NONO
CAPITOLO: CONVINCERE COMMODORO...
Lily sedeva sul bordo della Perla Nera, le mani
fortemente ancorate al legno ei piedi danzanti
nell’aria, a diversi metri dall’acqua profonda dell’Oceano. A mano a mano che
il viaggio per la liberazione di Miss Swann
procedeva, la ragazza si era rapidamente accorta che la vita dei pirati non era
avventurosa e colma d’insidie come quella che era descritta nei
romanzi, né gioiosa come quella che ricordava di aver vissuto nei tre
anni in cui era stata su quella nave, prima di diventare cameriera a Port
Royal. Sospirò e guardò in basso, dove le onde s’infrangevano trasformandosi in
bianchi flutti, e il blu profondo dell’acqua era impenetrabile… A causa di quei
maledetti della Marina Britannica, quegli spocchiosi figli di papà, anche
l’equipaggio, che di solito la viziava come una principessina, non la degnava
di un’occhiata, tutto intento a rendere perfetta
Commodoro si distraeva in altri modi. Uno di
questi era dar noia a Lily.
- Buongiorno Miss Lily. - . Mentre era immersa nei
suoi pensieri, la ragazza non si era accorta che colui che
la tormentava ormai da qualche giorno le si era avvicinato, e non prestò
attenzione all’uomo fin quando non dovette rivolgergli la parola per rispondere
al suo cortese saluto. - Buongiorno, signor Commodoro. - . - Il tempo è
veramente incantevole, non trovate? - riprese lui, con
un linguaggio quasi aulico, guardando davanti a sé. - Sì, signore. - disse
l’altra, confusa sia dall’amabilità dell’ufficiale nei suoi confronti sia da quella
farsa che continuava da troppo tempo. Il copione si
svolgeva uguale ogni giorno: Commodoro si avvicinava quasi furtivo, le
rivolgeva qualche parola di circostanza, di solito riguardo il
tempo e lo stare attenta alla posizione che assumeva sul bordo della nave, e
poi si limitava a starle vicino tutto il giorno, invitandola persino a sedersi
accanto a lui a tavola. La situazione iniziava a pesarle, e le attenzioni
dell’uomo le davano fastidio. Molto fastidio. - Fate attenzione, mi raccomando.
Non è prudente star seduti in questo modo. - .
Appunto. Ma non aveva altri argomenti più stimolanti?
E poi, fare attenzione… figurarsi se lo stava ad
ascoltare! Non badava fin da piccola a tali avvertimenti, neppure se glieli
rivolgeva il capitano Jack Sparrow, figuriamoci se si
curava di quelli che le venivano dati da un uomo che fino a pochi giorni prima
non conosceva! Tuttavia, seppure fastidiosa e noiosa, la ragazza riconosceva
che quell’
“amicizia” avrebbe potuto apportare qualche vantaggio. Quindi, spesso,
alle raccomandazioni di Commodoro, per non farlo preoccupare ulteriormente,
Lily si girava all’interno della barca, e gli rivolgeva un sorriso gratificante,
che considerava più significativo di mille parole.
L’ufficiale si riteneva sempre soddisfatto.
L’odore di chiuso aleggiava sulla cabina come un
fantasma nauseabondo, ma l’occupante sembrava non accorgersene, chino com’era su pergamene scolorite e strappate in più punti. Non si
rese conto neppure della porta che si apriva, fino a quando
colei che era appena entrata non si schiarì la voce. - Sì? - chiese Jack Sparrow, con il tono vagamente infastidito. - Mi
mandano ad avvisarla che la cena è pronta… - iniziò Lily, sentendosi a disagio
sotto lo sguardo indagatore del capitano. - … e che stiamo
per attraccare nella prima isola che si trova sulla nostra rotta. - . -
Scott Island, giusto? - domandò il pirata, non accennando a distogliere lo
sguardo penetrante dalla sua figlioccia. - Sì, signore. - rispose la ragazza,
abbassando il capo per non sostenere lo sguardo del suo “tutore” e sentendo
persistere ancora quella fastidiosa sensazione di imbarazzo.
