Contributo di Giulio Schmidt parlamentare più verde che forzista al convegno promosso a Roma insieme a Rita Levi - Montalcini per sollecitare il Senato ad approvare velocemente il testo di modifica dell'articolo 9 della costituzione approvato alla Camera dei Deputati con una larghissima maggioranza. Per chi non lo sapesse lo Schmidt è stato praticamente uno dei pochi parlamentari che si è impegnato autenticamente contro la soppressione della 157 ed le sue equivoche modifiche.
LA RIFORMA A UN PUNTO CRITICO - Il percorso della riforma dell'articolo 9 della Costituzione, uno dei 12 principi fondamentali, è arrivato a un punto critico. La Camera ha approvato a larghissima maggioranza, in modo trasversale, un testo che modifica e arricchisce quello approvato in prima lettura dal Senato. Dal 28 ottobre 2004, giorno di approvazione alla Camera, passata poi al Senato, la proposta di legge è ancora ferma nella Commissione Affari Costituzionali. Questo convegno lancia un appello forte e appassionato: sbrighiamoci! I tempi per arrivare alla conclusione dell'iter previsto per una modifica costituzionale ci sono. Possiamo farcela: un passaggio al Senato, senza modifiche, entro fine giugno; un quarto passaggio alla Camera prima dell'estate. L'ultima approvazione, a ottobre, prima della Finanziaria. E se a qualcuno sembra di correre troppo, diamoci appuntamento per l'approvazione finale, a subito dopo la Finanziaria. Perché siamo a un punto critico? Perché la politica, e i parlamentari che la rappresentano, devono decidere se vogliono portare a termine un cammino di modernizzazione di alcuni principi della nostra Costituzione o se, come è accaduto negli ultimi vent'anni, sul tema "ambiente, biodiversità e rispetto degli animali" ancora una volta ci si vuole insabbiare per un sotterraneo conflitto tra le parti o una sterile rivendicazione di primogenitura o, ancora peggio, di paternità.
QUESTA RIFORMA APPARTIENE AL PARLAMENTO. NON AI PARTITI. - Lo spirito con cui il testo approvato al Senato è stato studiato e approfondito nel suo iter alla Camera è apparso subito chiaro. Ero il presentatore di una proposta di legge, elaborata insieme alla senatrice Rita Levi-Montalcini, che aveva ottenuto il massimo delle adesioni: 175 firme. Eppure, come relatore, non ho portato acqua al mio mulino. Ho trasfuso i concetti della mia proposta in una visione unitaria dell'insieme delle altre 8 proposte. Fui chiaro allora. Lo sono oggi. La riforma dell'articolo 9 non è e non può essere condizionata da opportunità politiche. Questa riforma tocca l'anima della nostra Costituzione. Non possiamo modificare i principi fondamentali della Repubblica cercando un compromesso politico o una mediazione al ribasso. Se così fosse stato, dissi allora, nell'ottobre del 2003, e lo ripeto oggi, 29 aprile del 2005, meglio sarebbe non approvare questa riforma, per non rimpiangere ciò che vi era già previsto.
L'UNITA' DI INTENTI - Grazie al lavoro di tutti, questo non è accaduto. Mentre parallelamente, maggioranza e opposizione, si combattevano sulla riforma della seconda parte della Costituzione, sull'articolo 9 ci si muoveva di concerto, in perfetta comunione di intenti, anche se con legittime differenziazioni di pensiero sulla rilevanza da dare ai valori di principio esposti nelle varie proposte di legge. Il mio richiamo alla responsabilità comune è stato accolto. Alla Camera abbiamo lavorato insieme per disegnare un nuovo principio fondamentale breve, sintetico e pregnante. Un principio che registra il presente e guarda al futuro. E infatti alcune perplessità emerse durante il dibattito sulla opportunità di inserire nel nuovo articolo 9 valori quali la protezione delle biodiversità e la promozione del rispetto degli animali sono state superate ricordando come anche nel '48, quando i nostri padri costituenti definirono il secondo paragrafo dell' articolo 9 riguardante la tutela del paesaggio ci fu notevole scetticismo. Ma poi prevalse, e noi ci ispiriamo a quella convinzione, la volontà del rinnovamento. Tra le caratteristiche che deve avere una "buona" costituzione va ricompresa la capacità non solo di adeguamento alle nuove sensibilità emergenti ma anche quella di previsione di nuove etiche, di nuovi valori destinati a crescere, a diffondersi, a consolidarsi. Una costituzione non soltanto ridotta a un complesso di norme dispositive. Ma una Costituzione fatta di valori anche etici, con disposizioni rilevanti per la loro natura programmatica.
