Nascità e Gioventù
Sposa e Madre
Tragedia Famigliare
Ingresso in Monastero
I Santi Voti di Rita
Stimmatizzazione
Rita Pellegrina a Roma
La morte di Santa Rita

NASCITA E GIOVENTU'

I genitori di Rita vivevano a Roccaporena, un sobborgo sperduto del casciano: quasi sepolto in una gola angusta serrata da due rocce che si innalzano minacciose come a sua difesa. Erano persone umili che Tela, la nascita di Santa Rita.vivevano modestamente, svolgevano l' ufficio di pacificatori, venivano chiamati dai paesani per sedare discordie e rancori tra famiglie. Vivevano tranquilli ma erano turbati da un segreto dolore, non avevano figli e pregavano ardentemente per essere esauditi. Quando ormai si erano rassegnati a restare da soli, perché avevano un età avanzata, furono invece allietati dalla nascita di una bambina. Infatti, nella primavera del 1381, nacque la piccola Rita che li rese felici. Di ogni bambino l'infanzia è meravigliosa ma quella della piccola Rita fu speciale. Un antica tradizione narra che mentre la piccola Rita era nella culla fu visto uno sciame di api scherzare intorno al suo viso senza farle alcun male e depositando stille di miele sulle sue labbra. Sorretta dall'esempio e dalle cure dei genitori crebbe in virtù ed amabilità, modesta e semplice. A Roccaporena la chiamarono l'angelo consolatore, ogni giorno si ritirava in preghiera e distribuiva ai poveri pane e beni compatibilmente con le sue modeste condizioni di vita. L'amore in Dio e del prossimo e la preghiera furono sempre la forza della sua vita.

SPOSA E MADRE

Gli anni della giovinezza di Rita trascorrevano tutti occupati nella preghiera, nelle Opere Sante, nelle faccende domestiche e nell'assistere gli anziani genitori. Desiderio vivissimo di Rita era di prendere il velo claustrale delle Agostiniane di Cascia. Ma ben altra fu però la volontà del Signore, che si compiacque del suo Roccaporena: Casa di S.Rita (trasformata in Cappella nel 1629: esterno) proposito, ma dispose diversamente per provare la virtù della sua anima. Gli anziani genitori preoccupati a chi lasciare la loro giovanissima figlia decisero di darle uno sposo. Non valsero ne lacrime ne pianti ne preghiere, Rita dovette andare sposa a Paolo di Ferdinando, uomo difficile e "violento". La givane rinunciando all'ideale monastico divenne la sposa affettuosa, conciliante, comprensiva per i quindici anni della sua vita matrimoniale. La storia ricorda che la bontà di Rita fu contagiosa anche per quell'uomo rude e privo di scrupoli. Rita divenne sposa felice con il marito divenuto buon cristiano e con l'immensa gioia dei due figli Giangiacomo e Paolo Maria. Rita fu una madre esemplare attenta alle esigenze del marito e dei figli, soprattutto alla loro educazione cristiana. Il loro focolare fu una testimonianza viva e continua di convivenza pacifica e generosa nel paese di Roccaporena.

ASSASSINIO DEL MARITO E TRAGEDIA DEI FIGLI

La vita di Rita trascorreva serena, il marito era diventato più mite di carattere, i figli crescevano bene sotto la sua sorveglianza e la sua educazione. Ma un immane tragedia venne a sconvolgere la serenità della vita di Rita. Un giorno Torre fra Roccaporena e Cascia, dove fu assassinato il marito di Rita. suo marito andò a Cascia e sulla via del ritorno venne assassinato. Rita chiusa nel suo dolore, abbracciata ai propri figli, poté vedere le spoglie di suo marito. Nel suo cuore non vi fu mai il desiderio di vendetta e di odio nei confronti degli assassini di suo marito, anzi riuscì a perdonarli. Non fu lo stesso per i suoi figli che ormai grandicelli desideravano vendicare il loro padre. Ogni madre sa leggere nel cuore dei propri figli: Rita vedeva crescere nel loro cuore odio e vendetta per gli uccisori del padre. Cercò con ogni mezzo di dissuaderli, ma si accorgeva che ogni giorno cresceva in loro il desiderio di vendicarsi. Non potendo allontanarli da questo proposito offrì al Signore la vita dei propri figli pur di non vederli macchiati del sangue degli uccisori del loro padre. E durante una epidemia di peste i ragazzi morirono entrambi. Nell'immagine è raffigurata una sottile torre, appena sbrecciata sul culmine, svetta in località Collegiacone, tra Roccaporena e Cascia. Con il castello di cui era parte, la torre era un punto di osservazione della fitta rete protettiva dell'intero territorio montano. Nei suoi pressi, secondo la leggenda, nel 1413 fu assassinato in un imboscata il marito di Rita.

