DICIANNOVESIMO
CAPITOLO: TI ASPETTERO’.
Si stavano allontanando! Eve lo stava facendo davvero! Si era portata via Alex ed aveva voltato
l’angolo! Accidenti!!.... si ricordò delle parole di Mark della sera prima.
Ed aveva appena spedito un bolide da
porta a porta, il capitano era senza parole.
- Sei il solito
esibizionista! - gli aveva gridato Eddie ridendo.
- Lo so!!
- gli aveva risposto il portiere con una risata soddisfatta. La partita era
ripresa e Mark aveva passato subito a lui. L’aveva
mancata per un soffio, però il capitano gli fu subito
addosso...
- Accidenti, Danny!! Che cavolo fai?! Se devi mancare un passaggio da niente come quello tanto vale che domani te ne stia a casa!! - .
Ci era rimasto male... era un piccolo
errore stupido... errare è umano, no? Si era chiesto. Evidentemente Mark non la pensava allo stesso modo, e quando i suoi
compagni erano andati a tentare di calmarlo aveva urlato di nuovo.
- Perché diavolo sta nella
squadra quello!?! Milton, dagli il
cambio! È ancora piccolo per il mio calcio!! - nessuno
l’aveva contraddetto. Era rimasto seduto sull’erba dov’era caduto a guardare Mark che sputava sul campo e rifiutava con sonori ceffoni
sulle braccia i tentativi di calmarlo dei compagni che tentavano di poggiargli le mani sulle spalle.
C’era
rimasto davvero male... non si era mai sentito così sminuito... Lenders era il suo idolo, aveva sempre fatto di tutto per
fare coppia in squadra col suo capitano! Di tutto! Gli piaceva il suo stile, il
suo gioco, tutto di Mark quando giocava era perfetto... e che cos’aveva avuto in
cambio? Parole nere... troppo piccolo per il suo calcio, domani stare a casa... aveva urlato con rabbia. Aveva anche voluto
piangere... ma non ce l’aveva fatta, se l’avesse fatto
Mark l’avrebbe riempito di pugni! Non sopportava le
femminucce, ripeteva più volte che il calcio era uno sport per uomini, ma...
perché aveva reagito così? Non si può essere perfetti! Che diavolo pretendeva,
una squadra di campioni?! Ed
che oltre a parare calciava in rete dal dischetto opposto, Eddie
il re del dribbling che si muoveva sfiorando la palla come se fosse una piuma, Lucas Milton che quando correva era talmente veloce da far
concorrenza a Eve... e lui che operava dei passaggi e
delle ricezioni perfette per e da parte del capitano... aveva mancato un
passaggio... non aveva mica fatto cadere la terra! Poi Eddie
gli si era avvicinato e gli aveva detto:
- Non te la prendere, Mark è solamente agitato per la partita di domani. - .
Non aveva dato peso a quelle
parole, fino ad allora... quando Eve
l’aveva guardato così duramente. Gli era sembrato di vedere
il suo capitano chiedergli scusa... era agitato e basta... ma avrebbe
dimostrato chi era Danny Mellow
una volta per tutte! Che non era piccolo per tenere testa
al calcio di Mark! E che avrebbe vinto per la squadra
e per sé stesso!
- Guarda,
guarda! Si muove! - rise Eve.
- Eh...? - chiese smarrita Alex facendo capolino da dietro l’angolo.
- Lo seguiamo? - domandò la
bionda, ma ormai era già partita dietro a Danny. Alex non si fece attendere
e cominciarono a correre dietro al ragazzo, stando attente a non farsi vedere.
Erano immerse in un silenzio strano, Eve era attenta
alla strada mentre l’altra la guardava pensierosa,
seguendola senza una parola.
- Senti, non c’è bisogno
che mi guardi così. Non devi più avere paura di me. - disse seria
mentre guardava la strada. Alex sussultò. Se
n’era accorta...? Beh, ovvio, l’aveva fissata per
tutto il tempo!... che sciocca!
- I... io... - riuscì
soltanto a rispondere.
- È tutto
ok adesso... sai, era una storia triste... non
voglio raccontartela. Sappi solo che mi dispiace per ciò che ti ho fatto, e che
ora va tutto bene. È tutto finito. - .