LE RAGIONI DEL NUOVO TESTO - Il testo approvato al Senato, che modificava il secondo paragrafo dell'articolo 9, anteponendo alla tutela del paesaggio quella dell'ambiente naturale, ha suscitato le perplessità sia della società associazionistica, sia dei costituzionalisti, sia dei sociologi dell'ambiente che sono stati invitati in audizione dalla prima commissione ad esprimere la loro valutazione sulle varie proposte di legge. E' stato unanime l'invito a considerare limitato il concetto di ambiente naturale. La Dichiarazione di Stoccolma già nel 1972 metteva in evidenza due aspetti dell'ambiente, essendo l'uomo, al tempo stesso, creatura ed artefice dello scenario in cui vive; è quindi fondamentale preservare tanto l'ambiente naturale quanto quello antropizzato. Riferirsi all'ambiente naturale significa tutelarne solo una parte, significa perdere di vista quell'unicità dell'ambiente così ben definita non solo dal diritto internazionale e comunitario ma da numerose sentenze della nostra Corte costituzionale. E' stato anche segnalato lo sbilanciamento tra ciò che è materia nel riformato titolo V della Costituzione, all'articolo 117 e ciò che si vorrebbe come principio chiaramente riduttivo rispetto alla materia stessa. Non è stato facile trasformare queste esigenze in un testo semplice, sintetico e, nello stesso tempo, pregnante ovvero conforme al linguaggio costituzionale. Dopo diverse ipotesi di formulazione, la Commissione è riuscita a trovare una sintesi, a larghissima maggioranza, su questo testo. (La Repubblica) tutela l'ambiente e gli ecosistemi, anche nell'interesse delle future generazioni. Protegge le biodiversità e promuove il rispetto degli animali. Sono due periodi strettamente legati l'uno all'altro. Interconnessi da un vincolo di unitarietà inscindibile. Pena lo stravolgimento della riforma. L'espressione «ambiente» è stato concatenato a termini quali «ecosistemi», «biodiversità» e «rispetto degli animali». Questo legame risponde ad una logica ben precisa. Esso racchiude il percorso di consapevolezza e di battaglie che da oltre trent'anni qualificano la tutela ambientale. Si può sintetizzare l'intero corpo del terzo comma aggiunto all'articolo 9 dal testo in esame come l'impegno a prefiggersi quale obiettivo la ricerca di un ambiente ecologicamente equilibrato.
L'AMBIENTE - L'"ambiente" (come ben si capisce dal suo significato etimologico: ciò che sta intorno a ) riguarda non esclusivamente la natura, ma anche gli aspetti ed i fenomeni di origine antropica. Qui ci si rende conto che il problema ambiente non è un problema di una singola o poche nazioni, il problema è mondiale. L'ambiente è dunque un bene dell'umanità. Ogni nazione ha il dovere di contribuire alla difesa e tutela di questo patrimonio.
GLI ECOSISTEMI - Gli "ecosistemi" hanno per oggetto non solo la relazione tra gli organismi viventi, ma anche l'interconnessione tra questi ed i fattori abiotici, che non vengono più assunti come stabili ma nella loro capacità dinamica. È fondamentale il rapporto tra ambiente ed ecosistemi, in quanto l'insieme dei due termini esprime un maggior valore dinamico alle interazioni tra gli elementi organici ed inorganici.
LA BIODIVERSITA' - La "biodiversità" rappresenta la ricchezza e la diversificazione di ogni ecosistema; più semplicemente, rappresenta il numero di specie e la variabilità genetica, all'interno della specie, in un determinato territorio. Biodiversità, quindi, come tutela della ricchezza di ogni specie vivente. Ecosistemi e biodiversità sono parole nuove. Sono nate dalla scienza ecologica e legittimate dalle conferenze e dai vertici mondiali, da Stoccolma a Rio fino a Johannesburg, nel linguaggio politico, giuridico e costituzionale. La consapevolezza della fragilità ambientale del pianeta e l'analisi dei rischi reali ai quali sono esposte le singole comunità hanno comportato, in quasi tutti gli Stati, significative modificazioni degli assetti costituzionali.
Le Costituzioni più recenti hanno recepito, fin dalla loro origine, la protezione dell'ambiente. Mi riferisco a quella greca del 1975, a quella spagnola del 1978, e alle recenti Costituzioni delle Repubbliche dell'ex Unione sovietica, nate dopo il crollo del comunismo. Vi sono Costituzioni revisionate in tempi recenti, con l'inserimento di norme di principio a tutela dell'ambiente: ciò è avvenuto in Belgio, in Finlandia, nei Paesi Bassi, in Portogallo, in Svizzera e, soprattutto, in Germania. Mentre ci accingiamo a realizzare questa riforma costituzionale, in Francia è in corso un profondo arricchimento della Costituzione in tema di diritto ambientale. Una Carta dell'ambiente i cui principi saranno richiamati nel preambolo della stessa Costituzione.
