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Via con me
by Elisa

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"Non c'è oggi Haruko?"

"Doveva studiare, così non è venuta agli allenamenti."

Yoko accompagna Akagi per una decina di minuti, in quella che ormai è diventata un'abitudine. Passano qualche secondo in silenzio, poi Yoko, naturalmente aggrappata al braccio di Akagi, dice: "domani, dopo la scuola, ti andrebbe di accompagnarmi in centro? Devo comprare una cosa."

"Domani… in centro? Uh, ehm… va bene" farfuglia Akagi. Perdio, quella versione giapponese di Louise Brooks non gli arriva nemmeno alla spalla eppure lo confonde ogni volta che gli rivolge la parola. Vale a dire spesso. Alcuni a scuola dicono che facciano già coppia fissa, lei spesso lo va a trovare in classe, segue tutti gli allenamenti, c'era anche all'ultima partita. Ma in realtà, finora, non è successo nulla.

Finora, appunto. Questo è praticamente un appuntamento, è il pensiero che fulmina la mente di Akagi. E' un'idea che lo atterrisce e lo elettrizza insieme. Vicino a Yoko, praticamente una gatta travestita da liceale, si sente goffo e inadeguato. Non importa che tutti, ormai, lo rassicurino parafrasandogli ciò che Mitsui gli ha detto rudemente: quella ne vuole da te. D'altro canto, non importa nemmeno che la ragazza sia arrivata seguita dalla sua considerevole reputazione. E' abbastanza famosa tra quelli del secondo e terzo anno, si dice abbia collezionato un buon numero di ragazzi più o meno fissi, si dice sia una che ci sa fare.  Ma quando è con lei, Akagi non pensa a queste cose, almeno non consciamente; pensa invece che è tremendamente carina e affascinante, che lo segue ovunque in maniera quasi stoica e gli si strofina addosso ogni volta che ne ha l'opportunità.

 

"Che ne dici, mi sta bene?" dice Yoko uscendo dal camerino. Ad Akagi sembra che il cuore salti un battito.

L'ha accompagnata a comprarsi un vestito, e dopo averla vista sempre e solo in divisa scolastica, questa è quasi una novità assoluta. E' un vestito lungo, con le spalline sottili, fatto di due strati di viscosa semitrasparente sovrapposti, il bianco sul nero. L'effetto è spettacolare, quando lei fa un giro su se stessa lo è ancora di più.

Akagi è un ragazzo serio, Akagi non ha mai fatto una faccia da pesce lesso come quella che sta facendo ora.

"…ti sta benissimo."

"Sai" spiega Yoko "siamo ancora un po' indietro con la stagione, ma mi piaceva troppo. Non volevo rischiare di perderlo." Rientra nel camerino e prima di cambiarsi di nuovo si rimira un attimo allo specchio. Ha la virtù di sapersi valorizzare e quel vestito le dona davvero. E' soddisfazione quella che le si dipinge in volto, è orgogliosa di se stessa, Akagi ormai è suo. L'ha divorata con gli occhi come nessuno gli ha mai visto fare.

Quando escono dal negozio, Akagi tenta di riacquisire un minimo di controllo sulla situazione e invita Yoko a bere qualcosa. La porta in uno dei suoi bar preferiti, ordinano due frappè. Non sanno che nel fast-food dall'altra parte della strada c'è un folto gruppo di osservatori a tenerli d'occhio.

 

Che Akagi e Yoko uscissero è una notizia troppo succulenta per non trapelare, così, ad aspettarli al varco, ci sono Sakuragi con la sua armata, Mitsui, Miyagi e Kogure. E' un evento imperdibile. Yoko ha fatto irruzione nella routine del club di basket da appena due settimane e Akagi è diventato un altro. Beninteso, in campo sempre il solito; ma appena fuori della palestra, non c'è che Yoko nel suo campo visivo.

"Riuscite a vederli? Cosa fanno?"

"Si bevono il frappè, cosa vuoi che facciano."

"Shinobu ride… ride anche il gorilla. Iiihh, è diventato proprio rosso! Un gorilla innamorato, chi l'avrebbe mai detto" commenta Sakuragi. Mito ridacchia.

