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Via con me
by Elisa

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Via, via
Vieni via con me
Entra in questo amore buio
Non perderti per niente al mondo
Via, via
Non perderti per niente al mondo
Lo spettacolo d'arte varia
Di uno innamorato di te

(Paolo Conte, Via con me)

 

La partita dello Shohoku contro il Miuradai sta volgendo alla sua naturale conclusione. La squadra di Anzai vince nonostante gli svarioni e l'espulsione di Sakuragi, e gli ultimi minuti diventano quasi una formalità. Rukawa dà le solite dimostrazioni di classe e le sue tre cheerleader si scatenano.

"Ru-ka-wa! Ru-ka-wa! Devasta quella squadra di bruttoni!"

Si muovono e urlano in sincronia perfetta, per cui quando finiscono la frase c'è un momento di relativo silenzio in cui si inserisce un'esortazione ironica:

"Ma crescete."

Le tre si voltano di scatto. Vicino c'è una ragazza con la divisa del loro stesso liceo, che guarda la partita con un sorriso sornione. E' stata chiaramente lei a insultarle.

"Ehi, tu. Cosa hai detto?" chiede minacciosa "Ka" tamburellandola col dito sulla spalla. La ragazza si gira a guardarla e sempre sorridendo dice:

"Vi ho detto di crescere. Invece di starnazzare dietro a Kaede, guardate qualcuno di un po' più uomo."

"Un po' più uomo?" ripete sprezzante "Wa". La ragazza annuisce.

"Tipo Akagi, per esempio."

"Akagi, avete sentito?" ride "Ka" voltandosi a guardare le altre, che la assecondano. L'altra riprende a guardare la partita e dice:

"Certo, Akagi. Mio cugino non è il mio tipo", sogghigna "non lo è più, almeno."

In quel momento la partita finisce ma le tifose di Rukawa sono tutte prese dalla ragazza, che non si scompone.

"Tu saresti… la cugina di Rukawa?" chiede "Ru", incredula.

"Certo", risponde l'altra "mi chiamo Yoko Shinobu, piacere di avervi conosciuto" dice, e se ne va tra il pubblico che comincia a sfollare, lasciando "Ru", "Ka" e "Wa" in preda a nuovi interrogativi.

"…che vuol dire che Rukawa non è più il suo tipo?" commenta stizzita "Ka". Si sente chiara la scia di profumo dolce che Yoko Shinobu ha lasciato dietro di sé.

 

Yoko Shinobu non passa inosservata. Sembra uscita da un film muto: porta i capelli a caschetto, con la frangia, resi ancora più neri con qualche tintura, in contrasto con la tendenza di averli decolorati. Il suo viso è elegante, dai tratti quasi felini. Ora è in piedi sulla soglia della terza F, durante la pausa per il cambio dell'ora. Aspetta in silenzio, giusto il tempo di attirare su di sé gli sguardi della quasi totalità dei maschi presenti in classe, e anche di molte delle femmine. A quel punto ferma un ragazzo che sta entrando e gli dice:

"Scusa, senpai. Potresti dirmi dove posso trovare Takenori Akagi?" Il ragazzo annuisce e le indica un banco vicino alla finestra. Non che lei non si sia già accorta della montagna umana che si staglia in controluce. Attraversa con calma l'aula e si ferma davanti ad Akagi, che non si è accorto di niente, chino su un libro di algebra.

"Senpai Akagi?"

Akagi alza lo sguardo e incrocia gli occhi sorridenti di Yoko.

"sì?"

"Sono Yoko Shinobu di seconda E. Volevo solo dirti che la partita di ieri è stata davvero spettacolare."

"Uhm… grazie."Yoko scorre un dito sul libro di Akagi e dice:

"Dunque è vero quello che si dice di te, sei davvero un ragazzo studioso. Si può assistere agli allenamenti, vero?" Akagi pensa al casino che fanno le fans di Rukawa - sua sorella inclusa - e sta per dire di no, ma sono altre le parole che gli escono dalla bocca:

"Certo, basta non disturbare."

