DECIMO CAPITOLO: LA NAZIONALE.
- Ehilà! - saluto allegramente.
- C’è poco da stare allegri... la Robinson
è nera di rabbia! - sussurrò Lena mentre usciva dall’ostello. - Ti aspetta
su... - .
Eve salì le scale ed entrò in camera.
L’allenatrice la aspettava camminando nervosamente per la stanza.
- Springer!! - tuonò appena la vide. –
Cinque giorni!! Cinque!! Ma dove diavolo sei stata??? Cosa ti è saltato in
mente?? Potevi almeno avvisare!!! Dove diavolo sei andata a cacciarti??? -
ripeté.
- Ho fatto un viaggetto in Olanda. -
sorrise.
- Chi ti ha dato il permesso??? Sei sotto la mia responsabilità,
indipendentemente dal fatto che tu abbia superato la maggiore età!! - .
- Lo so, mi scusi. - continuava a sorridere. Vedere
- Non prendermi in giro, Springer!!
Sei fuori dalla squadra! - . poche parole... il concetto era chiaro.
- Come vuole. - disse lei alzando le spalle. La donna, infastidita
e irritata più che mai uscì dalla stanza sbattendo la porta.
- Scommettiamo che domani verrà ad implorarmi di ritornare? -
esclamò Eve una volta che se ne fu andata. Era
successo tutto alla velocità della luce... quella donna era fuori di sé, possibile
che Eve fosse così importante per lei??
- ...ed ecco perché ti chiedo di tornare a far parte della
squadra. - concluse.
- Ci avrei giurato! - sogghignò la ragazza.
- Attenta Eve!! O questa è l’ultima
gara che giocherai!! - disse la donna sbattendo il pugno sul tavolo.
- Lo so bene. Sarà l’ultima. - affermò chiudendo gli occhi.
- Come...? - l’allenatrice si sorprese e la guardò in modo
strano.
- Dopo la gara di domani non correrò più. - annunciò.
- Ma sei impazzita?!?... - gridò quella. – Ti rendi conto o no
delle possibilità che hai diventando una velocista di prima classe??? -
- Lo so bene. - Eve incrociò le mani
al petto, sulla maglia rossa. – Però non è quello che desidero fare. Se voglio
vivere veramente come dico io ed esserne felice, devo fare ciò che più mi
piace. - .
- Tu hai perso la testa!! - sbraitò. Ma che cosa le prendeva?
Sembrava un’indemoniata... non l’aveva mai sentita urlare in quel modo. Poi
proferì quelle parole...
- So benissimo anche che per lei e la sua carriera sono importante,
per questo mi ha chiesto di ritornare nel gruppo, ma io non posso certo vivere
per lei!! - .
L’altra si zittì... allora l’aveva capito?... accidenti quella
ragazzina piena di sé... aveva detto parole che l’avevano lasciata
completamente spiazzata... e ora?... non poteva certo costringerla.
- Fa un po’ come credi, Springer... -
disse semplicemente mentre Eve lasciava l’ufficio.
- Hey! Ciao Karl
Heinz!! - Lena gli si avvicinò correndo. Lui le
sorrise e le fece cenno con la mano. La ragazza gli stampò un bacio sulla
guancia.
- ...ciao... - disse poi timidamente.
- Sai dove posso trovare Eve? È
tornata? - le chiese dopo. Lei abbassò le mani.
- È in camera. - .
Il calciatore salì e bussò. Eve aprì
la porta e con sua sorpresa si ritrovò davanti il biondino.
- Allora ci sei! Dove ti eri cacciata? - le sorrise.
- Mh... – si sistemò la maglietta. – A
fare un viaggetto. Dovevo rilassarmi! A proposito! -
disse d’un tratto. – Mi hanno detto che sei stato tu a portarmi dentro al campo
quando sono svenuta... grazie. - .
Karl arrossì di colpo e si voltò fissando
dappertutto tranne che nei suoi occhi.
- Di... di nulla... - .
- Qualcosa non va? - gli chiese, preoccupata.
- No, no. Tutto ok.
- disse lui voltandosi e sorridendole. Allora non si ricordava... del bacio...
no, sicuramente dormiva... accidenti!
- Tra poche ore sarà qui la nazionale giapponese. - fece
cambiando discorso.
