Intervista con l’interprete della Marchesa Degli Angeli,che è stata vittima di una maxitruffa:

”Mi sono ripresa con la preghiera.Nella vita sono stata quattro volte sull’orlo del suicidio,ora ricomincio a vivere”.

 

 



Michèle Mercier,l’indimenticabile interprete di Angelica,adesso vive sulla Costa Azzurra,dopo l’Italia e Parigi.Tre anni fa è stata vittima di un dramma,di una truffa.”Ogni volta che ci penso ne sono nauseata. E questa faccenda è ben lungi dall’essere conclusa.Recidivo per un altro affare che va avanti da nove anni,questo signore si è fatto tre mesi di custodia preventiva,mi ha preso oltre 500 mila euro e,malgrado questo, pare essersi volatilizzato e il giudice sembra essersi addormentato…”

 

 

Come si è ripresa?

 

Con la grazia di Dio e pregando molto.Quando tocchi davvero il fondo e le forze ti abbandonano,scatta qualcosa e,in un ultimo soprassalto,dai un colpo di tallone per risalire in superficie.Ricominci a respirare,apri gli occhi, tutto è bello e sa di buono:il mare,i fiori,gli uccelli, il sole ti scalda,ti abbaglia un poco,la vita ricomincia.Per me la natura è stata la terapia migliore,senza dimenticare l’agopuntura,grazie alla quale ho potuto ricaricare e canalizzare tutte le mie energie.

Ma questo non basta:tutto dipende dal tuo carattere,dalla tua volontà di sopravvivere e di ricominciare,qualsiasi cosa accada.

 

 

Ha preso degli antidepressivi?

 

Oh no,e non senza ragione.Essendo figlia di un farmacista,mio padre mi diceva sempre:”Non prendere quelle cose,sono pessime”.Che interesse c’è a prendere delle pillole per vedere la vita in rosa se le sensazioni di nevrosi sono ancora peggio al risveglio?Una ferita interiore non è un graffietto al ginocchio.Per contro ho preso molte pillole a base di piante naturali (non chimiche e senza organismi geneticamente modificati),che mi hanno aiutata a riprendere le forze e a combattere vari disturbi.

 

 

Lei è una combattente,qualsiasi cosa accada.Torna sempre più forte che mai.Come fa?

 

E’ nella mia natura,non sopporto l’idea di perdere.Fin da quando ero molto giovane ho capito che la vita,per me, sarebbe stata una battaglia incessante e senza fine.Ho perduto delle battaglie,ma mai la guerra.Chiusa nella mia bolla dopo questa catastrofe,sapevo che mi ci sarebbe voluto molto tempo per venirne fuori, che dovevo accettare il mio destino e mettere a profitto questa solitudine forzata per riflettere,tornare ai valori fondamentali e accettare l’irreparabile.Era andare avanti o morire,allora io ho voluto correre. A volte inciampo ancora.La mia sensibilità mi gioca ancora brutti tiri,ma ho vinto la partita.Oggi sono in forma e quelli che mi vogliono annientare faranno parecchia fatica.

Quattro volte nel corso della mia vita ho comunque pensato di farla finita,ma non riuscivo a trovare un mezzo radicale e,ogni volta, redigevo di nuovo il mio testamento: volevo che tutto fosse in ordine. E , quando avevo finito l’elenco degli amici ai quali volevo lasciare oggetti,mobili o quadri,erano passate ore e trovavo improvvisamente stupido morire. 

L’unica volta che è mancato proprio poco che ci riuscissi,è stato per un colpo di testa: il dolore era tanto forte che volevo finirla al più presto.Vivevo a Parigi,al nono piano e sono corsa sulla terrazza per gettarmi nel vuoto: ho scavalcato il parapetto,ho avuto le vertigini guardando in basso e sono caduta dal lato sbagliato,insomma da quello giusto;dentro la mia terrazza.Tre anni fa ho avuto voglia di riprovarci,ma vivevo a un piano terra.E’ stata una cosa talmente stupida che mi sono messa a ridere da sola, e ne rido ancora.

 

 

Non crede forse che siano stati i suoi addii e i successivi ritorni che hanno indispettito i produttori?

 

Questo è certo.Ho lasciato tutto per l’uomo che amavo.Volevo vivere una vera vita da donna ma,tre anni dopo,lui è morto per un tumore al cervello…Allora sono tornata a Parigi dove mi hanno proposto alcuni lavori teatrali,tra cui Banco di Alfred Savoir, che ho recitato al teatro della Michodière,ma questo tipo di esperienza non mi tenta affatto in questo momento.

 

 

Se oggi si dovesse realizzare un suo sogno,quale sarebbe?

 

Penso che sarebbe un bel ruolo di donna nel fiore degli anni,responsabile e ancora desiderabile,in un film con un grande regista come per esempio Jean-Jacques Annaud, un autore che ammiro infinitamente.Mi piacerebbe anche lavorare con i giovani,che sono pieni di idee, anche se loro non osano abbordarmi.Poi ho la fortuna di parlare diverse lingue e, forse,potrebbe essere saggio sfruttarle prima che sia troppo tardi.

 

 

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