"Allora non disturberò" sorride Yoko "ci vediamo presto."

"Yoko Shinobu" ripete a mezza voce Akagi, non appena la ragazza è uscita e la maggior parte delle teste in classe è girata verso la porta.

 

"Shohoku… fight!"

Il riscaldamento è finito, Ayako ha distribuito le casacche di due colori e comincia la partitella di allenamento. Blocca Sakuragi tirandolo per la maglia:

"Ehi, non hai finito. Ti mancano esattamente quattro minuti di palleggi da fermo."

"Quattro minuti! Per quattro minuti non mi vuoi fare entrare?"

"Esatto" sogghigna Ayako facendo oscillare il cronometro "quanto ci mettono a passare quattro minuti? Poche storie, Hanamichi. Stai solo perdendo tempo."

Sakuragi mugugna ma riprende l'allenamento.  Guarda verso la porta; come al solito c'è Haruko, ma in questo momento lei non lo vede; non ha occhi che per Rukawa. E Rukawa non ha occhi che per il pallone da basket. Con Haruko ci sono le solite due amiche - Hanamichi non si rende conto che quella coi capelli corti lo guarda con la coda dell'occhio - l'armata Sakuragi, le tre esaltate che strillano ad ogni passo che fa Rukawa e, a sorpresa, un volto nuovo. Chiede ad Ayako:

"Ayako, sai mica chi è quella tipa dietro alle tre galline?"

Ayako si volta a guardare e muta espressione, commenta a denti stretti:

"Ha la mia età. E' Shinobu. Che diavolo ci fa qui?"

Nel frattempo, anche le fans di Rukawa si sono accorte di Yoko, e la apostrofano:

"Ancora qui, tu?"

"Perché, non si può?" risponde lei con la massima calma. Quelle tre la divertono molto.

"Riprendiamo il discorso da dove lo avevamo interrotto" ringhia "Ka", "Cosa vuol dire che Rukawa non è più il tuo tipo? Stai dicendo che è brutto? Tu che vai dietro ad Akagi?"

"Non sto dicendo che è brutto" puntualizza Yoko come se lo stesso spiegando a un bambino dell'asilo "sto solo dicendo che le qualità che rendono un uomo appetibile non si riducono a una bella faccia. Non dico che mio cugino non ne abbia… ma uno come lui va bene per piacere alle ragazzine. "

"Tu vuoi prenderle" dice minacciosa "Ka".  E' evidentemente le leader del gruppetto, e Yoko la guarda con commiserazione.

"Fate tutto questo bordello" considera "per Kaede che non vi si fila nemmeno, e mai vis filerà."

"COSA?"

Le "cheerleader" sono su tutte le furie. Mito e gli altri hanno osservato tutto a debita distanza.

"E' un po' stronza, 'sta tipa" commenta Takamiya, e gli altri gli danno ragione; ma intanto la squadrano valutativamente, e il giudizio finale è più che positivo. Nessun particolare è vistoso, non è una maggiorata, eppure nell'insieme è davvero notevole. Anche se la sua divisa è uguale a tutte le altre, la donna addosso a lei sembra più corta.

Yoko continua a guardare "Ru", "Ka" e "Wa" con sorridente sufficienza. La sua calma e la sua sicurezza fanno desistere "Ka" e compagnia dall'attuare i propri propositi e si allontanano il più possibile - cioè molto poco, in realtà - da quella presenza irritante. Yoko si gode la sua vittoria e torna a guardare l'allenamento.

Akagi è di gran lunga il più alto in campo, il più pesante, il più grosso. E nonostante questo è forte e veloce, è un ammasso di carne che ostruisce la via per ogni tentativo di attacco. Solo Rukawa ogni tanto riesce a eludere la sua difesa, e la partitella finisce proprio con un'azione concitata che vede la matricola, per stavolta, vincere il confronto col capitano. Yoko attende di nuovo che le tre fans concludano il loro fisiologico starnazzare e applaude compostamente:

"Bravo Akagi, bravo Kaede, bellissima azione." Di nuovo tutti gli sguardi sono su di lei.