- Lo so! - esclamò Eve euforica. – Non
sai quanto ho aspettato questo momento!! Rivedrò Ed, Danny,
Mark e Eddie...!! Sono
veramente contenta!! - .
- Allora tiferai Giappone? - “Ma che razza di domande le fai???
È logico che tiferà per il Giappone!!”
- Beh, se vuoi alzerò una bandierina anche per voi! - sorrise.
Anche Karl sorrise, lasciandosi alle spalle
l’imbarazzo.
- Anche se Price sarà in porta? - le domandò a bruciapelo.
- Oh, no! Quello lo escludo categoricamente! Sarà Warner titolare!! - fu come se al pronunciare il nome di Ed
le si illuminassero gli occhi.
- Oh... - Karl non disse più nulla.
- Scusa se non ti faccio entrare ma stavo andando a fare gli
ultimi allenamenti della settimana. Cinque giorni e poi il grande incontro col
resto del mondo! - sorrise raggiungendolo sul pianerottolo e chiudendo la
stanza a chiave, infilandosela poi in tasca. – Beh, ci si vede! - .
Corse giù dalle scale, velocemente. Ecco, era in ritardo
un’altra volta! Certo che la puntualità non era il suo forte! Proprio per
niente! Le conveniva sbrigarsi, già
Karl rimase lì, in piedi a guardarla
andare via... accidenti, si era preso proprio una bella cotta!... ma che
cos’era stato?... già, forse il coraggio che quella ragazza aveva dimostrato
nel tirare un rigore a Price e a vincerlo... allora perché mentre lei era via
aveva baciato Lena?... era successo... era andato all’ostello per chiedere di Eve e aveva trovato Lena... stava andando ad allenarsi e
lui l’aveva accompagnata... poi, al termine avevano chiacchierato un po’... era
carina, simpatica... ed era scappato quel bacio... diciamo un po’ che lei gli
era saltata addosso... e ora?... come fare per lasciare Lena e conquistare Eve?... accidenti che pasticcio!... però che strano...
quella ragazza al solo nominare Warner aveva sorriso
e si era esaltata come non mai... e se fosse...?
- E così questa è
- Dov’è Schneider!?! - .
- Piantala, Marica!! Ma perché
l’abbiamo portata?? - sbuffò Danny.
- Forse perché mio padre è il direttore tecnico e mi ha permesso
di venire??... e poi se non ti va di stare in mia compagnia puoi anche girare
al largo e non starmi appiccicato!! - esclamò lei stizzita.
- E basta voi due!! - Eddie alzò gli
occhi al cielo.
La nazionale giapponese fece il suo ingresso nell’hotel dove
avrebbero dovuto alloggiare. In quella parte di Amburgo c’erano alberghi e
strutture sportive adibite per l’occasione del torneo internazionale di rugby,
di calcio juniores e le olimpiadi giovanili di atletica. E il tutto si sarebbe
svolto in un’estate assolata nell’accogliente Germania... chissà tra quanto
avrebbe rivisto Eve...? Si voltò verso Tom Becker, che lo chiamava:
- Hey, guarda Ed! - .
Benjamin Price uscì dall’ascensore con il
cappellino calcato sulla fronte. Alzò la testa, si fermò e sorrise.
- Oh, ma che entrata trionfale! Guarda chi si vede! - . Ed non
seppe trattenersi, ma Mark gli tirò una gomitata su
un fianco e i due portieri si fissarono sorridendosi con aria di sfida.
Tutti lo festeggiarono, dopotutto, erano tre anni che non si
vedevano!
Ed entrò nella sua stanza.
- Che fai, Mark? Entri o resti con Danny! - disse seccato. Mark non
se lo fece ripetere due volte... entrò di filata nella camera luminosa e
spaziosa. Buttò la valigia per terra che si fermò pesantemente sul pavimento.
- Hey, calmati o Benji
ti straccerà, se sei nervoso non concluderai niente!! - . Mark
sbuffò e si distese sul letto, sprofondando nel materasso. Ed sospirò ed entrò
in bagno sbattendo la porta, aveva veramente bisogno di una doccia.
“Buffone!!... addirittura l’entrata storica dall’ascensore! Che
razza di idiota!! Ma ti farò vedere io di cosa sono capace, Price! Domani alle
selezioni ti straccerò!!”