"Sai qual è la vera novità? Che lui, al 99,9% arriverà a combinare qualcosa, al contrario di certi collezionisti di due di picche che conosco."

"CHECCOSA?" dicono Sakuragi e Miyagi all'unisono, e Kogure dice:

"Certo che Yoko è proprio carina. Peccato che abbia una così cattiva reputazione."

" 'Cattiva', dipende dai punti di vista."

Mitsui ride. E' da quando Yoko è apparsa sulla scena che lui gira con l'aria di uno che la sa lunga, e ora tutti lo guardano. E' giunto il momento di vuotare il sacco, tanto più che ormai rimane ben poco sui vassoi unti di ketchup e olio delle patatine. Mitsui sogghigna e comincia:

"Io è un pezzo che conosco Yoko. Volete sapere di chi era la donna?" Tutti lo guardano interrogativi, quasi in apprensione, e lui fa una pausa studiata prima di soddisfare la sua platea.

"Stava con Tetsuo. Ehi, non fate quelle facce. Sono stati insieme quasi due mesi l'anno scorso, facevano coppia fissa. Naturalmente, se una è la donna di Tetsuo, non è che passino il tempo a tenersi per manina, non se mi spiego. Tetsuo diceva di essere stato il primo, per lei, e comunque non ci permetteva di toccarla nemmeno con un dito. Era suo territorio personale. Pareva lui il padrone. E nonostante questo, alla fine è stata lei a mollarlo, e credo che Tetsuo non se ne sia mai davvero fatto una ragione.  Lei è quel tipo di donna… quel tipo di donna che quando si stanca ti molla dopo averti del tutto prosciugato."

"Non è che sei così acido perché magari ci hai provato con lei e ti ha detto di no?" lo sfotte Miyagi, e Mitsui si inalbera subito:

"Ma che cagate dici!"

"Sì, ci aveva provato" bisbiglia Miyagi dando di gomito a Sakuragi, che se la ride, mentre Kogure incalza:

"Secondo te, si comporterà così anche con Akagi?"

"Chissà. Le persone cambiano, se non lo so io… e d'altronde si è tagliata i capelli pure lei…" risponde Mitsui senza troppa convinzione, e riprende subito la battuta di Miyagi:

"Imbecille! Se c'era qualcosa che non mancava, l'anno scorso, era la f…"

"Cazzo, basta parlare di queste cose" lo interrompe Okusu sbattendo la testa sul tavolo "poi la realtà sembra ancora più dura." A Sakuragi quasi si inumidiscono gli occhi quando dice:

"Il triste fai-da-te."

"Il bricolage" gli fa eco Mito. Con lo sguardo perso nel vuoto, ancora intento a definire, per ipotesi, le grazie più segrete dell'ormai mitica Yoko.

"Il solitario."

"Darsi una mano."

"Io dico 'un assolo di flauto'."

"Ehi, Noma, hai l'animo del poeta."

"Semplicemente sega."

"Pensavo che un playmaker avesse più fantasia" ironizza Mitsui "io dico 'monologo'."

"Anche tu parli forbito, eh, Mitsui?" ride Mito, e aggiunge:

"Kogure, tu che ne dici?"

"Eh?" sussulta Kogure, che non riesce a evitare di arrossire. Mitsui lo sfotte.

"Ma dai, non mi dire che la tua vita è così avara di soddisfazioni."

"Non ho pensato a un nome e basta!" dice Kogure esasperato. Gli altri ridono ma non infieriscono, anche perché non ce n'è il tempo:

"Cazzo, se ne sono andati!"

 

Quando gli altri escono di corsa dal fast-food quasi rovesciando le sedie, Akagi e Yoko sono già sulla metro. Sono seduti vicini e, nel vagone pieno, è inevitabile stringersi.

"Grazie per avermi accompagnata, e per avermi offerto il frappè."

"Figurati."

"No, sei stato gentilissimo, davvero. Mi rendo conto che può essere noioso accompagnare una ragazza a fare shopping." Mentre lo dice Yoko si avvicina ancora di più ad Akagi e appoggi ala testa sulla sua spalla.