- Tutto finito... - ripeté Alex titubante.
- Sì. Con la forza di
volontà e con l’aiuto di un angelo di nome Ed... - le strizzò l’occhio,
sorridendo. L’altra si sentì tutt’un tratto strana... colse in quegli occhi e in quel sorriso
qualcosa che non aveva mai visto. L’odio e l’angoscia erano spariti
completamente, era come specchiarsi in iridi nuove, totalmente risanate.
- Ma che fa, torna a casa?! - esclamò distogliendo lo sguardo.
- Credo... che stia andando
a prendere il borsone. - disse calma l’altra. Infatti
dopo pochi minuti Danny uscì di nuovo con il borsone
della squadra di calcio alla mano.
- Accipicchia che intuito! -
rise Eve. Alex le sorrise.
Le stava facendo un sorriso... non poteva credere che stava
riuscendo a sorriderle... eppure era così bello potersi liberare da un peso
simile...
Lo seguirono
fino alla stazione, evidentemente non aveva preso la macchina per
tornare con gli altri, in treno.
- Meglio se lo raggiungo. -
disse Alex.
- Eh? Te ne vai? E io che
credevo mi avresti aiutata a cucinare! - scherzò
l’altra con aria rassegnata.
- Mi spiace...
ma una manager deve fare il suo lavoro! - sorrise dolcemente.
- Sì, scherzavo! – rise. –
Sarà per un’altra volta! Buon viaggio! Tienilo d’occhio, -
indicò Danny con un cenno del capo. - ... ah,
dimenticavo! Giù le mani da Warner! - .
- Tranquilla. - rise anche Alex. Dopo essersi salutate, la ragazza dai capelli castani
raggiunse il calciatore che si stava apprestando a salire sul
treno per Fujisawa. Eve si
voltò e si portò di nuovo la borsa della spesa su una spalla, sorreggendola con
due dita.
- Andiamo a cucinare! - si
disse sorridendo, riprendendo la strada per il centro.
Sarà per
un’altra volta... le aveva detto così. Alex si sentì strana...
un’altra volta. Non sapeva se l’aveva detto per dire, una frase fatta...
credeva davvero che avrebbe potuto diventare amica di
quella tipa stramba con la bandana blu che si allontanava sbadigliando. La vide
per l’ultima volta prima che il treno partisse, e
prima che svoltasse l’angolo. Già... che strano... prima la minacciava con un
coltello e adesso stava anche pensando di diventare sua amica! Pazzesco!... però aveva sempre pensato che Eve
avesse dei problemi seri, e se n’era resa conto quando lei le aveva detto che
era tutto passato. L’aveva capita, aveva cercato di avvicinarla
ma aveva sbagliato... l’aveva fatto proprio quando Eve
stava provando il culmine del dolore... però si era ripresa, e era rimasta
contagiata dal sorriso dolce che le aveva rivolto... se non l’avesse conosciuta
in quella circostanza passata l’avrebbe detta una ragazza comune... anche molto
legata a Warner a quanto pareva... e lui da come la
guardava il giorno prima, mentre giocava a calcio, ne era molto attratto... non
sapeva in che rapporti erano quei due era arrivata da poco e non aveva ancora
inquadrato le situazioni dei ragazzi del Toho, però
doveva ammettere che Ed con Eve ci stava bene! Fu distratta
da una voce davanti a sé.
- Scusa. - .
Si voltò e sorrise.
- Non fa niente.
L’importante è che tu abbia capito quanto vale la tua passione! - .
Danny ricambiò il sorriso.
- Sì. Anche se dovrò tenere
testa alle botte di Mark quando arriverò... - .
- Niente paura, ti do una
mano io! - rise la ragazza mostrando i bicipiti.
- Salve Mark!
- . Holly si avvicinò trotterellando al capitano del Toho.
- Hutton.
- fece l’altro con un cenno del capo.
- É tanto che non giochiamo
da avversari, mh? - sorrise. Eccolo di nuovo... quel
sorriso sincero carico di voglia di vivere che caratterizzava l’allegria
ingenua di quel fuoriclasse.
