OTTAVO
CAPITOLO:
Quindici minuti. Tanti sono passati da quando ho
mandato quel mozzo, George Russel,
a chiamare Jack Sparrow, il “capitano” di questa lurida bagnarola. Quindici
minuti, e ancora non arrivano. Picchietto furiosamente le dita sul tavolo:
sento i miei uomini che chiedono di mangiare, la ciurma di questa nave che si
oppone, perché Sparrow deve ancora tornare. Will Turner guarda il resto del mondo con aria assente… Non che
mi aspettassi molto da lui… Intanto passano i secondi ei due “dispersi” ancora
non si vedono. Mi nascono in mente diversi pensieri, uno predominante: e se…?
Ma no,cosa vado pensando, il “capitano” è un uomo! Sì, però, già da come si
muove fa nascere qualche sospetto sulle sue… ehm… preferenze sessuali… Ma no,
mi starò sbagliando! Eppure… E dire che, dopotutto, Russel
non è neanche male… Ha capelli neri e setosi, come
dimostra la ciocca che gli cade sul viso, l’ho osservato mentre parlavamo…
Occhi blu come il mare di notte… Lineamenti femminei e una pelle bianca che
sarebbe piacevole accarezzare… Ma Dio! Che penso! Devo concentrarmi solo su
miss Elizabeth, devo pensare solo e unicamente a lei, questa missione è stata creata
per salvarla! … Però… George Russel... Davvero non è male… No, basta! Commodoro
che vai dicendo? Deve essere l’influsso di questa nave e del suo “capitano”! Russel è un UOMO! Però… Eccoli,
entrano. Meglio smettere questi discorsi, è ora di mangiare.
- Siediti qui. – dico al ragazzo appena entrato,
indicandogli un posto vicino a me. Il “capitano”, senza profferire parola, mi
guarda trucemente e ordina con tono perentorio al ragazzo di mettersi accanto a
lui, indicandogli il posto alla sua destra (quello alla sinistra è occupato da Turner). Russel segue l’ordine di
Sparrow, mentre un mormorio di disapprovazione da parte della ciurma della nave
accoglie questa decisione, ma nessuno dei due appena arrivati ci fa caso. Non
mi piace l’espressione di Russel, ha una smorfia
dipinta in faccia, deve essere successo qualcosa di poco piacevole con il
“capitano”. E se le mie supposizioni fossero giuste? Devo aiutarlo, ma non so
come! Il cuoco sta per portare in tavola quando Sparrow lo ferma con un gesto
della mano. – Credo che… debba dire qualcosa… - annuncia, indicando dopo il
“che” George, diventato improvvisamente pallido. –
Devo… ora? - sussurra il ragazzino, visibilmente agitato. – Pensavi di farlo
dopo? – gli chiede il capitano, adirato. Cosa deve annunciare? Cosa c’è di così
importante? – Pensavo di rovinare la loro digestione, non l’intero pranzo… -
sorride debole Russel. – Forza! – lo incita il
pirata, con un tono nella voce che non ammette repliche. – Non. – ribatte il
mozzo… Aspettate… Ha ribattuto in francese! Ma non può… Solo i nobili conoscono
questa lingua! – Oui! – gli grida di rimando Sparrow.
– Ora, adesso! In questo stesso momento! – continua, sempre più adirato, SEMPRE
IN FRANCESE. – Non voglio. – risponde calmo Russel,
sfoderando un sorriso che farebbe sciogliere il più gelido dei cuori… Tranne
quello del “capitano”. – Bene… Bene! - sussurra, poi urla, Sparrow. –
Cambiamento di rotta. – annuncia, placido. - Andiamo verso la prima isola
presente sul nostro tragitto! – ordina, perentorio. Il timoniere sta per
muoversi secondo le nuove direttive quando una voce stridula, di donna, urla :
- Non puoi farlo, capitano! - . Con sorpresa mi accorgo che è quella di George, sull’orlo delle lacrime, che si è attaccato alla
giubba di Sparrow come un bambino piccolo che cerca di commuovere la madre. –
Ne abbiamo già parlato. – risponde il “capitano”. – Ma desso o dopo cosa
cambia? – piange il ragazzo . – A quanto sembra dalle carte la prossima isola è
pressoché disabitata… - . – Va bene, lo dico, lo dico, ma non mi abbandonare! –
singhiozza George. Grosse lacrime gli solcano le
guance. Che tenerezza… Vorrei prenderlo tra le mie braccia e conso… Commodoro! COSA VAI PENSANDO! – Bene. – commenta
gelido il “capitano”. – Dunque? – chiede, rivolgendosi al mozzo. Questo si gira
verso tutti noi, e, come fosse la cosa più semplice del mondo, si toglie il
cappello… Una coda di capelli neri gli ricade sulle spalle, ciocche ribelli le
incorniciano il viso… LE. Perché Russel è una donna,
senza ombra di dubbio. Una giovane donna che molti sembrano conoscere:
l’equipaggio della nave ha un sussulto, Will Turner sbianca in volto e alcuni dei miei uomini sgranano
gli occhi, altri sussurrano qualcosa di cui intendo solamente la parola
“cameriera”. – Sono Lily Sparrow. – inizia intanto la ragazza, con un tono di
voce cantilenante, come se ripetesse una nenia imparata a memoria. – Il
capitano Sparrow non è mio padre, ma il mio tutore. – continua, sempre con lo
stesso tono di voce. Poi, come se si fosse tolta un peso di dosso, con l’espressione
più candida che abbia mai visto, domanda: - Possiamo mangiare, adesso? - .