"Cosa fai?" dice lui un po' allarmato, e Yoko ridacchia:

"Che c'è? Hai paura che la gente pensi che siamo fidanzati? Lascia che lo pensino, in fondo" dice alzando leggermente il capo per guardarlo "non è molto lontano dalla verità, no?"

Akagi la guarda incredulo, e lei fa sparire una mano nella sua, enorme e scura. Restano così, in silenzio, finché non devono scendere una fermata dopo. Yoko non molla la mano di Akagi, letteralmente lo trascina fuori, su per la strada in salita. Ormai è quasi sera.

"Non ti sei offeso, vero?"

"No", risponde lui; esita un attimo e aggiunge "no, per niente."

Yoko sembra sollevata, e sorride. Si ferma a guardarlo da due gradini più in alto, la differenza di statura tra loro diminuisce sensibilmente. Si baciano a lungo, e Yoko si abbandona quasi completamente contro il corpo massiccio di Akagi, le piace l'idea di addossargli tutto il proprio peso senza che lui si sposti di un millimetro. Dal canto suo Akagi quasi non ci crede, è una cosa fuori da qualsiasi previsione.

Quando finiscono di baciarsi, camminano ancora per poco insieme, fino a dove Yoko deve andare a prendere l'altra linea della metropolitana. Si salutano con un altro bacio e poi Akagi si ridirige verso casa, sentendosi leggero, stupido e felice.

 

Gli allenamenti procedono. Mitsui e Kogure sono seduti a bordocampo a fare stretching e, dall'altra parte della palestra, sulla porta ci sono Yoko e Haruko, che un po' guardano la squadra un po' confabulano. Kogure dice, con ostentata noncuranza:

"Dunque pare che Akagi e Yoko stiano insieme."

"Altroché. A ogni minima occasione lì ci scappano chilometri di lingua. Yoko non ha perso il suo smalto."

"Mitsui, ma se conosci così bene Yoko, perché non le parli mai? In fondo eravate nella stessa compagnia, no?"

Mitsui si stringe nelle spalle.

"Non c'è un motivo. Che cosa avremmo da dirci? Ti ho detto che Tetsuo se avesse potuto le avrebbe scavato una trincea intorno. Non che a lei dispiacesse. Credo che il massimo della libidine per lei in tutto ciò stesse nel fatto che Tetsuo era un po' il capo della compagnia. Probabilmente le piacciono gli uomini col piglio del comando" ci pensa un attimo "e grossi. E con le labbra carnose."

"Dici che sia per questo che si è messa con Akagi?"

"Boh. Secondo me tutto è possibile con quella donna" conclude Mitsui andando a recuperare un pallone.

***

"Hai una bella casa, Takenori."

Casa Akagi è ordinata e abbastanza elegante, arredata in stile occidentale. Yoko si guarda intorno e senza preamboli chiede:

"Mi mostri camera tua?"

"…beh… perché no."

Con un po' di imbarazzo Akagi apre la porta della sua stanza e Yoko sembra molto soddisfatta di ciò che vede.

"Assomiglia un po' alla camera di Kaede. Anche lui ha un poster di Michael Jordan tipo il tuo e tutte quelle riviste sportive… però è un po' più disordinato. Tu sei molto più preciso" sorride Yoko sedendosi sul letto, e aggiunge:"lo sai, vero, che tua sorella muore dietro a mio cugino."

Akagi si siede di traverso sulla sedia della scrivania, e sbuffa:

"Sono le cotte tipiche dell'età. Le passerà. E poi è ancora troppo piccola."

"Troppo piccola?" ripete incredula Yoko "Capisco che tu voglia proteggerla, eccetera, ma ormai è in prima superiore. Io direi invece che è già grandina. Vorrei vedere se riesco a combinare qualcosa tra lei e Kaede… magari farà bene a tutti e due. Sotto certi aspetti lui è un po' amorfo. Ehi" ride "si vede lontano un chilometro che non ti piace quello che sto dicendo!"

"In effetti, no."

"Ma non dovresti. Avanti di questo passo le per te sarà sempre 'troppo piccola'. L'anno prossimo avrà la mia età. E io sto insieme a te."

"E' diverso."

"Diverso?" Yoko alza un sopracciglio "Intendi dire diverso dati i miei precedenti? So benissimo qual è la mia reputazione." Akagi si rizza sulla sedia.