- Già. - Lenders gli tese la mano. Mano che Holly si affrettò a stringere. Si sorrisero e poi si
diressero verso i rispettivi compagni di squadra. Li attendeva una partita
spettacolare, come quella di fine campionato, quella finita
I ragazzi del Toho erano ognuno nelle loro
stanze a riposare, in vista dell’incontro con i loro eterni rivali.
- Ed?
- fece Mark avvicinandosi al portiere.
- Mmmh...
- mugolò l’altro. Era disteso sul letto con un opuscolo spiegazzato sul viso,
che lo copriva dai raggi del sole.
Eve si avvicinò con un sorriso dolcissimo
sul volto e lo baciò altrettanto dolcemente sulla bocca. Lui si discostò un
attimo e notò che indossava un antico kimono, un vestito da sposa per le
principesse dell’antico Giappone. Gli tese la mano. Sentì il cuore cominciargli
a battergli forte come mai prima di allora e la strinse. Mentre la guardava in
faccia notava quanto era bella quando sorrideva, i
capelli corti raccolti con una corona di fiori e gli occhi leggermente sfumati
di rosso. Rosso come il colore delle labbra appena colorate
che lo avevano appena baciato. Lui la abbracciò forte, come per non
volerla lasciare mai, per stare con lei per sempre... per
sempre...
- Ed!!
- ripeté il capitano alzando la voce. Il portiere scattò su a sedere come una
molla.
- Cosa!?
Dove!? Che c’è?!?! - gridò spalancando gli occhi e
guardandosi freneticamente intorno, lasciando che il libretto gli scivolasse
rapidamente dal viso per raggiungere il pavimento. Quando
notò Mark con le braccia incrociate davanti al letto.
Si massaggiò gli occhi e sbuffò.
- Accidenti... che
spavento! Stavo sognando il mio matrimon... - arrossì
di colpo e si bloccò, rendendosi conto di ciò che stava per dire. Sì, lo stava
sognando davvero! Eve vestita da sposa... ormai era
il suo pensiero fisso... e adesso se lo sognava anche!
- Il tuo che? Matrimonio? -
fece stupito l’altro. Ed nascose l’imbarazzo,
cambiando discorso.
- Ma che cavolo avevi da urlare? - .
- Eh... niente. Volevo solo
svegliarti! Il mister a momenti passerà per chiamarci per l’allenamento e dato
che tu quando dormi batti ogni record di apnea nel
mondo dei sogni!! - .
- Ok...
ok... sono sveglio adesso... - sbadigliò. Ad un
tratto bussarono alla porta. Dalla bocca di Mark uscì
un “avanti” per niente enfatizzato, quasi preoccupato. La soglia si aprì e non
appena il cannoniere vide chi era spalancò gli occhi e rimase immobile al
centro della stanza. Non tanto per la persona che aveva
davanti, ma per l’espressione che aveva sul viso: determinata e dura come non
l’aveva mai vista. Era quello il guerriero che aveva sempre cercato di
forgiare, e ora che se lo trovava di fronte non riusciva a credere ai suoi
occhi. Danny era tornato con loro.
- Ciao ragazzi, scusate il ritardo. - disse salutando. Mark si riprese e tornò subito in sé...
- Accidenti a te, Mellow!! Ma dove diavolo sei stato?! - .
- Scusa, capitano... - ripeté l’altro mantenendo per la prima
volta lo sguardo fisso negli occhi del compagno - ... ho avuto un problema... ma ora sono qui, pronto a battermi, come vuoi
tu. - .
Ed era rimasto ancora per metà addormentato... accipicchia ma quello era veramente Danny...??
Si sfregò ancora lentamente gli occhi, sbadigliando. Poi ruppe il silenzio e si
alzò.
- Bene, adesso che la squadra è al completo, siamo invincibili! -
sorrise. Gli altri due lo guardarono convinti e con negli
occhi una grinta mai vista. Danny si avvicinò e porse
ai due amici la mano.
- Questa volta vinceremo noi! - disse convinto.
- Li stracceremo! - aggiunse il portiere.
- Avanti, facciamogli vedere chi è il Toho!