"Shinobu?" mormora incredulo Akagi. Non credeva venisse.

"Yoko" dice Rukawa "non pensavo ti avrei mai vista in palestra a vedere il basket."

"Mai dire mai" ghigna Yoko, e lancia un'occhiata rapida ad Akagi, osserva il suo corpo sudato con la stessa sfrontatezza che hanno i maschi davanti a una minigonna. Akagi comincia a sentirsi a disagio.

A quel punto anche Haruko la sta guardando. Yoko e Rukawa si chiamano per nome, devono essere in confidenza. Magari è la sua ragazza, pensa, e poi scaccia subito l'ipotesi fastidiosa. Intanto la conversazione tra i due continua, Yoko dice:

"Non sai che ero anche alla partita?"

"Notevole."

"E' bello vedere che riesci ancora a sorprenderti."

Rukawa si è avvicinato a Yoko provocando scene di delirio tra le sue sostenitrici, che lui non degna di uno sguardo.

"E che te ne è parso della partita?"

"Siete stati molto bravi. E poi quel rosso mi ha fatto ridere."

"Tsk."

Nel frattempo, tutta la squadra si è fermata ad assistere alla conversazione. E' raro sentire parlare Rukawa così a lungo.

"Ma chi è quella?" chiede Miyagi.

"Ayako ha detto che si chiama Shinobu, è del secondo anno anche lei" dice Sakuragi.

"Yoko Shinobu", precisa Akagi.

"La conosci?"

"Eh?…eh…No. No, è solo venuta in classe oggi a… a congratularsi con la partita."

Miyagi ridacchia.

"Hai fatto colpo, capitano."

"Non dire scemenze!" ruggisce Akagi, e nel frattempo Mitsui continua a fissare Yoko, rimuginando:

"Yoko Shinobu… Sì, sì, è proprio lei."

"Mitsui" dice Sakuragi "non mi dire che la conosci anche tu."

"Può darsi."

"Cosa aspettate? Andate a cambiarvi, l'allenamento è finito" interviene Ayako, stizzita. Yoko lo fa notare a Rukawa.

"Ehi, guarda che devi andare. Ci si vede, cuginetto."

Rukawa la saluta con un cenno e segue gli altri in spogliatoio, ma Yoko non ha finito:

"Ehilà Ayako."

"Shinobu."

"Sei fortunata. Hai sotto di te una gran bella squadra."

"Ti piacerebbe" sono le parole di Ayako, cariche di veleno.

"Altroché."

 

In spogliatoio, tutti chiedono subito a Rukawa di Yoko.

"E' mia cugina. Il suo patrigno è il fratello di mia madre."

"Non ci avevi mai detto niente di lei."

"Perché avrei dovuto?"

"Si pubblicizza già da sola" commenta ironico Mitsui uscendo dalla doccia, "vero, gorilla?"

"Che discorsi cretini" mugugna Akagi, rivestendosi.

"Non hai detto che oggi è venuta a cercarti?" continua Mitsui "quella ne vuole da te, non c'è dubbio."

"Mitsui, tu sei l'ultima persona al mondo che può prendermi per il culo, ricordatene bene."

"Fa' come vuoi, ma io so quello che dico" ridacchia Mitsui, e va a finire di vestirsi. Akagi è l'ultimo ad uscire, e al cancello della scuola, insieme ad Haruko, trova Yoko che lo aspetta.

 

"Shinobu?"

"Salve, senpai. Spero non ti dispiaccia se ho fatto due chiacchiere con tua sorella.

"Uh, fate pure."

"Lo sai che Yoko è cugina di Rukawa?" dice Haruko, non senza una certa emozione mista ad invidia.

"Sì, lui ce l'ha detto in spogliatoio."