INGRESSO IN MONASTERO

Chiusa nel suo dolore e nei suoi ricordi, Rita ormai sola al mondo trovava conforto nella solitudine e nella preghiera. Sopra le case di Roccaporena sovrasta uno scoglio enorme e imponente, Rita vi si recava spesso a pregare. Tela, ingresso in monastero accompagnata da i ss. Agostino, Nicola da Tolentino e Giovanni Battista. Nel silenzio solenne della natura si abbandonava alla meditazione della grandezza di Dio. In quei momenti pregando si ridestò in lei l'antico desiderio di entrare nel chiostro, nelle visite che faceva a Cascia chiese più volte alle religiose Agostiniane di essere accolta. La sua richiesta fu respinta molte volte, perché prima avrebbe dovuto riportare la pace fra la sua famiglia e quella degli uccisori di suo marito. Un' antica leggenda dice che una notte mentre Rita pregava le apparvero San Giovanni Battista, Sant' Agostino e San Nicola da Tolentino suoi protettori, i quali la invitarono a seguirli ed a porte chiuse la introdussero nel monastero. Le suore difronte all'avvenimento prodigioso accolsero Rita nella comunità.

I SANTI VOTI DI RITA

Ecco Rita finalmente felice rivestita del sacro abito agostiniano. Nella nuova vita fu esemplare, si raccolse nell'umiltà delle virtù monastiche, ogni consorella poté sperimentare la carità di Rita. Tela, i Santi Voti. I voti di povertà, castità ed obbedienza furono da Santa Rita scrupolosamente osservati, gioiva al dover lavorare, pregare e riposare nella volontà della sua superiora, in cui ella riconosceva un riflesso diretto della volontà di Dio. Avendole un giorno per provare la sua obbedienza, ordinato di innaffiare un tralcio secco di vite, la Santa senza recriminare eseguì puntualmente l'ordine ricevuto, finché Dio fece che l'arido legno germogliasse e portasse frutti. E' la vite che tuttora ammiriamo sul cortile del monastero. Le rose più belle sbocciano spesso in mezzo alle spine dove mani avide non possono raggiungerle e deturparne lo splendore, così fu la vita di Rita durante i quarant'anni che visse da religiosa nel monastero di S.M.Maddalena a Cascia.

STIMMATIZZAZIONE

Nella vita di ciascun Santo vi è un momento in cui riceve da Dio il contrassegno particolare della sua Santità. Rita viveva in monastero da ventiquattro anni quando raggiunse il massimo della sua spiritualità, il Signore volle darle un segno particolare della sua predilezione. Era l'anno 1443, venne a predicare Il Crocifisso da cui si staccò la spina. a Cascia San Giacomo Della Marca il quale commoveva tutti con l'ardore della sua parola. Un giorno anche Rita ebbe la fortuna di ascoltare l'uomo di Dio, mentre parlava santamente della passione di Gesù Cristo. Fu tanta la commozione della Pia suora che ritornata in monastero, presa da un ardente sentimento di carità si prostrò davanti al crocifisso (che si può ammirare tuttora facendo visita al monastero) ripetendo fammi partecipe del tuo dolore. Il Signore aveva fissato quel momento per santificare Rita, e dal crocifisso si staccò una spina che venne a conficcarsi nella sua fronte e così ricevette le stimmate che portò con atroce dolore per quindici anni fino alla morte. Con il privilegio della stigmata anche Rita ebbe il suo Venerdì Santo. Quella spina è come la carta d'identità della sua autentica santità.