"Ascoltami bene. Non mi importa niente, e sottolineo niente, di quello che dicono gli altri. Io ti conosco per ciò che vedo di te, e ciò che vedo mi piace. Basta. E' stupido farsi un'opinione basandosi sui pettegolezzi." A Yoko quasi brillano gli occhi. Questo discorso le è piaciuto molto.

"Take-chan, baciami."

Akagi va a sedersi sul letto accanto a Yoko e la bacia, presto crollano l'uno sull'altra e la situazione prende una piega interessante, finché lei rivela sconsolata:

"Non possiamo fare molto, Take-chan. Ho le mie cose." Akagi rimane per un attimo interdetto e poi affonda, frustrato, la testa nel cuscino.

"Che sfiga." Una piega interessante, altroché. Talmente interessante che il solo fatto di indossare ancora dei pantaloni gli provoca una sensazione che sfiora il dolore. Yoko gli batte sulla schiena, sorride, dice:

"Sciocchino. Se non si può fare molto non vuol dire che non si possa fare niente."

 

"Oddio oddio GUARDALO!"

A Haruko manca il fiato mentre strattona Yoko per indicarle l'azione di Rukawa, che si conclude con una spettacolare schiacciata a canestro. E' soprattutto grazie a lui se stanno vincendo la partita. Fuji e Matsui scuotono la testa in segno di resa, e Yoko ride:

"Guarda che fai concorrenza alle tre galline!"

"Da quell'orecchio non ci sente" interviene Mito. Gli ultras dello Shohoku ci sono tutti.

"Senti, Haruko" dice Yoko in tono confidenziale "ti piace davvero tanto mio cugino, eh?" Haruko diventa paonazza.

"Ehm, sì, certo." Yoko sospira.

"Io sto… lavorando per te, in un certo senso, ma voglio essere sincera: Kaede è difficilissimo da smuovere sotto questo punto di vista.  Per cui, se vuoi un consiglio, dovresti provare a importi con lui. Forse c'è speranza. D'altronde siete molto simili. Anche tu sei carina, e probabilmente hai un sacco di spasimanti di cui nemmeno ti accorgi."

"Ma dai, non prendermi in giro" dice Haruko imbarazzata. Yoko non resiste.

"Guarda Sakuragi. Ti muore dietro, e non è affatto male."

"Per piacere, Yoko… non è vero."

"Cosa non è vero? Che lui ti viene dietro o che è un gran bel ragazzo?" Haruko arrossisce ancora di più e farfuglia:

"Che lui mi muore dietro, ovvio." Yoko mantiene la sua flemma.

"Neghi l'evidenza. Fermo restando che sarei molto felice se Kaede si trovasse una ragazza come te, continuo a pensare che, in fondo in fondo, sia Sakuragi quello che ti piace veramente. Hai tutto il mio supporto."

"…"

Haruko non sa che rispondere e torna a guardare la partita; forse ci sono andata troppo pesante, pensa Yoko, e Mito le dice:

"Te l'avevo detto che da quell'orecchio non ci sente."

"Per fortuna, eh?" ribatte ironica Yoko. Questa ragazza è davvero scaltra come un gatto, pensa Mito, e nel frattempo Yoko torna a concentrarsi sulla partita. Osserva Sakuragi: è alto come suo cugino, ma con quella certa rudezza che lo fa sembrare più massiccio di quanto effettivamente sia. Yoko rileva in lui una specie di sensualità inconsapevole, primitiva, che naturalmente cozza con la freddezza di Rukawa: ma va bene così. Torna al suo obiettivo principale, Akagi, che come al solito si danna l'anima correndo per tutto il campo. Il sudore ormai fa letteralmente luccicare i suoi muscoli. Yoko adora quel corpo monumentale, e si scopre ad attendere impaziente il loro prossimo appuntamento. Tra l'altro, i suoi cinque giorni di tristezza finiscono oggi.

***

"Mitsui."

Mitsui e Yoko si incontrano per caso in corridoio, durante le lezioni. Mitsui sta uscendo dal bagno; Yoko sta andando a fare delle fotocopie per conto della professoressa di geografia.

"ehilà Yoko."

