La sua vita è un vero romanzo,senza una giusta via di mezzo

La sua vita è un vero romanzo,senza una giusta via di mezzo.Come lo spiega?

 

A forza di interpretare personaggi che cambiano da un film all’altro,si brucia la propria vita al ritmo della loro.Le loro emozioni non possono lasciarti insensibile.Per cinque volte sono stata la Marchesa Degli Angeli,ma cinquanta altre volte sono stata altre donne.Quando torno ad essere me stessa non posso che constatare: è meraviglioso,ma anche spaventoso.

Ho vissuto una vita di alti e bassi,con gioie inimmaginabili,ma anche con disgrazie incredibili,che non augurerei al mio peggior nemico. Un’esistenza fatta unicamente di superlativi è ben lungi dall’essere facile da vivere.Con l’età,contrariamente a quanto si crede,le ferite non si chiudono mai.Ho tutte le intenzioni di non farmene infliggere più.

 

 

All’epoca c’erano “BB” (Brigitte Bardot), “CC” (Claudia Cardinale) e “MM” (Michele Mercier):che rapporti avevate?

 

Se crede che fossimo tutte rivali,si disilluda.Non ho mai conosciuto bene Claudia Cardinale, che lavorava moltissimo,ma in Italia.Quanto a Brigitte Bardot ci incrociamo sempre.Ci adoravamo.Capitava spesso che si condividesse lo stesso albergo pur lavorando su set diversi.BB amava ascoltare la musica di notte ad altissimo volume.Questo divertiva me, ma non era lo stesso per i vicini ai quali distribuivo allegramente tranquillanti.Ridevamo molto tutte e due e siamo sempre state molto complici. L’ ho molto difesa nelle sue scelte di vita.Che fosse per gli uomini o per la difesa degli animali,tutti l’ hanno sempre criticata.Io le ho sempre detto:” Brava, Bri Bri, vai sempre fino in fondo in quello che fai.

 

 

Continuano a chiamarla Angelica.Come vive questa doppia personalità?

 

Capita sempre meno spesso.La gente mi chiama quasi sempre Michèle,che è molto più simpatico,mentre il mio nome è Jocélyne.Infatti ho una tripla personalità (ride).

 

 

Ha avuto partner prestigiosi.Solo in Francia Jean Gabin,Robert Hossein, Charles Aznavour.Quale di loro l’ ha maggiormente colpita?

 

Gabin si nascondeva dietro quella maschera,ormai leggendaria,di un personaggio scorbutico e sgradevole. Certo,non amava la gente del cinema.Agli altri apriva il suo cuore ed era,al contrario,uno degli uomini più gradevoli che abbia mai incontrato. I suoi occhi blu erano maliziosi e leggevo nel suo sguardo tutta la verità.

Quanto ad Aznavour è una persona di una generosità incredibile:ti darebbe tutto quello che ha e anche quello che non ha.Da Charles emana un calore che ha eguali solo nella bellezza delle sue canzoni.Con lui ho avuto la fortuna di girare con François Truffaut: ho veramente vissuto delle riprese magiche.

Con Robert Hossein ho girato tre film,oltre a tre della serie Angelica. Dopo essere stati in urto per molto tempo,siamo stati riuniti sul palcoscenico per uno Speciale Hossein in tv.Il nostro incontro è stato commovente e molto caloroso.Cancellato il passato,non ci siamo più arrabbiati.Ormai ha parole più che carine nei miei riguardi. E riconosce persino i suoi errori nei miei confronti nella sua biografia “La Nostalgie”.

 

 

Trentacinque anni dopo come spiega l’infatuazione,la passione, il fanatismo del pubblico per Angelica La Marchesa Degli Angeli?

 

E’ come nei regimi:tutto quello che è bello,è buono. L’immenso bisogno di un ritorno al romanticismo. I costumi,la passione, persino un certo lirismo, un profumo d’amore che aleggiava in permanenza e che ci avviluppava. I russi, i cinesi, gli europei, tutti mi hanno detto in 52 lingue:lei ci ha fatto tanto sognare.Spero che scriveranno queste parole sulla mia pietra tombale il giorno in cui me ne andrò.Tutti i giorni ricevo ancora lettere di bambini che mi disegnano dei cuoricini e mi scrivono:”Ti voglio bene”. Ma, quando è uscito il primo film di Angelica, era stato vietato ai minori di tredici anni e, trentacinque anni dopo, quelli ai quali era stato proibito di vederlo mi chiedono di sposarli!

 

 

Ha conservato gli incredibili costumi di scena indossati nella serie di Angelica?

 

Certo,senza dubbio ho tenuto il più bello.Come l’abito in metallo di Paco Rabanne per “Una vedova tutta d’oro”(1970),senza contare tutti gli abiti da cocktail, i cappelli,gli occhiali da diva (ride) e poi la mia impressionante collezione di scarpe col tacco alto.Un giorno venderò tutto e sarò felice di farne godere tutti quelli che mi hanno voluto bene.

 

 

Molti fan club funzionano e si creano su Internet.Non trova che sia un peccato che manchi ancora un sito ufficiale di Michèle Mercier?

 

Non ho avuto ancora il tempo di occuparmene,ma presto sarà realizzato.Mi rendo bene conto che,in questo campo,sono molto indietro,ma le confesso di aver avuto altre preoccupazioni.Tuttavia devo ascoltare le nuove generazioni,che mi apprezzano.

 

 

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