Il getto caldo gli bagnava la pelle e i lunghi capelli scuri che
raccolse in una coda con le mani, portandoseli dietro la nuca, lasciando che aderissero
di nuovo al suo collo.
- Ci vediamo! - Eve si fece largo tra
tutta quella gente e uscì di nuovo dal campo, diretta negli spogliatoi.
- ...sì... allora chi è?? - disse una ragazza tutta eccitata.
- Hey! Ciao, che succede? - disse Eve con noncuranza, appoggiando il borsone alla panca.
- La nostra Lena ha una storiella con un campione... ma non ci
vuole dire chi è! - disse la ragazza dai capelli corti, neri e mossi.
- Un campione? Allora, Lena, chi è? - sorrise lei togliendosi la
maglia.
- E va bene... si... si chiama Karl Heinz... - arrossì.
- Schneider??? Il bomber tedesco???? -
gridò Melissa.
- Zitta!!... - Lena arrossì ancora di più e le tappò la bocca
con la mano.
- Eheh... allora si dà da fare con le
nuove arrivate il biondino! - sogghignò ancora da dietro alla sua mano. – E poi
perché nasconderlo? È una bella cosa, no? - .
- S... sì... - mormorò Lena, come una bambina timida. Eve sorrise.
- A proposito di bei calciatori... lo sapete che i nostri sono
qui? - .
- Che?? La nazionale di calcio?? Di già?? Io sapevo che
sarebbero arrivati la prossima settimana!! - Melissa sgranò gli occhi.
- Sì, e io ho tutta l’intenzione di andarli a trovare oggi alle
selezioni! - Eve sorrise ancora maliziosamente.
Quando scesero sul campo erano tutti allegri e euforici. Freddy e Kirk assistevano agli
allenamenti, pronti per decidere la formazione che avrebbero schierato in
campo. Di sicuro Lenders e Hutton
a centrocampo, poi Mark si sarebbe spostato ad ala
destra, ma per ora era tutto in sospeso. Il problema era decidere quei
difensori e il portiere. Warner era migliorato
parecchio e Freddy non sapeva se il suo pupillo Price
sarebbe stato all’altezza di essere titolare anche quell’anno.
Era visibilmente preoccupato e indeciso.
Sam Reynolds e Clifford Yuma sarebbero stati i
perfetti difensori... si erano confrontati Denver e Callaghan
ma quest’ultimo era certamente più portato per
l’attacco.
- Un 5-4-2? - chiese Kirk.
- Già... - rispose pensoso Freddy.
- Che c’è? - domandò ancora il giovane uomo notando l’apprensione
dell’allenatore. Il direttore tecnico responsabile, il signor Frides, ascoltava la conversazione tra i due, voltando la
testa per dare un occhio alla giovane figlia che stava seduta sulle gradinate
ad ammirare i bei ragazzi che stavano in campo. Marica
fece un cenno con la mano a suo padre e un sorriso a trentadue denti, poi tornò
ad appoggiare la testa sul palmo della mano e a guardare i giocatori.
- Hai notato Warner? - replicò ancora Freddy.
- Certo. Non passa di sicuro inosservato! Ha fatto progressi
stupefacenti! - .
- Esatto... sto pensando seriamente di dargli la maglia del
titolare...- fece ancora fissando il ragazzo che calciava una saetta verso Winter. Kirk rimase qualche
istante soprappensiero.
- Che dirà Benji? - disse poi.
- Benjamin è un gran portiere, la sua
tecnica è stabile. Però c’è di strano che non sembra migliorato affatto... o
per lo meno i suoi progressi si sminuiscono in confronto a quelli di Ed. - .
Il giovane rimase pensieroso... che cambiamento sarebbe
avvenuto!... se davvero Ed fosse stato titolare... a dirla tutta non gli
dispiaceva... aveva visto quel ragazzo ad ogni torneo crucciarsi per non essere
titolare nemmeno quell’anno e se lo sarebbe meritato
davvero il posto... in quanto a Benji... non sapeva
nemmeno bene quello che pensava... sembrava indifferente alla realtà... forse
troppo distaccato... eppure un vero trascinatore... chissà se oltre alla
tecnica, Ed avrebbe saputo sostenere anche la squadra?...