"Devo ammettere" dice Yoko mentre si avviano verso casa "che nonostante abbia sempre passato molto tempo con Kaede fin da piccola, non mi ero mai interessata molto al basket… direi per niente. Ma la vostra squadra quest'anno è davvero splendida. Alla partita non mi sono distratta un attimo."

"Beh, quest'anno abbiamo anche i siparietti di Sakuragi che intrattengono il pubblico"ride Akagi concentrandosi per apparire disinvolto.

"Sakuragi è il rossino?"

"Sì" risponde Haruko "è un mio caro amico. Ho chiesto io a Takenori di farlo entrare in squadra."

"Sì? Pensavo che fosse Kaede a…"

"No!" esclama Haruko arrossendo violentemente "Sakuragi è solo mio amico. Non c'entra…"

"Sakuragi dovrà mettere la testa a posto, con le buone o con le cattive" sentenzia Akagi, e Yoko sogghigna:

"Capisco… ma al di là del rosso che fa ridere, voglio dire che anche per un'ignorante completa come me lo Shohoku è un bello spettacolo. Mi hanno stupito i progressi di Kaede… ma soprattutto è meraviglioso come gestisci la squadra, capitano."

"…grazie…"

Ad Akagi muoiono le parole in gola. Ha passato solo pochi minuti con Yoko e l'ha già mandato totalmente nel pallone.

"Hai visto?" riprende Yoko "Non credo di aver disturbato. Posso venire ancora agli allenamenti?"

"Certo." E' l'unica risposta che Akagi vede come possibile. Yoko si sporge oltre di lui per parlare con Haruko:

"Così se ci vediamo posso raccontarti quello che vuoi di Kaede" e facendolo si è semiavvinghiata al braccio di Akagi, che si irrigidisce leggermente. Ad Haruko si illuminano gli occhi:

"Sul serio? Mi piacerebbe molto!"

"Non avevo dubbi" sorride Yoko a sua volta, senza mollare il braccio di Akagi, e si rivolge a lui:"Non ti dispiacerebbe se organizzo per tua sorella e mio cugino, vero?"

"Finiremo quasi con l'essere parenti."

"Molto alla lontana. Ti crea dei problemi, senpai?"

"Perché dovrebbe?" Akagi comincia a sentire caldo in viso, e tenta di cambiare discorso:

"Abiti qui vicino?"

"Da qui penso di avere un paio di fermate della metro."

"Noi abbiamo un altro isolato da fare a piedi" dice Haruko, e si fermano in prossimità della stazione.

"Allora ci vediamo domani. Tanto gli allenamenti ci sono tutti giorni, no?" dice Yoko.

"Sì, è così" risponde Akagi.

"Ciao ciao" dice Yoko salendo sul treno. Akagi e la sorella riprendono il cammino e Haruko dice:

"Yoko mi sembra una ragazza simpatica."

"Sì", si limita a rispondere il ragazzo. Si asciuga sui pantaloni le mani fradice di sudore.

 

Kaede Rukawa è steso a letto, con gli occhi chiusi ascolta musica in cuffia. Non si è ancora addormentato ma manca davvero poco; sul più bello sente

"Toc Toc"

Nessuno ha bussato, è stato proprio qualcuno che ha detto toc toc. Conosce solo una persona che fa così.

"Entra, Yoko."

Si mette a sedere mentre la ragazza entra e si siede a sua volta sul bordo del letto.

"Dormivi?"

"Quasi."

"Che ascolti?" Rukawa stacca le cuffie e la musica riempie la stanza.

"E' Manu Chao."

Rukawa ha un bellissimo stereo e una collezione di dischi impressionante per un ragazzo della sua età, di musica vecchia e nuova. I dischi sembrano essere una delle poche cose che, a parte il basket, attirano la sua attenzione.

"E' divertente guardarvi giocare, sai, Kaede?"

"Mi pare di sì. Non ti ho mai vista così tanto a scuola come nell'ultima settimana."

Yoko si stringe nelle spalle.

"Sono in buona compagnia" dice "tu hai quelle tifose… sono uno spasso. Oddio, se non riuscissi a riderne credo che le strozzerei… Il senso dell'umorismo può salvare delle vite! Tu che ne pensi?"

