I veri disabili siamo noi - 03-06-03 - Giovanni Forgione

 

 

Prendo spunto da due interventi recenti su ViviTelese: uno di Giuseppe Grimaldi che ha dimostrato, ancora una volta, la scarsa attenzione dell'ufficio tecnico telesino nei confronti dei disabili (meglio dire diversamente abili); l'altro di Vittorio Pagliarulo che nel grande tema del sottovia ha parlato della stradina intitolata a Papa Giovanni XXIII.

 

La disabilità mentale a cui faccio riferimento è quella dello scarso (o nullo) senso civico. Il rispetto verso gli altri, abili o diversamente abili nella nostra cittadina è ridotto al lumicino.

 

In uno dei pochi interventi che io conosco dell'assessore Caruso, il consigliere ebbe a dire che la situazione igienica di degrado della nostra cittadina è dovuta in gran parte alla cattiva condotta dei cittadini.

 

Ora, dato per certo che il comportamento civico dei cittadini, in generale, sia riprovevole e che le poche persone che rispettano il prossimo e la natura sono invisibili perché surclassate dagli incivili, vi chiedo: a chi spetta trovare strategie per educare la cittadinanza, per migliorare la vivibilità e per risparmiare sulle spese pubbliche?

La risposta che mi viene spontanea è: a ViviTelese!

 

Si, perché questo gruppo che ci amministra ha già dato prova della propria inciviltà in diverse occasioni (già documentate su ViviTelese), figuriamoci se ha le capacità ed il tempo di educare la cittadinanza alla civiltà.

 

Restando nel concreto, e per non perdermi nelle migliaia di foto di ViviTelese, ritorno ai due punti con i quali ho esordito: il parcheggio delle poste e Via Giovanni XXIII.

 

Parcheggio Poste

Vorrei conoscere il nome della persona, tra le tante che ruotano intorno ad un progetto pubblico, che ha deciso con la matita in mano di disegnare i due posti per disabili nel posto più lontano dall'ingresso dell'ufficio postale; lo inviterei a cena per fargli spiegare da un mio amico disabile come si vive sulla sedia a rotelle; probabilmente nei prossimi lavori pubblici riuscirà a pensare sia ai disabili sia alle esigenze del cittadino "normale".

 

L'educazione alla civiltà, cari consiglieri telesini, non si insegna, si mostra con le azioni. Un progetto edilizio o di viabilità che non rispetta la vivibilità dei cittadini, e che è fatto con i piedi è, già esso, portatore di inciviltà; la catena di microviolenze che ne consegue è in diretto rapporto con la qualità dell'azione educativa mostrata da chi ci governa.

 

Al progettista, per meglio esplicitare il mio pensiero di azioni e progetti educativi, gli racconterei cosa scrivono in Francia i progettisti-educatori al centro della sosta per disabili (strisce gialle): Se prendi il mio posto, prendi il mio handicap.

 

Queste piccole azioni, con molta probabilità, rimarrebbero scolpite nella mente, anche in quella dei cittadini incivili (con il massimo grado di disabilità mentale) che parcheggiano con il muso dell'auto nella porta dell'ufficio postale, nonostante i posti vuoti nel parcheggio.

 

Via Giovanni XXIII

Già Vittorio Pagliarulo ha mirabilmente evidenziato che la strada della scuola dell'infanzia è sovraffollata in rapporto alle effettive dimensioni; non potrebbe, così com'è, sostenere tutto il traffico proveniente da "oltre stazione".

 

Tenendo sempre bene in mente l'azione educativa che dovrebbe mettere in atto chi progetta e ci governa, aggiungo che già adesso la stradina del "Papa buono" mostra segni inconfondibili dell'inciviltà progettuale.

 

Se vi posizionate al quadrivio nei pressi di "Olivetti Santangelo" e fate qualche passo verso la banca BNL, fino a vedere Via Giovanni XXIII, vi accorgerete dello scempio già perpetrato ai danni della viabilità e della civile convivenza:

  1. Il tracciato lineare, che dovrebbe percorrere un'automobile dal quadrivio verso via Giovanni XXIII, non esiste! è occupato sia a destra che a sinistra dalle strisce blu (leggi: in nome del Dio denaro me ne infischio della civiltà e della viabilità)

  2. Le auto parcheggiate davanti alla scuola dell'infanzia, occupano con "il di dietro" la carreggiata

  3. la soppressione del grande parcheggio a Piazza Padre Pio, per far posto al giardino (devo dire bellissimo e ben curato) non ha tenuto presente che in quella zona già operava un supermagazzino e, per questo, il parcheggio preferito per i clienti è proprio nella carreggiata di Via Giovanni XXIII, in una stradina che a malapena contiene un senso di marcia

  4. I pochi posti auto (bianchi e gratis) progettati al di fuori del giardino pubblico di Piazza Padre Pio sono adatti solo alle 500 FIAT; per questo motivo, è praticamente impossibile percorrere il tratto di strada che unisce Via G.XXIII al Viale Minieri, senza fare "slalom"

  5. Via Giovanni XXIII non ha banchine né a destra né a sinistra, quindi, nemmeno la sosta d'emergenza è possibile.

  6. l'attuale disinteresse dei Vigili Urbani nel controllo di Piazza Padre Pio (in due anni che abito li, non ne ho visto uno)  non fa ben sperare per una futura "azione educativa".

Conclusione: ViviTelese continuerà con i propri mattoncini a costruire "passo passo" quella civiltà e quella vivibilità affossate dalle azioni di chi ci governa.