RITA PELLEGRINA A ROMA

La voce del papa trova sempre una profonda risonanza nell'animo dei fedeli. Quando il Sommo Pontefice Nicolò V nell'anno 1450 indisse il grande giubileo un coro di gioia si levò da tutta la cristianità. Questo grande avvenimento Tela, pellegrinaggio a Roma. giunse anche a Cascia e siccome alcune suore del monastero si accingevano al pio pellegrinaggio, Rita nonostante inferma e avanzata nell'età desiderò andare a Roma per il giubileo insieme alle consorelle. Andò dalla superiora e le espose il suo desiderio, ma questa vedendo la ferita sulla fronte aperta e sanguinante per non darle un netto rifiuto le disse: "figlia mia cerca di guarire e ti darò il permesso di andare a Roma". Rita senza protestare si ritirò nella sua cella, pregò il Signore di poter andare con le consorelle. Alzatasi dal pregare si ritrovò completamente guarita, la superiora davanti a tale prodigio autorizzò Rita ad andare con le compagne a Roma. Sulla tomba degli apostoli Pietro e Paolo le suore adempirono a tutte le devozioni per acquistare le Indulgenze, poi fecero ritorno a Cascia. Appena giunte la piaga sulla fronte si riaprì e Rita la portò fino alla morte. Giubileo 2000, Santa Rita è tornata a Roma. Non solo nel Giubileo del 1450 Santa Rita andò pellegrina a Roma, ma il 19 e 20 maggio Giubileo del 2000 data storica perché il venerato corpo di Santa Rita è ritornato a Roma per festeggiare il primo centenario della canonizzazione avvenuta il 24 maggio del 900 con il Papa Leone XIII. Non è cronaca ma storia vissuta, nel Giubileo del suo tempo Rita e le consorelle si recarono a Roma a venerare la tomba degli apostoli Pietro e Paolo a piedi fra tanti disagi. Nel Giubileo del 2000 invece Santa Rita "è andata" a Roma, con l'elicottero della Polizia di Stato. Indescrivibile lo spettacolo di Piazza San Pietro dove le Sacre Spoglie hanno avuto l'omaggio del Papa; dei Cardinali; dei Vescovi e di una sconfinata moltitudine di fedeli venuta da ogni parte del mondo. Commovente il ritorno della Santa perché l'elicottero l'ha deposta non a Cascia ma nel suo paesino di Roccaporena. Dopo secoli ritorna nella sua terra, rivede la sua casa natale, la Chiesa e la sua famiglia. La chiusura di questo storico pellegrinaggio con una processione da Roccaporena a Cascia nella notte del 20 maggio accompagnata da migliaia di devoti e da mille lucine. All'una del 20 maggio, antivigilia della sua festa , Santa Rita è ritornata al monastero come custode della sua città e madre amorosa veglia su tutti e protegge tutti i suoi devoti.

LA MORTE DI RITA

I genitori di Rita vivevano a Roccaporena, un sobborgo sperduto del casciano: quasi sepolto in una gola angusta serrata da due rocce che si innalzano minacciose come a sua difesa. Erano persone umili che vivevano modestamente, svolgevano l' ufficio di pacificatori, venivano chiamati dai paesani per sedare Tela, la morte di S.Rita. discordie e rancori tra famiglie. Vivevano tranquilli ma erano turbati da un segreto dolore, non avevano figli e pregavano ardentemente per essere esauditi. Quando ormai si erano rassegnati a restare da soli, perché avevano un età avanzata, furono invece allietati dalla nascita di una bambina. Infatti, nella primavera del 1381, nacque la piccola Rita che li rese felici. Di ogni bambino l'infanzia è meravigliosa ma quella della piccola Rita fu speciale. Un antica tradizione narra che mentre la piccola Rita era nella culla fu visto uno sciame di api scherzare intorno al suo viso senza farle alcun male e depositando stille di miele sulle sue labbra. Sorretta dall'esempio e dalle cure dei genitori crebbe in virtù ed amabilità, modesta e semplice. A Roccaporena la chiamarono l'angelo consolatore, ogni giorno si ritirava in preghiera e distribuiva ai poveri pane e beni compatibilmente con le sue modeste condizioni di vita. L'amore in Dio e del prossimo e la preghiera furono sempre la forza della sua vita.