- Basta così! Dieci minuti di pausa e poi si ricomincia! - annunciò
Freddy sparendo nel suo ufficio.
- Ci siamo... - si disse Eve. Lena
camminava accanto a lei, pensierosa. Le due ragazze entrarono nel campo senza
troppe difficoltà, percorrendo il corridoio semi illuminato. Prima che
potessero uscire di nuovo sull’erba tre figure dietro di loro con un
asciugamano in mano e qualche bottiglia le chiamarono.
- Hey voi due! Chi siete? - fece una
voce conosciuta. Eve si voltò lentamente e poté
vedere il volto di colui che aveva parlato. Il cannoniere sbarrò gli occhi non
credendo ai suoi occhi... anche se era controluce poteva distinguere il corpo
snello e i lineamenti del bel viso di quella ragazza. Indossava un paio di
pantaloni lunghi fascianti neri e una canottiera blu, teneva sugli avambracci
delle polsiere bianche e gli sorrideva.
- Eve! - sorrise Mark.
Accidenti com’era contento di vederla! Non voleva ammetterlo ma gli era mancata
quella peste! Danny fece lo stesso e le corsero
incontro, l’altro ragazzo che era con loro non disse niente, solo rimase a
guardarli stranito. Dopo aver parlato per qualche istante Danny
si ricordò del povero capitano lasciato in disparte con le bottiglie d’acqua e
gli asciugamani.
- Aemh... scusa... Eve,
lui è il nostro capitano: Holly Hutton.
- disse il ragazzino. I due si strinsero la mano.
- Mi chiamo Eve Springer.
- il ragazzo sorrise.
- Come mai hai fatto intrusione nel campo? - le chiese.
- Devo fare una sorpresa ad un amico... - rimase sul vago.
- Lei frequenta il nostro stesso istituto, è qui per i mondiali
di atletica. - spiegò ancora Danny.
- E per fare il tifo per voi! - gli sorrise lei.
- Oh... per quello avrai una sostenitrice! - sbuffò Mark.
- Eh? Ti riferisci a Lena? Oh... scusa se non vi ho presentati!
- dopo le dovute presentazioni anche con Lena Mark si
spiegò.
- Non mi riferivo a lei, comunque... -
- Come? E chi altro c’è? - chiese Eve
pensando. Danny sparì per un istante sul campo e
quando tornò portava per un braccio una persona conosciuta...
- Piantala di tirare! Insomma si può sapere cosa c’è?? Guarda
che se non è importante ti spacco le ossa! Mi hai fatto perdere tutti quei belliss... EVEEEEEE!!! - .
In un attimo Marica le fu al collo,
festeggiandola come se fosse di ritorno dal giro del mondo. Stavano già
passando troppi minuti...
- Ci conviene muoverci però o Marshall
ci farà la pelle! - sorrise Danny. Holly ci capiva meno di prima... Marica
l’aveva già conosciuta, sapeva che era figlia del responsabile però tutte
quelle conoscenze lo avevano lasciato stranito... ma sorrideva trasportato
dell’euforia dei suoi compagni e da quelle ragazze strampalate.
- Siete in intervallo? - chiese Lena.
- Sì, ma ormai ci restano solo pochi minuti... - pensò il
capitano. Eve non aveva perso il suo sorriso...
accidenti qualche passo al di fuori di quel corridoio e l’avrebbe rivisto...
avrebbe rivisto il suo portiere... si fece coraggio, si sistemò i capelli corti
e si lisciò il viso con un tocco veloce delle mani.
- Beh, se manca così poco meglio che torniate in campo... -
sorrise.
- Già, certo! Così tu puoi salutare il tuo ragazzo! - rise Marica.
- Ed non è il mio ragazzo! - le fece la linguaccia e si voltò,
seguita da tutti gli altri entrò sul campo. Il sole inondò i loro volti che
fino a qualche minuto fa erano coperti dall’ombra del corridoio... il suo
ragazzo... non si arrabbiò... era strano e piacevole pensarlo suo... suo... ma
ora non poteva certo lasciarsi andare a questi pensieri! Doveva salutarlo prima
che finisse l’intervallo o non avrebbe resistito! Si guardò intorno, da una
porta all’altra e notò un gruppetto di ragazzi che si sbracciava reclamando
acqua e asciugamani verso Holly. Poi perplessi
guardavano lei e Lena domandandosi chi fossero. Eccolo... oddio Ed... rivederlo
fu come un colpo al cuore... perché si sentiva così strana?... eppure non era
la prima volta che lo vedeva... il cuore prese a batterle a mille... il suo
Ed... ci mancava solo che si voltasse... e la guardasse con quegli occhi
scuri... penetranti e dolci occhi neri... si sarebbe sciolta... ecco, appunto!
