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Veduta del castello di Pornic di cui Gilles era entrato in possesso in seguito al matrimonio con Catherine De Thouars.




Fino alla metà del XVIII sec. il ricordo del processo nella tradizione scritta si limita al mondo dei giuristi e degli intellettuali, che si interessano alla lesa maestà, redigendo copie manoscritte di tutti i grandi processi politici in cui erano state impiegate questa definizione e la procedura da essa autorizzata.
Se i giudici e gli intellettuali dell'entourage reale si fanno fare delle copie di questi atti, non è perchè in essi si parla di pedofilia omicida e non possono essere pubblicati (fatti che però, possono contribuire a renderli interessanti).
E' soprattutto perchè parlano di difesa della maestà e illustrano i mezzi propriamente giuridici escogitati per servire a questa difesa.
Per Jean Bodin e poi per tutti i teorici politici della cerchia di Richelieu, Mazzarino o di Colbert, alla metà del XVII sec., il processo di de Rais non è solo il processo di un pazzo o di un assassino, ma di lesa maestà, che combatte una ribellione e organizza la difesa di una sovranità.
Alla fine del XVIII sec. la maestà assolutista vive i suoi ultimi giorni. Si comincia a celebrare la sovranità del cittadino, dell'individuo. E per alcuni, come Sade, questa celebrazione passa anche attraverso l'esaltazione dell'onnipotenza sessuale.
A questo punto il marquis attribuisce a Gilles un numero incalcolabile di vittime, per farne risaltare la nefandezza e la malvagità.
Ciò che Sade scrive in proposito viene respinto, ma sulla sua scia, lungo tutto il XIX sec., i poeti, gli specialisti del romanzo gotico o noir, gli storici, i medici e i criminologi si concentrano sugli omicidi compiuti dal maresciallo, sulla sua perversione. Dimenticano la ribellione, la lesa maestà, le pratiche magiche.
Gli stessi storici positivisti sono legati alla problematica del criminale, del pazzo, la cui rivolta solitaria e perversione sono causa di rovina.
Infatti in quel periodo il lavoro degli eruditi rafforza la storicità della figura di Gilles e con essa, cosi credono costoro, anche la veridicità dei suoi crimini.
Dunque Gilles de Rais non può più essere Barbablù e diventa impossibile invocarlo per spaventare i bambini.
Dal punto di vista letterario, da Sade a Battaille, passando per K.J. Huysmans, V. Huidobro, G. Jenet, H. Claus, fino a Bunuel e Pasolini, che accarezzano il progetto di dedicargli un film,
Gilles De Rais, la cui vita e i cui crimini sono ormai, si crede, storicamente provati, diviene una figura concreta, incarnazione della sovranità del male.
Ma tale sovranità è incarnata in uno psicopatico.Il suo esempio lascia intendere che ogni individuo, nel suo desiderio di sovranità, racchiude in sè, almeno in potenza, questo alter ego mostruoso.
Dunque Gilles de Rais non può più essere emblema del divieto, ma diventa doppio possibile, inquietante, dell'uomo contemporaneo.
Ormai ciò che rende minaccioso Gilles è anche forse quel che rende minacciosi tutti i pedofili omicidi agli occhi dei contemporanei.
Non è più pericoloso perchè attenta alla maestà, ma perchè rappresenta una sorta di lupo mannaro seducente di giorno e mostruoso di notte, il prototipo dell'individuo doppio o del pericolo del doppio che c'è in ognuno di noi.
Quel che minaccia con tale sdoppiamento è la nostra integrità, il nostro io cosi fragile. Come tutti i pedofili omicidi Gilles, insidiando i bambini, minaccia ciascuno di noi nella sua debole sovranità individuale, in quel che ha di più innocente.
Ci insidia insidiando i nostri bambini, proprio lui che aveva fondato a Machecoul una cappella dedicata ai Santi Innocenti.

E'necessario prendere le distanze dalla nostra attualità per comprendere davvero gli atti del processo di Nantes.
La storia di Gilles de Rais ci insegna molto sulla giustizia politica del XV sec., ma non è illuminante per quanto riguarda la pedofilia medievale e i serial killer all'epoca di Giovanna D'Arco.
Le differenti letture che è stato possibile fare del suo processo fra il 1440 e oggi sono interessantissimi. Inoltre attraverso questi e lo stesso Gilles si ritorna ai nostri tempi e la sua figura leggendaria, sempre presente ci costringe a misurare tutto ciò che il suo ricordo rivela sulle trasformazioni delle istituzioni.


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