"Del senso dell'umorismo?"

"No, delle tue fans." Rukawa sbuffa.

"Sono inutili."

"Come vorrei che ti sentissero" sogghigna Yoko "però è vero che fai strage di cuori. Dai, per un semplice calcolo delle probabilità, mica tutte le tue ammiratrici possono essere come le tre galline! Pensa ad Haruko Akagi, per esempio. E' carina e mi sembra a posto."

"Eh? La sorella di Akagi?"

"Ti muore dietro. Tipico da parte tua non accorgertene." Dice Yoko scuotendo la testa "potresti avere un sacco di donne e invece ti comporti da mozzarella. Devo combinarti tutto io?"

"Stai diventando pallosa. Fammi un piacere, metti su un altro disco, un disco vecchio" dice Rukawa, e non appena Yoko si alza lui si stende di nuovo. La selezione è una compilation di Bob Marley.

"Mi sa che ho sbagliato" dice Yoko sedendosi per terra, con la schiena appoggiata alla sponda del letto, vicino alla testa di Rukawa "questa musica è troppo rilassante."

"E' perché non te ne intendi" sbadiglia Rukawa. Ha già un braccio a coprirgli gli occhi.

"Ma vaffanculo. Sei tu che dormi sempre." Col braccio libero Rukawa cerca, alla cieca, la testa della cugina, e le arruffa i capelli; le chiede:

"Esci con Akagi?"

"Non ancora" sospira Yoko "Ma manca poco."

"Ehi, perdi il tuo ritmo."

"Perché, che ritmo ho?" chiede lei mettendosi in ginocchio, i gomiti appoggiati sul materasso. Rukawa ha scostato il braccio e la guarda un po' annebbiato.

"Un ritmo alto" dice come se fosse la cosa più ovvia del mondo. Si conoscono da sempre e riservano poche sorprese l'uno all'altra.

"Grazie della sincerità, Kaede. Vuoi proprio dormire?"

"Certo."

"Fai venire sonno anche a me. Fammi spazio." E Rukawa si sposta verso il muro per fare posto a Yoko che si stende di fianco a lui. Rukawa si appisola subito; Yoko resta un po' a rilassarsi con gli occhi chiusi finché non si gira su un fianco a ridosso del cugino, appoggia la testa sulla sua spalla e dice:

"Dormi?"

"Sì, finché non me l'hai chiesto."

Yoko a questo punto scivola definitivamente sopra a Rukawa, che la guarda impassibile mentre lei gli scosta i capelli dalla fronte.

"Kaede, dai, mi hai messo una pulce nell'orecchio."

"Che schifo."

"E' un modo di dire, scemo! Non puoi dire che perdo il ritmo. Dammi un bacio."

"Te l'ho già detto che sei pallosa."

"Anche tu lo sei. Sei un ghiacciolo in letargo." Mentre parla Yoko gli bacia la fronte, il collo, finché finalmente cattura le sue labbra per la prima volta dopo diverso tempo. E' più lungo della media, per essere un bacio praticamente estorto. Quando finisce, Yoko scherza:

"Bene, ho mantenuto i miei standard. Naturalmente non sono seria quando dico che tu non sei il mio tipo."

"Perché, ce l'hai un tuo tipo?" commenta Rukawa, e aggiunge:

"Non che mi importi, ma comportati bene con Akagi. E' un gran rompicoglioni, però è un bravo capitano, glielo devo riconoscere. Cioè, non me lo sconvolgere."

Yoko si mette a sedere a cavalcioni di Rukawa, ride di gusto.

"Ma sì, ma sì, ma cosa vuoi che gli faccia, grande e grosso com'è."

 

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Ed è solo la prima parte di un'infinita telenovela… preparatevi. Naturalmente, tutti i personaggi sono © di Takehiko Inoue, tranne Yoko che è farina del mio sacco.

mailto: elisa.poggese@tin.it

Via con me 02

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