V E R G O G N A ! | |
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Sgomento e desolazione per l'impunità accordata ai responsabili delle morti da cloruro di vinile. |
Questi sono i sentimenti che mi hanno assalito ieri all'annuncio della sentenza che mi ha lasciato sbigottito ed interdetto. Ho ripensato a Gabriele Bortolozzo, caro amico che mi ricordava con orgoglio, ogni qualvolta ci incontravamo, i suoi natali campaltini, e mi sono nuovamente commosso al pensiero di quanto ha fatto e subìto per riscattare la sua condizione nel petrolchimico e quella dei suoi compagni. | |
Dopo questi eventi sale forte la voglia di mollare, di smettere di occuparsi della salute materiale e spirituale delle nostre famiglie, dell'ambiente dei nostri paesi e città, dell'Italia e del pianeta intero per rinchiuderci nei quotidiani egoismi. Ma la memoria di Gabriele, e di Brugnaro, e di altri compagni (anche se alcuni sindacalisti hanno pensato un po' troppo alla difesa del posto di lavoro e un po' poco della salute dei loro compagni di lavoro!) mi fa capire che il testimone di questa lotta per la salute e un lavoro sicuro e sano non solo degli operai addetti agli impianti del cloruro di vinile, ma per tutto Porto Marghera non deve andare smarrito: è solo caduto per terra. Il percorso alla riscoperta della verità di quegli anni ha subito una battuta d'arrresto per lo scarso coraggio di una magistratura invischiata nei propri stilemi giuridici, incapace di vedere la trave nell'occhio di questa società di furbi e furfanti, di speculatori , inquinatori, ed avvelenatori. Ma la speranza di cambiare un poco questa società di profittatori della salute e del lavoro di molti, e la sete di giustizia per le centinaia di vittime del cloruro di vinile, e la determinazione ad eliminare ogni possibile fonte di contaminazione da questa subdola e pericolosa sostanza, costituiscono buoni motivi per proseguire nella controinformazione e nella denuncia dell'assurdità di queste tragedie. Ecco alcune reazioni delle Associazioni ambientaliste. WWF.NESSUN COLPEVOLE PER LE MORTI E L’INQUINAMENTO DEL PETROLCHIMICO DI PORTO MARGHERA Il 2 Novembre 2001 è stata emanata la sentenza del processo al Petrolchimico di Marghera: tutti assolti! Il processo era iniziato il 13 marzo 1998, dopo le denunce di un ex operaio su morti sospette legate al cloruro di vinile: nel corso del dibattimento sono state esaminate un milione e mezzo di pagine, 25 mila pagine di verbali di udienza, ascoltati oltre 200 testimoni e un centinaio di periti. Sono state 546 le parti lese e circa 100 gli avvocati. Nel processo si era costituito come parte civile anche il WWF Italia, ora con questa sentenza, che speriamo sia ribaltata in fase di appello, sono messi a rischio anche gli altri processi al Petrolchimico di Brindisi dove si sono succeduti analoghi inquinamenti. Segue il Comunicato Stampa del WWF Italia “Una sentenza che farà storia, una storia negativa e condizionante per altri processi che si dovranno celebrare quali quelli di Brindisi e Mantova dove ancora una volta gli inquinamenti delle attività produttive hanno prodotto gravi danni alla salute ed all’ambiente” Così l’Avv. Carlo Galli, Vice presidente del WWF Italia, ha commentato la lettura delle motivazioni della sentenza di Marghera riportate oggi dai media. “Possiamo infatti ammettere che il giudizio non sia riuscito, come richiesto dal nostro diritto penale, ad ascrivere responsabilità dirette e personali agli imputati” sostiene l’Avv. Galli “ ma certamente la sentenza su Marghera è gravissima perché gli imputati sono stati assolti, non perché non avrebbero commesso il fatto, bensì perché il fatto non costituisce reato. Insomma in via teorica avremmo potuto ammettere che 5 anni di processo non siano riusciti ad individuare i colpevoli di inquinamenti e malattie mortali, ma indigna sentire da un tribunale che tutto ciò non esista quando in realtà è sotto gli occhi di tutti.” L’Avv. Piero Pozzan, che con l’avv. Alfiero Farinea rappresentava al processo il WWF come parte civile, insiste nel ritenere che “la sentenza è agghiacciante perché assolve in modo indifferenziato tutti e, quindi, in modo altrettanto indifferenziato nega la presenza di fatti e circostanze evidenti rispetto alle quali il Tribunale ha anche rinunziato a fare un distinguo di responsabilità rimuovendo a monte il problema, negando cioè la sussistenza di reati”. Il WWF ha nel corso di questi anni ripetutamente documentato gli inquinamenti lagunari stimando in oltre 10 mila tonnellate la presenza di metalli pesanti nei sedimenti e raccogliendo evidenze scientifiche, in gran parte proveniente da istituti pubblici, sulla presenza oltre ogni limite ammissibile di sostanze organiche tossiche e persistenti (cioè sostanze capaci di entrare nei cicli biologici, sostanze quali diossine, furani, PCB