Lentamente voltò lo sguardo dove tutti gli altri suoi compagni stavano
guardando... verso Holly... e di conseguenza verso di
lei. Voleva sprofondare... ma poi fece un respiro profondo e si dimenticò di
tutto... non doveva essere debole!
- Hey portiere! Si batte la fiacca?! -
gridò con le mani a megafono, così che la potesse sentire.
Eve... era venuta... no, accidenti non
era per niente preparato a vederla! Cosa doveva fare??... lei era lì... era
lì... non stava sognando stavolta... si sentiva come se gli stesse respirando
tutta l’aria del mondo... si era rivolta a lui... stuzzicandolo sorridendo come
al solito... che bella era... ancora una volta rimase incantato nel vederla,
anche se da lontano percepiva il suo sguardo su di sé... e le sorrideva...
Cominciò a camminare verso di lui, insieme a tutti gli altri...
vicino... si stava facendo vicino... sulle sue labbra un dolce sorriso... e
quando furono faccia a faccia... si guardarono e basta... la contentezza si
leggeva nei loro occhi... non le importava... se intorno a loro c’erano quei
ragazzi... lo doveva fare... e in un attimo gli prese i fianchi e lo strinse
forte, poggiando il capo sul suo petto.
Era lì con lui... lo stava abbracciando... la sua Eve... strinse le braccia intorno al suo corpo e si
abbracciarono... per nessuno dei due aveva peso il fatto che gli altri li
guardavano... ora erano solo loro due... dopo lunghi mesi... di nuovo Ed e Eve... di nuovo...
- Come stai, piccola Icaro? - le chiese mettendole le mani sulle
spalle.
- Non vedevo l’ora di rivedervi! Sono contenta! E tu, stai bene?
- gli sorrise.
- Certo! In formissima! - era
veramente felice... non credeva che rivederla potesse renderlo così
profondamente contento... non era cambiata di una virgola... aveva avuto modo
di ritagliarsi i capelli corti, mantenendo lo stesso taglio di cinque mesi
prima e i suoi occhi... oh, meravigliosi... come sempre... si perse ancora una
volta fissando quel blu penetrante... e quel sorriso unico.
Eve si discostò e si mise le braccia ai
fianchi:
- Bene! Voglio vedere se sei migliorato e quanto! - gli disse.
Prima che lui potesse rispondere furono interrotti da Bruce.
- Hey, Ed! Perché non ci presenti la
tua amica!... è così cariiiina! - .
- Piantala di sbavare, Bruce! - una
ragazza dai capelli scuri si avvicinò al gruppetto.
- Uffa, Patty! Perché te la prendi
sempre con me...!?! - si lamentò quello. La ragazza non ci fece caso e si
rivolse a Eve.
- Ciao, io sono Patricia Gatsby:
accompagnatrice ufficiale, nonché mascotte della squadra! - le tese la mano.
- Oh... io mi chiamo Eve Springer: membro della federazione nazionale di atletica
giovanile... va bene così? - disse sorridendo. Anche Patty
sorrise stringendole la mano.
- Allora, com’è che conosci il nostro Ed? - .
- Il... vostro Ed?... beh... frequentiamo la stessa scuola,
tutto qui. - quella ragazza era strana... il loro Ed?... ma figuriamoci! Ed era
solo suo!!
- E come mai tutta questa confidenza? - domandò ancora con un sorrisetto malizioso.
- E come mai non ti fai gli affaracci
tuoi?? - le fece eco Eve, infastidita.
- Hey, hey!
Scusami tanto!... - sorrise Patty. - ... l’ultima
cosa che voglio è litigare! - .
Holly la guardava... accidenti se era
cambiata! Non era più il maschiaccio che aveva sempre voglia di rissa di quando
era bambina... oramai erano cresciuti... e Patty non
aveva certo perso il suo caratterino... solo che era diventata più matura... e
bella... il capitano si scosse... ma che razza di pensieri stava facendo??