IL RISPETTO DEGLI ANIMALI - Il "rispetto degli animali" come impegno di promozione. Promozione di una sensibilità verso gli altri richiesta dall'opinione pubblica e soprattutto dai giovani. Ci si rende sempre più conto che l'uomo non basta più a se stesso e che la sua dimensione antropocentrica viene erosa dagli sconvolgimenti prodotti, su scala globale, dai processi produttivi esasperati e da un'economia per taluni aspetti autodistruttiva. Rispetto. Una parola che non trovate nei dizionari giuridici ma in quelli filosofici in cui il termine è ampiamente trattato a riprova della sua forte valenza etica. Inserire il rispetto degli animali è una scelta di coraggio e di lungimiranza. Altri paesi lo hanno fatto prima di noi. Altri paesi hanno interpretato, con tempismo, il rispetto degli animali come uno tra i nuovi valori del terzo millennio: la Svizzera e, soprattutto, la Germania (tra breve, anche l'Austria). Il caso della Germania è emblematico. Nel 2002, praticamente all'unanimità, è stato inserito nell'articolo 20-A della Legge fondamentale federale tedesca il principio della tutela della vita umana e degli animali, dopo che già 11 Länder avevano deliberato in tal senso.
ANCHE NELL'INTERESSE DELLE FUTURE GENERAZIONI - Il comma che proponiamo di aggiungere ai due vigenti dell'articolo 9 contiene anche una finalità. Le finalità, nella nostra Costituzione, sono rarissime. Nell'ambito dei principi fondamentali ne esiste soltanto una, all'articolo 4, secondo comma, laddove si prevede che "ogni cittadino ha il dovere di svolgere .una attività o una funzione che concorra al progresso materiale e spirituale della società". Con la nostra proposta di legge ne aggiungiamo una seconda: tuteliamo l'ambiente e gli ecosistemi anche nell'interesse delle future generazioni. Ogni finalità, in Costituzione, ha un rilievo fortemente etico e mai si configura come norma dispositiva. Anche nel nostro caso, è così. Preservare il patrimonio dell'ambiente, degli ecosistemi e delle biodiversità. Promuovere il rispetto degli animali. Tutto questo rappresenta un dovere morale, un principio superiore di solidarietà generazionale. La semplicità della frase è solo apparente. Come un'icona sul computer, appena ci clicchi sopra appare un menù articolato che rimanda a degli strumenti primari che se perseguiti permettono di raggiungere l'obiettivo della finalità: ecco quindi sottesi lo sviluppo sostenibile, i principi di responsabilità, di precauzione, di reversibilità. Principi che in una fase intermedia del nostro lavoro erano entrati nella formulazione della modifica ma che appesantivano la fraseologia sintattica costituzionale e potevano rischiare modificazioni a breve che mal si adattavano a una pretesa di universalità della nostra Costituzione.
CONSACRAZIONE DI QUESTI PRINCIPI NEL TRATTATO PER LA COSTITUZIONE EUROPEA - Ambiente, biodiversità e tutela degli animali hanno trovato nel Trattato per la Costituzione europea la loro consacrazione. Per quanto riguarda gli animali, la tutela prevista nella Costituzione europea è addirittura più forte e più precisa di quella che noi proponiamo in Italia. La formulazione è stata voluta dal Governo italiano. Afferma: i paesi membri tengono conto delle esigenze, in materia di benessere, degli animali, in quanto esseri senzienti.
UNA SCELTA EPOCALE - Il Parlamento italiano, dopo anni di tentativi, è maturo per fare una scelta epocale C'è un principio che ha fatto grande la storia delle democrazie europee. Ogni popolo ha sempre il diritto di rivedere, riformare e modificare la sua Costituzione (articolo 28 della Costituzione francese del 24 giugno 1793, ripreso successivamente nella dichiarazione dei diritti dell'uomo e del cittadino). La società in cui vivono i nostri figli manifesta problematiche ed aspirazioni diverse dall'Italia del dopoguerra; esprime esigenze che nascono da una società globale proiettata oltre i confini della nostra Repubblica e dalla consapevolezza di essere temporaneamente cittadini di nazioni diverse e di un unico mondo. È indubbio che i principi fondamentali tracciano la mappa dei diritti di ogni cittadino, ma è altrettanto vero che è ormai pacifica l'interpretazione dell'articolo 2 della Costituzione come norma aperta; aperta all'evoluzione e ai cambiamenti che si verificano nella storia degli uomini nel nostro paese. Oggi più che mai garantire i diritti inviolabili dell'uomo significa aver riguardo a quei diritti esistenziali che determinano la personalità umana in tutte le sue componenti. La Costituzione quindi non deve più assumere un ruolo statico, di conservazione, di garanzia, ma essere dinamica e propulsiva.
L'enumerazione in Costituzione di alcuni diritti non può essere interpretata nel senso di escluderne altri, con il rischio di vincolare le future generazioni ad esigenze diverse dalle proprie, ed è proprio in funzione delle future generazioni che pare evidente che il mondo così com'è, com'è diventato e come si sta evolvendo, rischia di essere la negazione di quella qualità di vita a cui i futuri cittadini di questo mondo hanno diritto. Se oggi il legislatore non si appresta ad assecondare con coraggio e lungfimiranza tale evoluzione, saremo responsabili nei confronti dei milioni di cittadini ancora non nati; consegneremo loro, infatti, un mondo sempre più impoverito, con una perdita preoccupante di patrimoni genetici essenziali alla continuità della vita
Fonte: Po Delta birds 9 maggio 2005