Ambiente & consumi

Vi propongo una riflessione ispirata dal compianto Luigi Veronelli sui bisogni del cibo e del bere, oggi, nel momento in cui il sistema distibutivo propone il cibo al pari di una qualsiasi merce, considerandolo terreno di speculazione finanziaria ed escludendo larghi strati di popolazione da una alimentazione sana se non addirittura da un'alimentazione tout court. Diventa prioritario appropriarsi della natura del cibo come fonte di energia e rigeneratore della vita, il cui accesso, quindi, è un diritto naturale inalienabile per ogni essere vivente.

IL PREZZO SORGENTE

Il prezzo sorgente e' un'informazione semplice, visibile, che espliciti ciò che tutti sanno e cioè che nell'attuale modalità di relazioni sociali i produttori e i consumatori sono comunemente immiseriti da uno sfrenato concentrarsi della ricchezza nelle mani della distribuzione.

I giganti dell'industria non producono più le merci, si limitano a imporre ai produttori di tutto il mondo i loro disegni, il loro standard, i loro prezzi e molto altro che immiseriscono le economie, le culture, i saperi, la cura, l'amore dei produttori. Concentrano, però, la loro massima attenzione sulla rete di distribuzione e di vendita perché quello è il luogo di massimizzazione dei profitti, il luogo di concentrazione della ricchezza, il luogo della produzione effettiva del gigantismo industriale: le immagini.

Nella loro infinita produzione d'immagini, l'archetipo del gigante industriale moderno è quella del consumatore, il quale deve essere istruito, educato, manipolato all'idiozia folle del prodotto privo di produttori, del cibo privo di gusto, del sapere privo di cultura, del vino senza uva.

Questo meccanismo impoverisce produttori e consumatori.

Il prezzo sorgente rende giustizia del lavoro dei produttori, dei ricatti che subiscono quotidianamente ed evita anche le piccole furberie a cui devono ricorrere per sopravvivere ( per esempio, e per assurdo, vendere al consumatore diretto a prezzi molto superiori a quelli di vendita di mercato).

Il prezzo sorgente naturalmente non è in alcun modo un prezzo imposto, ma viene deciso dal produttore come giusto riconoscimento del proprio lavoro.

Il prezzo sorgente esplicita i ricarichi mostruosi che i consumatori debbono sopportare.

Potrebbe arricchire la filiera del rapporto diretto produttore-consumatori e creare un'altra filiera della tracciabilità totale del prezzo. Un meccanismo simile, appunto perché paleserebbe i luoghi della filiera in cui avvengono i massimi ricarichi nei prezzi, avrebbe credo la forza di inibirli o di limitarli, sarebbe generalizzabile a tutte le merci e in ogni territorio nazionale e internazionale.

FONTE: tratto dal sito "Criticalwine.org", sezione proposte.

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