La Valle




   





Storie da raccontare




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Il territorio  e l'ambiente




L’ambiente acquatico, oltre alla presenza di trote, vaironi e alborelle, è ricco sia di uccelli di transito che nidificatori. Tra i primi si possono vedere garzette, niticore, beccaccini e gabbianelle tra i secondi ballerine bianche e gialle, cutrettole, corrieri piccoli, merli acquatici e martin pescatori.


La Comunità Montana è impegnata da anni nell’attività di tutela ambientale, valorizzazione e sviluppo del territorio, rivolgendo grande attenzione alla promozione turistica di pari passo alla incentivazione delle produzioni alimentari, puntando forte sul trinomio turismo-gastronomia-agricoltura.
La riscoperta di ricette e prodotti alimentari quasi dimenticati offre nuovi spunti e argomenti di richiamo per gli operatori della ristorazione che, a loro volta, costituiscono un concreto mercato ed una importante vetrina per le produzioni dell’agricoltura e dell’allevamento locali.

Tra le verdure da orto spiccano due prodotti. Il primo è l’ormai famosa fagiolana, varietà rampicante di fagiolo, simile al bianco di Spagna, ma più grande e con buccia più consistente. La fagiolana della Val Borbera, con le due varietà, quarantina e bianca di Figino, è da poco entrata a far parte del Consorzio di Tutela della Quarantina, che comprende anche la patata quarantina, prodotto di cui si è ripresa la coltivazione a metà degli anni Novanta.

La mela Carla è una particolare varietà di mela, un tempo molto diffusa sul territorio. Le difficoltà legate al territorio e ai problemi dell’agricoltura ne avevano messo a dura prova la sopravvivenza, ma da qualche anno ha preso avvio il recupero con la messa a dimora di alcune migliaia di piante: ciò è di buon auspicio per il suo definitivo rilancio.

Il Montebore è un formaggio la cui storia è antichissima, essendo già conosciuto circa 900 anni fa. Grazie ad una accurata ricerca, da parte di esperti dello Slow Food, è stato letteralmente “riportato in vita”. La fama del Montebore, prodotto nel nuovo caseificio in località Valle di Mongiardino, è largamente meritata, per l’originalità di questa formaggetta a latte crudo, 75% vaccino, 25% ovino, dalla forma unica - il “castellino” - e dal sapore antico, che può essere gustato fresco, semi-stagionato o stagionato.

In un territorio come quello alessandrino, ricco di vini pregiati, anche la Val Borbera propone la sua varietà autoctona, che si esprime con il Timorasso, un bianco secco ricavato da un’uva bianca in grado di fruttificare a quote superiori ai 600-700 metri, in splendidi e soleggiati terreni. Tenuto in vita da un gruppo di appassionati, è tornato nei luoghi originari; la sua produzione è limitata, ma di ottima qualità.

Un ruolo fondamentale nella promozione delle produzioni locali è svolto da oltre vent’anni dalla Associazione  Albergatori e Ristoratori della Val Borbera, che presenta una proposta gastronomica con utilizzo di materie prime e preparazioni tradizionali. Selvaggina, funghi, tartufi, castagne, salumi, formaggi e miele oltre ai prodotti di cui si è detto sopra, sono autentiche attrazioni per un gran numero di appassionati della buona tavola. Alberghi, ristoranti ed agriturismi sono attività di primo piano  per l’economia del territorio.

La buona tavola può essere apprezzata maggiormente anche grazie alle produzioni di aziende agricole e allevamenti (bovini in alta Val Borbera, caprini a Cantalupo e Roccaforte, pollame e conigli a Molo di Borghetto) favoriti  dalla totale assenza di attività inquinanti sul territorio.

Nel territorio delle Valli Borbera e Spinti sono presenti anche attività industriali, artigianali e commerciali.

Le industrie sorgono esclusivamente nei centri di fondovalle, i più popolati e vicini alle grandi vie di comunicazione: lavorazione lamiere (a Stazzano e Vignole), cere e detergenti (Borghetto).

Attività interessanti sono costituite da falegnamerie (a Stazzano, Vignole, Borghetto e Albera), segherie e imballaggi in legno (Borghetto), mobilifici (a Vignole, Cantalupo, Albera e Rocchetta), movimento terra ed eco-servizi (a Vignole e Cabella), costruzioni (a Cantalupo), imprese edili (a Stazzano, Vignole e Cabella), progettazione e realizzazione impianti elettrici (a Vignole, Rocchetta e Cabella).
Numerose anche le attività commerciali, che interessano diversi settori, in tutti i Comuni del territorio.
La cultura 



Il Borbera, che misura circa quaranta chilometri, nasce dalla confluenza dei torrenti Cosorella e Agnellasca con il Gordenella nei pressi di Dovanelli, frazione di Cabella, attraversa “le Strette”, una suggestiva gola ricca di anse e di meandri, e prosegue sino alla piana tra Borghetto e Vignole, immettendosi nello Scrivia vicino a Libarna, nel Comune di Serravalle Scrivia. Il torrente ha modellato nei millenni un ambiente assai vario; con gli affluenti, il più importante dei quali è il Sisola, la Valle interessa un vasto territorio, che occupa l’estrema propaggine sud-orientale della provincia di Alessandria ed è interamente incluso nell’Appennino ligure-piemontese, cui appartengono i monti Giarolo (m.1473), Ebro (m.1700), Chiappo (m.1700), Cavalmurone (m.1672), Carmo (m.1640) e Antola (m.1597). 

La natura delle due vallate è davvero molto ricca e variegata. In passato la faggeta d’alto fusto ricopriva buona parte del territorio, mentre oggi  sono presenti caratteristiche diverse nella parte inferiore e in quella superiore.

Nella prima, da Vignole a persi, prevale una vegetazione di “ripa” costituita da salicacee, ontani, olmi, noccioli, roveri e castagni. Tra Vignole e Borghetto, inoltre, si possono ancora trovare dei gelsi, un tempo molto più diffusi per la produzione di seta.

Nell’alta Valle vi sono tratti di rimboschimento a pini e larici e boschi misti costituiti da roveri, castagni, carpini bianchi, carpinelle, aceri di monte, noccioli, ornelli. Al confine con i boschi di conifere e con le faggete che si trovano, invece, oltre i mille metri, si distinguono i maggiociondoli e i sorbi montani.

Straordinaria la fioritura:  in primavera primule, genziane, ranuncoli, narcisi e una grande quantità di orchidacee; in piena estate il giglio Martagone, il giglio di San Giovanni, mirtilli e lamponi.

Altrettanto interessante si presenta la fauna delle due Valli. Falconidi, gufi, civette, allodole, le rare pernici rosse,  tassi e ghiri popolano i boschi: inoltre è in aumento la presenza di volpi, discreta quella di donnole e faine, costante quella di lepri e scoiattoli. Molto numerosi daini e cinghiali. Anfibi e rettili vivono nelle zone di palude. Le marmotte hanno qui l’unica colonia di tutto l’Appennino settentrionale.




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