Attualità dall'ambiente del Veneto

REGALI DI NATALE A CACCIATORI E BRACCONIERI

di Pino Sartori

La Giunta Regionale del Veneto ha approvato un Disegno di Legge (PDL 318 - DGR 34/DDL) per consentire la caccia a febbraio anche se l'attività venatoria in questo mese è vietato espressamente dalla legge statale e dalla Direttiva UE. La legge statale inoltre considera reato esercitare la caccia fuori dal periodo 1 settembre al 31 gennaio.

In questi giorni, inoltre, il Consiglio regionale ha aumentato le tasse sulla sanità a tutti i cittadini veneti senza però toccare quelle che sono le tasse più datate oggi applicate nella Regione Veneto: le tasse ai cacciatori.
Infatti è dal lontano 1 gennaio 1994 che la tassa regionale prevista per chi va a caccia, pari a 64 Euro, non viene più aumentata, stessa cosa vale per le tasse di concessione governative pari a 134 Euro che addirittura non vengono più aumentate dal lontano 1992 !

Si tratta quindi di una situazione di privilegio per una sparuta minoranza di cittadini, di poco superiore allo 0,8% della popolazione veneta, i cacciatori, che oltre ad essere i più privilegiati d´Europa potendo sparare legalmente al maggior numero di specie di selvatici rispetto a tutti gli altri paesi europei, sono la categoria di cittadini che da oltre 8 anni non si vede più aumentare le tasse.

Per poter quindi sparare in Veneto per distruggere un patrimonio naturale di proprietà di tutti i cittadini, la fauna selvatica appunto, in termini di tasse regionali e nazionali oggi basta pagare la misera cifra di 198 Euro pari 383.000 vecchie lire.

Andrea Zanoni referente del Coordinamento protezionista veneto ha dichiarato:

"Ci auguriamo che la Regione Veneto corra presto ai ripari aumentando finalmente le tasse anche ai cacciatori che oggi esercitano la caccia gravando sulle tasche di tutti i cittadini; infatti i 198 Euro di tasse annuali non bastano a coprire nemmeno il 30% dei soldi occorrenti per far funzionare: gli uffici caccia regionali, gli uffici caccia provinciali, gli assessorati caccia regionali e gli assessorati caccia provinciali; per coprire i costi di tipografia per i 55.000 tesserini venatori e i calendari venatori stagionali stampati ogni anno, per far funzionare gli uffici delle questure per i rinnovi delle licenze di caccia, le commissioni provinciali d¥esame, i corsi effettuati dalle province per i cacciatori, ecc."

Uguale privilegio in termini di tasse spetta anche alle Aziende Faunistico Venatorie ed Aziende Agri Turistico Venatorie alle quali, come per i cacciatori, non vengono piu´ aumentate le tasse da oltre 8 anni.

Terza e non meno scandalosa notizia è quella che ci arriva dalla Amministrazione provinciale di Treviso (a Presidenza della Lega) che in questi giorni ha varato il proprio regolamento di vigilanza venatoria volontaria (ex art.27 c.7 L.157/92) per definire le modalità di sorverglianza messe in atto dagli organismi che operano in aiuto alla polizia venatoria provinciale.

Probabilmente proprio in seguito all'intensificarsi degli accertamenti sul campo effettuati da un nuovo nucleo di vigilanza venatoria costituito dalla LAC (Lega per l'Abolizione dellla Caccia) che hanno dato significativi risultati [un cacciatore di Meduna di Livenza (Treviso) arrestato (1.2.2002) e subito condannato a due mesi di reclusione per uccellagione il 2.12.2002 dal Giudice Silvio Maras del Tribunale di Treviso; un bracconiere di Francenigo di Gaiarine (TV) colto in flagranza di reato con il Corpo Forestale dello Stato arrestato e subito incarcerato] la provincia di Treviso, invece di migliorare il servziio di vigilanza sul territorio, ha singolarmente adottato delle regole che renderanno di fatto inoperative, inefficaci ed inefficienti le Guardie Venatorie Volontarie.

In sintesi le Guardie Venatorie Volontarie sarebbero sottoposte a limiti temporali di vigilanza, a limiti più ristretti di operatività territoriale (anzichè l'intera provincia), dovrebbero ottemperare a una comunicazione preventiva dei luoghi e dei tempi di vigilanza, e sarebbero spossessate delle funzioni di polizia giudiziaria oggi riconosciute a numerosi organismi e non solo ambientalisti.

Insomma il regolamento introdotto svuoterebbe le già insufficienti regole, che dobrebbero sancire i limiti e i comportamenti del mondo venatorio non solo rispetto alla fauna che patrimonio di tutti, ma anche nei confronti degli altri cittadini che spesso subiscono angherie ed abusi da chi imbraccia un fucile carico.

Con questo regolamento approvato dalla Provincia di Treviso le azioni di antibracconaggio sopra menzionate non sarebbero mai potute avvenire e i bracconieri molto probabilmente sarebbero ancora ad operare con reti, vischio e uccelli protetti.

Tutto questo succede nonostante che ben 72.225 cittadini veneti abbiano chiesto una maggiore tutela della fauna selvatica ed una forte limitazione dell´attività sottoscrivendo una pubblica petizione consegnata al Consiglio Regionale del Veneto; e inoltre come oggi il Veneto sia la regione d´Europa con il maggior numero di specie cacciabili per legge, il 90% delle quali sono specie di uccelli migratori patrimonio di tutti i cittadini europei, inoltre si consideri che i cacciatori veneti pur rappresentando lo 0.8% della popolazione depredano tutto quanto si muova e voli (ora vorrebbero sparare anche a cormorani e gabbiani oltre che le passeri e fringuelli). In recenti sondaggi l´85% dei veneti è contrario alla caccia.

Considerati questi fatti e queste circostanze si può concludere che ne esce definitivamente sbugiardata l'immagine artificialmente accreditata da alcune associazioni venatorie del "buon cacciatore ecologista e nume tutelare dell'ambiente", mentre viene finalmente a galla la faccia della famelica onnipotenza della lobby venatoria che alle spalle del cacciatore indirizza e condiziona pesantemente tutte le politiche causando le ben note devastazioni al patrimonio faunistico stanziale e migratorio.

Chi volesse reagire civilmente a un tale situazione può manifestare il suo sostegno ai gruppi volontari di sorveglianza venatoria scrivendo loro o inviando copia delle proteste indirizzate ai nostri governanti regionali e provinciali.

Qui sotto una proposta di lettera da indirizzare al Presidente della Regione Veneto.

Chiedo che la Giunta Regionale ritiri immediatamente il PDL 318 (DGR 34/DDL) approvato l'8/11/02 relativo alla caccia a febbraio vietata dalla legge statale (L.157/92) e dalla direttiva "Uccelli" (la 409/79/CEE) perchè in quel periodo gli uccelli migratori tornano nei luoghi di nidificazione e formano le coppie. Il 19/09/02 inoltre ben 72.225 cittadini veneti hanno chiesto al Consiglioregionale con una apposita petizione la riduzione della stagione di caccia ai soli mesi di ottobre e novembre e il divieto di caccia agli uccelli migratori.
Analoghe leggi di Sardegna, Puglia e Campania che consentivano la caccia a febbraio sono state recentemente oggetto di ricorso costituzionale ad opera del Presidente del Consiglio dei Ministri, On. Silvio Berlusconi.

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