- esclamò Mark unendo la propria mano a quelle dei
compagni. Ora non aveva più fretta. Non aveva nessuno che l’avrebbe giudicato
negativamente. Non avrebbe dovuto giocare per il bene della famiglia. Né per
entrare a fare parte di una delle scuole più famose di
Tokio. Ora avrebbe giocato solo per sé stesso e
avrebbe stravinto perché lui era Mark Lenders, il cannoniere della nazionale, una volta per tutte
libero di scontrarsi con Hutton per stravincere con
la sua squadra!
- Che!? E cosa ci fa qui Price?! - esclamò Milton piuttosto sconvolto. Ed
si voltò di scatto e raggiunse di corsa i compagni.
- Che hai detto?! Price?! - lo scosse.
- Hey, hey...
Ed!... Ed!! Lasciami... sì, ho
detto Price! Pare che ci sia anche lui... - .
Il portiere lo lasciò andare. Price... era lì... ma che cavolo
ci faceva a Fujisawa!? Non
era a far carriera nella Bundesliga? Beh, sarebbe
stato bello giocare per l’ultima volta contro
Gli sguardi erano carichi di tensione, quando Mark scelse la palla Holly guardò
il suo compagno Paul Diamond,
che l’avrebbe affiancato a centrocampo. Così la partita iniziò
con il calcio d’inizio del Toho... per i primi 60
minuti la partita rimase stabile sullo
[Per una migliore performance è meglio se
leggete il commento del cronista con enfasi, tipo alla “Roberto Baffo”... eheh... spettacolare!!!!! N.d.Author
^__^]
=Lenders si porta sulla fascia destra,
spalleggiato dal compagno Danny Mellow.
La difesa avversaria si chiude improvvisamente, ecco che Lenders
si prepara a tirare in porta, dove lo attende Benjamin
Price, tornato da poco per l’ultima partita nella sua
vecchia squadra giapponese! Attenzione!! Invece di tirare la punta del Toho passa il pallone in direzione di Milton!! Denver interviene pesantemente su di lui, che cade al
suolo. Non si rialza tenendosi la caviglia!! L’arbitro
non interviene, perciò il gioco prosegue mentre la
barella porta Lucas Milton fuori dal campo... sono
rimasti in 10 per il Toho!! Ecco che Lenders con una finta riesce a strappare il pallone al
difensore e tira verso Mellow...
tutta la difesa è su di lui ma... accidenti! Manca il passaggio!... No, un attimo... la palla era indirizzata a Bright, che spunta dalle retrovie!! Bright
riceve alla perfezione ed entra in area, seguito da Mellow
con il quale scambia rapidi passaggi beffandosi degli avversari. Mellow è solo a pochi metri dalla porta, si prepara a tirare quando Harper interviene in
scivolata. Mellow salta con il pallone ai piedi e in
scivolata riesce a passarlo sulla sinistra dove lo attende Lenders!!!! Il campione del Toho ottiene
il possesso di palla e salta di nuovo per liberarsi degli avversari. ...Hutton!!!!! Hutton gli si para
davanti, impedendogli di calciare la sfera in porta!!
Su di lui intervengono anche altri tre difensori, l’azione sembra destinata a
finire qui. Ma ecco che Lenders gli volta le spalle!!! Incredibile!!!! Sta per lanciare il Tiger
Shot verso la sua porta!!!!!
È impazzito?!? ...Ha tirato!!!!!
Il pallone sembra illuminarsi tanto è veloce!! Tutti i
giocatori lo guardano confusi e sinceramente nemmeno io
ho capito cosa gli sia preso!! Che spettacolo... Ed Warner esce dai pali e stoppa di petto!!!=
Si voltò appena in tempo per vederlo con quel suo sorriso deciso
e orgoglioso prima di cominciare a correre lungo il campo.
- Ma che fa? È impazzito?? - Marica si piazzò davanti allo
schermo.
- Eh?! - Eve le tirò una manata e
fissò quel puntino con la casacca rossa che correva praticamente
lungo il campo scartando gli avversari che velocemente tornavano a centrocampo.
Oltrepassò la linea di mezzo.
- Scusate ma io ero rimasta che Ed era
il portiere... - fece Kim. Eve
sbatté gli occhi senza smettere di fissare il video.