ed IPA). “Non si è neppure voluto tenere in considerazione che nell’ambito lagunare di Venezia sono state realizzate 17 discariche per oltre 5 milioni di metri cubi di rifiuti tossici e nocivi “ sostengono i rappresentanti del WWF “ non si è voluto vedere che tali discariche, e le prove risultano agli atti, hanno provocato effetti di contaminazione nelle falde acquifere. Non cerchiamo colpevoli a tutti i costi, ma a tutti i costi crediamo che giustizia debba essere fatta”. “Ma il problema oggi” conclude il Vice Presidente del WWF Avv. Galli “non è più tanto e solo Marghera, quanto il futuro del danno ambientale in Italia: dopo la sentenza Haven, la petroliera affondata a Genova senza che si riconoscesse la risarcibilità del danno ambientale, ora è la volta di Marghera a confermare che questo è un Paese dove chi inquina non paga”. L' associazione VAS Verdi Ambiente Società dichiara per voce del Vicepresidente nazionale Ivan Verga e del consigliere nazionale e responsabile del circolo di Venezia Giannandrea Mencini che "la sentenza di oggi rappresenta uno dei momenti più scuri della storia e della giustizia italiana. In questo momento così amaro per noi, il nostro pensiero va all'associazione Gabriele Bortolozzo e a tutti i parenti di chi ha lavorato all'interno del Petrolchimico di Porto Marghera e oggi non c'è più". L'avvocato Aldo Davide Ghezzo che ha rappresentato l'associazione come parte civile ha dichiarato "certo ero consapevole che questo processo presentasse delle problematiche in diritto che avrebbero potuto condizionare l'esito della sentenza, quali la prescrizione dei reati ambientali ovvero la prova del nesso causale tra la sostanza e le patologie contestate; ma, da una prima sommaria lettura del dispositivo della sentenza, sembra che il Tribunale abbia assolto in fatto, come dire le discariche non sussistono! Questo appare troppo. Certo è necessario attendere le motivazioni della sentenza per capire fino in fondo che cosa ha ritenuto il Tribunale, in fatto e in diritto. I due ambiti vanno tenuti distinti e, da giurista, posso accettare una assoluzione in diritto, non in fatto come sembra ricavarsi dal dispositivo. Attendiamo le motivazioni." Greenpeace, che ha avuto un importantissimo ruolo critico sull'operato del Petrolchimico di Porto Marghera ha predisposto un documento di sintesi a disposizione sul proprio sito internet all'indirizzo: http://www.greenpeace.it/local/venezia/home.htm. La Legambiente ha riassunto la sua posizione sul sito internet all'indirizzo: http://www.legambienteonline.it/news2001/marghera3.htm Medicina democratica, l'associazione con la quale Gabrilele Bortolozzo elaborò e presento le denuncie contro la nocività delle produzioni del petrolchimico di Portomarghera, naturalmente non archivia questo episodio e rilancia la vertenza di fronte al "Tribunale dei popoli" con questa lettera che riporto qui di seguito: Egr. Dr. Salvatore SENESE
Presidente del Tribunale
Permanente dei Popoli
Egr. Dr. Gianni TOGNONI
Segretario Generale del
Tribunale Permanente dei Popoli
Via della Dogana Vecchia n. 5
00186 Roma
Raccomandata A.R.
6 novembre 2001
Egregio Presidente, egregio Segretario,siamo lavoratrici, lavoratori, cittadini, rappresentanti del Movimento di Lotta per la Salute Medicina Democratica che chiedono la formale convocazione a Venezia, nel più breve tempo possibile (indicativamente nella primavera 2002), di una specifica sessione del Tribunale Permanente dei Popoli affinchè possa esaminare, dibattere pubblicamente e quindi giudicare e deliberare - secondo lo statuto e le regole proprie di questo Tribunale internazionale - sui fatti reato e sui responsabili degli stessi che hanno causato la malattia e la morte di centinaia di operai perché esposti, loro malgrado, ai cancerogeni cloruro e polivinilcloruro, dicloroetano ed altri tossici presso il polo chimico di Porto Marghera (VE), nonché un immane inquinamento, un ecocidio, della Laguna veneta e del suo entroterra per gli scarichi tossici sversati nell'ambiente, per decenni, dagli impianti dello stesso polo chimico. Medicina Democratica attraverso l'indagine epidemiologica/ambientale condotta per anni (1987-1994) dai suoi "medici scalzi" - si ricorda per tutti l'opera invalutabile del compianto Gabriele Bortolozzo - , le cui risultanze hanno costituito l'oggetto dell'esposto-denuncia presentato nel 1994 alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Venezia, è il Movimento di Lotta per la Salute che ha documentato i casi di centinaia di operai colpiti da gravi malattie e da morte perché esposti, appunto, alle sostanze cancerogene cloruro e polivinilcloruro, dicloroetano e altri tossici presso il polo chimico di Porto Marghera gestito dalle società Montedison/Eni/Enimont/Enichem/Montefibre e società ad esse collegate, dando così avvio al procedimento penale