TERZO CAPITOLO: OGGETTI DAL PASSATO.

 

Quando Lily si svegliò, trovò normale chiedersi dove si trovava. Ricordava tutto molto confusamente: lei che si gettava, la nave che sembrava quella di suo "padre" ma non poteva essere... o si? Era davvero tutto così confuso. E la voce che le aveva risposto non era forse quella di... - Papa? - mormorò in francese, aprendo gli occhi per intero, ma il suo sguardo era ancora offuscato. Qualcuno si era chinato su di lei. - Lily, quante volte ti ho detto di non chiamarmi papa?! Sono io! - esclamò Jack Sparrow, tuttavia aggiunse: - Stai bene? Non ti sei rotta qualcosa, vero? - . - Ah, è solo lei, capitano Jack Sparrow... - disse Lily in risposta, con una punta di delusione nella voce, quando gli occhi ripresero completamente la vista. Ma si accorse subito dal viso del suo tutore che non doveva dirlo: diamine, si era preoccupato per lei, e lo ripagava così! - Mi scusi capitano, non volevo offenderla. - riprese, con gli occhi bassi, poi gli rivolse uno dei suoi sorrisi meravigliosi e infallibili, uno di quelli che le si aprivano piano piano, a cui Jack Sparrow non sapeva resistere. Sapeva che lui adorava quei sorrisi, e in quel momento le sembrava il modo migliore per gratificarlo. Dalla sua parte il capitano Jack Sparrow pensava che questa volta Lily non l'avrebbe avuta vinta come al solito quando faceva quel sorriso: l'avrebbe accettato come risarcimento per la punta di delusione nella voce della ragazza quando l'aveva riconosciuto ma avrebbe voluto IMMEDIATAMENTE una giustificazione più che valida per il suo gesto. Immediatamente. - Allora, Lily, ti sei gettata dalla rupe per venirmi incontro più velocemente? Oppure correvi così veloce e non l'hai vista? Ma ti sembra normale che io arrivo e tu ti getti? - domandò tutto d'un fiato. Lily capì che sarebbe stato difficile inventare una scusa. - Lei non doveva venire... - mormorò. - Dammi del tu! - ordinò Jack Sparrow. - E chiamami capitano. - aggiunse.

Dal tono di voce di Jack Sparrow Lily capì che non se la sarebbe cavata tanto facilmente. Tuttavia non si fece intimorire e ribatté: - Non doveva... Cioè, capitano, mi avevi scritto che non saresti venuto! - esclamò, convinta di quello che diceva. - Come no? - domandò Jack Sparrow. - La lettera dovrebbe già esserti arrivata! La padrona dell'osteria non te l'ha data? Allora dovrei parlarci... - . Finì con un mormorio, come parlando a se stesso. Solo allora Lily ricordò che la padrona le aveva dato due lettere, e che lei, su consiglio della donna, aveva aperta quella del maggiordomo del governatore, e non quella di suo "padre". I suoi pensieri furono però interrotti dalla voce del capitano: - Comunque non cambiare discorso! Hai detto sempre che non t'importa morire perché ricordi pochissimo del tuo passato. Per questo ti sei gettata Lilibeth? Cioè... Lily? - . Jack Sparrow si rese conto dell'errore fatto quando vide gli occhi della ragazza fiammeggiare al "beth" in più.

Quando il capitano, circa sette anni prima, chiese alla bambina riscattata dal bordello come si chiamasse, lei rispose: - Non lo so. - . Dopo varie domande aggiunse solo: - Ho perso la memoria dopo il naufragio della nave dove ero imbarcata... Credo. Mi ricordo solo che circa un anno fa ero stata ritrovata da dei pescatori che mi vendettero al bordello. Nessuno si preoccupò mai di darmi un nome, per loro ero "la francese" . Allora Jack Sparrow propose: - Che ne dici di Lilibeth? - . - Troppo lungo. - rispose la bambina. - Lilith? - propose ancora il capitano. - Non è un nome per me, lo "sento". - rispose ancora lei. (Più tardi il capitano scoprì che aveva ragione: Lilith era il nome della dea babilonese della lussuria, poco adatto a una mini-prostituta che non accettava i suoi clienti!). - Allora come?? - sbottò Jack Sparrow. - Semplicemente Lily. - rispose serafica lei.

- No, non mi sono gettata perché non ricordo nulla della mia infanzia, capitano. Ma posso sapere perché tu sei qui? - . Era inutile. Lily non riusciva a trattenere la sua curiosità. Jack Sparrow la guardò. - Lily, ti ho appena detto... - si arrese allo sguardo incuriosito della ragazza. - Sono qui perché sono stato invitato al matrimonio di Elizabeth e Will Turner. Ti ricordi? Ti ho raccontato come salvai Elizabeth da Barbossa e... - si fermò vedendo Lily che rideva rotolandosi quasi per terra. - Capitano, non ho mai creduto a quelle storie. Pirati-non morti! Ahahahah! - riuscì a dire la ragazza tra le risate. - Scusami - aggiunse poi più seriamente quando notò lo sguardo dispiaciuto del "tutore". E aggiunse: - Allora c'incontreremo. Forse verrò presa come cameriera per il banchetto nuziale... - . Jack Sparrow si rese conto che calcava molto sulla parola "cameriera". Sapeva bene che il sogno di Lily era quello di solcare i mari insieme a lui, e sapeva anche che la ragazza avrebbe saputo difendersi bene. Tuttavia desiderava per lei, proprio come un "padre", un matrimonio tranquillo, un marito fedele e molti figli. Ma questi erano sogni: Lily non si sarebbe mai piegata a questo, lo sapeva. Ad un tratto la voce della ragazza interruppe i suoi pensieri: - Comunque... adesso... io... ricordo. - .

- Cosa? - . Jack Sparrow non riusciva a credere alle proprie orecchie. Lily aveva detto che ricordava? - Sì, capitano. Un incontro mi ha fatto ricordare tutto. Tutti i fatti e quasi tutti i nomi. Il mio no, purtroppo. - . La ragazza sorrise, come se avesse dovuto farsi perdonare quella mancanza, e non specificò chi aveva incontrato. - Forse questo può farti tornare alla memoria qualcosa, piccola! - rispose affettuosamente il pirata, e con un sorriso sibillino rovesciò sulla nave il contenuto di un sacchetto. Pettinini, fermagli e un medaglione intarsiato... tutti d'oro. Lily cacciò un urlo. - Dove li hai presi? - domandò, afferrando da terra il medaglione e aprendolo. - Oh, - sorrise il capitano - ho semplicemente chiesto CORTESEMENTE al padrone del bordello se aveva qualche tuo oggetto. Il medaglione me l'ha dato di SUA SPONTANEA VOLONTA', e i pescatori che ti avevano raccolta mi hanno dato pettinini e fermagli quando gliel'ho CHIESTI - spiegò ironicamente. Si avvicinò a Lily: il ritratto del medaglione raffigurava una bambina di circa tre anni. La ragazza fece scattare una levetta: si aprì un altro scomparto con la dedica "Alla mia Catherine. Joseph Abbott." . - Papa... - sussurrò Lily in francese.

 

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