- È già successo una volta... - disse Marica
- ...Ed ha lasciato la porta per segnare ma quell’Harper ha bloccato il tiro con la faccia... però Hutton è riuscito a respingerla, anche se Ed ha fatto il
miracolo ed è arrivato in porta prima del pallone! - .
- Già... e non è stata l’unica volta! - aggiunse la ragazza dai
capelli castani. – Pare che Warner si diverta a uscire dalla porta per segnare! Secondo me
è il portiere più completo che esista! - .
Eve non aveva seguito il discorso. Più
che altro seguiva l’azione di Ed... ecco a cosa gli erano serviti tutti quegli
estenuanti allenamenti serali! Aveva fiducia!
- Segneremo! Sarà un magnifico gol! - sorrise.
=Warner procede con la tecnica di un
attaccante!! Incredibile! Se non lo vedessi non ci
crederei!!... ma attenzione!! Passa a Mellow!! Il giovane centrocampista
raccoglie con abilità il pallone e si scontra di nuovo con Hutton!! Ma stavolta riesce a passare di nuovo al suo portiere,
rimasto nell’area avversaria!! È una fase
delicata! Se perdessero il pallone ora sarebbe la
disfatta!! Warner si porta ancora più avanti!!=
“Eccomi, Price!! Vedrai che non sono
solo capace di fare il portiere!!”
=Fantastico dribbling su Harper che
perde l’equilibrio e si ritrova faccia a terra!! [questa ci voleva!! N.d.Author –
Come sei perfida!! N.d.Bruce
– La finiamo che sono al culmine della mia mitica azione?!?!
N.d.Ed piuttosto alterato]... Warner prosegue davanti a Price! Tira!!!! Il portiere
del Toho ha calciato la sfera!!!
Price si lancia sulla destra!!! Ma la manca!! No, è il pallone che è carico di
un effetto strano e curva sulla sinistra alzandosi verso l’alto!! Attenzione, torna indietro! Esce dall’area!!!!! Lenders lo raggiunge con
facilità e salta in rovesciata!!!! Colpito in pieno
con un Dragon Shot!!!!...=
- Ahhhhhhhhhhh!!!! - Marica saltò su gridando.
- Siete i più grandi!!!!!! - fece
contemporaneamente Eve mettendosi a saltare.
- Che azione fantastica!!!!!!! - Kim raggiunse le amiche nei festeggiamenti. Tutto
l’istituto Toho, davanti al grande schermo stava
assistendo al gol della vittoria, un disordine generale tra grida e fischi
riempì il parterre del cortile.
=GOOOOOOOOOOL!!!!!! Un meraviglioso
Dragon Shot si è insaccato alle spalle di Price senza
dargli nemmeno il tempo di rialzarsi!! Da fuori area, signori!!!!!
Un’azione degna di nota, sicuramente!!! Questa rete
segnata da Mark Lenders al
25° del secondo tempo su uno spettacolare assist di Ed Warner
porta in vantaggio l’istituto Toho sulla Nankatsu!!!=
- Sei stato grande Mark!! - .
- Uno a zero!! - .
- Ed sei il migliore!! - .
- Capitano!! Ce l’hai fatta!! - .
I ragazzi del Toho gridavano sotto i
festeggiamenti del pubblico, mentre gli avversari li guardavano impotenti, compreso Holly. Il
portiere della Nankatsu era rimasto a terra in
ginocchio sotto gli occhi fieri di Lenders. Un gol da
fuori area. Alla fine c’era riuscito... era successo tutto il
pochissimi istanti e il sogno di una vita si era realizzato... ma in fondo...
in fondo era felice per lui. Strano a pensarlo, però era così. L’aveva visto
inseguire il suo sogno per anni, provare rabbia, rancore... ed adesso era
divenuto realtà. Sorrise. Quella era l’ultima volta che l’avrebbe visto fino ai
nuovi campionati del mondo. Sarebbe tornato in Germania.
- Complimenti, Lenders. - disse con un
sorriso.
- Grazie. - si limitò a dire l’altro. – Come vedi alla fine ce l’ho fatta. - .
- É stata una saetta. - aggiunse Benji.
Mark sorrise di nuovo. Il suo sorriso fiero e
altezzoso, quello che molti temevano ma allo stesso
tempo ammiravano.