- Emh... sì, è vero! Eve fino a qualche mese fa frequentava l’istituto Toho... insieme a me, e a questa rompiscatole! -
s’intromise Danny per calmare gli animi.
- E chi sarebbe la rompiscatole??? - esclamò Marica
prendendolo per il collo.
- Che... vi dicevo...? - rise. La risata del ragazzo contagiò
anche gli altri che li guardarono straniti prima di scoppiare anche loro.
Era un fenomeno!! Tom Becker aveva tirato una cannonata da vicinissimo, appena
dentro all’area e Warner si era tuffato con
un’agilità superiore su quella sfera che sfrecciava verso di lui, stoppando il
tiro con una facilità estrema. Per non parlare del tiro di Hutton!!
Sembrava una saetta! Un fulmine che attraversava il campo... imparabile! Finché
Ed non l’avesse respinta, ovvio. Era diventato uno scudo umano... la porta
inviolata per tutti i novanta minuti della partita di allenamento... se avesse
giocato così sarebbe di sicuro divenuto il portiere migliore in circolazione!
Altro che Belli o Price!... e Price... in gamba... dannatamente in gamba anche
lui... di una freddezza quasi sovrumana... non lasciava trapelare nulla quando
stava tra quei due pali... e poi quando usciva dal campo diventava un’altra
persona... che strano tipo... chissà poi se aveva capito che il ragazzo che gli
aveva segnato quel gol era Eve... molto probabilmente
no... figurarsi! Era molto più carina vestita da ragazza!... sorrise. Già...
chissà che faccia avrebbe fatto Benji se l’avesse
saputo! Quella sera aspettava Ed al campo, sarebbero andati all’ostello
assieme, così avrebbero parlato di tutto e di più... si sarebbero rifatti dei
cinque mesi in cui non si erano visti. Ad un tratto vide un’ombra. I riflettori
del campo erano accesi ma era quasi impossibile che laggiù ci fosse ancora
qualcuno... e invece... Benji. Scese sui gradini per
vedere meglio... eh, sì era proprio lui... se ne stava immobile in porta come
se aspettasse che qualcuno tirasse... ma sul campo non c’era nessun altro. Ma
che diavolo stava facendo?... vuoi vedere che era veramente squilibrato?... ad
un tratto aprì gli occhi e si fece avanti, calciando lontano il pallone da sé. Eve rimase a guardarlo finché non raggiunse gli altri nello
spogliatoio.
- Quest’anno avremo la migliore
tifoseria! - rise Bruce.
- Che tifoseria? - chiese Holly
stranito.
- Ma dico sei cieco?? Non hai visto che belle ragazze ci hanno
portato i nostri del Toho?? - .
Mark alzò un sopracciglio.
- Guarda che noi non abbiamo portato nessuno... sono venute da
sole. - disse.
- Beh, fatto sta che sono veramente carine! - .
- Non ti agitare tanto, scommetto che hanno già il ragazzo,...
vero Ed? - .
- Hey, Philip
tu pensa alla tua Jenny! - fece ridendo il portiere. Callaghan
sorrise tra sé e poi alzò gli occhi... era proprio partito...
- Beh... se escludiamo quella Eve...
restano le altre due. - Bruce pianificava alla
perfezione.
- Non starai parlando di Marica, vero??? - Danny sgranò
gli occhi. – Ma se è una rompiscatole cronica e poi non è questa gran
bellezza... - .
Mark fece un sorrisetto,
Eddie intervenne:
- Già, già... chi disprezza compra! - .
- Hey! Che vuoi dire??? - sbottò il
ragazzo.
- Avanti, Danny! Ce ne siamo accorti
tutti, manchi solo tu! - rise Ed.
- Tsk! Ma figuriamoci! Piacermi? Marica?... - si voltò dall’altra parte rimettendosi la
camicia. Mark e Ed si guardarono sorridendo...
accidenti era veramente cotto!
Benji Price entrò nello spogliatoio, tra le
risate e le urla dei compagni.
- Ma avete sentito di Schneider? -
fece Becker. – Pare abbia un’amichetta giapponese
nella squadra di atletica! - .