Mangiare… Impossibile! Appena finita la
presentazione ei vari commenti, ogni uomo dell’equipaggio della nave si getta
letteralmente contro Russel… Cioè, Lily, e la copre
di baci, le da pacche affettuose sulla schiena, la abbraccia. Lo stesso
Sparrow, dopo aver comandato al timoniere di riprendere la direzione
originaria, scompiglia i capelli alla ragazza come un padre affettuoso. Ma per
me esiste solo lei. Non so più che espressione abbia quello sciocco di Turner, né quale sia il volto del “capitano”: tutto quello
che vedo è una massa indistinta, tutti i colori si mescolano, i suoni non li
percepisco più. Vedo solo lei, Lily, che, in un attimo di tregua dalle coccole
e dagli omaggi tributatigli dall’equipaggio, si gira verso di me, sorridendomi.
Me… A sorriso a me! Il mio cuore è sconvolto… Mi sembra di essere un ragazzino,
e in un attimo capisco che c’è qualcosa che lega Lily e miss Elizabeth, oltre
alla bellezza: il sentimento che provo verso di loro… Ma giurerei che Lily ha
qualcos’altro che mi sconvolge, qualcosa che miss Swann
non possiede: un anima candida… come un cigno.
Quando finiamo di mangiare è ormai pomeriggio inoltrato. Ogni membro dell’equipaggio riprende il proprio compito, mentre i miei uomini girano per le nave attirandosi le occhiate di odio da parte della ciurma di Sparrow, ma è stata una mia richiesta: nessuno dei ragazzi comandati da me deve lavorare su questa bagnarola… Sono di origini nobili, accidenti. Mentre bighellono un po’ per la nave, noto il “capitano” che cinge con un braccio la vita di Lily e la sospinge verso una cabina. Subito penso ad un atto di violenza carnale verso la ragazza e corro verso di loro. – Capitano! – urlo, con tono perentorio. – Cosa crede di fare? – continuo, raggiungendolo. – Far cambiare d’abito a Lily. – mi risponde lui, con la massima calma possibile, introducendo la ragazza nella cabina. Poi esce e, chiudendo la porta, le dice: - Sbrigati, mi raccomando! Non ci mettere ore come al solito! - , e sorridendo malizioso, rivolto a me: - Cosa pensava, Commodoro? Che volessi usarla? Lily è come una figlia e non tutti, su questa nave, abbiamo pensieri libidinosi come LEI… - . – Cos… Come si permette Jack Sparrow!! – gli rispondo, diventando rosso per l’insinuazione. – CAPITANO Jack Sparrow… - mi ripete lui, come al solito. Poi, forse intuendo nel mio sguardo una domanda, inizia a raccontarmi di come ha conosciuto Lily, di dove lavorava quando l’ha trovata, di come l’ha salvata… S’infrange la mia idea della purezza di Lily… Tuttavia rimango sbalordito dalla generosità profonda del pirata… Jack Sparrow è davvero fuori dal comune… Senza permettermi poi di commentare qualcosa inizia a dirmi qualche accenno sul fatto della memoria ritrovata di Lily quando lei apre la porta della cabina, vestita con abiti femminili. – Preferirei che non dica al Commodoro della mia memoria ritrovata. – esordisce. – Dopotutto tu stesso, capitano, hai detto che si tratta di un mucchio di sciocchezze. – continua. Poi, come ripensandoci: - Anche se penso che il Commodoro possa confermarti che esiste in Bretagna la famiglia di cui ti ho parlato… Ma preferirei farlo in un altro momento. - . Sparrow non replica e da un’occhiata ai vestiti. – Come mai questi? Ce ne sono di migliori tra quelli che ti ho preso. - . – Lo so, capitano. Ma questi sono i più modesti e più comodi… I più adatti per una cameriera… I più adatti per Lily Sparrow. – risponde lei, guardando in basso e allontanandosi. Giurerei di aver visto delle lacrime solcarle il volto.