=La partita riprende
- Maledizione!! - imprecò mentre
sbatteva con la spalla sinistra per terra.
- Ed!! - Mark
lo raggiunse di corsa. – Tutto ok? - .
- S... sì. Tutto a posto. Tornate in attacco!!
- fu la risposta del portiere che incurante del dolore fece un rilancio lungo.
Ormai mancavano pochi minuti.
- Siamo stati grandi!! - si auto-lodò Lawson.
- Sì, siete stati bravi. Anche con un
uomo in meno! - aggiunse Milton.
- Grazie anche all’arma segreta di Mark
e Ed!! - fece Danny battendo le mani tra le spalle degli amici. Ed sussultò e ci mancò poco che cadesse in ginocchio.
- Ed!! Stai bene? Potevi dirmelo della
spalla!!! - esclamò preoccupato il compagno che lo
aiutò a rialzarsi.
- Ma va... non è niente. - sorrise
cercando di essere convincente.
- Cammina, Warner! Ti porto in
infermeria!! - fece Mark con
fare autoritario. Lo prese sotto l’altra spalla.
- Guarda che so camminare da solo, grande
campione!! Ci so arrivare da solo in infermeria!! -
ribatté l’altro discostandosi. Lenders lo guardò impensierito, poi cambiò tono.
- Avanti, vieni. - gli disse e riprese la stretta,
accompagnandolo lungo il corridoio.
- Senti... - cominciò il capitano. - ...scusa per
poco fa. - .
Ed sgranò gli occhi... ecco un’altra
rivelazione del secolo!! Mark che chiedeva scusa!! Il mondo girava in fretta, eh!!
- Mh... - annuì lievemente.
- É che... è colpa tua! - esclamò poi. Ecco... troppo strano per essere vero!
- Che!? Colpa mia??
- fece Ed incredulo.
- Certo! Se fossi andato subito dopo la partita a fasciarti questa spalla avresti evitato di farmi preoccupare come uno
stupido!! - .
Ed sorrise teneramente. Quanto era
infantile a volte Mark! Eppure
si era sempre preoccupato per lui, come una sorta di fratello. E si volevano un gran bene, proprio come fratelli.
- Hey, così mi sarei perso i
festeggiamenti! - rise il portiere.
- Sei uno zuccone! - rise di rimando il capitano.
- Però abbiamo fatto proprio una bella azione!
- .
- Già... - Mark si fece serio, poi lo
guardò negli occhi e sorrise serenamente. - ...grazie. - .
Ed annuì, anche lui con un sorriso. Mark lo stava ringraziando per averlo aiutato a realizzare
il suo sogno, e Ed ne era felice. Non c’era nulla di
più bello che vedere i propri sogni realizzati... a lui ne mancava
uno solo...
Si tolse la maglia. Degli ematomi rossi erano ben visibili sulla
pelle diafana, mentre il medico gli spalmava una pomata e gli fasciava la
spalla.
- Non sparirà più. - fece Ed rompendo
il silenzio. Mark aguzzò lo sguardo in direzione
della spalla. C’era già un segno... la cicatrice che gli aveva lasciato
l’intervento di pochi anni addietro, la conseguenza dell’incidente in cui era
stato coinvolto per salvare il suo cucciolo. E pensare che
per tutto quel tempo gli era rimasto dietro. Ed
non gli aveva dato un nome, lo chiamava semplicemente “piccolo”, poi visto che
le dimensioni del cucciolo erano variate di un bel po’ aveva cominciato a
chiamarlo solo “hey!”. Era davvero strano quel
portiere! Già... il suo amico Ed. Ne
avevano combinate talmente tante insieme che non riusciva nemmeno a
ricordarle tutte! E ora gli aveva anche dato una mano
a realizzare il suo sogno. Grazie.