- Bene… - mormorò l’uomo. - … Bene… - ripeté di nuovo. Un grande sbadiglio gli
deformò il viso per un
momento, poi uscì dalla cabina per dirigersi verso la cucina dove
era radunati tutti gli occupanti della nave. Ordinò alla ciurma di lasciar perdere il pasto preparato dal cuoco di bordo: chi
avesse voluto mangiare doveva scendere a Scott Island. - Ad eccezione di te,
Lily. - continuò, rivolgendosi in tono più sommesso verso la ragazza che l’aveva seguito. - Dovrai rimanere qui... - . - Ma perché… - iniziò la
figlioccia, quando un’occhiata del capitano le gelò il sangue. - Sai bene il
perché. E non osare contraddirmi! - le rispose Jack Sparrow, avviandosi a gran passi verso il ponte per
vedere di persona chi sarebbe sceso. Per quanto lo riguardava, aveva deciso di
rimanere sulla nave. Che fare?
Passare il ponte travestita
da maschio non aveva funzionato, come al solito il capitano l’aveva
riconosciuta. Supplicarlo, piangere e urlare erano valsi a poco, solo a
strappargli una parola: “No”. Eppure lei voleva
scendere! Voleva vedere come era cambiata l’isola dopo
tanti anni, come erano diventate le persone che aveva conosciuto! - Se vuoi,
Lily, potrei acconsentire a farti scendere se qualcuno ti scortasse e ti
proteggesse per le vie della città... - aveva buttato lì, beffardo, il suo
“tutore”, sapendo che nessuno della ciurma avrebbe fatto una cosa talmente
temeraria e stupida: perché Lily, e ogni pirata lo sapeva, era in grado di
difendersi da sola, aveva sempre con sé la sua catena micidiale… Senza contare
che tutti i membri dell’equipaggio erano legati ad un patto di
assoluta fedeltà al capitano: se uno solo di essi avesse provato a
trasgredire un ordine o ad andare contro Jack Sparrow sarebbe stato subito
lasciato a terra dai suoi compagni! La ragazza non poteva chiedere a nessuno di
accompagnarla, dunque… Stava per rassegnarsi quando le
balenò in mente un’idea: il capitano aveva detto “qualcuno”, non aveva
specificato l’origine di questo accompagnatore! Poteva essere anche Will, o uno della Marina Britannica… Scartando
immediatamente l’idea del fabbro, troppo legato a Sparrow per infrangere una
sua sola regola, Lily si decise risoluta verso l’unica sua speranza, felice di
aver sopportato tutti i giorni l’estenuante dialogo di Commodoro.
La porta del Capitano della Marina Britannica era
sorvegliata da un ragazzo che alcune volte era stato nella locanda dove Lily
serviva da cameriera. Aveva pressappoco la stessa età della
ragazza, così, evitando i convenevoli soliti negli ambienti di città, non si
fece scrupolo di chiamarlo per nome. - Harry… - . - Ciao Lily. - rispose
lui, sorridendole. La situazione in cui si trovavano, soli, senza nessuno intorno, permetteva ad entrambi di parlarsi come due
pari, senza le solite differenze tra uomo e donna che la giovane odiava tanto.
