A
partire dalle contestate elezioni del 12 giugno scorso, nella Repubblica
Islamica dell’Iran numerosi atenei sono stati teatro di violenti attacchi di
milizie filogovernative contro studenti. Nel corso di questi assalti molti
giovani sono stati uccisi o feriti. Non si contano più gli studenti che, per
avere semplicemente partecipato a pacifiche manifestazioni di dissenso contro
il governo, sono stati sospesi dagli studi, espulsi dalle università,
arrestati, tavolta torturati, spesso condannati a molti anni di carcere. Anche
numerosi docenti sono stati arrestati, o intimiditi in vari modi.
Il
4 gennaio scorso 88 professori dell’Università di Tehran hanno scritto una lettera aperta alla Guida Suprema
dell’Iran, l’Ayatollah Ali Khamenei, per chiedergli che i responsabili di
quegli attacchi vengano puniti, che gli studenti detenuti per ragioni politiche
vengano rilasciati, che i campus universitari vengano rispettati in quanto
luoghi di studio e di ricerca.
UNIVERSITY4IRAN è un’iniziativa di mobilitazione internazionale a
sostegno di queste richieste. Firmando la lettera che segue, docenti e
ricercatori delle università di tutto il mondo avranno modo di esprimere la
propria solidarietà ai loro colleghi iraniani e di far sapere alla massima
autorità della Repubblica Islamica che il mondo accademico non assiste con
indifferenza a quanto accade nelle università iraniane.
A Sua Eccellenza
l’Ayatollah Sayyid Ali
Khamenei,
Guida Suprema della
Repubblica Islamica dell’Iran
Eccellenza,
siamo un gruppo di ricercatori e docenti di
molte università di tutto il mondo. Ci permettiamo di scriverLe per unirci alle
preoccupazioni che Le sono state espresse - e alle richieste che Le sono state
rivolte - non più tardi di poche settimane fa, da 88 nostri colleghi della
Facoltà di Tecnologia dell’Università di Tehran. Come studiosi e come
insegnanti condividiamo il loro sconcerto e la loro inquietudine per quello
che, nel corso dei mesi più recenti, è accaduto negli atenei della Repubblica
Islamica.
Alcune delle università più prestigiose del
paese - e la cui eccellente reputazione supera i confini dell’Iran - sono state
teatro di inaccettabili episodi di violenza contro gli studenti e di
intimidazione contro i docenti. A partire dall’assalto ai dormitori
dell’Università di Tehran, il 15 giugno scorso, durante il quale molti giovani
sono stati uccisi, fino agli attacchi di squadre armate con coltelli e maceti
all’Università Azad di Mashhad, verificatosi il 30 dicembre, i mesi seguiti
alle elezioni di giugno sono stati costellati di episodi che hanno trasformato
luoghi di studio e di scienza in centri di repressione violenta e brutale. In
nessun caso i responsabili di queste azioni sono stati identificati e puniti.
Al contrario, sono ormai migliaia gli studenti
che, per avere semplicemente esercitato il loro diritto a manifestare e ad
esprimere pacificamente il proprio dissenso (diritti garantiti dalla
Costituzione della Repubblica Islamica) sono stati picchiati, arrestati,
detenuti e condannati a pene severissime al termine di processi in cui i
diritti della difesa – secondo quanto riferiscono molte organizzazioni per i
diritti umani – non sono stati rispettati. In molti casi si ha persino notizia
di studenti che, in prigione, hanno subito abusi e maltrattamenti.
Ci rivolgiamo a Lei, Eccellenza, perché in
quanto Guida Suprema della Repubblica Islamica, La riteniamo moralmente e
politicamente responsabile di quello che sta accadendo nelle università iraniane
e ai loro studenti. Quei giovani sono la speranza del vostro grande e nobile
paese, quelle università sono i luoghi nei quali si costruisce il futuro
dell’Iran.
Come studiosi e come insegnanti non possiamo
che schierarci accanto a quegli 88 colleghi dell’Università di Tehran per fare
nostro il loro accorato appello:
1) sia rispettata la neutralità e
l’inviolabilità dei campus universitari;
2) siano individuati e processati i
responsabili delle violenze subite in questi mesi dagli studenti;
3) siano liberati gli studenti che si trovano
attualmente in carcere;
4) sia rispettato il ruolo degli atenei come
centri di libero e pacifico confronto, scambio, dibattito.
Eccellenza, Lei solo ha il potere di
accogliere questo appello. Siamo certi che, dall’alto della sua posizione di
Suprema Guida morale e spirituale dell’Iran, non vorrà negare alla Nazione e ai
suoi giovani questo atto di giustizia e questo segno di speranza.
Rispettosamente,