Si guardò la spalla. Era una piccola cicatrice quasi invisibile,
ma non sarebbe sparita più. Proprio come quella di Eve. Certo, era molto diverso
il discorso ma... beh, avevano un’altra cosa in
comune. Un segno indelebile sulla pelle. Un segno che li
aveva fatti soffrire molto. Un segno che apparteneva
al passato e che ora non faceva più male. Sorrise. Per l’ennesima volta
i suoi pensieri finirono su Eve... e quel suo sogno
di diventare... di diventare... suo marito. Era strano
pensarsi così ma ci stava facendo l’idea... sarebbe
stato meraviglioso, svegliarsi e vederla abbracciata a lui... e tornare a
dormire con di nuovo lei al suo fianco. Sentire che il letto, che l’intera casa
apparteneva ad entrambi, non intrufolarsi nel letto di lei,
e lei in quello di lui ogni notte come ladri... ladri di cuori... di amore...
di abbracci e carezze.
- Pensi ancora a Eve?
- gli domandò ad un tratto il suo capitano. La sua voce lo riportò alla realtà.
- ...come... lo sai? - chiese confuso.
- Perché ogni volta che la senti solo nominare ti si illuminano gli occhi. Non sono cieco! - .
Ed arrossì e si alzò, infilandosi la
maglietta. I due uscirono di nuovo in corridoio, per
raggiungere i loro compagni.
- Io voglio sposarla. - disse tutto d’un
tratto. Per poco Mark non cadde a faccia ingiù.
- Cooooosa?!?!
- esclamò guardandolo stralunato.
- Hey, Lenders
che c’è? Non credi che possa essere un buon marito!? -
fece l’altro un po’ offeso.
- N... no... è che... tu, Ed Warner...
sposato??? Certo che Eve ti ha veramente cambiato!! -
.
Il portiere sorrise e alzò le spalle.
- Io credo che abbia fatto uscire in superficie la parte
migliore di me... - .
Mark si riprese. Incredibile! Aveva
addirittura pensato di sposarsi!
- E glielo dirai? - chiese.
- Eh...?... io credo... non lo so...
vorrei... - rispose. L’amico fece un’espressione maliziosa.
- Non avrai paura? - .
- Ma che dici!? Io non ho paura!! Forse è... che sarei in imbarazzo... -
.
Mark sorrise. Certo che Ed in quanto a
sincerità non lo batteva nessuno! Non aveva avuto problemi ad ammettere che avrebbe provato imbarazzo. Non era certo umiltà. Erano
difficili da confondere, sincerità ed umiltà. Ma Warner
era molto orgoglioso... l’umiltà l’aveva conosciuta solo in casi estremi... o
quando si trattava di Eve.
Gli aveva davvero rubato il cuore. Che fosse una ragazza forte
l’aveva capito subito anche lui, era molto bella ma c’era sul serio qualcosa in
più. Ma per lui c’era Kim.
Forse il sentimento che provava per Kim era molto
meno forte di quello che legava Ed e Eve... però gli piaceva molto Kim.
Era tutto il contrario di Eve.
Timida e introversa. Forse per quel suo carattere sentiva di doverla proteggere
e voleva starle vicino. Amarla prima in silenzio e ora... ora
anche fisicamente. Quando l’aveva baciata per la prima volta
si era sentito come rinascere su quelle labbra... morbide e dolci... e l’aveva
stretta tra le braccia. Stringere quel corpo snello e fragile era stato come
rinvigorire... e non gli era importato nulla se stava con Eddie...
ci aveva fatto l’amore. Non aveva saputo resistere... vedendola piangere, le
aveva asciugato le lacrime e l’aveva baciata. Non
voleva farle del male ma... era riuscito a farla
soffrire più di prima. L’aveva fatta sentire una puttana... si era sentita male dentro... per questo se l’era presa con Eddie e avevano fatto a pugni. Perché non poteva
prendersela con sé stesso, non poteva picchiare sé
stesso. Voleva farla pagare a Bright per averla
trascurata e trattata male. Ma chi doveva rimproverare era solo sé stesso per il semplice motivo che si era lasciato andare.
Aveva perso per quella ragazza, per una notte il suo imperturbabile orgoglio... la sua freddezza... e le aveva dato tutto sé
stesso. Ora non stavano proprio insieme... non
ufficialmente, ma si frequentavano spesso e lui era felice.
Guardò di nuovo Ed... quel suo sorriso semplice lasciava
trasparire tutta la naturalezza del suo amore per quella ragazza... Eve. Ciò che lui non riusciva a
provare... o forse non era ancora il momento.