Ambiente & consumi

GARANZIE SUI BENI DUREVOLI DI CONSUMO

NOVITÀ PER I CONSUMATORI. Il Decreto legislativo 2 febbraio 2002, n.24 Attuazione della direttiva 1999/44/CE su taluni aspetti della vendita e delle garanzie di consumo. (GU n. 57 del 8-3-2002 - Suppl. Ordinario n.40), tabilisce che la garanzia per i beni di consumo sia estesa a due anni. Per la precisione "l'azione diretta a far valere i difetti non dolosamente occultati dal venditore si prescrive, in ogni caso, nel termine di ventisei mesi dalla consegna del bene". Le suddette disposizioni riguardano i beni comperati a partire dalla data di entrata in vigore del presente decreto, quindi dal 23 marzo 2002.


Fonte: Cliccambiente

Dai computer ai frigoriferi: è emergenza per la spazzatura elettronica.
Problemi di smaltimento e discariche abusive: nel mirino le scorie hi-tech

TECNO-RIFIUTI: UN'INVASIONE ANNUNCIATA

di Stefano Bartoli

LIVORNO. Gli americani la chiamano «e-waste», un termine molto intuitivo nel suo significato, ma che potrebbe comunque essere tradotto molto semplicemente in «tecno-rifiuti». Una parola che, se il «trend» mondiale non cambierà direzione, saremo costretti ad imparare ed a pronunciare sempre di più perché, nella sua semplicità tutta anglosassone, individua una delle maggiori emergenze ambientali che stanno già interessando l'intero pianeta ed in particolare i maggiori Paesi industrializzati. In soldoni, il problema può essere spiegato così: dove finiscono computer, monitor, frigoriferi, condizionatori, telefoni cellulari, impianti stereo e strumenti elettronici di vario tipo una volta che hanno esaurito il loro ciclo vitale o sono diventati troppo vecchi? I canali ufficiali riescono a smaltire una quantità di tecno-spazzatUra che sta crescendo ormai secondo un andamento esponenziale? Due domande di difficile risposta, ma con una inequivocabile certezza: nessuna zona, e quindi neanche la Toscana, sembra esente dal problema. Pochi mesi fa le guardie ambientali volontarie della provincia di Livorno insieme alla guardia di finanza ed alla polizia provinciale scoprirono in una serie di aree, quasi tutte periferiche, almeno quattro discariche abusive contenenti, oltre a macerie di vario genere, almeno 8 tonnellate di computer e monitor usati ed una di elettrodomestici ormai rottamati. Una miniera di veleni, per la presenza di elementi altamente inquinanti (vedi scheda) come plastica, piombo, cadmio, cromo e mercurio. Obsoleti troppo in fretta. «Un'azienda cambia interamente il proprio parco-computer nell'arco di 4-5 anni - spiega un addetto ai lavori -, ma ci sono privati che vogliono sempre l'ultimissimo modello anche se si può parlare, per le famiglie, di una vita media che oscilla tra i due ed i quattro anni. Questo può dare l'idea del fenomeno e-waste e delle proporzioni che ha già assunto ed è destinato ad assumere. Ai pc bisogna poi aggiungere gli apparecchi più diffusi come i condizionatori, i cellulari, le segretreie telefoniche, i fax ed i videoregistratori, solo per restare nell'ambito dei gadget elettronici più diffusi».

Basta dire che, parlando dei soli monitor, gli ambientalisti americani calcolano in 723 mila i «pezzi» riciclati nel 1999 nei soli Stati Uniti ed in 100mila per quelli esportati, mentre almeno un milione sono letteralmente scomparsi dal commercio. Cifre impressionanti, se si pensa che un solo monitor contiene dai 2 ai 4 chilogrammi di piombo e, gettato in una discarica abusiva ed incontrollata, come è accaduto a Livorno, può inquinare pesantemente l'ambiente.

I dati diffusi dall'Istat parlano inoltre, per il centro Italia, della presenza in casa, ogni 100 famiglie, di 34,3 lavastoviglie, 6,6 condizionatori, 65,2 telefonini, 15,1 segreterie telefoniche, 4,5 fax, 70,1 videoregistratori e 31,2 personal computer.

Le soluzioni. Esiste un paradiso anche per gli oggetti hi-tech e gli elettrodomestici abbandonati?

La risposta è sì e si chiama Tred, nome di un'azienda pubblica livornese che gestisce un impianto di trattamento e recupero di materiali dismessi come gli elettrodomestici o il fax dell'ufficio. Purtroppo, un caso unico in Toscana e quasi unico a livello nazionale. «La gente ci può telefonare - spiega Gino Calderini, responsabile marketing e servizi dell'Aamps, la società livornese per i rifiuti urbani - e noi diamo istruzioni per la consegna dell'oggetto che poi finisce, appunto, alla Tred». E proprio di recente quest'ultima società, con sede al Cisternino e che fa capo alla Rifri srl per il 51% e per il restante 49 alla stessa Aamps, ha messo a regime i macchinari che consentono il pieno recupero e lo smaltimento di apparecchi diffusissimi come i frigoriferi. «Fino ad ora avevamo fatto delle prove funzionali- spiega il direttore della Tred Giorgio Frangioni -, ma adesso possiamo lavorare a pieno ritmo e siamo in grado di eliminare tutti i potenziali pericoli per l'ambiente a cominciare dal freon. Questa è la specializzazione che caratterizza la sede di Livorno, (esistono anche altri due poli legati alla stessa azienda, la Tred Carpi e la Tred Sud, in provincia di Isernia), ma con la nostra struttura all'avanguardia possiamo intervenire in tutto il settore dei beni durevoli. Per i computer, ad esempio, siamo in grado di eliminare tutti i veleni e recuperare i metalli pregiati e le schede intatte che vengono riassorbite dal mercato. Così per quanto riguarda i monitor che vengono divisi in due a caldo, ma con l'accortezza di recuperare le polveri contenute all'interno. Insomma, un ciclo completo ed in piena sicurezza»


Fonte:Il Tirreno: Cronaca Toscana


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