- Tom! Sembri proprio una suocera
pettegola! - ridacchiò Yuma. Il piccoletto rise.
Un’amichetta giapponese...? Nella squadra di atletica...? No,
non poteva essere Eve... non poteva... ormai il
dubbio si era insinuato nella sua testa e il timore lo aveva pervaso...
impossibile... non la sua Icaro...
Tra poco l’avrebbe rivisto... e sarebbero tornati all’ostello
insieme come ai vecchi tempi... come quando tornavano a casa da scuola dopo gli
allenamenti...
- Eccomi! - esclamò correndo verso di lei.
- Ce ne hai messo di tempo! - sorrise.
- Emh... scusa! Sai, quando si è negli
spogliatoi e si fa confusione il tempo passa velocissimo! - .
Eve lo guardò... accidenti quanto era
carino!... eppure era lo stesso di sempre... la lontananza doveva avere avuto
uno strano effetto su entrambi...
Il campo era ancora semi illuminato e i due cominciarono ad
incamminarsi verso l’hotel della nazionale.
- E così... hai conosciuto Schneider?
- le chiese tutt’un tratto. Doveva assolutamente
levarsi quel dubbio dalla testa.
- Già... - si limitò a dire Eve.
- Che tipo è fuori dai campi di calcio? - sorrise cercando di
essere spontaneo. La ragazza alzò lo sguardo ai suoi occhi e si fermò.
- Beh,... un tipo normale... - perché le stava facendo quelle
domande su Karl?... – Perché me lo chiedi? - .
- Emh... beh... Curiosità! - classico.
Curiosità. E cosa se no?... gli pareva di aver detto una scemata, ma non si
fermò e dopo un po’ disse:
- Ti trovi bene con lui? - .
- Senti un po’ non ti pare che tu stia andando oltre alla
semplice curiosità?? - disse infastidita lei.
- Beh, eheh! Se ci sarà da progettare
un matrimonio, bisognerà saperne sempre di più! - rise Ed.
Eve non rise. Anzi, la prese male.
- Matrimonio??? - ripeté.
- Tra lui e la sua amichetta giapponese! - cercava di sorridere,
ma in realtà gli bruciava dire quelle parole... doveva capire... se Eve era davvero diventata la ragazza di Schneider
o meno... chiederlo così sfacciatamente gli sembrava squallido... per questo
aveva girato sul tema arrivando alla conclusione facendole capire ciò che
voleva dire...
- Warner sei un idiota! - disse Eve fermandosi. Ed fece due passi e poi si accorse che la
ragazza non lo stava più seguendo. Si voltò e la guardò con uno sguardo
interrogativo in viso, non incrociando i suoi occhi che guardavano per terra. –
Chiariamo un paio di punti... uno: l’amichetta giapponese di Karl è Lena e due... - .
Fece una pausa di silenzio, poi alzò lo sguardo e fissò quegli
occhi neri.
- Se credevi che io sia la stupida di turno che va a gettarsi
tra le braccia di quello hai sbagliato di grosso!! - .
Cominciò a camminare velocemente sul marciapiede, quasi
correndo. Quando le passò vicino Ed la afferrò per un braccio.
- Torno da sola! Vattene pure con i tuoi compagni! - strattonò
la presa e si liberò.
- Eve ma... - fece per dire.
- A domani!! - tagliò corto lei.
Rimase lì a guardarla andare via, poi arrivò Philip
e i due si allontanarono insieme.
Che idiota!! Possibile che non gli importasse niente??... già,
era addirittura felice parlando di matrimonio tra lei e Karl...
no, non gliene importava niente... che stupida! Proprio di lui doveva andarsi
ad innamorare??... imbecille!... sprofondò la testa nel cuscino e chiuse gli
occhi... se l’era presa davvero... non credeva che Ed fosse così...
Perché si era arrabbiata così?... forse avrebbe fatto meglio a
chiederglielo direttamente se tra lei e Karl c’era
qualcosa... invece di comportarsi da idiota... come poteva biasimarla se se
l’era presa?... eppure non avrebbe dovuto andare così... c’era qualcosa che non
andava... se a lei non importava niente di lui di certo non avrebbe fatto
quella scenata... doveva farsi perdonare... in qualche modo doveva riavere il
suo sorriso...