sfociato lo scorso 2 novembre nella agghiacciante sentenza assolutoria di tutti gli imputati e, con essi, delle società responsabili di una strage di operai sul lavoro e di un disastro ambientale di enorme magnitudo. Procedimento penale nel quale Medicina Democratica ha portato, come parte civile, in ogni fase del processo il suo fattivo contributo a favore delle vittime e dei loro famigliari e, segnatamente, attraverso l'operato dei suoi difensori e consulenti tecnici. Il Movimento di Lotta per la Salute Medicina Democratica è stato costituito nella prima metà degli anni '70 ed esso opera su tutto il territorio nazionale, non come una corporazione ma come un ibrido sociale espressione di molteplici soggetti (lavoratrici e lavoratori dei diversi settori produttivi e dei servizi, operatori della prevenzione, della sicurezza, della salute e dell'ambiente, medici e paramedici, igienisti, ingegneri, chimici, fisici, biochimici, ecologi, biologi, farmacologi, operatori del diritto e dell'informazione, tecnici e ricercatori delle diverse discipline, intellettuali, cittadini e cittadine); il suo primo congresso nazionale si è svolto a Bologna dal 10 al 12 maggio 1976. Le ragioni per le quali Medicina Democratica chiede al Tribunale Permanente dei Popoli di convocare a Venezia una sua apposita sessione, si possono così riassumere : a) la sentenza assolutoria emessa il 2 novembre 2001 dalla Prima sezione penale del Tribunale di Venezia nel procedimento n. 3340/96 RGNR - n. 115/98 RGNR contro Cefis Eugenio e altri, viola palesemente le leggi e la Carta fondamentale della Repubblica; b) il pronunciamento suddetto oltre a violare i diritti fondamentali della persona e i diritti umani, costituisce un possente messaggio regressivo nei confronti dell'intera società italiana e non solo, che, purtroppo, va ben oltre la terrificante situazione umana e ambientale causata dai responsabili delle società anzidette che hanno gestito nel tempo i cicli produttivi del polo chimico di Porto Marghera : un messaggio che mina alle fondamenta l'inviolabile diritto alla salute costituzionalmente garantito; c) i fatti addotti a motivazione di tale decisione, illustrati irritualmente alla Stampa dal Presidente del Collegio giudicante, non corrispondono alla realtà, anzi, per gli stessi fatti, è vero il contrario.Va da sé che sulla problematica qui sinteticamente richiamata, Medicina Democratica si rende da subito disponibile per fornire la più estesa informazione e la relativa documentazione al Tribunale Permanente dei Popoli. Da ultimo, ma non per importanza, Medicina Democratica si rivolge al Tribunale Permanente dei Popoli (TPP) affinchè lo stesso valuti, giudichi e deliberi - sulla base del suo Statuto e secondo giustizia - sulla tematica qui posta all'attenzione, per l'enorme patrimonio etico-morale, giuridico, culturale e sociale di cui è portatore questo organismo, nonché per l'autorevolezza da esso acquisita a livello internazionale. (In proposito, preliminarmente, ci permettiamo di attirare l'attenzione del Tribunale sul fatto che i rischi industriali causati e che continuano a causare gli scarichi nell'ambiente degli effluenti e dei reflui tossici dagli impianti del polo chimico di Porto Marghera, determinano l'inquinamento non solo delle acque e del territorio nazionale ma anche un inquinamento transnazionale e, certamente, quello delle acque internazionali e dell'alto Adriatico che ricadono sotto la giurisdizione della Slovenia e della Croazia). Superfluo dire che la richiesta di convocazione a Venezia di una apposita sessione del TPP per affrontare la problematica suddetta non è alternativa ma aggiuntiva alle iniziative legali che verranno promosse da Medicina Democratica. Inoltre, ci permettiamo di segnalare che questa nostra richiesta è stata fatta propria anche dal Prosindaco di Venezia e da altre Associazioni e Movimenti che formalizzeranno successivamente una analoga richiesta al Tribunale Permanente dei Popoli. In attesa di un Vostro gentile riscontro, inviamo i nostri migliori saluti. Per Medicina Democratica - Movimento di Lotta per la Salute
Carla CAVAGNA Marco CALDIROLI Franco COLOMBO Angelo COVA Stefano DEBBIA Nunzia FLORIS Luigi MARA Laura MARA Giuseppe MARAZZINI Bruno MEDICI Dario MIEDICO Lionello PAGANI Luigi RADRIZZANI Aristeo REBELLATO Pompea RUGGIA Antonietta SALMOIRAGHI Naturalmente ulteriori approfondimenti sulla linea che adotterà questa Associazione potrete assumerli direttamente dal suo sito Web http://web.tiscali.it/medicinademocratica/ Ulteriori novità promosse dal movimento di protesta e di attenzione su questa vicenda potrete trovarle al sito SOS MARGHERA che per iniziativa di varie forze politiche promuove una raccolta di firme per la costituzione di Parte civile nel prosieguo del causa. | |
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