- Non scendi? - chiese lei, con tono ingenuo, decidendo di
prendere l’argomento alla larga. - No. Vorrei tanto, più che altro per
mangiare, ma il Commodoro mi ha ordinato di stare qui
a sorvegliare la sua cabina. - rispose il ragazzo, con un sospiro evidente . - Come mai? - domandò Lily, il viso che esprimeva innocenza
allo stato puro. Era lo stesso atteggiamento che usava quando
il capitano Jack Sparrow si mostrava adirato o sorpreso per delle conoscenze
della “una ragazza di buona famiglia non deve assolutamente sapere”. - Non
dovrei dirlo a nessuno - esitò Harry. - … Ma… -
abbassò la voce per non farsi sentire - Oh, beh, si sta facendo un bagno! - esclamò,
sembrando quasi che si liberasse da un grosso peso. - Capisco. - sorrise Lily,
mostrando complicità. Poi, come se si fosse ricordata all’improvviso di una
cosa importante, chiese: - L’acqua è già dentro? - . - Sì. Ma
perché me lo chiedi? - le rispose il giovane uomo della Marina Britannica,
incuriosito dalla domanda. - Sai… - iniziò la ragazza - … Mi è appena venuto in
mente che il signor Commodoro mi aveva parlato della sua intenzione di farsi un
bagno, e mi aveva chiesto se ero disponibile ad aiutarlo con l’acqua, visto che
io non faccio mai nulla sulla nave… - continuò con una voce quasi da bambina,
sapendo che nessuno avrebbe potuto pensare che un viso così ingenuo potesse
mentire facilmente. Inoltre tutti avevano visto i dialoghi mattutini di
Commodoro e Lily, ma si erano tenuti sempre a debita distanza… Dunque non
potevano neppure immaginare che gli argomenti erano
sempre gli stessi. - Però si era dimenticato di dirmi quando
intendeva farlo, così ero venuta a chiederlo ora… Mi sembrava un buon momento… Sai,
sono scesi tutti, nessuno potrebbe dargli fastidio… - disse ancora. Poi, senza
alcun preavviso: - Dai, Harry, fammi entrare… E’ lo stesso Commodoro che voleva
che io lo aiutassi… - sorrise, guardando supplichevole il giovane e sfoderando
il più avvenente dei sorrisi. - Ma… - iniziò lui,
visibilmente a disagio. - Ti prego! - esclamò lei. Senza altri indugi, la porta
le fu aperta. Quando voleva, Lily sapeva essere estremamente
convincente.
Commodoro era già dentro la tinozza per il bagno,
l’acqua calda che gli cullava il corpo e la mente. Il cigolio della porta che
si apriva lo adirò non poco, perché non voleva essere
disturbato, almeno non in quel piccolo momento di quiete che era riuscito a
ritagliarsi solo per sé, ma tenendo gli occhi ben chiusi per evitare alla
sensazione di appagamento di scivolare via, si limitò a chiedere con voce
brusca : - Sì, Harry? - . - Non sono Harry, signor Commodoro. - rispose
quietamente la voce di Lily, facendo sobbalzare l’ufficiale della Marina
Britannica che si affrettò a coprire le sue parti basse, anche se immerse in
acqua, e ad aprire gli occhi. - Miss… Miss… Miss Lily!
- riuscì a balbettare, tra lo sconcertato, l’adirato… e, in fondo, anche se non
voleva ammetterlo con se stesso, il compiaciuto. - Sì, signor Commodoro? -
domandò Lily, mostrando tutta l’innocenza possibile. - Pensavo che Harry le
avesse detto che… che… - masticò l’uomo, lo sguardo da
tutt’altra parte e il viso arrossato. - Sì, me l’ha
detto. Ma io ho pensato che avrei potuto aiutarvi… con
l’acqua e la schiena, ad esempio… - iniziò Lily, camminando verso la tinozza e
mettendo ancora più in agitazione l’animo dell’uomo. - Suvvia, dopotutto sono cresciuta
prima in un bordello e poi trai pirati, non sono cose di questo tipo ad
impressionarmi! - continuò, vedendo Commodoro che cercava di prendere, senza
successo, un asciugamano troppo distante, per coprirsi del tutto. L’uomo cessò
di fare i suoi inutili tentativi e la guardò. - Si rilassi… - sussurrò lei,
avvicinandosi del tutto e prendendogli dalla mano la spugna. Iniziò a passarla
sulla schiena dell’ufficiale, che quasi automaticamente chiuse gli occhi e cominciò
ad assaporare di nuovo le sensazioni dell’acqua calda e del massaggio che Lily effettuava con la spugna.
