiorò.
Lo
squalo, con la coda, l’acqua agitò e l’arca pericolosamente dondolò.
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MA
NON BASTÒ!
E
il tetto continuava a bruciare.
Allora
l’elefante ci provò con le zampe, ma non ci riuscì.
«Con
la proboscide!» Il coniglio gli gridò e l’elefante l’acqua succhiò e
il tetto innaffiò.
Venticinque
volte ci provò e finalmente il fuoco smorzò.
ALLORA
SÌ CHE BASTÒ!
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E
un grido di gioia per l’arca si levò!
Per
premiare il coniglio coraggioso Noè una festa organizzò.
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Con
trombe e tamburi, flauti e piatti diede il via alla “ballata dei
matti”. Felici, allegri e con grande agilità tutti a muoversi di qua e
di là.
A
destra e a sinistra, le code superbe, dondolavano ghiri e marmotte e gli
elefanti molto eleganti un passo indietro e quattro avanti.
La
gialla giraffa e la tortorella fecero un passo di tarantella.
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Il
cane e il gatto in sintonia giravano attorno al leone “sua signoria”.
Il
panda imbranato che muoversi non può un giro di tango e se ne andò.
Il
topo Squik squik lo seguì, lo invitò a ballare e tutti e due cominciarono a
girare.
La
bella medusa che sempre fa male non la voleva neanche un cane e l’istrice
afflitto dal dispiacere andò a consolarla e le diede un bicchiere: «Brinda!
– Le disse – a questo giorno speciale e non te la prendere se a volte va
male.»
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Su
e giù palloncini tanto carini e festoni di tanti colori e col trombone
intonarono una bella canzone. Che allegria e che commozione! Noè che
tutto aveva ammirato vide negli occhi la tristezza di rinoceronte Renato.
Con
molta astuzia e intelligenza al centro dell’arca una torta posò e tutti
gli animali a mangiare invitò.
«Venite
qui – a tutti gridò – brindiamo e mangiamo, bravi davvero.
E
un unico coro al cielo volò:
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VIVA IL CONIGLIO
CHE CON IL SUO CORAGGIO
TUTTI NOI SALVÒ!
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