Il termine “Borbera” definisce un caratteristico torrente, una straordinaria valle ed una Comunità Montana, intitolata anche alla parallela valle Spinti
.

E’ un ambito ad economia e popolamento diseguali, ma con parlata e tradizioni affini, nei quali prevale l’influenza ligure-celtica. Un’area ampia e molto varia, situata in provincia di Alessandria, ma posta ai limiti del territorio piemontese: nel tratto da Capanne di Carrega a Capanne di Cosola  è posto il crocevia di quattro regioni, Liguria, Emilia, Lombardia e, appunto, Piemonte.


La Comunità Montana (kmq. 299,35; abitanti 8.806) comprende undici comuni, di cui sette nell’alta Val Borbera (Cantalupo, sede della Comunità Montana, Albera, Cabella, Carrega, Rocchetta, Roccaforte, Mongiardino) tutti con la denominazione “ligure”, due all’inizio della Valle (Vignole Borbera e Borghetto di Borbera), uno tra la Val Borbera e la Valle Scrivia (Stazzano) ed uno in Valle Spinti (Grondona).


La Valle


La posizione favorevole, l’ambiente e il paesaggio, la storia e l’arte, il folklore e la gastronomia rendono le Valli Borbera e Spinti una realtà importante del territorio piemontese.

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Storie da raccontare



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Il carattere distintivo delle Valli consiste nella presenza di una natura ancora a tratti selvaggia. Vi si riscontrano rilievi fortemente modellati e coperti di un ricco manto vegetale; anche la fauna annovera numerose specie, alcune delle quali protette. Questo non significa, tuttavia, che le zone antropizzate siano trascurabili da un punto di vista paesaggistico: anche se ridotte rispetto al passato designano un ambito culturale di tutto rispetto che ben si armonizza con la natura, specie se si guarda ai notevoli insediamenti di ogni epoca, vero libro aperto sulla storia di questi monti.
Il territorio  e l'ambiente
Dall’antica Precipiano, di fronte agli scavi archeologici di Libarna, il passato ha tramandato testimonianze rilevanti che vanno dalla romanità (l’Ara delle Matrone di Roccaforte), al Medioevo (i resti di abbazie e monasteri, le chiesette romaniche di Borghetto e di Grondona, le numerose torri, i castelli di Torre Ratti, di Borgo Adorno e di Stazzano) al Seicento (i palazzi di Rocchetta e di Cabella), sino ai giorni nostri con i monumenti a ricordo della lotta partigiana (la stele di Pertuso). La civiltà contadina è evocata da molti nuclei che conservano i tradizionali selciati  e le tipiche costruzioni in pietra a vista  (caratteristici i paesini abbandonati di Rivarossa, Avi, Camere Nuove e della valle dei Campassi). Dei mulini, un tempo numerosi, alcuni sono tuttora funzionanti (Pravaglione, Santamaria).






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