- In realtà pensavo fosse sceso… - disse la
ragazza, interrompendo il silenzio fattosi troppo gravoso. - No, non mi
piacciono queste isole poco conosciute - rispose Commodoro - abitate solo da
gente di bassa lega… Senza offesa nei vostri confronti, ovviamente. Intendevo pirati, prostitute e… - l’uomo si fermò di nuovo,
ricordandosi solo in quel momento che la giovane donna era vissuta proprio in
mezzo alla gente che stava denigrando. - Nessuna offesa,
non si preoccupi. - lo interruppe Lily, evitando che lui continuasse con la
lista delle persone che detestava. Alla sua affermazione seguirono alcuni
attimi di silenzio, dopo i quali l’uomo si decise a parlare. - E lei? Come mai non scende? Sbaglierò, ma mi sembrava piuttosto desiderosa di abbandonare, anche solo per
un attimo, la vita di mare. Sul bordo della nave era piuttosto insofferente. -
. Caspita, che occhio aveva avuto! E dire che lei si
era sempre vantata di saper mascherare bene le sue emozioni, i suoi pensieri!
Era davvero così facile leggerla, come un libro aperto? Oppure,
senza che lei se ne fosse accorta, Commodoro l’aveva fissata più di una volta,
notando i suoi piccoli gesti… La bocca storta in un moto di noia, il ciuffo
sfuggito dalla coda che attorcigliava su un dito o tirava leggermente… Possibile
che queste minuzie avessero suggerito all’ufficiale della Marina Britannica il
suo stato d’animo? Straordinario… - Effettivamente sì. - ammise Lily, smettendo
di passare la spugna sulla schiena dell’uomo e aggiungendo acqua calda alla
tinozza. - Ma il capitano mi ha categoricamente
vietato di scendere… E immagino che lei sappia che non posso fare altro che
ubbidirgli. - aggiunse, mostrando un’aria afflitta da cane bastonato, gli occhi
offuscati da una tristezza non solo fittizia. - Ma… è
intollerabile! Limitare la libertà di una persona in un modo talmente barbaro…
Miss Lily, parlerò immediatamente con Jack Sparrow, non mi pare giusto che… -
Commodoro si era talmente infervorato che solo quando
si trovò la mano della ragazza sulla bocca si ricordò che sulla Perla Nera le
pareti non erano molto solide e potevano facilmente far trapelare le sue
parole. - Non servirebbe a nulla - rispose la ragazza, liberando la bocca
dell’uomo - ho il permesso di scendere solo se accompagnata… Comunque
la ringrazio per il pensiero. - . Tuttavia, appena
pronunciate quelle parole, Lily si accorse facilmente dallo sguardo fermo di
Commodoro che aveva già fatto la sua scelta.
- Lily… no! - disse il capitano Jack
Sparrow, ancora a guardia sul ponte, mettendosi davanti alla sua protetta per
impedirle di scendere. - Perché no? - chiese lei,
mostrandosi sorpresa dal divieto. - Forse perché indosso vestiti maschili? -
continuò, non avendo ricevuto una risposta alla sua prima domanda... e poi era estremamente divertente vedere l’uomo che mano a mano che
procedeva con le parole cercava di mostrarsi calmo! - Forse
perché non hai un accompagnatore, come ho stabilito che dovesse essere per
farti scendere… - sibilò il pirata, cercando di fare del sarcasmo. -
L’accompagno io Sparrow. Così non correrà pericoli. - lo raggiunse una voce
perentoria, alle spalle del pirata… un’odiosa voce. Commodoro era appena
arrivato, vestito di tutto punto e pronto a scendere con Lily. Un leggero
sorriso diabolico sul volto angelico della ragazza e un ciao-ciao con la mano fecero capire immediatamente a Jack Sparrow che questa volta
si era incastrato da solo.