"Devo fare trenta fotocopie per ognuno di questi" dice lei sventolando dei fogli "mi fai compagnia?"

Perché no, il prof di matematica nemmeno vede chi entra e chi esce, è la risposta di Mtisui; e così accompagna Yoko fino alla fotocopiatrice. Lei dice:

"Perché mi eviti?"

"Potrei chiederti la stessa cosa. E comunque non ti sto evitando."

"Passami quel foglio, grazie. Invece non mi hai parlato una volta. E' la verità. Che è, ti ricordo il tuo oscuro passato?"

"Può darsi" ammette Mitsui "ma sono sempre discorsi che valgono per entrambi. Mi pare che tutti e due abbiamo cambiato vita."

"certo" sorride Yoko "tu di sicuro sei cambiato, Hisashi-kun. "

"Perché, tu no?"

"Non lo so" dice Yoko armeggiando coi pulsanti della fotocopiatrice "io faccio quello che mi sento di fare. Vuol dire cambiare sempre e restare sempre uguali. Hai delle preoccupazioni?"

"Quando stavi con Tetsuo" dice Mitsui un po' nervoso "eri una cosa insopportabile."

"Ah, grazie."

"Intendo dire che… mettiti nei panni miei, degli altri. Arrivi tu tutta carina pulita ordinata. Ti metti con Tetsuo, che è tutto tranne carino, pulito eccetera, e tu riesci a far convivere le due cose. Eri insopportabile perché eri troppo arrapante e sapevi benissimo che non ti ci potevamo avvicinare."

"Ero?" ghigna Yoko. Mitsui fa un gesto stizzito.

"Lo sai che essere arrapante è la tua specialità, non è questo il punto. E' che sei difficile da… da lasciar andare. Quando l'hai lasciato, Tetsuo ci è rimasto male. Davvero. Non si è più visto per qualche giorno e poi è sempre stato un po' scostante. Secondo me gli brucia ancora."

Yoko lo guarda tra l'incredulo e il sarcastico.

"Sei sicuro che stiamo parlando della stessa persona? Di quel Tetsuo? Quello che conosco io è forse una delle dieci persone meno sentimentali sul territorio nazionale."

"A nessuno piace essere piantato."

"Dove vuoi andare a parare?"

Mitsui sospira.

"Akagi non è tra le dieci persone meno sentimentali del paese. Non siamo amici, ma lo conosco bene. Giocare insieme porta a questo. Il modo in cui un giocatore si comporta in campo riflette come si comporta fuori. Il gorilla ci mette l'anima. Capisci cosa intendo? Se già Tetsuo era rimasto coinvolto… figuriamoci lui."

"Ehi… ti preoccupi? Passami l'altro foglio."

"Lo dico soprattutto nell'interesse del buon gioco" taglia corto Mitsui e Yoko ha un tono teso quando gli risponde.

"Anche Kaede mi ha quasi fatto lo stesso discorso. Che diritto avete di venirmi a dire come mi devo comportare? Che senso ha dire 'fallo per la squadra'? Tu e mio cugino siete degli ipocriti. Vi giustificate col discorso del basket pur di non ammettere che vi siete affezionati a Takenori e che vi preoccupate per lui come persona. Ah, gli uomini duri."

Mitsui sta per scattare, ma si trattiene. C'è un fondo di verità nelle parole di Yoko, e poi suonano un po' inattese. Lei continua con una certa durezza:

"Io non so dire se questa storia finirà, continuerà o che altro. Mi piace Takenori, mi piace adesso, come faccio a dire se domani non mi piacerà più? Per piacere, Mitsui, torna in classe. Dopo tutto questo tempo ci siamo parlati anche troppo."

"Già forse hai ragione" dice Mitsui a denti stretti, e si appresta a rifare il corridoio.

"E non lo chiamare gorilla!" gli urla dietro Yoko.

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PROSSIMO EPISODIO: Cosa succede quando i genitori vanno alle terme per un week-end? E quando Sakuragi si trova un avvocato difensore particolarmente abile? E se Yoko venisse a sapere qualcosa che finora le è stato tenuto nascosto? Un po' di pazienza e lo saprete…

mailto: elisa.poggese@tin.it

Via con me 03
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